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Autore: Lurilala    20/07/2014    8 recensioni
[Storia a Oc] [Iscrizioni chiuse] [Ispirato ad Hunger Games]
Dal Trattato del Tradimento
Come punizione per la rivolta, ogni Distretto offrirà in tributo un ragazzo e una ragazza fra i 12 e i 18 anni in una pubblica "Mietitura".
Quei tributi saranno tutti presi in consegna da Capitol City, quindi trasferiti in una pubblica arena dove si sfideranno in un combattimento mortale finchè rimarrà un unico vincitore.
D'ora in avanti e per sempre questo spettacolo sarà conosciuto come:
Hunger Games
____
Il presidente Snow si aprì in un sorriso al gusto di sangue.
-Felici Settantaseiesimi Hunger Games a tutti.- un lampo negli occhi. -Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!-
____
Si avviarono sotto la pioggia nelle strade cupe del Distretto 3, verso l'imminente Mietitura; solo una luce rimase e rimarrà accesa, adesso e nei giorni che verranno.
La luce della speranza.
____
...Che gli Hunger Games abbiano inizio.
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Kiara sospirò, stringendo nervosamente una ciocca di capelli; l'ascensore scendeva veloce, diritto nelle sale di addestramento.
Subito dopo la sfilata, lei e Ryuuji erano stati condotti nel Centro di Addestramento, una torre in cui i Tributi e il loro staff avrebbero sostato fin quando non fossero iniziati gli Hunger Games.
Aveva dodici piani, uno per ogni Distretto.
Erano le dieci di mattina e avrebbero iniziato il loro programma di addestramento; avevano discusso con Beetee sulle vari aree che avrebbero seguito nei tre giorni in cui si sarebbero allenati, e stavano scendendo nelle sale adibite all'addestramento vero e proprio.
Kiara era nervosa; nonostante avesse fatto una bella figura alla sfilata, non era certo la sola ad aver attirato l'attenzione.
Il suo Distretto non era fra i Favoriti, nonostante il più delle volte ne facesse parte. E poi, lei aveva solo dodici anni e la maggior parte dei Tributi era più grande di lei.
Le porte dell'ascensore si aprirono su una palestra molto spaziosa, piena di armi e ostacoli.
Tutti i Tributi erano raggruppati in cerchio, e avevano un quadrato di stoffa appuntato alla maglia con sopra scritto il numero del loro Distretto.
Midorikawa le rivolse un sorriso nervoso, e Kiara ricambiò, agitata, mentre si avvicinavano agli altri ragazzi.
La capoistruttrice, una donna atletica di nome Atala, iniziò a spiegare cosa prevedeva il programma di addestramento, e la rossa si concesse di osservare gli altri Tributi.
Erano quasi tutti più grandi, e i ragazzi e le ragazze dei primi Distretti erano alti praticamente il doppio di lei.
Un brivido la attraversò e la sua attenzione fu catturata dalla ragazza dell'1, l'unica che non sorrideva sprezzante.
La fissò qualche secondo, ma quando incrociò i suoi occhi azzurri fu costretta a distogliere lo sguardo, arrossendo imbarazzata.
La ragazza inarcò un sopracciglio, ma non disse niente.
Appena Atala smise di spiegare, il gruppo si sciolse e i vari Tributi si avvicinarono alle postazioni.
Anche Ryuuji si allontanò, avvicinandosi a una postazione quasi vuota.
Kiara si guardò intorno dubbiosa, indecisa sul da farsi. Poi pensò che era meglio iniziare a maneggiare un'arma.
Lei era abbastanza brava a tirare i dardi con la fionda, ma quella non era un'arma vera e propria e non poteva essere sicura che ci fosse nell'Arena.
Perciò si avvicinò alla postazione di lancio, e iniziò a seguire le lezioni primarie su come tirare un coltello o una scure.
Decise di provare e guardò indecisa i numerosi pugnali appesi sulla parete.
Si morse le labbra e ne prese uno; lo soppesò un poco, cercando di capire quanto potesse essere difficile lanciarlo.
Spostò lo sguardo sulla postazione.
Molti Tributi si erano radunati lì; la maggior parte tirava già quei pugnali alla perfezione, e la rossa si sentì parecchio stupida.
La sua attenzione fu poi catturata da una ragazza che stava entrando in quel momento.
Il viso della giovane era dolce, la sua espressione seria aveva una traccia di tranquillità innata, gli occhi dorati, grandi e vivi; i capelli erano scuri e mossi, e ricadevano dolcemente sulla schiena.
La ragazza, senza scomporsi minimamente, si avvicinò alla parete e iniziò a fissare i coltelli senza degnare di uno sguardo Kiara.
Dal canto suo la dodicenne la fissava ammirata; la castana scelse un coltello e si avvicinò alla postazione di lancio, sempre sotto lo sguardo attento della più piccola, e tirò il pugnale, che si conficcò preciso e potente al centro del bersaglio.
Kiara battè le mani, sorridendo entusiasmata. -Sei bravissima!- esclamò, senza pensare quanto questo potesse essere infantile.
La giovane, stupita, si girò verso la rossa, i suoi occhi dorati illuminati dalla curiosità. Poi sorrise e il suo viso si illuminò.
-Grazie.- rispose allegramente, scendendo dalla postazione. -Mi chiamo Skylin Florance.- le sorrise come si sorride a un'amica.
Per un attimo, Kiara si chiese se familiarizzare in quel modo fosse una cosa giusta, ma poi si disse che avere un'alleata non l'avrebbe di sicuro svantaggiata.
-Kiara Ovuet. Hai fatto un tiro fantastico!- esclamò, prendendo le mani di Skylin e fissandola diritta negli occhi, giallo contro blu.
La castana rise. -Grazie. Se vuoi ti insegno.- propose, senza smettere di sorridere con quella luce che faceva risplendere il suo viso.
La più piccola annuì convinta, e afferrò un coltello. Avrebbe imparato a combattere.

**

Midorikawa sospirò, stringendo febbrilmente quel pezzo di corda.
Non c'era nessuno a fare nodi in quella postazione, ed l'ultima cosa che lui avrebbe voluto era stare fra le gente.
L'istruttore era abbastanza simpatico e si era subito meravigliato della sua destrezza con i nodi.
Ryuuji passava interi pomeriggi fra fili di vario genere, a far correre l'elettricità da un cavo all'altro, quindi fare nodi e collegare corde era una cosa familiare per lui.
Proprio in quel momento era concentrato su un filo di ferro da intrecciare; cercava di capire quale fosse il punto migliore di presa quando due ragazzi si avvicinarono.
Il verde alzò gli occhi, incontrando lo sguardo dei due. Il primo, dai capelli rossi e i misteriosi occhi acquamarina, era del Distretto 5; il secondo veniva dall'8 e aveva anche lui i capelli fulvi, ma le sue iridi erano color miele.
Il secondo non sembrava affatto contento di essere in quella postazione, infatti continuava a borbottare che sarebbe stato decisamente più conveniente andare ad allenarsi con la spada.
Midorikawa tornò a concentrarsi sul suo filo, mentre i due prendevano posizione; non erano molto esperti di nodi, anche se imparavano in fretta.
Il ragazzo del 5 fissò un po' scettico una corda annodata in modo decisamente ambiguo e provò a tirarla, ma tornò subito liscia, come se quel nodo non fosse mai stato fatto.
Ryuuji ridacchiò leggermente. -Hai sbagliato. Si fa così.- mormorò sorridendo appena, e facendo velocemente il nodo che il rosso stava provando a fare.
-Ah.- anche lui abbozzò un sorriso. -Mi chiamo Hiroto Kiyama, e lui è Nagumo Haruya.-
-Midorikawa Ryuuji. Il tuo amico non sembra molto contento di fare nodi.- ribattè il verde, un filo di malizia nel tono, scoccando un'occhiata ad Haruya.
-Infatti.- Nagumo roteò seccato gli occhi. -Io vado ad allenarmi seriamente, non ho tempo da perdere qui.- si alzò, lanciò un'occhiataccia a Hiroto, che non accennava a muoversi e si allontanò.
-Vi siete alleati?- chiese Midorikawa, tentando di sembrare più disinteressato possibile.
-Può essere. Io però devo proteggere la ragazza del mio Distretto, quindi direi che qualunque alleanza stringerò non sarà destinata a durare.- ribattè Kiyama, senza distogliere lo sguardo dalla propria corda.
Ryuuji non commentò e continuarono a fare nodi uno vicino all'altro, senza dirsi più nulla, lanciandosi solo fugaci sguardi ogni tanto.
In certo senso, Midorikawa sentì di essersi già affezionato a lui.

**

Hakai prese in mano il pugnale, studiando la lama con attenzione.
Strinse le labbra, serrando le dita sottili intorno all'impugnatura, e poi alzò gli occhi azzurri verso il manichino.
Osservò il centro segnato di rosso, e alzò la mano, che tremava leggermente.
Doveva concentrarsi. Il solo pensiero che avrebbe dovuto uccidere una persona con quel coltello la bloccava.
Se voleva restare viva, però, doveva imparare. Prese un respiro, con rinnovata decisione, e fissò il manichino.
Stava per tirare, quando un pugnale, sfrecciando vicino al suo viso, andò a conficcarsi al centro del bersaglio.
Trattenne il fiato, trasalendo; se la mira fosse stata sbagliata quella lama l'avrebbe presa in pieno.
-Scusa! E' che volevo tirare.- una ragazza corse verso di lei, e le si fermò davanti, con un bel sorriso.
Hakai la squadrò qualche secondo; aveva capelli rosso scuro, con punte blu notte, abbastanza lunghi, e occhi verde scuro che ridevano. Il labbro inferiore era carnoso ed era mediamente alta e magra. Nel suo quadrato era elegantemente ricamato un 10.
-Mi hai spaventato a morte.- ammise leggermente infastidita, arricciando il naso davanti a quel sorriso luminoso. Come faceva ed essere così serena?
-Scusami! Però non ti ho colpito.- sorrise ancora di più. -Mi chiamo Roxie Ametista.-
-Hakai Chimnoku. Hai una bella mira.- abbozzò un sorriso timido, stringendo le dita fini intorno all'impugnatura del coltello. -Io non riesco a centrare il bersaglio.- ammise dopo, voltandosi la postazione; c'erano pugnali disseminati un po' ovunque, che testimoniavano i tiri andati a vuoto.
-Tentenni troppo prima di tirare. Prendi e lancia, senza pensarci troppo.- le consigliò Roxie, prendendo un coltello da terra e tirandolo verso il manichino; la lama si piantò a fondo, e mancò poco che lo trapassasse.
-Ci proverò.- sorrise, contagiata dall'allegria della rossa, e si disse che in fondo erano già amiche. Non seppe cosa le suggerì quell'idea, ma guardando gli occhi verdi di Roxie le sembrava di essere a casa.

**

Amelia sospirò concentrata, la frangia spettinata che le sfiorava gli occhi, ostacolandole la vista.
Scostò i ciuffi con una mano e si asciugò il sudore dalla fronte, poi alzò lo sguardo azzurro; strinse entrambe le mani intorno al manico della mazza chiodata, tesa.
L'arma era pesante; prese un respiro profondo e non ci riflettè più.
Scattò, e le sue braccia si alzarono, roteando la mazza; sentì la palla di ferro tempestata di spessi aculei girare sopra la propria testa, mentre correva verso il manichino.
Gridò e la sfera si abbattè sulla testa dell'obbiettivo, trapassandolo con gli spuntoni di metallo.
Sorrise vittoriosa, fiera di essere riuscita a tirare un colpo preciso e potente. Una persona, ricevendo un tiro del genere in testa, sarebbe morta di sicuro.
Staccò la mazza chiodata e la posò a terra, prendendo un respiro profondo e spostando indietro i capelli lisci che erano ricaduti sul viso.
Si prese un attimo per guardare intorno a sè e notò in quel momento che c'era aria di tempesta.
Molti Tributi infatti si erano raggruppati intorno a qualcosa; incuriosita, Amelia si avvicinò.
-Cosa succede?- domandò, sperando che qualcuno fosse così gentile da risponderle.
-Stanno litigando.- le disse una ragazza, dagli splendidi occhi verdi con affascinanti sfumature nocciola e capelli ricci e castani che ricadevano lunghi nelle spalle. Un 7 era ricamato sul suo quadrato.
Amelia inarcò un sopracciglio. -Chi sta litigando?- domandò di nuovo, cercando di vedere qualcosa attraverso l'ammasso di gente.
-Il ragazzo dell'11 e quello del 6.- rispose un'altra ragazza avvicinandosi, dai folti capelli rosso fuoco mossi e gli occhi nocciola con impercettibili sfumature smeraldine, con un elegante 9 disegnato sul quadrato.
-Ah.-
Le risse erano una cosa a cui Amelia era abituata; non era affatto raro che a scuola i ragazzi si picchiassero nel cortile e anche lei alcune volte aveva preso parte a queste lotte di gruppo.
Però negli Hunger Games era severamente vietato fare a botte prima di entrare nell'Arena. Se quei due avessero deciso di picchiarsi, avrebbero passato grossi guai.
Poi Amelia considerò che quello non era affatto un problema suo e stava per tornare alla sua postazione, quando la ragazza del 7 la chiamò.
-Ehi Jhons. Ho visto che hai molta forza nelle braccia, saresti brava a usare la scure.-
Amelia si girò, squadrandola senza capire. -Cosa vorresti dire, Endersoon?- ribattè diffidente, ricordandosi appena in tempo il suo cognome.
La riccia abbozzò un mezzo sorriso. -Io ti insegno a usare la scure e tu mi insegni a usare la mazza.-
La ragazza ci riflettè un attimo, poi scrollò le spalle. -D'accordo.-
Le due si allontanarono fianco a fianco, lasciando la ragazza del 9 a fissarle.
La rossa assottigliò gli occhi. Sarebbe riuscita ad entrare nella loro alleanza, in un modo o nell'altro.

**

Natsumi camminò con passo deciso fino alla postazione del tiro con l'arco.
Dedicò uno sguardo ad Amelia e Annalisa, poco lontane, che si destreggiavano con la scure.
Le fissò qualche attimo, gli occhi nocciola attenti e freddi, e poi distolse lo sguardo.
Doveva fare solo in modo che la notassero. Afferò l'arco e lo impugnò saldamente.
Sua madre l'aveva allenata tanto per questo momento, e quell'arma era praticamente un'estensione naturale del suo braccio.
Incoccò e dopo aver individuato il bersaglio scoccò; la freccia si conficcò precisa e veloce.
Questione di pochi tiri e poi i bersagli divennero mobili; era divertente, abbatterli tutti. Si dimenticò quasi che era lì solo per farsi vedere dalle ragazze del 12 e del 7.
Dopo aver fatto cadere l'ennesimo bersaglio scrollò le spalle e alzò lo sguardo, soddisfatta: aveva completato al sessione di allenamento alla perfezione.
Si passò una mano fra i capelli e spostò lo sguardo; catturò gli occhi di Annalisa, che la stava guardando e sorrise fiera.
Vide la riccia chinarsi su Amelia e mormorarle qualcosa all'orecchio, al che anche lei la guardò.
Le due parlarono per un po', poi si avvicinarono. Natsumi sorrise: era fatta.
-Ehi, Kagura.- Amelia la guardò, gli occhi diffidenti e svelti.
-Sì?- rispose la rossa, tentando il maggiore disinteresse possibile.
-Una lezione coi pugnali per una lezione con l'arco.- la castana le tese una mano, senza perdere la sua espressione distaccata.
-Ci sto.- Natsumi strinse senza esitazione la mano dell'altra, e Annalisa, appena un passo dietro l'alleata, sorrise.
Le tre si avviarono verso la postazione di lancio e la rossa si concesse un risolino soddisfatto; Annalisa e Amelia avevano la testa sulle spalle ed erano avversari abbastanza pericolosi.
Quindi averle come alleate non avrebbe che giocato a suo vantaggio.

**

Hikari strinse la presa sull'estremità del nunchaku, concentrata.
Fece scivolare la stretta sulla mano sinistra e poi su quella destra, facendo roteare i due pezzi di legno dell'arma, acquisendo una velocità sempre maggiore.
Quando raggiunse il culmine della velocità scagliò l'arma, che, senza smettere di roteare, andò a mozzare la testa del manichino e tornò nelle mani della mora.
Hikari sorrise soddisfatta, tornando a stringere il manico con le mani sudate.
Sentì due braccia circondarle i fianchi e si girò di scatto, incontrando gli occhi di topazio di Desarm.
-Siamo proprio bravi, neh?- mormorò lui con voce roca, a un soffio dalle sue labbra.
La mora arrossì e il ragazzo si sporse, dandole un bacio fugace, e poi si allontanò un po'.
Hikari gonfiò le guance, delusa da quel bacio che era durato così poco.
-Non fare quella faccia, dai.- rise lui, e allora anche lei sorrise.
-Faccio tutte le facce che voglio.- rispose piccata, voltandosi e tornando a roteare il nunchaku.
Questa volta se lo passò dietro alla schiena, circondadosi la vita per un attimo e poi facendolo roteare sopra la testa, con gesti fulminei e precisi.
Desarm le depositò un bacio sul collo e poi si allontanò, avvicinandosi a un'altra postazione.
-Bleah, fate vomitare.- una voce sprezzante richiamò la sua attenzione e subito si voltò, interrompendo il suo esercizio.
Incrociò gli occhi nero perla di una ragazza alta, dai lisci capelli mori che riflettevano inquietanti sfumature rosse, le labbra sottili arricciate in un sorriso maligno. Individuò un 6 ricamato sul suo quadrato.
-Qualcuno ha chiesto il tuo parere?- sputò acida, l'odio ben marcato nella voce.
La giovane rise sarcastica, chinandosi a prendere una katana da terra. Percorse con le dita sottili e pallide le lama tagliente e poi alzò gli occhi neri, senza smettere di sorridere malignamente.
-Siete davvero penosi.- esclamò ancora, totalmente incurante della domanda dell'altra. Sferrò un colpo con la katana e la testa di un manichino volò a terra.
-Tu, brutta...- Strinse i pugni e pensò che le avrebbe volentieri tirato il nunchaku in testa. Già, l'astinenza dal fumo le faceva uno strano effetto.
-Ehi, non ti scaldare gioiellino.- la ragazza del 6 si girò di nuovo verso di lei, un sorriso da perfetta bastarda sul viso. -Sto solo dicendo la verità.- dichiarò poi candidamente e Hikari sentì chiaramente le mani prudere.
Oh, quanto avrebbe voluto picchiarla.
Poi pensò a come avrebbe reagito Desarm e prese un respiro, tentando di calmarsi.
-Tu non sei nessuno per commentare il nostro rapporto. Anzi, io dico che sei gelosa.- un sorriso provocante le increspò le labbra carnose, gli occhi che ridevano.
La ragazza spalancò gli occhi e si avvicinò a grandi passi a lei.
Per un momento, Hikari pensò che volesse picchiarla; la giovane però la prese solo per il colletto della maglia.
-Mi chiamo Hakaikuro Yamikaze. Guardati le spalle, perchè sarò il tuo peggiore incubo.- le sussurrò all'orecchio con voce gelida, così tanto che un brivido le attraversò la schiena.
Poi la ragazza del 6 la mollò e se ne andò; Hikari prese un respiro profondo, tornando a serrare le dita intorno al nunchaku.

**

Marina sferrò un fendente e la lama sottile e affilata della katana squartò in due parti il manichino, producendo un sibilo.
La castana assottigliò gli occhi celesti, stringendo le dita affusolate intorno all'impugnatura: non era ancora perfetto.
Come ogni adolescente del suo Distretto, anche lei era stata allenata per combattere negli Hunger Games.
Non aveva mai desiderato così ardentemente di partecipare ai Giochi, anzi, ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma questo non voleva dire che non eccellesse nel combattimento.
La katana era sempre stata la sua arma preferita, sottile e tagliente, che spezzava l'aria con quel suono così familiare.
Portò entrambe le mani a stringere il manico, mentre con gli occhi studiava la lama curva e scintillante.
Scattò e la testa del manichino volò a terra, recisa dalla lama tagliente.
Marina si girò di scatto, squartando il petto di un'altro manichino dietro di lei, per poi tirargli un fendente decisivo che fece cadere il fantoccio di cotone dal piedistallo.
Un sorriso accennato sbocciò sulle sue labbra, mentre soddisfatta scostava i capelli che le erano finiti sul viso durante la sessione.
Si guardò intorno, notando la ragazza del 2 dall'altro lato della postazione. Si voltò dall'altra parte, per niente interessata.
La sua attenzione fu catturata da due ragazze che si stavano avvicinando in quel momento: la giovane del 3, dai folti capelli rossi legati in due bizzare code, e quella dell'11, dai lunghi capelli scuri e mossi e i grandi occhi dorati.
Fingendo casualità, Marina le osservò.
Le due ragazze, parlando e ridacchiando fra loro, iniziarono a seguire le prime lezione su come usare una spada e la ragazza dell'1 sogghignò leggermente.
Quelle due la incuriosivano, ma erano davvero delle principianti.
Tornò a concentrarsi sul suo esercizio, ma continuò a lanciare fugaci sguardi alle altre, che intanto si allenavano senza averla notata.
Non sapeva perchè, ma si sentiva davvero attratta da loro.
-Guarda Skyl, là c'è il tuo compagno di Distretto!- esclamò la ragazza del 3, indicando una postazione poco distante.
Anche Marina si voltò. Un ragazzo alto dai buffi capelli color salmone stava parlando con un'altro, con la testa rasata se non per un ciuffo ribelle e moro.
Sembravano nel mezzo di una discussione abbastanza accesa, anche se non riusciva a sentire cosa stessero dicendo.
Quando il ragazzo dell'11 prese per il colletto della maglia l'altro, la giovane dagli occhi dorati sussultò.
-Ma che sta facendo quell'idiota? Avanti Kia, andiamo a vedere.- esclamò, avviandosi verso la postazione dei due litiganti, seguita dalla rossa.
Marina temporeggiò indecisa: lasciar predere il suo addestramento e andare a vedere oppure continuare ad esercitarsi?
Anche lei era curiosa di capire cosa stesse succedendo, ma dopotutto non c'entrava niente con la discussione dei ragazzi.
Però... Se voleva allearsi con quelle due questa era una buona opportunità.
Scosse la testa e scese dalla sua postazione; per una volta voleva dare ascolto all'istinto, anche se non era sicura che fosse la scelta migliore.
-Che sta succedendo qui?- domandò alle due ragazze una volta arrivata al luogo del litigio.
Fu la ragazza del 3 a risponderle. -Non lo so.- esclamò con un nota preoccupata nel tono.
Doveva essere più piccola di lei, dato che la superava di parecchi centimetri.
Osservandola, non potè fare a meno di pensare che fosse proprio una bambina. Non avrebbe dovuto essere lì a combattere in una sfida mortale.
Strinse i pugni e distolse lo sguardo, decisa a lasciar perdere quei pensieri spinosi.
Molti altri Tributi, incuriositi da tutto quel trambusto, si erano avvicinati a osservare i due litiganti, che però continuavano a scambiarsi battute acide senza degnare di uno sguardo tutti quegli "spettatori".
La ragazza dell'11 continuava a dare spintoni a tutti quelli che si erano accalcati intorno ai litiganti, tentando di raggiungerli.
-Comunque io sono Kiara Ovuet, piacere.- la rossa si voltò verso Marina, sorridendo.
La castana rimase sbigottita da tutta quella tranquillità, ma non lo diede a vedere. -Marina Haugen.- rispose distogliendo lo sguardo.
-Lei invece è Skylin Florance. Quelli che si stanno picchiando sono il suo compagno di Distretto e il ragazzo del 6.- continuò candidamente Kiara, e il suo sorriso si smontò.
Sylin riemerse dalla folla con uno sbuffo esasperato. -Se continuano così finiranno per picchiarsi.- si lamentò, incrociando le braccia al petto e soffiando via dal viso una ciocca scura, con disapprovazione.
-E cosa ti importa?- domando Marina, con l'ombra di un sorriso maligno nella voce.
La ragazza dell'11 le indirizzò un'occhiataccia. -Mi importa perchè è il fratello del mio migliore amico e io gli voglio bene!- esclamò piccata.
Marina inarcò un sopracciglio e Skylin, appena si rese conto di quello che aveva detto, arrossì.
-C-Cioè... N-Non voglio dire che... I-Io...- balbettò e Kiara rise.
-Oh Skyl, dovresti vedere la tua faccia!- esclamò fra le risa. Ancora una volta, ascoltando quella risata, Marina pensò che Kiara era solo una bambina, candidamente infantile.
Serrò le labbra e stette in silenzio.
-Forza, andiamo a fermarli prima che si picchino.- propose la rossa quando ebbe smesso di ridere. -Vieni anche tu, Marina?- le domandò e la castana le dedicò un'occhiata di traverso.
-No.- dichiarò infastidita, e la dodicenne fece spallucce.
-Come vuoi. Andiamo Skyl.-
Le due ragazze si addentrarono nella folla dando spintoni a destra e manca per farsi spazio.
Marina, rimasta sola, incrociò nervosamente le braccia. Non riusciva proprio a capire perchè i sorrisi di Kiara la spiazzassero tanto. Perchè guardandola non riuscisse a pensare ad altro che a quella infantile luce che rischiarava i suoi occhi.
Dopotutto, non le sarebbe dovuto importare niente. Dopotutto, avrebbe dovuto ucciderla appena entrate nell'Arena.
Con l'amaro in bocca si girò, per tornare ad allenarsi; già, eppure sapeva che non sarebbe mai riuscita a ferire Kiara.
Strinse i denti e camminò più in fretta.

**

Skylin tirò una gomitata a un ragazzo, senza nemmeno guardarlo in viso.
Voleva solo arrivare da Atsuya e dirgli che era un idiota.
Un vero e proprio idiota.
Come poteva pensare di mettersi a picchiare un ragazzo in questo momento?!Che aspettasse di entrare nell'Arena, accidenti!
Non sentiva più Kiara dietro di lei, ma non si voltò. Probabilmente l'avrebbe raggiunta.
Quando finalmente riuscì ad uscire dalla folla e arrivare davanti ai due litiganti, si avvicinò con passo deciso al Fubuki e, con sguardo truce, lo prese per un braccio.
-Smettila di fare l'idiota, idiota.- sbottò, iniziando a tirarlo.
Lui non si mosse e assottigliò gli occhi. -Stanne fuori Skylin.- sibilò, la voce e lo sguardo freddo, liberandosi con uno strattone dalla ragazza.
Il ragazzo del 6 rise, esclamando qualcosa che la castana non sentì, troppo impegnata a sbuffare e incrociare nervosa le braccia al petto.
Stava per dire qualcosa, ma il moro la precedette. Con uno slancio, la folla che nascondeva il suo gesto ai Pacificatori, si avventò su Atsuya, tirandogli un pugno in viso.
Il ragazzo dell'11 stette fermo un secondo, uno solo, troppo teso per sentire dolore, stupito. Poi si riscosse e saltò a sua volta sul moro, prendendolo a schiaffi.
La folla emise un boato, di approvazione o disapprovazione Skylin non lo capì; la ragazza afferrò Atsuya per il colletto della maglia, costringendolo a tirarsi in piedi.
Il ragazzo del 6 aveva il viso rosso e un fiotto di sangue usciva dal naso. Si pulì infuriato e avrebbero ricominciato a picchiarsi se non fosse stato per i Pacificatori, che intervennero in quel momento.
Skylin fu abbastanza svelta da trascinare via Atsuya prima che potessero beccarlo e punirlo.
Ignorando i suoi lamenti lo portò in una postazione lontana.
-Adesso tu mi spieghi cosa stavi facendo!- sbottò la castana, gli occhi lampeggianti di rabbia.
Lui incrociò le braccia al petto, assumendo un'espressione offesa. -Nessuno aveva chiesto il tuo aiuto e io non ti devo nessuna spiegazione.-
Skylin era sull'orlo di una crisi isterica e stava per urlargli contro cose abbastanza disdicevoli. Con lo spavento che le aveva fatto prendere, era il minimo!
Ma fu interrotta da due ragazzi che si avvicinarono in quel momento.
-Sei stato tu a picchiare Fudou, vero? Sei stato un grande, chissà che soddisfazione!- esclamò un ragazzo dai lunghi capelli turchesi legati in una coda e gli occhi castani, con un 9 ricamato sul suo quadrato.
-Si meritava che qualcuno lo picchiasse a dovere.- concordò l'altro, del Distretto 4, dai capelli castani e gli occhi scuri, annuendo.
-Tsk, era solo un'idiota sbruffone.- Atsuya sogghignò soddisfatto.
-L'unico idiota sbruffone qui sei tu!- sbuffò invece Skylin, arrabbiata. Non poteva ignorarla in quel modo!
-Stai calma, uccellino.- Atsuya le dedicò un'occhiata di traverso e la castana notò che il livido sulla guancia stava iniziando a gonfiarsi.
Questo se possibile la fece infuriare ancora di più. Ma, prima che potesse dirgliene quattro, una ragazza fece la sua apparizione.
Skylin sbuffò. Volevano lasciarla parlare o no?!
-Ehi, ma che stava succedendo?- la ragazza era slanciata, dai capelli bruni e spettinati con alcuni ciuffi che ricadevano ribelli sulla fronte e gli occhi cobalto, grandi e decisi. Un elegante 8 era ricamato sul suo quadrato.
-Questo idiota stava facendo l'idiota, come al solito.- sbuffò Skylin, esasperata.
La bruna ridacchiò. -Mi chiamo Misaka Mikoto, piacere.- si esibì in un bel sorriso.
-Skylin Florance.- borbottò irritata la castana. -E adesso dov'è finita Kiara?!- sbottò, guardandosi intorno.
Aveva bisogno del sostegno dell'amica, altrimenti era sicura che avrebbe avuto una crisi isterica.
Oh, in quel momento avrebbe voluto picchiarlo lei, Atsuya!
-Quella ragazzina dai capelli rossi?- domandò Misaka, inarcando un sopracciglio.
-Sì! Dov'è?- Skylin si avvicinò di scatto alla bruna.
-Stava parlando con il ragazzo del 10 e la ragazza del 4.-
Appena Misaka finì di parlare, Skylin stava già correndo verso una postazione poco lontana.
Aveva bisogno di sfogarsi con Kiara, non poteva resistere. Mentre correva, pensò che la rossa era diventata un po' come la sua sorellina.
Sorrise con tenerezza e sentì una tristezza dolce attanargliarle il petto.
Poi la vide. Kiara era girata di schiena; davanti a lei, c'era una ragazza dai capelli ricci e scuri e gli occhi smeraldini, con un 4 ricamato sul quadrato.
-Kia!- trillò e la rossa si voltò, stupita e sorridente.
-Skyl!- esclamò a sua volta, correndole incontro e abbracciandola.
Quel contatto la lasciò spiazzata. Rimase immobile, sotto lo sguardo scettico della ragazza del 4 e di un ragazzo dai capelli a rasta e i diffidenti occhi rossi.
Kiara si allontanò, senza smettere di sorridere. -Mi stavo giusto chiedendo dove fossi finita!- esclamò, avanzando verso i due ragazzi, seguita dalla castana.
-Ti presento Zoey Jackson e Kidou Yuuto. Ragazzi, lei è Skylin Florance, la mia alleata.-
La castana sobbalzò quasi. Alleata? Non le dispiaceva affatto come idea, ma non ci aveva mai pensato sul serio. Davvero lei e Kiara erano alleate? Era un'idea strana. Quasi quasi preferiva considerarla solo un'amica, anche se pensarla come un'alleata le avrebbe fatto molto meno male.
-Così il ragazzo del tuo Distretto si stava picchiando con Fudou.- disse Kidou, incrociando le braccia al petto.
Skylin arricciò il naso. -Già. E' un'idiota.-
Si sentiva a disagio davanti a quei due. Voleva allontanarsi il prima possibile.
-Allora Kiara, possiamo allenarci insieme. Sono brava coi coltelli.- cambiò discorso Zoey, esibendosi in un sorriso fiero.
La castana assottigliò gli occhi. -No. Kiara ha già me come insegnante.- sibilò sprezzante, gli occhi puntanti in quelli verdi della ragazza del 4.
La riccia le rivolse un'occhiata di traverso. -Nessuno ha chiesto il tuo parere.-
-Oh, sì invece! Non ti ricordi, bellezza? Io e Kiara siamo alleate.- detto questo afferrò per un braccio la dodicenne, trascinandola via.
Prese un respiro carico d'odio. Nessuno poteva permettersi di portarle via Kiara. Lei era la sua amica, la sua sorellina. Non avrebbe permesso che una stupida ragazzina spocchiosa gliela portasse via.
-Calmati Skyl. Avrei rifiutato.- esclamò Kiara, fermandosi e facendo bloccare anche l'amica.
-Ma non l'hai vista?! Grr... Se penso alla faccia che aveva quell'oca...- scosse la testa, stringendo i pugni fino a farsi male. -Non devi fidarti dei Favoriti.-
La rossa sbuffò. -Lo so. Non sono una bambina.- abbassò gli occhi. -E comunque a me non era sembrata così cattiva...- mormorò a voce più bassa, ma Skylin la sentì comunque.
Sospirò e circondò le spalle di Kiara con un braccio. -Non permetterò che ti uccidano. Te lo prometto.-
E sapeva benissimo anche lei che era una promessa stupida, ma non le importava.
















Ehilà Tributi! **
Ahahaha yes, adesso inizio a chiamarvi così uwu
Premetto che questo capitolo non mi convince per niente. Argh >.<
Ah, non odio nessun Oc XD
So che alcuni hanno fatto proprio un'impressione non proprio rosea, però keep calm, recupererò più avanti ;)
E dai, sono riuscita ad aggiornare in un tempo più o meno decente **
E' un record, ammettetelo uu
Ovviamente non posso accontentare tutti per le alleanze, ma cercherò di rispettare quello che mi avete detto ;D
In questo capitolo si capisce più o meno chi si allea con chi (?), ma niente paura, molte alleanze si creeranno nell'Arena.
E non preoccupatevi se la vostra Oc non ha grande contatto con il proprio ragazzo, l'Arena aiuterà tutti i vostri amanti sventurati (?)
Yes yes, dopo aver detto una cavolata dopo l'altra è meglio che tolgo il disturbo xD
Ciao **
Lucchan
  
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