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Autore: peluche    17/07/2014    4 recensioni
Il ghiaccio ha bisogno del fuoco per abbandonare il suo stato di paralisi,
il fuoco ha bisogno dell'acqua per placare le sue fiamme imponenti.
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«Hannah! - disse a un tratto Aria – Quello non è..» prima che potesse finire la frase,un tizio ci passò accanto,scioccato quanto noi.
«Harry Styles ci degna nuovamente della sua presenza,quale onore.» I brividi. Lo fissai nel suo giubbotto di pelle,nei suoi riccioli scomposti e sulla sua moto nera petrolio. Il tizio che qualche minuto prima ci era passato accanto era Zayn Malik. Zayn Malik,il ragazzo più inaffidabile su questo pianeta,dopo Harry Styles,ovviamente.
«Non era finito in riformatorio?» Mi sussurrò Aria.
«Si, - risposi io in una specie di trance – infatti.» Non riuscivo a levargli gli occhi di dosso. Zayn gli si avvcinò e si diedero un affettuoso abbraccio. Il duo-idioti era tornato. Non poteva rimanere lì dov'era? Perchè dopo cinque anni in riformatorio aveva deciso di rimettere piede qui? Perchè era tornato nella sua vecchia scuola?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ice on fire

capitolo 20


Hope your heart is strong enough
When the night is coming down on you

We will find a way through the dark

 


Chester se ne stava sdraiato ai piedi del letto, il respiro regolare, gli occhi socchiusi. Ogni volta che sentiva un minimo rumore gli spalancava e drizzava le orecchie. Stava diventando un ottimo cane da guardia. Controllava me ed Harry, avvinghiati a letto, in un mercoledì pomeriggio. Lui si era addormentato, con quell'espressione stanca e gli occhi che imploravano pietà. Trascorreva tutti i giorni in ospedale da Adele e mi proibiva di andarci perchè non voleva assistessi a quella visione. Sua madre non lo riconosceva quasi più. A volte lo scambiava per l'infermiere, altre volte per un suo vecchio cugino. Quando lui nominava il nome Harry nei suoi occhi c'era il vuoto più totale. Per Harry sua madre se ne era già andata, però si appendeva a quella piccola speranza che potesse riconoscerlo di nuovo prima di andarsene per sempre. E anche io lo speravo con tutto il cuore. 
«Continui a farlo.» lo sentii mugugnare a occhi chiusi.
«Cosa?»
«A fissarmi, - aprì gli occhi con fatica e mi guardò – continui a fissarmi mentre dormo.»
Lo guardai ridendo. Aveva ancora la forma del cuscino sulla faccia.
«Mi piace guardarti dormire.» dissi.
Si avvicinò al mio viso, toccando le mie labbra con le sue, morbide.
«A me piaci tu.»
Si allontanò di poco, quando bastava per guardarmi e accarezzarmi una guancia con il pollice della mano.
«Grazie, - dissi – me lo dicono in molti.»
«Ah ma davvero?»
Harry spalancò gli occhi e iniziò a pizzicarmi i fianchi e a riempirmi di solletico. Non appena iniziai a ridere e a dimenarmi, Chester uscì dal suo stato di trance e saltò sul letto, abbaiandoci contro. Harry lo richiamò più volte, ridendo, senza smettere di torturarmi. 
«Hanna Tomlinson, - disse dopo un po' fermandosi – dopo tutti questi anni, non permetterei a nessuno di portarti via.»
«Harry Styles, - dissi io – secondo te dopo esserti venuta dietro per anni, penserei a qualcun'altro proprio ora che stiamo insieme?»
«Hai ragione, - ci pensò un attimo – non ce ne sono brillanti come me.»
Istintivamente lo colpì in faccia con un cuscino e scoppiai a ridere, con Chester che continuava ad abbaiare e a scodinzolare. Decise di piantarla quando Harry scese dal letto e andò a vestirsi. Io rimasi seduta con le gambe incrociate a guardarlo litigare con i jeans. Risi alla scena e poi ricordai una cosa.
«Domani è il compleanno di Zayn.» dissi.
«Quindi?» mi chiese confuso, infilandosi la maglietta.
«Organizziamo una festa, - spiegai – potremo farla qui da te.»
«Zayn non è tipo da feste di compleanno.»
Non volevo raccontargli di quel giorno che lo salvai da quel tipo, non volevo che reagisse male. Volevo solo che Zayn non passasse troppo tempo da solo.
«Non sarebbe una cosa in grande, - continuai – qualche amico, tanto per non rimanere da solo.»
Harry si infilò le scarpe e rimase a guardare l'armadio davanti a lui.
«Farebbe distrarre anche te.» aggiunsi.
Si infilò la giacca di pelle nera e poi tornò a guardarmi. 
«Hai ragione, - disse – è una buona idea.»
Si avvicinò per darmi un bacio e Chester lo seguì come un fulmino al piano di sotto.
«Potrei venire a farti compagnia questa volta.» gli urlai, inseguendolo.
«Proponi la cosa a Zayn, - mi rispose – ci vediamo più tardi.»
Era un no secco.
Mi sorrise sulla porta. Un sorriso forzato, triste. 
Lo faceva solo per farmi credere che stava bene, ma in realtà stava tutt'altro che bene.
Sua mamma lo aspettava su un letto di ospedale. In fin di vita. E non aveva neanche idea che suo figlio le fosse accanto.
Così a malincuore lo lasciai andare da solo e seguii il suo consiglio. Mi vestii, misi il guinzaglio a Chester e andai a casa di Zayn. Zayn non abitava lontano da noi, aveva una piccola villetta in periferia, in un piccolo quartiere non troppo lontano dalla città. Non ero mai stata a casa sua, sapevo che abitava lì perchè ne avevo sentito parlare a mio fratello. Una volta arrivata, vidi per strada dei ragazzini giocare a pallone, Chester iniziò a scodinzolare e a seguire con gli occhi la sfera, prima a destra e poi a sinistra. Potevano avere più o meno 5 o 6 anni, non di più, e cercavano di divertirsi con quello che avevano. Due bambine se ne stavano sedute in cima a delle scale, intente a pettinare i capelli alle loro bambole. La gente di quel posto non poteva permettersi molto, e mi stringeva il cuore sapere che mio padre con solo la sua azienda avrebbe potuto dare un po' di serenità a tutti loro. Una delle due bambine mi guardò, agitando la manina in segno di saluto. Sorrisi e ricambiai. Lei tornò a giocare, io proseguii, fin quando lessi nella targhetta di una cosa il nome “Malik”. Aprii il cancelletto un po' rotto, feci passare Chester e poi lo richiusi. Mi avvicinai alla porta, ma qualcuno mi fermò prima che potessi bussare.
«Ehi! - la bambina che mi aveva salutato poco prima si mise tra me e la porta – Chi sei?»
«Stavo cercando un mio amico.» risposi, confusa.
«Zayn è amico tuo?»
Aveva lunghi capelli neri e grandi occhi marroni. 
«Lo conosci?» chiesi.
«Zayn è mio fratello.» rispose decisa, porgendosi verso Chester per accarezzarlo. 
«Oh, - non me l'aspettavo – io sono Hanna.»
«Io sono Safaa.» 
Chester iniziò a leccarle la faccia e la bambina iniziò a ridere di gusto.
«Vado a chiamarti mio fratello.»
Scomparve dentro casa e poco dopo Zayn apparse sulla soglia, guardandomi confuso.
«Hanna? - mi richiamò – Che ci fai qui?»
Chiuse la porta alle sue spalle, un braccio dietro il collo, la faccia assonnata.
«Volevo parlarti di una cosa ma forse ho disturbato..» feci per andarmene.
«No! - mi bloccò – Vieni, facciamo una passeggiata.»
Annuii e poco dopo mi ritrovai a passeggiare insieme a Zayn Malik. Chi l'avrebbe mai detto?
«E' carina tua sorella.» dissi, lanciando una pietrolina con la scarpa.
«Si, - disse lui con le mani in tasca – quasi quanto le altre due.»
«Hai altre due sorelle?»
Era triste il fatto che fossimo diventati così amici e non sapessimo niente l'uno dell'altro.
«Doniya e Waliyha.» lo vidi fare cenno di si con la testa.
Non credevo possibile che potesse esistere qualcuno più strano di Harry, ma Zayn ci andava molto vicino. Era misterioso, non parlava mai delle sue cose, preferiva dare un'altra facciata di sé.
«Mi dispiace che tu abbia dovuto vedere tutto questo, - disse a un tratto – non ci sei abituata.»
«Mi piace, - dissi – i bambini sembrano divertirsi e.. felici.»
Ero sicura che loro con il poco che avevano erano più felici di noi, anche con tutti quei soldi.
«Di cosa volevi parlarmi?» mi chiese, facendomi ricordare della festa.
«Vogliamo organizzarti una festa di compleanno per domani.» dissi velocemente.
Notai la sua espressione e cercai di sorridere e supplicarlo con lo sguardo.
«E' stata un'idea di Harry?» mi chiese.
«No lui mi ha avvisata che non ne saresti stato entusiasta, quindi la colpa è completamente mia, - spiegai – potremo stare tutti insieme.»
Zayn ci pensò su e dopo avermi fatta penare per un po', acconsentii. 
Passai un altro po' di tempo con lui prima di andarmene. Lo vidi giocare con dei bambini in quello che sembrava un campo da basket, con Chester che lo rincorreva saltellando. Scherzò con sua sorella Safaa e mi fece conoscere un po' del suo mondo. Mi fece molto piacere e capii che Harry e Zayn avevano più cose in comune di quanto pensassi. 


Come d'accordo con Zayn, preparai la casa di Harry per una festa, con l'aiuto di Aria e Liam. 
«Perchè lo stiamo facendo? - si brontolò la mia amica – Zayn odia queste cose.»
«Perchè non la piantate di punzecchiarvi e cercate di andare d'accordo almeno per stasera?» 
La ripresi, ancora una volta. Ero stufa dei loro litigi, dovevano imparare a stare nello stesso posto senza provocarsi ogni due secondi. Il problema è che Liam e Harry erano convinti che si piacessero, ma avevano capito proprio male. Zayn e Aria dovevano solo imparare a conoscersi. 
«Questa volta ha ragione lei Aria, - si intromisi Liam – è una bella idea e ci farà bene a tutti un po' di distrazione.»
Gli sorrisi, lieta che almeno lui riusciva a capirmi senza neanche sapere bene le motivazioni di quella festa. Lo vidi indaffarato con i pacchi di patatine e le ciotole.
«Faccio io qui.» corsi in suo aiuto.
Gli altri non erano abituati a organizzare feste, di solito lo faceva altra gente per loro, invece io grazie alla scuola – e alle nostre famiglie – ero un talento nato.
Chester se ne stava seduto a osservarci, cercando di capire cosa stesse succedendo e chiedendosi perchè mai stessimo mettendo sotto sopra la casa del suo padrone. Harry, dopo aver fatto visita a sua madre, mi aveva detto che voleva portare Zayn a fare un giro, il tempo giusto per dare a noi l'opportunità di preparare tutto. Non avevamo invitato molta gente, solo qualche amico di Zayn – a parte noi – che avevo rimediato con l'aiuto di Harry e di sua sorella Doniya. Erano già le nove di sera e a breve sarebbero arrivati tutti, compreso il festeggiato. Avevamo decorato il giardino circondalo con delle candele, qualche palloncino qua e là e una grande torta al cioccolato. Quando Zayn arrivò, insieme ad Harry, fu accolto dal classico SORPRESA, urlato da quelle poche persone che gli volevano bene. Poche, ma sincere. 
«Grazie, Hanna.» mi disse, quando ci ritrovammo insieme agli altri.
«Tanti auguri pakistano.» disse Aria, con aria di resa.
Zayn la guardò con affetto, apprezzando il gesto.
Harry mi mise un braccio attorno alle spalle, stringendomi.
«Dove ti eri cacciato l'altro giorno?» chiese a un tratto Liam, bevendo dello spumante.
Zayn cambiò espressione, entrando nel panico.
«Io..»
«Lo avevo mandato a sbrigare una cosa per me, - mi intromisi istintivamente – lo avevo dimenticato.»
«Quale cosa?» mi chiese Harry, confuso.
«Niente di importante, - lo baciai in guancia velocemente – qualcuno vuole qualcos'altro da bere?»
Lasciai il gruppo di corsa, prima che Harry potesse chiedermi qualcos'altro. Odiavo mentirgli, ma non volevo tradire Zayn. Così raggiunsi il bancone con gli alcolici e mi riempii un bicchiere con la prima cosa che trovai.
«Le bugie ti fanno bere?» Aria spuntò al mio fianco.
«Bugie?» feci finta di niente.
«Non ci ha creduto nessuno.» Liam spuntò dall'altro lato.
«Non ho bisogno dell'angioletto e del diavolo, grazie.»
Feci per andarmene ma Liam mi afferrò dal braccio, impedendomelo.
«Forse lui convincerà.» Aria fece un occhiolino a Liam e ci lasciò soli.
«Convincermi di cosa?»
«Ci conosciamo da tanto noi due no? - esaminò – Quindi, puoi dirmi se c'è qualcosa tra te e Zayn...»
«Cosa?!» quasi mi affogai con la birra.
«So che può essere un tipo affascinante, ma Harry non se lo mer..»
«Fermo! - lo bloccai – Non c'è niente tra me e Zayn!»
Quasi ridevo. Come poteva pensare una cosa del genere?
«Scusa ma è inevitabile pensarci, - continuò – gli organizzi una festa e poi cos'era quella cosa prima?»
«Liam, - dissi – non posso parlartene ma davvero, per nessuna ragione al mondo lascerei Harry, mai.»
«Menomale, - sembrò sollevato – perchè quando sei con lui ti accendi, hai una luce negli occhi che è difficile trovare..»
Mentre parlava fissavo Harry fuori in giardino, seduto sul tronco d'albero, in solitudine.
«Non ti da fastidio parlare di noi?» gli chiesi, poco dopo.
«Non più, - rispose – ci sarà sempre un Hanna-Harry, ma per Hanna-Liam non c'è storia.»
Mi sorrise affettuosamente e mi diede un bacio in fronte. Dalla sua voce capivo che ancora ci stava male, ma le sue parole mi fecero così bene che ebbi subito l'istinto di scappare da Harry. La fascia verde tra i capelli – da un paio di giorni li portava così – la maglietta nera e il pantalone grigio fumo, così attillato che quasi diventavo gelosa. Ma era troppo bello da vedere per impedirglielo.
«Che fai qui tutto solo?»
Mi sedetti vicino a lui, osservandolo giocare con un filo d'erba.
«Cerco di capire perchè la mia ragazza si comporta in modo strano.»
Mi si strinse il cuore. Ma avevo suscitato così tanti strani pensieri?
«Harry..» cercai di dire.
«Se devi dirmi qualcosa dimmela.» mi disse, fissando il cielo stellato con l'espressione seria.
«Sei geloso?» chiesi, ammiccando un sorriso.
«Cosa?! - di colpo cambiò espressione – Io geloso? Ma per niente!»
Vidi i muscoli del suo viso irrigidirsi e le gote diventare rosse per la bugia che aveva appena detto. Ero contenta di quella gelosia perchè mi sentivo desiderata da qualcuno che amavo talmente tanto.
«L'altro giorno ho trovato Zayn nel mezzo di una rissa perchè aveva dei debiti di gioco, - mi avvicinai prendendogli una mano – non voleva dirtelo perchè sapeva che ti saresti messo in mezzo e non voleva crearti altri problemi e la festa era solo per evitare che si cacciasse in altri guai.»
Harry lasciò cadere il filo d'erba e azzardò un sorriso.
«Perfetto, - si voltò verso di me – adesso mi sento un perfetto idiota!»
«Si, - scherzai, avvicinandomi alle sue labbra – ma sei adorabile quando sei geloso, Harold.»
«Perchè ti amo.» sussurrò, a pochi centimetri dalle mie labbra.
«Bene, perchè anche io ti amo.»
Colmai la distanza che ci separava e ci unimmo in un bacio, caldo, dolce. Sentivo le sue labbra carnose con le mie e le nostre lingue che si univano in giri di giostra che mi facevano sentire viva. La sua mano tra i miei capelli, la mia sulla sua guancia. Niente di più perfetto.
«Zayn ha risolto?» mi chiese, poggiando la sua fronte alla mia.
«Si.» risposi io, dandogli un tenero bacio sul naso.
«Ehi piccioncini, - Aria uscì in giardino per chiamarci – vi conviene sbrigarvi se volete un pezzo di torta.»
Ci alzammo dal tronco ed entrammo in casa mano nella mano. Vidi Zayn e Liam ricoperti di cioccolato e prima che potesse accorgersene, ne spalmarono un po' su tutta la faccia ad Harry. Risi alla scena, ma successe tutto troppo velocemente. Il telefono di casa che squilla, io che dico ad Harry “Vado io”. 
Mi avvicino. Alzo la cornetta e rispondo “Pronto?”
E una voce mi chiede “Casa Styles?”
E mentre guardo Harry ridere, che lancia cioccolato ai miei amici e li vedo finalmente felici rispondo “Si, chi parla?”
E lì vorrei sprofondare. Vorrei sparire, vorrei poter essere in qualsiasi altro posto tranne che lì, perchè la risposta fu “E' per sua madre, mi dispiace darle la notizia da qui ma.. ci ha lasciato qualche minuto fa.”
E niente è più perfetto. 
Harry mi guarda, con la faccia sporca di cioccolato.
Sembra un bambino, alla sua festa di compleanno.
Un bambino a cui è stato fatto del male. Troppo.


 
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Mi scuso in anticipo per gli eventuali errori, ma non ho avuto tempo di rileggere perchè volevo postare al più presto:D
Spero che vi sia piaciuto, a me personalmente è piaciuto molto:)
Fatemi sapere cosa ne pensate e mi piacerebbe anche sapere cosa pensate possa succedere adesso:)

 
  
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