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Autore: h o r o    18/07/2014    2 recensioni
Raccolta di flashfic crossover disney villains-centric. Senza pretese. Raiting variabile, numero di capitoli da definire. Nota: alcuni capitoli potrebbero essere oneshot.
Odio e amo. Per quale motivo lo faccia, forse ti chiederai. Lo ignoro, ma sento che accade, e mi tormento.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Odi et amo.


[Chapter seven. Crudelia]
Divampante fulgore nelle foreste della notte


“E così lei è il tanto decantato mr. Clayton?”, esordì la donna, aspirando un’ampia boccata dalla propria sigaretta. “Paul mi ha detto che anche lei è inglese. Spero che sia anche competente.” Ridacchiò tra sé, dicendolo. Le sembrava una battuta divertente.
   Sedeva sul proprio divano a "elle", in pelle nera, Crudelia De Mon, le gambe accavallate, il braccio destro abbandonato mollemente sullo schienale, in mano l'immancabile bocchino per sigarette, il sinistro dietro la nuca, quasi a sorreggerle la testa.
   Osservando il nuovo venuto, non si alzò – non lo avrebbe mai fatto, ma si lisciò lentamente l'elegante abito da cocktail nero, come a liberarsi della cenere eventualmente cadutavi sopra e scoprì i denti in una mezza smorfia.
   “Sì, ma’am. Cecil Clayton, al suo servizio. Sono il migliore.”, si presentò lui, con un sorriso smagliante. Lei gli porse la mano e lui la sfiorò con le labbra.
   “Mi fa piacere. So che Paul a volte ha la tendenza ad esagerare decantando le doti dei suoi… contatti, ma vedo che lei stesso è piuttosto sicuro di sé.”
   “Ah, ma’am, le assicuro che non c’è uomo al mondo che conosca l’Africa meglio di me.”
   Crudelia lo guardò a lungo. Indugiò sul suo ghigno arrogante, di chi uccide bestie per sport e per mestiere, sui baffetti da perfetto inglese gentiluomo, sui capelli pettinati all’indietro dalle prime ciocche grigie sulle tempie, sulla giacca tirata al massimo sui pettorali scolpiti. Non se ne vedevano più,di uomini così, specie a Londra, dove l'uomo tipo era uno smilzo spilungone come il marito di Anita. Oh, non doveva pensarci, le faceva venire l'orticaria.
   “Be’, se ne è convinto lei…”, sibilò invece, alitandogli una zaffata di fumo in faccia.
   Clayton non abbassò lo sguardo, ma anzi sorrise. “Lo sono. Parliamo di affari? Mr. Sandler mi ha detto che potrebbe essere interessata a una pelle di leopardo.”
   “Giaguaro, tesoro. Giaguaro”, soffiò Crudelia, quasi punta nell'orgoglio. E così Paul Sandler, che tanto si atteggiava a esperto, voleva rifilarle la pelliccia di un'altra bestia? Ma con chi credeva di avere a che fare, scherzava?!
   “Il giaguaro è tipico dell'America meridionale, il leopardo è la specie africana. Le assicuro comunque che sono molto simili, è facile sbagliarsi”, spiegò l'uomo, pieno di sussiego, arricciando un poco le labbra. Ah, quanto adorava far scoppiare le donne presuntuose nella loro stessa boria. Era come domare un animale selvaggio e, be', non per vantarsi ma sapeva il fatto suo in materia.
   Crudelia aveva sempre odiato venire contraddetta, ma trovava che Clayton avesse un non so che di accattivante nel suo modo di fare. In cuor suo lo perdonò per l'affronto, quindi, e gli concesse anche un mezzo ghigno, più una smorfia, esclamando: “Ah bene, almeno vedo che se ne intende. Felice di constatarlo. Parliamo di affari, allora?”
   Il cacciatore scoppiò a ridere. Sì, quella donna era un animale selvaggio, addirittura una tigre, forse. La più feroce che avesse mai avuto l'onore di scovare.

Cecil insistette per essere presente al momento della consegna. Guardò la donna afferrare la pelliccia di leopardo come se fosse stata una reliquia, e avvolgersela addosso in un unico movimento aggraziato.
   "Bellissima", mormorava, ammirandosi nello specchio vicino.
   Vesti le spoglie dei nemici, tigre?, pensò lui, con un ghigno. L'ho ucciso per te, con queste mani.
   Ma Crudelia non aveva occhi che per il suo trofeo, e presto Clayton dovette suo malgrado scivolare fuori dalla stanza, fuori dalla sua vita, fuori dalla foresta della notte di cui lei era la regina.

 

/chapter seven - end.
Waa, eccomi! In ritardo, ma ci sono. Questo capitolo mi ha dato dei problemi, perché non sapevo su chi scriverlo ed ero presa da un'altra storia di mia creazione, un crossover tra serie televisive (a tutti i fan di Hannibal e Sherlock, fate una capatina tra le mie storie, magari)... quando avevo ormai perso le speranze invece eccola, l'illuminazione!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Un grazie speciale a Nox, che mi offre sempre preziosi consigli.
Ah, il titolo deriva da una poesia di William Blake, The Tyger, una genialata di un grande genio.
A risentirci, presto (spero)...
Vostra,
h o r o

 
  
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