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Autore: _ AMBRA _    16/07/2014    4 recensioni
Questa è la storia della scorsa generazione. Cercando di attenermi il più possibile alla saga precedente, ho scritto le avventure dei Malandrini, partendo ancor prima della loro formazione. Siamo nel 1971 e James Potter e Sirius Black frequentano il loro primo anno ad Hogwarts. Il racconto si protrarrà poi, per tutti i sette anni d'istruzione dei nostri protagonisti.
I miei capitoli sono dedicati a tutti coloro che hanno seguito Harry fin proprio alla fine, e che non hanno accettato la fine della saga; ma soprattutto, la storia è dedicata a J.K.Rowling, colei che ha dato colore e valori alla mia vita.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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CAPITOLO VII,

nuovi nemici.



 
 
Dopo i primi incontri, il primo castigo e le prime lezioni, era arrivato il momento anche del primo fine settimana e James avrebbe pregato in arabo, se solo lo avesse saputo, che quel giorno arrivasse in fretta.
La prima settimana ad Hogwarts era stata davvero estenuante, evidentemente ascoltare stando zitto per più di dieci minuti non era una dote scritta nel suo DNA; non che ci avesse messo molto impegno, ma sicuramente se si fosse trattenuto quella volta che il professor Vitious aveva iniziato a spiegare gli incantesimi per accendere la bacchetta, e lui, per sbaglio, chissà come, non avesse acceso invece della sua bacchetta la punta del naso del professore, forse sarebbe andata meglio.
Oppure se si fosse trattenuto quella volta nella serra n°1, quando aveva aiutato un po’ troppo gli arbusti autofertilizzanti della Sprite a concimarsi da soli, forse avrebbe evitato di far evacuare la serra e non si sarebbe trovato compiti extra di erbologia per il resto della settimana. James cercava di frenare i suoi istinti distruttivi, ma proprio non ci riusciva, era come se una forza superiore lo bloccasse…o almeno, era quello che aveva detto nella sua prima visita nell’ufficio della professoressa McGranitt, la direttrice della Casa di Grifondoro. Ma il premio alle ore di maggior agonia andava sicuramente a quelle di Storia della Magia con il professor Ruf. James in quei momenti tirava fuori il meglio di sé.
 
Ma doveva ammetterlo, Hogwarts era fantastica. Non avrebbe potuto sperare di avere un amico migliore di Sirius, era l’unico che come lui, non si fermava due volte a riflettere e seguiva il suo istinto qualunque cosa gli dicesse di fare; ok, forse un po’ più guardingo di lui lo era, ma le sue idee erano le più brillanti e fra il dire e il fare per i due amici non vi era alcuna differenza.
 
Anche con Christine doveva ammettere che si trovava bene. Sirius gliel’aveva presentata la seconda sera dal loro arrivo, dopo averla incontrata alla guferia. Era una ragazza alta e scura con due grandi occhi castani e con quei riccioli neri che facevano quasi perdere il primato a James per la loro irrequietezza. L’unico suo problema era l’essere una serpeverde, cosa che non era sembrata possibile ai due amici finchè non avevano scoperto l’incredibile talento della ragazza nell’architettare sotterfugi e salvataggi in extremis che avevano più di una volta salvato sia lui che Sirius dalle grinfie di qualche professore.
 
Proprio in quel momento i due grifondoro e la serpeverde erano seduti nel portico del castello che si apriva sul grande parco della scuola. I tre stavano commentando fra risate ed esclamazioni l’ultima bravata di Sirius che era riuscito a far esplodere il calderone di Leroy Derrick nella loro ultima lezione di pozioni.
 
-Bhe se l’era meritato, tutti quei noiosi vaneggiamenti… Sicuramente ora la sua faccia sarà molto più interessante di prima
 
-…E’ ricoperta di bubboni Sir…
 
-Per l’appunto.
 
-…verdognoli e grossi quanto gobbiglie…
 
-Veramente gliene ho visto spuntare uno sulla fronte che assomigliava più ad un mandarino…
 
-Santo thestral, che schifo!
 
Sirius e James si erano ormai abituati alle strambe esclamazioni di Christine che comprendevano quasi sempre un  animale magico, e fra le sue stranezze e i ricordi della faccia deturpata del Serpeverde in questione, le risate raggiunsero un volume a dir poco notevole.
 James aveva quasi le lacrime agli occhi per il gran ridere, ma fu costretto a fermarsi quando vide il gruppetto dei serpeverde, capeggiati da Leroy (con tanto di bubboni verdognoli e tutto) uscire dal castello e dirigersi non distanti da loro, dalla parte opposta a dove si trovavano alcune ragazze di tassorosso e grifondoro che chiacchieravano tranquillamente.
 
Nonostante fossero ancora all’inizio dell’autunno, in quei giorni aveva tirato un forte vento e la brina che si era ghiacciata sul prato faceva presumere che il clima sarebbe peggiorato di lì a non molto.
 
Anche Sirius e Christine si erano accorti del gruppetto indesiderato e stringendosi la sciarpa argento e verde al collo e alzando il bavero del mantello nero, la ragazza cercava di non dare troppo nell’occhio.
 
Proprio in quel momento un ragazzino tutto pelle e ossa scese i gradini da cui un momento prima erano sbucati i serpeverde e correndo con il mantello scuro che sferzava l’aria gelida, corse a perdi fiato verso il portico sotto al quale si erano sistemati comodamente James, Sirius e Christine. Ma mentre oltrepassava lo schiamazzante capannello di ragazzi serpeverde, uno di loro allungò la bacchetta sotto la manica e il ragazzino incespicò nel lungo mantello finendo a gambe all’aria suscitando non poche risate.
 
-Hei!  -  Sirius si era alzato d’impulso e ora si dirigeva a grandi passi in direzione del ragazzo serpeverde
 
Alle sue spalle intanto, James aveva lanciato un’occhiata alle ragazze vicino al lago e subito aveva seguito l’amico, aiutando Peter Minus a tirarsi su da terra.
 
Intanto Sirius fronteggiava Leroy e gli altri ragazzi serpeverde con la bacchetta sguainata e il giovane Potter gli avrebbe dato man forte se non fosse stato per Rubeus Hagrid che dalla finestra della sua capanna al limitare della foresta proibita, aveva visto tutto ed ora si accingeva a raggiungere i ragazzi per fermare quella che prometteva di trasformarsi in una zuffa con i fiocchi.
 
-Che sta succedendo?- tuonò Hagrid con il suo vocione da basso.
 
-un funerale tra poco… - rispose James con una voce carica di veleno, non distogliendo gli occhi da quelli del suo avversario.
 
-Altro che funerale! Forza circolare, circolare ho detto!- il tono del guardiacaccia non ammetteva repliche, tuttavia mentre Leroy Derrick e la sua piccola banda rinfoderavano le bacchette con sguardi che trasudavano tutto l’odio di cui erano capaci, uno di loro, capelli scuri e naso prominente, sputò ai piedi dei grifondoro in gesto di scherno.
 
James e Sirius gli si lanciarono contro d’impeto, dimentichi della folla che li stava guardando.
 
-Questo è troppo! – James non ci vedeva più dalla rabbia, mai nessuno lo aveva trattato in quel modo e soprattutto mai nessuno doveva trattare in quel modo un suo amico.
Mentre Sirius si arrangiava come meglio poteva tirando calci e pugni alla cieca, James scagliò un incantesimo rictusempra all’indirizzo del ragazzo.
 
Hagrid nel frattempo aveva trattenuto gli altri serpeverde dal prendere parte allo scontro, ma mentre cercava di placare anche gli altri quattro, dalla serra n° 1 uscì la professoressa Sprite sbattendo la porta di vetro.
I ragazzi non l’avevano mai vista così arrabbiata e quando aprì bocca, confermarono i loro pensieri:
 
-Le mandragole stavano dormendo! DORMENDO, capite? Succede il 10 % del corso di una giornata, per il resto del tempo strillano come cornacchie indemoniate! Meno 10 punti alle vostre Case per ognuno di voi quattro e presentatevi stasera dopo cena nella mia serra per la punizione che vi spetta!
 
I ragazzi non osarono proferire parola e guardarono in silenzio la professoressa salire la gradinata che portava all’ingresso, poi con un’ultima occhiata d’odio, seguirono il suo esempio.
 
-Non finisce qui.- sentenziò infine Leroy Derrick.
 
Mentre gli altri si apprestavano ad entrare nel castello seguiti da Hagrid che con fatica portava in braccio il ragazzo colpito da James che si dimenava dalle risate, il giovane Potter, compiaciuto, si prese qualche secondo per rivolgere la sua attenzione verso la sponda del lago,proprio nel momento in cui un’indegnata Lily Evans si dirigeva verso il ragazzo dal naso lungo che aveva fatto il gesto tanto avventato di sputargli ai piedi.
James deluso, si voltò verso il portone con l’intenzione di varcarlo il più in fretta possibile.
 
Chissà cosa aveva sperato. Forse che vedendolo difendere Peter Minus, il ragazzino a cui si era rivolto sgarbatamente il primo giorno di scuola, Lily lo vedesse sotto un’altra luce?
Oppure che ammirando la sua bravura nel campo della magia ne rimanesse impressionata?
 Invece di fare tutto questo, lei si era semplicemente affrettata verso quel suo amico che oltre ad essere serpeverde, non era neanche sta bellezza. James non la capiva, e non era affatto strano, visto che si trovava per la prima volta ad affrontare il mondo femminile fino ad allora completamente estraneo.
 Comunque era solo una ragazza, si disse.
Ma una cosa era certa: il tipo nasone dai capelli mosci andava sistemato.


 
 
                                                                                        *******

 
 
-Sev! – Lily Evans si dirigeva di gran carriera verso il suo amico -Severus Piton! Che cavolo ti è saltato in mente?
 
Il ragazzo lanciò un’occhiata fugace in direzione dei compagni serpeverde che erano appena scomparsi dietro il pesante portone d’ingresso – ciao, Lily –disse poi con un’aria pentita. – non…non… -
 
-Cosa, Sev? Cosa hai da dire in tua discolpa? Non ti avrei mai ritenuto capace di un gesto simile se non lo avessi visto con i miei occhi! Forse ha ragione Tunia sul tuo conto!
 
-NO!- Severus Piton alzò di scatto la testa , negli occhi neri si poteva distinguere tutto il terrore, la sorpresa e la supplica possibile.
 
-E allora spiegati! Hai sputato a dei ragazzi, Sev, che per quanto possano essere arroganti, sfacciati e insopportabili, sono pur sempre persone.
 
-Non è come credi, io…
 
-Lascia stare Severus, io torno dentro.
 
Il giovane serpeverde la guardò risalire le scalinate con la lunga chioma rossa che ondeggiava languida al ritmo lieve dei soffi di vento che si fondevano con i suoi sospiri di rammarico, in una strana combinazione.
 
Lily era tutto. Da quando l’aveva  sorpresa alcuni mesi prima, sbucando dai soliti cespugli dietro i quali era solito spiare la giovane strega, Lily Evans, dopo un disastroso primo incontro, era diventata la sua ancora di salvezza nel pozzo nero, che era la sua famiglia, in cui galleggiava a stento.
Era l’incarnazione della dolcezza e della sensibilità, il tutto incorniciato da quei folti capelli rosso scuro e da quegli occhi straordinariamente verdi.
 
Una settimana fa, Severus era al settimo cielo, al pensiero di frequentare Hogwarts con lei, si era immaginato tutto perfetto, perfetto come lei. Finalmente sarebbe stata lontana dalle malelingue nei suoi confronti che le metteva in testa quell’invidiosa di sua sorella Petunia, e piano piano, magari si sarebbe addirittura accorta di lui in un altro modo…L’aveva sperato tanto, ma come al solito la sfortuna girava sempre dalla sua parte.
 Infatti il primo giorno, allo smistamento, lui era diventato un serpeverde, come la madre, mentre lei una grifondoro. Perciò oltre al fatto di farsi accettare dagli altri ragazzi serpeverde con la speranza di farsi finalmente degli amici, doveva stare attento a celare ai compagni la sua amicizia con la piccola grifondoro, sapendo bene che non l’avrebbero accettata in quanto faceva parte della Casata che più disprezzavano e soprattutto perché Lily Evans, era una nata babbana.
Ma era la persona più importante per lui e la miglior cosa che gli fosse mai capitata, e avrebbe mantenuto la doppia faccia con i suoi compagni pur di conservare la sua amicizia.
 
Quella stessa amicizia che ora traballava pericolosamente. Lily era arrabbiata con lui, per quel maledetto gesto che aveva commesso pochi minuti fa, doveva prevederlo.
Lei voleva sempre il meglio per tutti e aveva una capacità innata di farlo sentire in colpa quando sapeva di aver sbagliato. Ma come poteva dirle che aveva sputato a quel pallone gonfiato di James Potter solo per una stupida scommessa?
Leroy lo aveva sfidato poco prima a farlo davanti ad un insegnante, e Severus non appena aveva visto sbucare Hagrid dalla capanna di legno, aveva colto la palla al balzo, ritenendo non rilevante la differenza tra insegnante e guardiacaccia.
Ma ora il ragazzo si dava mentalmente dello stupido per non aver controllato prima che Lily non fosse nei paraggi. Ormai il danno era fatto, ma non vedeva l’ora sia di rimettere a posto le cose con lei, sia di farla pagare a quello sbruffone di Potter e al suo amico Black, con l’aiuto di Leroy, dopotutto, aveva vinto la scommessa.
 
 
 
 
 
 


 

Angolo autrice:

 
Buonasera a tutte le mie lettrici e i miei lettori, ecco qui il settimo capitolo! So che è più breve di quanto speravate e di quanto mi aspettassi io stessa, ma all’inizio la bozza era totalmente diversa e si è evoluta proprio mentre scrivevo. Le dita e i pensieri hanno fatto tutto da sé, perciò prendetevela con loro ;)
 
Comunque, spero proprio che vi sia piaciuto il risultato, anche perché finalmente sono riuscita a presentare anche il nostro Sev <3
 
Inoltre volevo ringraziarvi per aver letto, seguito e preferito la mia storia e spero che prima o poi arrivino anche più recensioni! *.*
 
Infine, vi informo che non pubblicherò capitoli da qui a due settimane poiché sarò al mare (dove mi darò da fare per idearli e scriverli).
 
Un abbraccio e buon proseguimento di vacanze,
_ AMBRA _
 
 
  
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