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Autore: leila91    18/07/2014    10 recensioni
Con questa piccola fanfiction, volevo provare a raccontare la mia versione della storia d'amore tra Faramir Tuc e Cioccadoro Gamgee.
Ho sempre amato questa idea di Tolkien di unire le famiglie di Sam e Pipino, ed ecco cos'è saltato fuori :)
Enjoy!
[Eventi Post LOTR | New Generation Hobbit | Old!Faramir | Old!Eowyn]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cioccadoro Gamgee, Eowyn, Faramir, Faramir Tuc, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Shire Folk'
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IL MESE DI MARZO
 
Un altro giorno volgeva al termine ad Hobbiville, nella Contea. L’aria si era fatta più fresca e gli Hobbit impegnati nei campi si apprestavano, falce in spalla, a fare ritorno a casa. Il loro allegro fischiettare si mischiava alle voci delle madri che chiamavano i propri bambini: il pasto serale era quasi pronto ormai, basta giocare!
 
Il sole aveva da poco iniziato il suo consueto declino, offrendo però quel giorno, un tramonto di rara bellezza.
L’orizzonte era un’apoteosi di colori. Rosa, giallo e arancione sembravano fare a gara tra loro, contendendosi il predominio nel cielo, e infiammando le nuvole. Qua e là, a mitigare quell’oceano di fuoco, faceva capolino qualche sprazzo di viola.
 
Nell’aria si sentiva già profumo di primavera: le prime gemme si affacciavano timidamente sui rami, dove le rondini da poco tornate, avevano iniziato a costruire i loro i nidi.
Goldilocks Gamgee adorava il mese di Marzo. Quel periodo incerto, quasi di stallo, a cavallo tra morte e rinascita… Quando il freddo oramai se ne sta andando, e tuttavia, il caldo è ancora lontano. Ecco, è in quel momento che la vita ritorna a fiorire e nell’aria si avverte come un qualcosa… l’anticipazione, la promessa dell’Estate.
 
Marzo era anche il mese del compleanno di Elanor. Ogni anno, prima che la giovane si sposasse, la sua famiglia era solita organizzare una festa come dire… ‘sontuosa’ per quell’occasione. Un evento eccezionale a cui erano sempre invitati decine di Hobbit: dopotutto Elanor era la figlia del Sindaco! Era stata proprio in una di quelle occasioni, pensava ora Goldilocks, che sua sorella aveva conosciuto Fastred, il suo futuro marito. Goldilocks ne era stata da subito profondamente gelosa, pur cercando di nasconderlo per non ferire i sentimenti della sua sorellona. Tra le due, infatti, nonostante la differenza d’età, vi era da sempre un legame molto stretto. Elanor era stata a lungo la sua confidente, l’unica a cui Gold avesse mai rivelato ciò che provava per Faramir. E ora questo bellimbusto venuto da chissà dove voleva portargliela via! Nossignore! Ovviamente, una volta visto quanto Fastred rendesse invece felice Elanor, la giovane lo aveva pian piano accettato. Quando poi era nato il piccolo Elfstan, si era sentita addirittura al settimo cielo. Tuttavia ancora adesso, ogni volta che pensava a quell’allegra famigliola, una punta d’invidia tornava a tormentarla. Quanto avrebbe voluto essere felice come loro! Oh, quanto sarebbe stato meraviglioso se Faramir fosse arrivato lì all’improvviso, nella sua lucente armatura, e si fosse inginocchiato dicendole… Ma no, quante sciocchezze!
 
Goldilocks strinse al petto l’ultima lettera che aveva ricevuto da Gondor. Le era stata recapitata qualche mattina prima, ed era la seconda che Faramir le aveva inviato dal momento della sua partenza. E meno male che aveva promesso di scriverle spesso!
“Minas Tirith è lontana, sai quanto ci mette la posta!”
“E poi il suo addestramento lo tiene molto impegnato, come vedi scrive di rado anche ai suoi..”
Una seconda vocina, assai più malevola, fece capolino tra i suoi pensieri: “Già, ma il tempo di divertirsi lo trova nevvero? Si si, sembra proprio che se la spassi alla grande con i suoi nuovi amici.. nuovi amici… nuovi amici…”
“Basta!” sbuffò la giovane ad alta voce, guardandosi poi subito intorno impaurita. Ma non c’era nessuno ovviamente. Per questo amava recarsi alla Vecchia Quercia: era un posto così tranquillo… era il loro posto…
 
Gold scosse con forza la testa, quasi a voler scacciare i cattivi pensieri: non serviva a nulla tormentarsi a quel modo! Ne era ben consapevole e per quel motivo, da un paio di mesi, aveva cercato ‘rifugio’ in un nuovo passatempo. No, passatempo non era la parola corretta: forse lo era stato all’inizio, ma ora ne avrebbe fatto volentieri il suo lavoro, se solo fosse riuscita!
 
Tutto era iniziato uno dei primi giorni di Gennaio: il piccolo Tolman era corso in casa piangendo e tenendo fra le mani un uccellino ferito.
“Non riesce più a volare! Come farà adesso?” Il piccolo era inconsolabile. Intenerita, Gold si era offerta di dargli un’occhiata. Non che fosse un’esperta in quel settore, ma all’improvviso le era tornato in mente un libro che aveva trovato e letto un giorno, nello studio di suo padre. Parlava in generale di piante e conteneva, più che altro, informazioni utili per il giardinaggio. Oltre ciò, tuttavia, Gold vi aveva trovato alcuni paragrafi riguardanti le erbe con proprietà officinali. Fortuna voleva che alcune delle suddette erbe non crescessero lontane da casa. Suo fratello Frodo era riuscito a recuperarne in quantità sufficiente da permettere a Gold di preparare una sorta di infuso. La giovane aveva poi preparato degli impacchi e li aveva applicati sulla ferita della povera creatura.
 
Tempo qualche giorno e l’uccellino fu di nuovo in grado di volare. Tolman era entusiasta, e correva in lungo e in largo per Hobbiville elogiando le doti da guaritrice della sua sorellona. In men che non si dica Goldilocks si era ritrovata sommersa da richieste d’aiuto da parte dei piccoli Hobbit, che avevano preso a portarle ogni sorta di animaletti feriti. Per alcuni purtroppo non vi era stato molto da fare, ma la maggior parte tornava generalmente in salute dopo le amorevoli cure della giovane. La sua fama di guaritrice cresceva di giorno in giorno, e pian piano Gold iniziò a curare anche i piccoli malanni delle persone, a cominciare dai suoi familiari. A volte bastava semplicemente la sua presenza, dolce e rassicurante, a fare in modo che la gente si tranquillizzasse e si sentisse meglio. Col tempo poi, le sue competenze sul campo migliorarono sempre di più, al punto che per quasi tutti diventò naturale richiedere il suo aiuto per piccoli infortuni o malattie.
Aveva dovuto lasciare senza troppi rimpianti il suo posto di cameriera al Drago Verde, per dedicarsi al meglio alla sua nuova attività. Questo nuovo ‘lavoro’, oltre a darle parecchie soddisfazioni, aveva stranamente ridotto il numero dei suoi spasimanti. Si mormorava infatti, che la bella Gold non fosse più la fanciulla timida e discreta, quasi sottomessa, che molti giovanotti avrebbero ambito ad avere in moglie. Ora era indipendente, sicura di sé, e trafficava tutto il giorno con quelle strane erbe. Un atteggiamento per nulla rispettabile! Da una ragazza poi! Il ruolo delle donne non era certo quello di essere erudite in strane scienze! Il fatto che quelle strane scienze però, contribuissero ad aiutare molti di loro, non sembrava affatto sfiorare il cervello dei giovani Hobbit. Sebbene le fosse capitato di sentire le voci che giravano sul suo conto, Goldilocks non sembrava comunque darvi peso. La sua nuova occupazione la rendeva felice come non mai, e le teneva la mente occupata.
 
Ma quando era sola e senza impegni, come quella sera di primavera, la sua mente volava irrimediabilmente a Faramir e a quanto sentisse la sua mancanza… Non poteva fare a meno di chiedersi se il giovane pensasse a lei, e se l’avrebbe trovato cambiato una volta che fosse tornato a casa…
 
“Papà sarà preoccupato, è quasi buio” fu il suo ultimo pensiero prima di allontanarsi dalla Vecchia Quercia per fare ritorno a casa. Chissà se anche quella sera avrebbe trovato ad accoglierla qualche creaturina ferita da assistere, raccolta per strada dai suoi fratelli. Non sarebbe stato male poter disporre di qualche nuovo libro sulle erbe… oramai i suoi li conosceva a memoria… chissà, forse a Pietraforata ne avrebbe trovati di nuovi…
 
                                              *******
 
“In piedi pigrone!”
“Niente da fare, dovresti saperlo ormai. Quando si mette d’impegno, non lo svegliano neanche un branco di Olifanti imbizzarriti...”
“Molto bene se l’è cercata. Adesso vedremo”.
 
Un ghigno divertito si dipinse sulle labbra di Elboron, mentre guardava la figura dormiente distesa sulla branda.
Eldarion sospirò, alzando gli occhi al cielo: conosceva bene quell’espressione ormai. Quando Elboron sorrideva a quel modo, erano sempre guai per qualcuno. A lungo le povere vittime dei suoi sciocchi scherzi infantili, erano state le sorelle di Eldarion: le principesse Isilme e Anvanime. A quel tempo però, non erano che delle bambine di appena qualche anno più piccole dei due ragazzi, e loro quattro usavano giocare ancora tutti insieme. Poi un bel giorno l’infanzia era finita, ma il figlio del Sovrintendente era rimasto un burlone, tale e quale lo era stato da piccolo.
In quel momento la sua vittima, che continuava a dormire beata russando leggermente, era il suo nuovo amico Hobbit: Faramir Tuc. Elboron si avvicinò alla branda con in mano una caraffa piena d’acqua trovata su un tavolino lì vicino. Dapprima la inclinò leggermente lasciando cadere solo qualche goccia; vista però l’assenza di reazioni dell’Hobbit, optò poi per una mossa più decisa.
“Dai Elb, no..” la debole protesta di Eldarion fu del tutto inutile e in men che non si dica, i due giovani si trovarono inseguiti da un furente Faramir, ormai del tutto sveglio e completamente zuppo.
Le loro risate e i gridolini del Mezzuomo risuonavano per tutta la camerata.
“Questa me la paghi Elb, ti giuro che me la paghi!”
“Ahahah avanti amico mio! Dopotutto ti ho fatto un favore. Oggi è festa ricordi?”
“Appunto per questo avrei continuato volentieri a dormire!”
“Non dire sciocchezze, adesso ti cambi e vieni con noi. Ci sarà da divertirsi in Città, fidati!” concluse Elboron con una strizzata d’occhio.
 
 
Il venticinque di Marzo era un giorno speciale a Minas Tirith e in tutto il regno di Gondor. Si celebrava infatti, l’anniversario della Caduta di Sauron, Signore Oscuro di Mordor. Faramir ovviamente conosceva a menadito la storia, ma questa era la prima volta che gli capitava di assistere a una celebrazione ufficiale. Elboron aveva ragione: sarebbe stato da pazzi rimanere a letto a poltrire.
Minas Tirith non era mai stata così viva. Certo, anche durante l’anno vi era sempre un via vai continuo, ma quel giorno pareva quasi che tutto il regno si fosse riversato in Città. Le strade erano piene di menestrelli che intrattenevano frotte di spettatori. La maggior parte narrava le gesta della Compagnia dell’Anello e degli eserciti di Nani, Uomini ed Elfi durante l’ultimo anno della Terza Era. Uno di loro aveva appena iniziato a cantare ‘Frodo dalle nove dita e l’anello del Fato’. Profumi di ogni tipo invadevano l’aria: frittelle, salumi, formaggi, pane appena sfornato… ad ogni angolo si poteva trovare almeno una bancarella carica di dolciumi e di altre leccornie. Faramir non si lasciò sfuggire l’occasione. Durante i primi giorni a Gondor, aveva sentito terribilmente la mancanza dei suoi sette abituali pasti quotidiani: la gente qui non conosceva la seconda colazione! Per non parlare del the pomeridiano e dello spuntino di mezzanotte! Ma ora che poteva rifarsi dei passati mesi di ‘digiuno’ non intendeva certo tirarsi indietro. Elboron lo imitò senza riserve, puntando però alla birra; Eldarion cercava invece di mantenere un certo contegno. Era pur sempre il principe ereditario! Ben presto poi, dovette lasciare i due amici per andare a cercare suo padre: aveva promesso di passare qualche ora con lui e con sua madre. Non li vedeva più molto, da quando aveva cominciato l’addestramento e intendeva sfruttare quel tipo di occasioni. Inoltre, ciò gli avrebbe dato modo di assistere a qualche udienza con i sudditi: udienze che, prima o poi, avrebbe dovuto tenere anche lui. Aragorn era molto amato dalla gente per la sua giustizia e generosità, ed Eldarion si sforzava di imitarlo in tutto e per tutto. A cominciare dall’assistere agli incontri tra lui e i cittadini.
Faramir lo osservò allontanarsi un po’ dispiaciuto: avrebbe dovuto sorbirsi da solo il figlio del Sovrintendente. Generalmente apprezzava molto la compagnia di Elboron, ma non quando aveva bevuto. Diventava più sfrontato del solito e tendeva a trascinare il povero Hobbit in situazioni alquanto imbarazzanti. Per sua fortuna, in quel momento, l’amico sembrava più che altro distratto da un gruppetto di ragazze lì vicino, alle quali non esitò ad avvicinarsi. Faramir scosse la testa, indeciso se sentirsi sollevato o seccato. Bell’affare, abbandonato così in fretta da entrambi i suoi amici. Mentre si guardava intorno, alla ricerca di altri soldati della sua divisione, scorse tra la folla dama Eowyn.
 
Quel giorno la madre di Elboron indossava un vestito particolarmente sontuoso. Era di broccato e velluto, con una foggia alquanto elegante che le donava parecchio. Le maniche, di un bel verde scuro e dapprima un po’ strette, si allargavano a livello dei polsi. La parte centrale, era invece di uno spettacolare rosso scarlatto, e faceva risaltare al meglio la sua chioma dorata nella quale si mischiavano alcune ciocche ormai bianche. La gonna non era molto ampia, mentre la parte superiore del vestito le fasciava leggermente il busto sottolineandole le forme.
Era splendida, pensò Faramir.
Non l’aveva mai vista in abiti così eleganti. Generalmente indossava sempre delle vesti più semplici, dai tessuti meno pregiati e dai colori meno vistosi. Persino al loro primo incontro, avvenuto a casa del Sovrintendente mesi prima, Eowyn non si era preoccupata di mettersi in gingheri. Faramir sospettava che si trovasse più a suo agio in abiti quasi ‘dismessi’, simili a quelli maschili. Chissà, forse le ricordavano la sua giovinezza, e i suoi brevi trascorsi da guerriera. Questo era un aspetto che la differenziava profondamente dalla regina Arwen e dalle due principesse, elegantissime in qualunque occasione. Eppure, nonostante ciò, la sua bellezza era totalmente indiscussa. Una bellezza di tipo diverso, certamente, ma affatto inferiore a quella delle fanciulle reali. Non era più giovane ormai, ma lo splendore del suo sguardo era rimasto immutato, la figura era ancora esile e solo alcune rughe sottili le attraversavano il volto.
Faramir spostò il peso da una gamba all’altra, indeciso se avvicinarsi o meno. Amava parlare con Eowyn: era una persona affettuosa e gentile, pur possedendo una volontà d’acciaio. Con lei il giovane riusciva ad aprirsi senza problemi e a parlare col cuore. Non sapeva dire il perché. Voleva bene ad Elboron ed Eldarion, e si era fatto parecchi altri amici tra i soldati. Senza contare Bergil ovviamente, dal quale era regolarmente invitato almeno una sera alla settimana. Ma con nessuno di loro, e  nemmeno con Faramir, era mai entrato così profondamente in confidenza.                                                   
Eowyn era la prima a Minas Tirith a cui avesse rivelato la speciale amicizia che lo univa a Goldilocks. E lo aveva fatto spontaneamente, senza che lei lo forzasse. Forse vedeva in lei una sorta di figura materna, o forse dipendeva dalla sua semplicità e disponibilità ad ascoltare; fatto stava, che l’Hobbit sentiva di aver trovato una confidente e un’amica preziosa.
 
Alla fine fu lei ad avvicinarsi, dopo essersi accorta che la stava osservando.
“Faramir! Credevo fossi assieme a mio figlio. Che fine ha fatto quella canaglia?”
Il giovane arrossì: non voleva mettere nei guai l’amico. Eowyn capì subito il suo imbarazzo, dopotutto conosceva bene suo figlio: “Quando c’è una festa tende sempre a divertirsi un po’ troppo. Mi domando da chi abbia preso, benedetto ragazzo!”
“Sicuramente non da suo padre” ridacchiò l’Hobbit.
Eowyn alzò un sopracciglio fingendosi offesa, poi sorrise anche lei e cambiò argomento.
“E tu come stai amico mio? Ti stai divertendo?”. Non si riferiva solo alla festa, Faramir lo sapeva.
“Oh si!” rispose cercando di suonare convincente. “Non potevo pensare di trovarmi meglio di così. Ho imparato moltissime cose in questi mesi, ho visto posti bellissimi… E siete tutti così gentili con me…”
Eowyn colse la leggera esitazione nella sua voce: “Ho come l’impressione che ci sia un ‘ma’ taciuto, alla fine della tua frase. Hai nostalgia di casa amico mio?”
Faramir sospirò: a volte Eowyn era fin troppo perspicace.
“A volte, certo… ma non è questo il problema… è solo che…”
“Si?” lo incoraggiò lei dolcemente.
“Ecco da un po’ di tempo ho come l’impressione che mi manchi qualcosa… qualcosa che mi faccia sentire completo. Credevo che la mia irrequietudine fosse dovuta al desiderio di vedere il mondo, di scoprire cosa ci fosse al di là dei confini della Contea. Desideravo una grande avventura come quella che è capitata a mio padre e ai suoi amici… Eppure, eccomi qui, soldato della guardia di Gondor, amico del Re e del Sovrintendente e ancora sento che mi manca qualcosa!”
Eowyn sorrise tra sé e sé: l’età e l’esperienza l’avevano resa saggia, e di una cosa era quasi del tutto certa. Faramir era ben lungi dall’immaginarlo, ma in gran parte il motivo della sua inquietudine doveva essere dovuto a quella giovane Hobbit di cui le aveva parlato. La donna tenne per sé questi pensieri e gli disse invece: “Ѐ normale Faramir: anche per me era così alla tua età. Quando si è giovani ci si sente in grado di poter fare qualunque cosa; si vorrebbe fare qualunque cosa! Tu hai avuto il coraggio di inseguire un tuo sogno e hai una famiglia e degli amici che ti hanno appoggiato e ti appoggeranno sempre. Sei già cresciuto molto dal tuo arrivo in Città e non mi riferisco all’aspetto fisico. Sono sicura che presto capirai quale sia il tuo posto… Abbi pazienza amico mio, e impegnati al massimo nei compiti che ti sono richiesti come hai fatto fin’ora”.
“Grazie mia signora”, mormorò Faramir quasi commosso. Si sentiva onorato di tanta fiducia e allo stesso tempo sollevato, come se la chiacchierata con Eowyn lo avesse liberato di un peso.
“Credo che sia meglio che tu vada a cercare Elboron adesso, mi sentirei più tranquilla se lo tenessi d’occhio” scherzò lei.
Faramir annuì, e salutandola con un inchino, si avviò alla ricerca dell’amico.
 
“Eccoti finalmente! Ma dov’eri finito? Ho conosciuto delle ragazze bellissime, vieni che te le presento”
L’Hobbit sbuffò: “Non sono io quello che è sparito, sei tu che mi hai abbandonato all’improvviso senza alcuna remora per attaccare bottone.”
“Sul serio l’ho fatto? Beh ora rimedio subito! Sono sicuro dopo averle conosciute, mi perdonerai qualunque cosa” ribattè Elboron sorridendo.
Faramir scosse la testa: era impossibile rimanere arrabbiati con Elboron per più di cinque minuti e ad ogni modo, il giovane riusciva sempre a vincere qualunque tipo di discussione.
“D’accordo allora e vediamo se questa volta riuscirai a concludere qualcosa” disse prendendolo in giro, prima di sparire con lui in mezzo alla folla.
 

 
 
 
Note: (un po’ lunghine oggi ^^’)

Salve a tutti, belli e brutti =)
No scherzo, voi siete tutti belli, non fosse altro perché seguite la mia storia ^^. Non sapete quanto mi rendiate felice.
Ma veniamo a noi: vi devo confessare che non mi ha convinta tantissimo questo capitolo…forse perché ho fatto più fatica del solito a scriverlo, o forse perché fino ad oggi pomeriggio vedevo tutto un po’ nero..boh! Comunque ora uno dei due maledettissimi esami è andato, e sono mooolto più rilassata e pronta ad accogliere tutti i vostri commenti =)
Qualche piccola nota: andiamo con ordine
  1. Tolkien non dice come si siano conosciuti Fastred ed Elanor, così li ho fatti incontrare alla festa di lei
  2. Il fatto che Goldilocks sia una guaritrice è di mia completa invenzione, anche se chi lo sa, potrebbe anche essere =) (Tolkien non dà molte informazioni riguardo a lei)
  3. Anche la festa a Gondor è di mia invenzione, ma mi sembrava verosimile come cosa, spero vi sia piaciuta =)
  4. Eowyn, a voler essere super precisi, avrebbe più di sessantanni all’epoca della mia storia. Quando me ne sono accorta ho deciso di prendermi una piccola libertà, e di renderla più giovane…licenza poetica…perdonatemi non ce la facevo a immaginarmela così vecchia xD.
  5. Credo sia tutto ^^
 
Tornando a noi, miei carissimi, mi sono accorta or ora di non aver mai ringraziato coloro che mi hanno messa tra le seguite, preferite e ricordate! Perdonate questa persona orribilmente orribile!!
Lo faccio ora: un grazie di cuore a Iphygenie77, Mirime8, _Son Hikaru, Xingchan, Melianar, Evelyn80, Anuen, Missing23 e Halfblood_Slytherin!!
Ringrazio come sempre le mie fedelissime recensiste Melianar e Evelyn80 e do il benvenuto ad Anuen, Mirime8, Aven90 e Missing23: mi date una gioia immensa!
Ok ho finito ^^’
Non so se riuscirò ad aggiornare prima del 26  (cioè quando parto per le vacanze xD). Nel caso non riuscissi ci vediamo ad Agosto, e vi prego non odiatemi =(!
Ho proprio bisogno di staccare un po’…ma prometto che poi torno =P
Buone vacanze a tutti!
 
 
   
 
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