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Autore: Saya_Zhao    02/09/2008    8 recensioni
Questa è Breathway, la città che toglie il respiro.
Divisa in due parti, una alta e una bassa.
Breathway, la città delle differenze.
Breath, paese delle ricchezze ostentate, paese delle luci.
Way, la strada dei dannati, la casa dei poveri.
Temari vive fra gli alti condomini della città bassa, a contatto con la povertà e con i drammi di quei ragazzi che lottano per vivere. Shikamaru è nato nella città alta, e nonostante la sua vita sia un continuo ostentare di ricchezze e lusso, desidera di più. Riusciranno questi due scapestrati a cambiare loro stessi e la loro città?
{ovviamente Shika/Tema}[Sasu/Saku][Hina/?]
Commentate, è la prima ShikaTema che scrivo XD Mi piacerebbe un parere delle esperte Mosche Nere^^
Genere: Romantico, Avventura, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"SeaWay"


Way, Città Bassa. Venerdì 03/10

Le sirene della polizia sembravano così lontane, un eco indistinto che risuonava per i muri in cemento armato del porto. Forse erano proprio quei grandissimi palazzoni grigi che attutivano ogni suono proveniente dagli altri quartieri. Perfino la retata al Magazzino era passata quasi inosservata ad eccezione di poche e rare notizie giunte dalle organizzazioni di mala vita.
Nella grande baia artificiale regnava il caos più assoluto: travi buttate qua e là, in attesa di essere caricate sulla prima nave in partenza. Sporco ovunque, spesso incrostato con la perenne salsedine che ricopriva ogni cosa, perfino le persone. Perfino il mare non si salvava, reso opaco dai quintali di carburante che oni giorno lo inquinavano. Ai bordi degli scali galleggiavano insame resti di alghe morte, e spesso e volentieri i cadaveri dei pesci morti per l'inquinamento si putrefacevano sotto il caldo sole. L'acqua era un ammasso scuro e indistinto, e quasi nessuno credeva alle storie dei marinai che raccontavano di un'oceano limpido e pulito appena al di fuori dei limiti della grande città. Gli uomini appena tornati da un lungo soggiorno in mare aperto si potevano riconoscere così, dalle strane striature bianche in contrasto con la pelle bruciata dal sole. Era la salsedine e il sano vento marino che li marchiva così. Il porto era in incredibile ricettacolo di persone, provenienti da ogni angolo del mondo per commerciare con la città. Cinesi, Africani, Inglesi, Spagnoli, in una cacofonia di suoni in mille lingue diverse. Parecchia gente strillava, impartiva ordini, rideva a squarciagola, tracannava birra e alcolici per festeggiare il felice ritorno a casa. Un'incredibile ammasso di suoni che stordiva chiunque.
Beh, in mezzo a tutto quel rumore, qualcuno che stava zitta ma desiderava disperatamente d'urlare c’era.
Qualcuno di estremamente orgoglioso che non sopportava di essere seguita senza il suo consenso.
Più precisamente, Sabaku no Temari.
Era accaduto tutto molto in fretta. Prima quel coglione dell’Uchiha, poi la rissa, la polizia, l’inseguimento, Gaara…e poi, lui aveva deciso che per “divertirsi” le sarebbe stato appresso. E ora la stava letteralmente pedinando, fischiettando allegro e ignorando il fumo rabbioso che usciva dalle orecchie della bionda, decisamente seccata.
Ma quello che le faceva più male era che non le dispiaceva affatto.
Con la coda nell’occhio guardò Shikamaru. Camminava con tranquillità, con le mani nei pantaloni a vita bassa. Si guardava attorno con aria annoiata, ma sotto sotto si notava il suo interesse per ciò che lo circondava. Sembrava quasi un bambino che cercava di far credere che la minestra non gli piaceva. Era così tenero e… bellissimo. Il cuore cominciò a batterle forte. Si bagnò le labbra, quasi senza accorgersene e…
- Ti piaccio, seccatura?
La domanda la prese alla sprovvista. Spalanco gli occhi e la bocca, arrossendo a dismisura prima di accorgersi che quella non era la reazione giusta. Strinse gli occhi, furiosa, e con uno scatto distolse lo sguardo dal ragazzo.
- Ma figurati! Se ti ho appena conosciuto?
- Questo significa che per ora ti eccito e basta, giusto? – esclamò Shikamaru, ridacchiando.
- Lo vorresti, vero? – sorrise furba lei – non sarà mica che invece… a eccitarci sono io? –
Gli si avvicinò maliziosa, muovendo ampiamente i fianchi per accentuare ogni passo. Gli toccò il petto con le mani e, poi, col resto del corpo, strusciandosi contro di lui. Shikamaru trattenne il fiato, sorpreso, e quello fu il segnale chela ragazza tanto aspettava: afferrò delicatamente il mento del moro, avvicinandolo a sé. Si bagnò le labbra, socchiudendo appena la bocca, lasciando che il suo respiro caldo volasse addosso al ragazzo in un continuo gioco di richiami. Si avvicinò ancora di più, lasciando solo pochi millimetri fra le loro labbra… finché Shikamaru cedette, cercando impaziente la sua bocca. Ma trovò solo aria, perché con un risolino divertito Temari s’era sottratta.
- Non è divertente. – sbuffò seccato Shikamaru – Stronza. –
- Dovresti… dovresti vedere la tua faccia! – gridò Temari, stringendosi lo stomaco per il troppo ridere.
Il moro sbuffò ancora, sempre più seccato. Parecchia gente li osservava divertita e ridacchiava alle loro spalle. Soprattutto quei grossi bestioni che, avendo visto tutta la scena, fischiavano divertiti a sostegno della seccatura bionda.
- Strega. - sibilò.
- Stronzo eccitato – ribatté sarcastica lei.
Si fissarono in cagnesco per un minuto buono. Era una sfida, ormai. Una sfida estremamente stuzzicante.
- Cazzoo! – strillò lei, di colpo. Il sole era tramontato, e già da un pezzo. Che ore erano?
– Dio santo, snob, dimmi che ore sono! -

- Le ore? –
- Muoviti! – ringhiò, pregando mentalmente che non fosse così tardi. Gli afferrò il braccio, girandogli il polso per vedere meglio il quadrante dell’orologio.
- Ahia… fai male, seccatura! –
Ma Temari non lo ascoltava. Sentiva già le campane che suonavano a morto.
- Sono le otto e un quarto! – gridò terrorizzata, mettendosi le mani fra i capelli – E’ tardi! Tsunade mi uccide! –
- Tsunade… chi? –
- Muoviti! – ringhiò, afferrandogli il braccio e trascinandolo dietro di sé. – Se arrivo in ritardo, la vecchia strega mi uccide! –
Fra streghe ci si intende, pensò Shikamaru. Ma non lo disse, lasciando che la bionda lo trascinasse a rotta di collo per le lunghe strade in cemento armato del porto.

Tenten e Kiba si lanciarono una lunga occhiata, piena di sottointesi.
- Io me la filo – sussurrò Kiba terrorizzato.
- Cosa? No piccolo stronzetto, non ti azzardare a… - ma il ragazzo era già sparito dietro le tende del piccolo palco scenico.
- Stronzo senza palle. – ringhiò sottovoce. Guardò di nuovo Tsunade. Faceva davvero paura. Povera Temari…
Tsunade era alla porta del locale e batteva nervosamente un piede, come se stesse aspettando qualcosa – o qualcuno – da molto tempo. Guardava nervosamente in strada, lanciando gelide occhiate a tutti i passanti. Ogni tanto salutava qualche cliente abituale con un’occhiata seccata e, in cambio, riceveva una risata sommessa. Il locale era già pieno, noostante fossero solo le otto e mezza di sera. C’era un debole brusio che aleggiava ovunque, interrotto qualche volta dalle grasse risate dei marinai già zeppi di birra. Tenten, Naruto e Gaara si stavano facendo in quattro per servire tutti i clienti, correndo dalla cucina fino ai tavoli con vassoi ricolmi di pietanze e pinte di alcolici. Rock Lee impazziva dietro la cassa per stare dietro a tutti i clienti che ordinavano, pagavano e si lamentavano. In cucina Shizune e Jiraiya cucinava a tutto spiano, Kiba strimpellava qualche nota di tanto in tanto per placare le anime… e lei osava arrivare in ritardo. Quella sera. Proprio quando tutti i pescherecci rientravano dalla pesca estiva. Proprio quando tutto quell'ammasso di persone si riuniva al Seaway per un boccale di birra e, naturalmente, per lei.
Tsunade ribolliva di rabbia. Pregò che la biondina avesse una scusa decente oppure…
- Tenten! – gridò, imperiosa. La mora si avvicinò immediatamente, sull’attenti.
- Dove diamine è Sabaku? Sbaglio o state sempre insieme? –
Tenten deglutì. – Non lo so… si è allontanata con un tipo dopo il casino al magazzino e.. ops! – esclamò, accorgendosi di aver parlato troppo.
- Magazzino? Casino? Tipo? – ringhiò la donna – ma non vi ho insegnato nulla? - Tenten sorrise e si defilò.
- Vecchiaccia, vedi quei codini che s’avvicinano? Credo proprio che sia Temari. – urlò Naruto dall’altro lato del locale.
Tsunade ignorò l’appellativo del biondino, concentrandosi su qualcun altro. Non solo era in ritardo, ma si era trascinata dietro anche il tipo di cui parlava Tenten.
- Tsunade, scusascusascusascusascusaaaa… - mormorò la bionda facendo un leggero inchino.
- Lo sai che proprio oggi c’è il pienone? – ringhiò la donna.
- Si, si, sì! Scusami, ma per farmi perdonare… ho portato un altro cameriere. –
- Che? – gridarono in coro Tsunade e il diretto interessato.
- Dovrei assumere questa specie di mafioso? –
- Mafioso a chi, vecchiaccia? –
- TU! Fino a prova contraria sono il tuo capo! –
- Ma quando m…AHI! – gridò il moro, dolorante. Temari gli aveva pestato il piede come avvertimento.
- Eddai, Tsunade, non vedi com’è pieno il locale? Un altro cameriere non può che aiutare… - e lanciò un’occhiataccia a Shikamaru che equivaleva a un “Ribatti e t’ammazzo”. Tsunade aggrottò le sopracciglia, piego le labbra in un gesto annoiato, poi prese le mani del moro per controllarle attentamente.
- Va bene, può andare. Temari, fila nello sgabuzzino. Non voglio più ritardi! –
- Evviva! Grazie, vecchiaccia! – esclamò la bionda schioccando un sonoro bacio sulla guancia di lei.
- Com’è che ora mi chiamate tutti così, sbarbatelli? – ringhiò Tsunade, fingendosi offesa.
- Allora ti chiamerò anch’io così. – sbuffò annoiato il ragazzo.
- Non ci provare – abbaiò cadaverica. – Seguimi – attraversarono la sala. Si faceva fatica a passare fra i tavoli, l’uno a poca distanza dall’altro, ma più che altro si faceva fatica a evitare l’euforica clientela del locale. Eppure, Shikamaru si accorse che in qualche modo tutti si trattenevano. Forse era proprio l’aura autoritaria della vecchiaccia bionda. Quando passava parecchi personaggi si ritiravano spaventati. Per un attimo la paragonò a sua madre, sentendo i brividi di freddo salirgli lungo la schiena. Non pensarci, Shikamaru, non pensarci.
- Sbarbatello, questa è la cucina. – gracchiò Tsunade. Grande, stranamente pulita, con un buon odore che aleggiava ovunque. Sembrava il profumo del lievito di quando si fa la pasta in casa. Proprio l’opposto di ciò che si aspettava.
- Shizune è il capo cuoco. Poi ci sono Gamabunta, Pack, Kamatari e Kingame. Chef, questo è Shikamaru, cameriere per una sera. - L’espressione della donna lo convinse a salutare tutti con una stretta di mano – Bene. Ora ascolta, che non mi ripeto. Gli ordini dei clienti vanno appesi qua, e uno alla volta verranno preparati. Sul foglio scrivi sempre il tuo nome e il numero del tavolo. TI chiamano, quando è pronto. Lì i detersivi e il moccio per eventuali… fuoriuscite. I soldi si portano subito in cassa, quello che avanza te lo danno dopo aver incassato il conto. Se ci sono grane, Katsuyo è all’entrata. Tutto chiaro? –
- Sì. –
- Sì, capo – Shika roteò gli occhi, ma ripeté. Pack gli lanciò un grembiule, uno straccio e un piccolo block notes, poi Shizune lo buttò fuori dalla sua cucina.
Cinque paia di occhi lo fissarono in cangesco.
- Tsuandeee! Non mi hai presentato i camerieri! –
- Arrangiati! –
Doveva aspettarselo. Sfoderò il suo miglior sorriso ed esclamò, rassegnato:
- Io sono Shikamaru. -
- Lo sappiamo. Lo Snob Nara. – sibilarono praticamente all’unisono. Cominciamo male… pensò fra sé il moro.
- Cosa vuoi da mia sorella, stronzo? Una notte e via? –
Shika si morse la lingua. Litigare col fratello non era miglior modo di iniziare nulla… - Ma, Gaara, che razza di personaggio mi ritieni? – rispose, amabile.
- Come cazzo sai il suo nome? – ringhiò Tenten. Il Nara maledì la sua abitudine di ragionare. Se era il fratello di Temari ed era più piccolo di lei… non poteva che essere Gaara. Ma questo loro non lo sapevano, anzi, poteva suonare strano.
- Ehm… intuito. –
- Sì, e io sono più ricco degli Uchiha. – sbottò il biondo coi capelli sparati in testa.
- Tu come ti chiami, amico? –
- Naruto, ma non sono tuo amico.-
- Bene. – sorrise. Stava perdendo la pazienza. – Gaara, Naruto. E voi due? –
- Cosa ti servono, i nostri nomi? Ci fai finire in galera come Hidan? Vai a dirli al papà? –
- Sentite, non so che cazzo avete – abbaiò Shikamaru. – ma non ho intenzione di fare niente. Quindi piantatela di fare gli stronzi, e presentatevi. Dobbiamo lavorare insieme. Non me ne frega un cazzo se siete dei poveracci con la sindrome dell’odio contro i ricchi. Sono nato così, non ci posso fare un niente. Almeno non me ne vanto come quel coglione di Neji. –
I due ammutolirono, scambiandosi un’occhiata eloquente. Poi tesero la mano al ragazzo con un mezzo sorriso.
- Tenten.
- Kiba.

Inspirare, espirare.
Temari ripeté l’esercizio una decina di volte, finché non si sentì completamente calma. Si sentiva un po’ stupida, eppure ogni volta aveva bisogno di quel piccolo rituale per calmare i nervi. In fin dei conti, si dice che ogni volta è come la prima, no?
Si scrocchiò le dita, quasi fino a non sentirle più. Ora sentiva il corpo molle, rilassato. Quello che ci voleva per fare tutto senza sbavatura, alla perfezione. Per soddisfare i clienti fno all'ultimo. Per dare a tutti ciò che si aspettavano da lei. Come sua madre le aveva insegnato. Non era un’impresa facile, ma più era complicato realizzare i desideri di ogni persona più la carica di adrenalina la spingeva ad affrontare la sfida. Marinai logorati dal mare come quelli che affollavano la sala non erano una prova così ardua; in fondo, ciò che più volevano non erano molte cose… più che altro sentivano mancanza dell’amore, del sesso. In tutti i film di mare c’era almeno una donna che aspettava pazientemente il ritorno dell’altro, no?
Ogni stagione la stessa storia. Chissà se c'era anche Zabuza, in sala. Farlo con lui presente era sempre un piacere... si poteva sempre trovare una battuta per deridere la sua complicata indecisione.
Inspirare, espirare.
- Sabaku, sei pronta? – sbuffò Kiba da dietro la tenda. Stringeva la sua chitarra come fosse l’oggetto più prezioso al mondo.
- Arrivo, arrivo. Che rompipalle che sei. -

- Quattro pinte di birra e due menù Marinara maxi. Altro? -
- Muoviti, che abbiamo fame! –
Shikamaru represse il pulsante desiderio di spiaccicare il vassoio in testa ai due bestioni seduti al tavolo. Il cliente ha sempre ragione. Il cliente ha sempre ragione. Il cliente ha sempre ragione. Dio, quant’era difficile fare il cameriere! E dire che aveva sempre preso per il culo quelli che lavoravano al golf club. Invece…si ritrovava a fare il loro stesso lavoro. Ora sì, che si pentiva di aver voluto fare qualcosa di divertente con la seccatura bionda!
- Sono stati mesi in mare e ... ordinano una Marinara? – esclamò dubbiosa Shizune da dietro il muro della cucina.
- Ce n’è di gente strana a questo mondo… -
Shizune sorrise e gli intimò di filare via. Dietro di lui c’erano già Gaara e Naruto che aspettavano di consegnare i propri ordini. Corse subito verso un tavolo da pulire, prechè c'erano già altri clienti che aspettavano. Non si poteva stare fermi un attimo, porca puttana. Voleva riposarsi, quel lavoro era così stressante. E invece no, c’erano altri clienti che volevano ordinare, tavoli da pulire, fuoriuscite di liquidi che alla meno peggio era birra sputacchiata, prendere e consegnare piatti tenuti in precario equilibrio gli uni sugli altri, ascoltare le lamentele, fare i complimenti allo chef da parte di troppo zelanti personaggi…e la mancia era sempre una miseria. D’ora in poi avrebbe dato più mancia ai camerieri del Golf Club.
- E tu, Honey, cosa vuoi? –
- Io… io voio… uhum …- mormorò concentrata la bambina. Quella doveva essere l’unica famiglia felice della serata! Infatti il padre si guardava in giro un po’ circospetto, ma l’aura di Tsunade intimoriva e rassicurava allo stesso tempo.
- voio la totta! –
- sì, tesoro, quella la prendiamo dopo. E’ il suo compleanno, sa? – gli disse la madre, come se volesse giustificare il fatto di essere lì. – Ma prima cosa vuoi? –
- uhm… la totta! –
La madre scosse la testa, amareggiata. Il padre scoppiò a ridere, e a Shikamaru ricordò una scena molto famigliare.
- Signora, se si fida la porto in cucina e la faccio scegliere. – disse, sorridendo. I genitori si guardarono, un po’ stupiti, ma accettarono.
- Come ti chiami, piccola? – le chiese, piegando le ginocchia per guardarla in viso. Aveva due splendidi occhioni marroni.
- E... Eissa.-
- Eissa. E quanti anni hai? –
- Du… - cominciò, alzando due dita. Ma poi ci ripensò ed esclamò: - Tri! – alzando un altro dito e facendo scoppiare a ridere il ragazzo.
- Però, tre anni, sei grande! – la bambina annuì vigorosamente. – E sei sicura di volere solo la torta? –
- Sì!
- E se invece ti portassi in cucina, così scegli quello che ti piace di più? Scommettiamo che Shizune riesce a trovare qualcosa di buono anche per te? –
La bambina sorrise e si aggrappò al collo del moro. La sollevò senza difficoltà, pesava anche meno di certi vassoioni che aveva servito per tutta sera. – Per voi invece basta così?- chiese ai genitori, che annuirono.
- Allora. Guarda, quella bella ragazza coi codini si chiama Tenten. Anche lei è una cameriera, sai?
- Potta le totte ai bimbi? –
- Beh, possiamo dire anche così. Anche Naruto e Gaara lo fanno. Quel brutto cagnone sul palco, invece è Kiba. Attenta, che se ti morde diventi un lupo mannaro! –
- davveo? – esclamò spaventata Eissa.
- Sì, davvero! Però ora è malato, e non può più mangiare la carne troppo tenera come la tua. Sei in salvo. –
Appese l’ordinazione al filo ed entrò in cucina. Shizune lo guardò incredula.
- E lei… chi è? -
- Le dici come ti chiami? –
- Ei…ssa.
- E quanti anni compi, oggi? –
- Tri!
Sugli occhi di Shizune si disegnò la tipica espressione femminile del “ma che carinaaaa…”
- E vuoi qualcosa di molto buono e speciale per il tuo compleanno, vero? –
Eissa annuì scuotendo furiosamente la testolina bionda.
- Che amore! Shikamaru, dove l’hai trovata? –
- Nel retro. Secondo te? È la figlia di alcuni clienti. –
- Piccola, dimmi cosa ti piace che la zia Shizune te lo cucina subito! –
Shikamaru scacciò un grosso gocciolone e uscì. Doveva avvertire i genitori che la figlia ci avrebbe messo molto tempo a scegliere.
- Era tua figlia, quella?- ghignò Tenten eden dolo uscire.
- Spiritosa. Dov’è Temari?
- Oh, credo che inizierà… ora! –

Le luci del piccolo palco erano caldissime, illuminavano ogni piccolo centimetro del suo corpo. Ogni volta rischiava di rimanere accecata, ma camminava sempre con sicurezza verso il centro. Kiba si sistema appena poco più dietro, pronto a sostenerla con gli accordi della sua chitarra acustica. Quello era l’accompagnamento perfetto, quello che più faceva risaltare la sua voce. Non importava se la canzone risultava diversa dall'originale…
- Buonasera, ragazzi! Mi aspettavate? – salutò tutto il ristorante con un magnifico sorriso. Tutti gli uomini presenti risposero con una grande Ola, accompagnata anche da qualche fischio d'apprezzamento non proprio gradito. Aspettavano solo lei, dal’inizio della sera.
- Com’è andata in mare? Quanti sono caduti nelle vostre reti? – come al solito, in risposta ebbe solo un urlo confuso.
- Bene! Avete pescato parecchio. La vostre mogliettine vi aspetteranno con ansia. Che fate qui?! –
Un altro urlo indistinto, ma qua e là si sentiva un “per te” piuttosto insistente.
- Vogliamo sentirti cantare! Muoviti, che poi torno davvero a casa! – e tutti si misero a ridere.
- Zabuza, tesoro mio, sei tornato! Finalmente lascerai Haku per me! – ribatté Temari, maligna. Infatti, non poco lontano, un altro uomo si alzò, furibondo e indignato…
- Haku! – e la platea scoppiò di nuovo a ridere.
- Dopo la Soap, che ne dite di iniziare? – mormorò, maliziosa. Fece un cenno a Kiba, che attaccò la canzone. Pochi accordi che ricordavano vagamente la melodia di una famosa canzone, ma che bastavano e avanzavano se a cantare c'era Temari. E lei iniziò a battere il tempo con un piede, scandendo sempre più l’atmosfera della canzone. Un ritmo che trascinava, note forti che ricordavano il sole e poi…


^ She's got a smile that it seems to me
Reminds me of childhood memories
Where everything
Was as fresh as the bright blue sky
Now and then when I see her face
She takes me away to that special place
And if I stared too long
I'd probably break down and cry ^


Fu come se il tempo si fosse fermato. Sulla sala cadde il silenzio più assoluto. Tutti s’erano interrotti per ascoltare lei. Lei e la sua voce così incredibilmente calda e avvolgente, forte e meravigliosa. Note che si fondevano con l’aria senza sbagliare mai. Parole che sembravano nate assieme al suono della chitarra talmente erano coordinate, senza sbavature, senza mai sovrapporsi le une alle altre. S’accompagnavano a vicenda esaltandosi ad ogni accordo, creando quella perfetta melodia che cullava la memoria di ognuno. Una voce che facevasognare, tanti suoni che creavano immagini belle e vicine.

^She's got eyes of the bluest skies
As if they thought of rain
I hate to look into those eyes, and see an ounce of pain
Her hair reminds me of a warm safe place
Where as a child I'd hide
And pray for the thunder
And the rain to quietly pass me by^

Nemmeno Shikamaru riuscì a sfuggire. Rimase ipnotizzato, fermo sulla soglia della cucina, in mano un vassoio che minacciava di cadere per la poca attenzione del cameriere. Restò così, con la bocca spalancata a contemplare quei riccioli biondi mossi al ritmo della musica. Osservava con attenzione le sue morbide labbra muoversi creando quella magia. Non riusciva a credere che quella Temari, quella che cantava come un angelo, fosse la stessa Temari che lui aveva incontrato fra le strade di BreathWay. Il suo viso era libero da quell’espressione perennemente crucciata, libero dalla fatica, libero dai problemi. Mentre cantava, mentre donava a tutti la sua voce, era un’altra persona. Una donna che si plasmava per interpretare al meglio la sua musica, per trasmettere a tutti le emozioni di una nota…

^Sweet child o' mine
Sweet love of mine
Where do we go, now?
Oh, where do we go now?
Sweet child o'mine, Sweet love of mine.
^


La sua voce salì fino a toccare gli estremi del pentagramma senza rompersi. Avvolgendo comunque le persone con la sua sonorità. E quando lei smise di cantare, respirando piano ma con un enorme sorriso appagato, tutti rimasero in silenzio. Così, quando la chitarra scandì il suo ultimo accordo e lei alzò i suoi magnifici occhi verde mare… tutta la platea scoppiò in un applauso. Fischi, grida e apprezzamenti piovevano da ogni parte, molti uomini erano in piedi per urlare a più non posso, mentre tanti altri battevano i piedi a terra aumentando ancora di più il frastuono.
Solo Shikamaru era immobile. Incantato, fermo a guardarla negli occhi. Solo quando anche lei scorse il suo sguardo e gli regalò un sorriso a mille denti e una linguaccia affettuosa, cominciò ad applaudire come tutti gli altri.

- Madonna, hai visto la faccia di Zabuza quando Haku è scappato via? Era terrorizzato! –
- Temari, sei stata malefica!
- Così quel mezzo squalo impara a non tradire sua moglie con un uomo! –
Finalmente la serata era finita. Erano quasi le due di notte, ma il ristorante aveva chiuso appena un’ora prima. Poi, tra il pulire, buttare i quintali di spazzatura, ascoltare gli spergiuri di Tsunade mentre nascondeva l’incasso…era arrivata notte fonda. E, come di rituale, tutti erano saliti sul tetto del ristorante. Una colata di cemento piatta come una pista d’atterraggio per elicotteri. Solo che al loro posto c’erano sette consunte sdraio, rivolte verso il mare. Quella sera, anche la settima sarebbe stata usata. Shikamaru ci stava parecchio scomodo, in effetti, e aveva paura che la fragile tela si spezzasse da un momento all’altro facendolo volare per terra. Ma, forse, era meglio non fare commenti. Faceva freddo, molto freddo, nonostante fossero appena i primi d'ottobre; ma il vento gelido che dal mare nordico arrivava fin lì abbassava la temperatura fino a raggiungere un clima quasi invernale. Eppure quel vento era ben accolto, perchè ogni folata era accompagnata dal rilassante rumore dell onde che s'infrangevano sulla banchina. Così, tutti si stringevano in una piccola coperta in lana, ascoltando quel dolce suono e soffiandosi nelle mani per scaldarle col calore corporeo, stravaccati sulle sdraio in atteso dello sfortunato che aveva pescato il legnetto più piccolo.
- Birra! – esultò Kiba salendo sul tetto. Naruto lo assaltò da subito, strappandogli un paio di bottiglie. Rock Lee fu un po’ meno fortunato: mancò la birra di qualche centimetro e si beccò un bel calcio da parte di Kiba.
- Ingordi! Aspettare cinque secondi, no? – e distribuì due bottiglie a testa.
- Guinnes? Voi bevete la Guinnes? – esclamò stupito Shikamaru quando gli passarono la sua bottiglia.
- Che c’è di tanto strano? –
- Beh, credevo non la vendessero anche qui… -
- E’ una birra da ricconi? – disse sarcastico Rock Lee.
- No, semplicemente non la si trova ovunque. – sbottò annoiato il moretto. Che si aspettava? Gentilezza e amicizia immediata da persone che fino a poco prima parlavano di lui con disprezzo?
Temari rise, forse per allentare un po’ la tensione, e tracannò un lungo sorso di birra. Si guardò attorno e…ruttò.
- Temari, sei un bove! – rise Tenten. Ma rispose con egual forza.
- Bove io, ma ti sei sentita? – rise la bionda.
- Come siete delicate, ragazzine! – sbuffò Gaara.
- Senti chi parla, quello più piccolo del giro! –
- Povero Tesoro! – ridacchiò Naruto, accarezzandogli la guancia.
- Piantatela di prendermi per il culo! – gridò.
Scoppiarono tutti a ridere e Gaara arrossì fino a diventare del colore dei suoi capelli.
- Temari, non ti ho ancora ringraziato per aver fatto incazzare Tsunade! – borbottò Kiba – abbaimo passato un orrendo quarto d’ora per colpa tua! –
- Stronzo, cosa ti lamenti che me l’hai mollata lì così? – ringhiò Tenten, mollandogli un pugno sul braccio.
- Ahio! Guarda che devi dare la colpa a Tem, no a me! –
- Gisto! – esclamò la mora – tu, perché sei sparita così? – e le saltò addosso, fingendo di picchiarla.
- AAAH! Codini a palla, hai rovesciato la mia birra! Ora ti rompo! –
- Tette abnormi, cosa vuoi? Ho rischiato la morte per te! –
- Se ci fosse un po’ di fango e voi due foste in bikini non avremmo nulla da obiettare se vi menate. – osservò Naruto.
- STRONZO! –
- AAAAH! Le arpie mi pestano! –
- Non picchiare la mia donna, sai? – urlò Rock Lee, buttandosi nella mischia.
- Ma fanno sempre così? – bisbigliò Shikamaru, guardandoli increduli.
- Sì. E a volte sono anche peggio. –
Shika scoppiò a ridere. Sorseggio la sua birra e rovistò nelle tasche alla ricerca del suo pacchetto di sigarette. Era un’intera serata che non ne fumava neanche una. Aveva bisogno del sapore della nicotina che scendeva per la gola.
- Snob, mi dai una sigaretta? – sussurrò Temari. Shikamaru sbuffò sonoramente ma aprì il pacchetto. Solo due paine*.
- Ne ho solo due… - sbottò.
- Che taccagno che sei! – ringhiò, rubandogliene una.
- Ladra! –
Temari ridacchiò, sottraendogli anche l’accendino. Accese la sua aspirando piano, facendo uscire piccoli sbuffi di fumo ogni volta che mandava giù il fumo. Poi si decise ad accendere anche quella del ragazzo.
- Alla buon ora! -
- Preferisci che ti rubi anche l’altra sigaretta? –
Il ragazzo roteò gli occhi, annoiato. Le donne… ma rispondevano tutte così? Volevano avere tutte l’ultima parola?
- Allora, ti sono piaciuta stasera? –
- Quando hai fatto qualcosa di impegnativo? –
Si meritò un’altra occhiata gelida e una linguaccia.
- Sei stata incredibile… – sbuffò infine. Temari s’illumino, e sul viso si stampò un sorriso a mille denti. - …Un’incredibile seccatura. –
- Già, una donna che t’ha lasciato a bocca aperta. T’ho visto, che credevi? Fortuna che è inverno e non ci sono mosche, sennò sarebbero entrate tutte nella tua gola! -
Shikamaru rise. Già, decisamente tutte le donne volevano avere l’ultima parola.
- Mi accompagni a casa, seccatura? –
– Hai paura di perderti? –
- Può darsi… - mormorò, alzandosi di colpo e baciandola leggermente sulla labbra. – Così la prossima volta so come tornare. -
Temari spalancò gli occhi, stupita. Dietro di loro tutti i ragazzi si erano fermati, incitando e ridendo i due.
- Seccatura, ti basta così poco per innamorarti? – ridacchiò Shikamaru, beandosi dell’espressione imbambolata della bionda.
- Innamorarsi di uno stronzo come te? Ma quando mai? – abbaiò lei, arrossendo fino alla punta dei capelli.
- Se, se… che seccatura che sei. La prossima volta mi vieni a trovare tu, vero? –
- Non sperarci, stronzo! -


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è settembre e io posto! come promesso! La toscana era veramente maravigliosa. io adoro la maremma! grazie, zione, per avermi invitata tutta l'estateeee!!
e adesso ricomincia il supplizio ç_____ç per me la data del funerale è il 15 settembre, per voi?
accidenti, che rabbia! quando arriva il mio compleanno significa che la scuola comincia poco dopooooo....
(ora posso bere legalmenteNd. Più precisamente da sedici ore e trentasei minutiXD) un mio amico mi ha regalato il portafoglio di Naruto (quello a forma di rana che usa per pagare i ramenXD) e una mega bandiera con su l'Akatsukiiii.... ti lovvo, Mauri <3
Spero abbiate passato delle belle vacanze e spero vi sia piaciuto il capitolo! lo chiedo a voi perchè è inutile: non so perchè ma nelle long fic ho sembra bisogno di un buon consiglio. Non mi piace mai come scrivo! ç____ç
Tem e Shika sono OOC, Vero?VERO???? XDXD

* Ho scritto Paina ma non so se è una paroal Bresciana o ItalianaXD
** vicino al testo della canzone ci sono i link per ascoltarla. La canzone è "Sweet child o'Mine" dei miticissimi Guns'N'Roses!

Ah, e poi mi fareste un grande regalo? Se vi piace D.GRAY-MAN, commentereste questa mia fic su di loro?
--------->Perdono [D.GRAY-MAN]
ringraziamenti post recensioni:


gloria7: Grazie ^O^

Lily_90: grazie, grazie, grazieeee^O^ eggià, fortuna che la sua pigrizia ogni tanto va a farsi benedire, altrimenti sarei in crisi!XD E ti capisco, anche a me sale la bile ogni volta che vedo Sas'ke. ache se ultimamente... sto iniziando a rivalutarlo (il mondo sta per finireXD). Purtroppo Tem e Shika non sono rimasti molto "soli", ma in un certo senso ho voluto che 1) Tem si accorgesse che Shika è piùaffidabile di quanto pensi e 2) Shika capisse quanto lei è speciale (canta anche in modo stupendooo... i Gunsss*çç*)

Miss England: grazie! meno male che ti è piaciuto! certo che ci saranno altre parti Sasu/Saku, ma più avanti!

Muccina89: oddio, mi sento onorata!la mia fic piace a una mosca bianca!!XD comunque, hai ragione, ultimamente sas'ke lo sto maltrattando troppo. In fin dei conti non è colpa sua. (iil mondo sta per finire veramente se dico che non è colpa di Sasuke se Itachi è mortoç____ç)

Stefy90: Sasori e Deidara sono sempre mitici. Ma vedrai che cosa ho in mente per Deidara... lo zietto dovrà purvendicarsi per le accuse che tutti gli fanno, no? ç___ç E poi Shika e Tem sono talmente perfetti l'una per l'altra che, anche se hanno caratteri molto diversi, in fin dei conti pensano e vogliono entrambi le stesse cose>_*

Chiedo cortesemente a tutti i lettori di commentare. Non per altro, ma ogni commento mi spinge a lavorare di più su questa fic. Quindi, per favore, lasciatemi scritto ciò che pensate. E lo stesso per chi aggiunge ai preferiti senza scrivere nulla: è angosciante, sapere che avete aggiunto ma non sapere il perchè! ç___ç grazie


  
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