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Autore: Ortceps    16/07/2014    5 recensioni
STORIA COMPLETA
Se al tempo dei tredici rinnegati oltre a loro ci fosse stata una ragazza? Se provenisse dal nostro mondo? E dopo una vacanza sulla Terra tornasse al servizio di Galbatorix?
Ma tutto quello che conosceva è cambiato. Quello che vuole è il potere e farà di tutto per ottenerlo, però qualcosa potrebbe cambiarla.
Tra intrighi, bugie, sentimenti soppressi e l’incombenza della tirannide, chi vincerà? Il sangue bagnerà il suolo al suo passaggio, ma non colmerà la sua sete di vendetta, un solo destino che ancora non è stato scritto taglierà i fili che li uniscono.
Dalla storia:
“Tu mi vuoi salvare perché è la tua natura, aiutare principesse indifese” Nella grande sala cade il silenzio “Ma ti sei mai chiesto, almeno per un secondo se voglio essere salva?”
[…]
Posa un ginocchio a terra, nel sangue ancora fresco e caldo; alza gli occhi su di me e con la sua voce profonda, ma al contempo estremamente divertita chiede: “Vuoi sposarmi?”
Annuisco con le lacrime agli occhi, non sono felice “Io sarò la regina e tu il mio re” Perché in fono so che non avevo bisogno di lui, è dell’uomo che ora mi bacia di cui ho bisogno.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VOGLIO SALVARTI

18 – Oromis e Glaedr

Da quel giorno i miei rapporti con Murtagh si fecero radi e quasi mai voluti; avevo iniziato ad allenarmi da sola, dando il meglio di me e iniziavo a coglierne i risultati, il mio corpo si stava lentamente trasformando, diventando più agile e veloce. Padroneggiavo la magia come se fosse stata un terzo braccio, un’altra parte del mio corpo; divenni in grado di evocarla senza nemmeno parlare, anche nel sono, a volte.
Mentre l’impero continuava la sua battaglia contro i ribelli io non dormivo le notti per studiare e non mangiavo il giorno per allenarmi.
E ora tutto questo sta per dare i suoi frutti.

***

La sala del trono è più piena del solito, quattro generali sono attorniati a un tavolo mentre discutono di un prossimo attacco agli elfi; il re è pensieroso e Murtagh si tiene da parte. Io ascolto in silenzio, è da molto che non combatto, ma non trovo l’insistente bisogno che avevo prima di uccidere, ora ho più sete di conoscenza che di sangue.
“Questo attacco lo guiderà un cavaliere” Sentenzia il re, prendendo la parola e sovrastando i battibecchi dei suoi generali.
“Credo che Murtagh sia la scelta più adatta” Azzarda uno di loro; il re lo folgora con lo sguardo.
“Non spetta a te decidere” Sentenzia “Credo invece, che Anna assolverà il compito molto bene, ormai è padrona della spada e della magia; è giunto il momento di metterla alla prova” Mi fissa con insistenza.
Mi inchino “Come il mio re comanda, qual è il mio compito?” Domando.
“Semplice… Uccidere più elfi possibile e cercare di prendere la foresta” Annuisco.
“Quando partirò?”
“Il prima possibile, diciamo all’alba…”
“Come il mio re comanda, ora se volete scusarmi vado a preparare il necessario per la partenza” Mi volto senza aspettare una risposta ma il re mi ferma.
“Voi andate. Anna, tu rimani” Torno a girarmi e aspetto che tutti mi passino accanto ed escano dalla porta, per chiedere il motivo per cui mi vuole parlare.
“È semplice, mi stavo chiedendo da quando controlli così bene le tue emozioni; prima quando ti affidavo un incarico sul tuo volto appariva il compiacimento misto a una felicità selvatica, assomigliavi molto a Morzan in questo, ma… Ora ti vedo completamente padrona di te stessa e; non mi fraintendere questa è una buona cosa, significa che ora non ti lasci trasportare. Ma, mi chiedo… Come mai questa maturazione?” Mentre parlava si è avvicinato; è a pochi passi da me, tanto che riesco a sentirne l’alito sfiorarmi la fronte.
Se dovessi piegarmi, prendere il pugnale che ho nello stivale, gettarmi su di lui e pugnalarmi niente mi fermerebbe ora; ho il controllo totale sulla magia, potrei annullare i suoi incantesimi di protezione e ucciderlo seduta stante. Mi trattengo, non è ancora il momento.
“L’addestramento mi ha cambiata” rispondo invece. Lui annuisce.
“Bene, molto bene… Murtagh dovrebbe prendere esempio da te; ora vai” Faccio un leggero inchino e me ne vado; non sa affatto quanto è difficile per me trattenermi dal seguire l’istinto e non sgozzarlo come un maiale. Ormai nemmeno i suoi più potenti incantesimi potrebbero fermarmi. Il trucco è allenare la capacità che ti da la natura, prima mi era solamente premesso mentire nell’antica lingua, ora… Ora la magia è al mio comando.
Se la magia proviene dai draghi, in modo più specifico dal loro cuore dei cuori, io che sono sangue e cuore di drago, cosa sono capace di fare? La risposta è semplice.
Tutto.

***

L’aria di Gli’ead è fresca e ricca d’ossigeno, così ad ogni vampata di fuoco scoppietta e sfrigola; le frecce elfiche nulla possono contro la densa corazza di magia a protezione di Ignem; l’odore di carne bruciata sale alle mie narici, fetido.
Avanziamo ancora un po’, vorrei scendere e combattere da terra, ma questi non sono mercenari da due soldi; potrei ucciderli da soli, ma se mi dovessero accerchiare, cosa che faranno sicuramente visto che sono io il loro più grande pericolo, non riuscirei a combatterli. Così mi tengo saldamente sul dorso di Ignem.
Senza parlare faccio fluire la magia alle radici degli alberi, le sgretolo, in modo che quei giganti si abbattano sugli elfi.
Guarda, quella è la loro regina” Aguzzo la vista e nel punto che mi indica Ignem vedo un’elfa vestita di un’armatura un po’ più brillante delle altre.
Bene, verrà anche il suo turno; prima accorciamo le sue file, voglio che veda di cosa siamo capaci” Con un ruggito di assenso la dragonessa si butta in picchiata e scarica un’enorme quantità di fuoco sulle file nemiche; il più delle fiamme viene fermato, ma qua e là piccoli getti di fuoco attecchiscono sulla carne e le urla dilagano.
L’aria trema per un secondo e poi un ritmico tum-tum-tum si fa strada nel vento, come un tamburo gigante; il suono si fa incalzante e quando alzo lo sguardo dalla distesa di nemici, anche a una distanza così elevata, vedo un drago dorato che si sta avvicinando.
Quello è il rumore delle sue ali” Penso sgomentata.
Se è così deve essere davvero enorme”
“Non più del drago nero”
Commento; non ho paura, sono solo stupita dalla presenza di un altro drago, nessuno lo sapeva. “Meglio mandare un messaggio al re. Sali” Ignem fa come le viene detto e si porta a distanza dalla gittata delle frecce.
Prendo una scodella e con la magia la riempio d’acqua, divino Galbatorix e il suo volto cruciato appare nello specchio d’acqua increspata dal vento.
“Che cosa succede? Sei ferita?” Scuoto la testa “Allora cosa?” Con una magia difficoltosa proietto l’immagine del drago nell’acqua. Il re corruga la fronte.
“Cosa devo fare?” Domando con tono piatto; passa qualche secondo prima che io riceva una risposta.
“Se si arrende portalo qui, in caso contrario uccidilo; non me ne faccio nulla di un vecchio storpio” Detto questo la sua immagine scompare. Vuoto la ciotola e la rimetto via.
Bene scendiamo, abbiamo un nemico da affrontare”
“Sai che Galbatorix ci sta guardando, vero?”
Mi domanda lei.
Lo sospettavo, ma ora lo sento anche; meglio non dare troppo spettacolo” Detto questo si porta all’altezza del drago dorato e lì, ferme ed immobili lo aspettiamo.

***

“Allora è vero” La voce, resa più forte dalla magia, dell’anziano elfo mi giunge alle orecchie piatta e quasi gentile “Eragon mi ha raccontato di te, ragazzina umana”
“Non sono una ragazzina” Lo apostrofo con voce spenta; non mi importa più di tanto il dover combattere contro un drago menomato e il suo vecchio cavaliere.
“Perdonami, per me anche Galbatorix è un ragazzino” sorrido, non che la cosa mi stupisca.
“Non sto negando di essere giovane” rispondo “solo che per essere dei ragazzini bisogna essere boriosi e stupidi e credere di poter vincere quando invece non si hanno speranze” l’elfo annuisce.
“Molto saggio da parte tua, allora sai di non poter vincere” Rido, rido di guasto; non ha la minima idea di chi ha davanti.
“No, io so di poter vincere e non è un pensiero da ragazzini; tu sei solo cibo per vermi, tranne i tuoi occhi, a quelli penseranno i corvi” Lo sguardo del vecchio elfo si indurisce e assottiglia gli occhi “A meno che tu non voglia giurare fedeltà a Galbatorix, in questo caso verrai risparmiato” Aggiungo.
“Mi spiace doverti informare che non lo farò, mai” Alzo le spalle.
“Non che mi dolga molto, ma… Iin questo caso dovrò ucciderti” Ignem scatta e si porta in alto, subito seguita dal grande drago. Il drago dorato è più forte di Ignem, ma lei è più veloce e ogni tre battiti ne recupera uno.
Arriviamo ad un’altezza vertiginosa e la distanza tra lei e il suo simile è abbastanza per attaccarlo prendendo velocità; Ignem si tuffa in picchiata e dopo pochi secondi raggiunge il drago dorato, la forza dell’impatto è tale che se non avessi le gambe legate alla sella mi scaraventerebbe per aria. La dragonessa azzanna il moncherino del drago più anziano, che ruggisce e scuote l’altra zampa ferendo Ignem, che è costretta a staccarsi.
Con due rapidi battiti di ali si porta a distanza di sicurezza; il drago dorato ruggisce una vampata di fuoco, ma quella si biforca senza nemmeno sfiorarci, merito degli incantesimi.
Ignem?” Chiedo pervasa da un dubbio “Lui non avrebbe dovuto toccarti con i miei incantesimi, com’è possibile che ti abbia colpita?”
“Non mi ha colpita, ma la forza dell’impatto sulla barriera mi a scaraventato di lato”
Mi spiega lei, per poi aggiungere: “Nemmeno io sono riuscita a morderlo, è protetto bene” Dovevo immaginare che avrebbe avuto degli incantesimi a sua protezione, ma questo non è un problema.
Ignem riparte all’attacco, si abbassa e vola sotto il ventre del drago dorato, una mossa rischiosa; con una veloce virata punta una zampa posteriore del nemico, senza dargli abbastanza tempo per spostarsi azzanna la carne, della coda però. Mi concentro sulla barriera di energia che protegge il vecchio drago, ne sento il potere fluire ritmico, come il battito di un cuore; immagino di fermare quel cuore, di stritolarlo tra le mie mani e l’energia si blocca, poi da forma fluida si secca come una crosta. La mascella della dragonessa si serra ancora di più e la crosta va in frantumi, miriadi di piccole schegge di energia solida esplodono attorno al corpo dorato.
I denti di Ignem squarciano la carne della coda e il ruggito tonante del drago mi riempie le orecchie; una vampata di fuoco mi acceca, sembra durare un’eternità e il calore si fa così intenso che Ignem è costretta a lasciare la presa e ad allontanarsi.
Non avresti dovuto farlo” mi rimprovera “Galbatorix sta guardando” Impreco sottovoce; me ne ero completamente dimenticata.
Penserà solo che le difese del vecchio non erano abbastanza forti” Come scusa è abbastanza credibile e per giustificare le schegge di energia potrei dire che era una magia elfica che non conosco; sì, ci crederà.
Ignem torna all’attacco e anche il drago dorato, entrambe le cavalcature si scambiano graffi e morsi, gli ululati di dolore si susseguono da ambe le parti; io incrocio poche volte la spada con l’elfo, solo quando siamo abbastanza vicini. Il cavaliere mio rivale è vecchio, ma abbastanza in forze da poter contrattaccarmi e i pochi minuti in cui stiamo l’una contro l’altro non riesco a sopraffarlo.
Mentre un altro assalto di Ignem mi trascina nell’aria densa sento una forza enorme all’estremità della mia mente; cerco di resistere, ma sento il cranio pulsare ed è come se le ossa esplodessero. Anche la dragonessa sembra avvertirla e indietreggia guaendo di dolore.
Non posso resistere.
La consapevolezza è una doccia fredda, ma necessaria, non posso resistere; mi ritiro in un angolino della mia mente, nascondendo pensieri e ricordi e lascio che Galbatorix prenda il possesso del mio corpo per i suoi scopi. Osservo la mia bocca parlare con voce non mia e l’elfo rispondere; sento il dolore di Ignem e vedo la mia lama disarmare Ormis, così si chiamo l’elfo e Glaedr il drago. Vedo il sangue del nemico scorrermi sul braccio, ma non ne sento il calore e alla fine osservo il possente corpo del drago dorato cadere a terra con un tonfo sordo.

NOTE DELL’AUTRICE: Salve a tutti, eccomi nuovamente qui! Lo scontro con Oromis e Gladr si rifà a quello contro Castigo e Murtagh (verso la fine di Brisngr); naturalmente è in molte cose diverso, partendo da Anna e Ignem, ma l’idea che Galbatorix prenda possesso delle loro menti è dell’autore originale.
Spero vi sia piaciuto, ciao e grazie a tutti.

   
 
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