Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Just Izzy    21/07/2014    5 recensioni
"Bene... Vi starete chiedendo perché queste cassette siano arrivate proprio a voi. Semplicissimo, siete una delle tredici ragioni del mio suicidio. Non allarmatevi, nulla di grave. Ogni volta che vi vedrete vi guarderete in cagnesco e poi vi imbarazzerete perché siete colpevoli anche voi e chissà cosa avrà sentito l’altra persona su di voi. Nulla di personale."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Traccia Quarta
 
 
 
Il taxi si ferma a metà strada.
 
-Che succede?- chiedo al conducente mentre lui si volta, appoggiando una mano sul sedile accanto al suo.
 
Mi guarda e mi sorride. Ha un volto simpatico, porta gli occhiali e un berretto di lana. -Siete arrivato.-
 
Arrivato? Di già?
 
Lancio un'occhiata fuori.
 
No, si sbaglia, qui non c'è il Diogenes Club. Non vedo traccia della targhetta color oro, tirata come sempre a lucido, quasi fosse un trofeo. Nessun edificio bianco in stile neoclassico all'orizzonte.
 
Il taxista scende dalla vettura e dopo aver aperto la portiera e tirato su il sedile mi guarda con sguardo gentile.
 
-Non siamo arrivati- ripeto, testardo. -Ci sono ancora due metri da fare, circa- gli dico mentre faccio uno sforzo disumano per scendere. Ho ancora le cuffie nelle orecchie ma non sto ascoltando nulla.
 
-Niente da fare. Io devo fermarmi qui. Ordini del Governo. Se vuole può continuare da solo. Io non posso fare nient' altro per aiutarla- mi dice, amareggiato.
 
Lo guardo e poi mi ricordo di doverlo pagare, così comincio a frugare nelle tasche. Lui con un lieve sorriso, scuote la testa e scrocchia la lingua.
 
-Mi pagate per questo pezzetto di strada? Non si preoccupi- mi dice sorridendo. Sorrido anche io e ricomincio a camminare mentre lui risale sul taxi e se ne va. Mi metto le mani in tasca e premo il tasto PLAY.
 
 
 
PLAY.
 
Bene, bene. Anthea, mia cara. Ti ricorderai quel giorno in cui mi hai convocato facendomi credere che Mycroft voleva vedermi. Ebbene, non c'era mio fratello ad aspettarmi ma eri proprio tu, Anthea. Mi ricordo anche che arrivasti ad offrirmi del "Chardonnay", se non sbaglio. Eri anche visibilmente imbarazzata. Quella volta non avevi il cellulare in mano, è stato strano vederti senza. Mi ricordo anche che avresti voluto cominciare una discussione. Ma non ci riuscivi. Balbettavi parole a caso, senza un nesso logico. All'inizio non riuscì a capire. Facevi quasi paura. E tutto il giorno rimasi con quel pensiero in testa di te che mi guardavi e balbettavi senza senso. Il pensiero di una te tanto strana senza cellulare e che mi aveva invitato con la scusa di Mycroft...
 
Ma mi spiace, la tua storia non è ancora giunta al termine.
 
Infatti ...
 
PAUSE.
 
 
 
Comincia a piovere, sento le gocce sulla pelle. Sono senza ombrello, ma non mi importa. Lascio che il bagnato mi entri dentro, tanto ormai non sento più niente. C'è Sherlock nelle mie orecchie. Di nuovo, dopo tanto, troppo tempo.
 
E la pioggia non esiste.
 
-Dottor Watson? Cosa ci fa qui, a quest'ora?- mi chiede una voce alle mie spalle.
 
Mi volto e trovo davanti a me la nuova ragazza dell'ambulatorio.
 
Dio, non ricordo il suo nome.
 
-Oh, ciao. Facevo un giro, sai com'è mi serve per smaltire la tensione mattutina, Julienne - le dico, sicuro di aver azzeccato il nome.
 
Tengo le dita incrociate dentro la tasca dei pantaloni. Ora che la guardo bene ha anche un bel viso incorniciato dai capelli biondi e corti, due guance paffute e due grandi occhi verdi.
 
-Mary. Mi chiamo Mary- mi corregge, ma non sembra scocciata dal mio errore. Sorride.
 
Sorrido imbarazzato anche io e mi scuso, ma lei mi fa un gesto che interpreto come"Non preoccuparti".
 
-Che band ascolta?- mi chiede indicando cuffie e iPod.
 
Mi ero completamente dimenticato di Sherlock.
 
-Emh, ascoltavo ... I Muse- dico, cercando di mostrarmi convinto, ma alla fine quella che esce dalla mia bocca suona più come una scusa e una cosa buttata lì a caso, anche se in verità i Muse mi sono sempre piaciuti.
 
-Oh, la facevo più un tipo da Beatles- commenta Mary, senza smettere di sorridere.
 
-E lei?- chiedo levando le cuffie e posandole dentro la stessa tasca dell'iPod. -Che musica preferisce?-
 
-Coldplay. Li conosce?- mi chiede, senza smettere di sorridere.
 
Scuoto la testa e lei fa una faccia quasi indignata.
 
-Cosa succede?- le chiedo preoccupato.
 
Mary mi guarda, sembra offesa.
 
-Non conoscere i Coldplay è una specie di eresia! Dovrebbe subito rimediare!- esclama spostandosi sotto un balcone che la ripara dalla pioggia e io faccio lo stesso. Ridiamo insieme, poi getto una rapida occhiata all'iPod, ricordandomi di Sherlock.
 
Incredibile come parlare due minuti con Mary me lo abbia fatto dimenticare così in fretta. Due suoi sorrisi e la voce di Sherlock è solo un eco lontano, una memoria malinconica che ha fatto il suo tempo.
 
-Scusa ma devo andare, si è fatto tardi- le dico, improvvisando, guardando distrattamente l'orologio.
 
Lei annuisce senza perdere il sorriso dolce che ha sul viso.
 
-Quindi ci vedremo domattina a lavoro, Dottor Watson?- mi chiede cominciando a salutarmi.
 
-Ovviamente. Mi raccomando puntuale. E magari porta un CD dei Coldplay- le dico ridendo. Lei ride a sua volta.
 
-E lei ne porti uno dei Muse!- mi risponde e si allontana nella direzione opposta. Procedo per la mia strada sotto i balconi e arrivo all'ingresso del "Diogenes Club".
 
La targhetta c'è sempre, il nome è sempre inciso su di essa, sembra quasi che nemmeno la pioggia riesca a intaccarla. La porta di ingresso è sempre tirata a lucido, così come la maniglia e il numero che si trova attaccato alla porta. Persino la buca delle lettere è perfettamente immacolata. Ed è tutto di color oro.
 
Sorrido e premo PLAY.
 
PLAY.
 
Non voglio che voi entriate. Voglio solo che guardiate quell'edificio in tutta la sua maestosità e che immaginiate che al secondo piano, nella terza stanza, ci siano due persone: Anthea e me.
 
Magari seduti ad un tavolo, che conversiamo amabilmente. 
 
State immaginando?
 
 
 
Alzo la testa e guardo la finestra, figurandomi la scena nella mente. Non è tanto difficile. Anzi, è veramente semplice.
 
 
 
Ora mi piacerebbe che voi immaginaste Anthea che cerca di allungare la mano, il piatto vuoto, a differenza del mio che è pieno. Immaginate anche una rosa rossa che ci separa. Immaginate i nostri sguardi più intensi e carichi d'amore che mai.
 
 
 
-Ho fatto, Sherlock, cosa devo fare ora?- sussurro, come se potesse sentirmi.
 
 
 
 Dimenticate tutto.
 
 
 
Cosa? Dimenticare tutto ciò che ho immaginato?
 
É assurdo.
 
Ma lo faccio, perché è una delle sue ultime volontà.
 
 
 
Ora immaginate che lo stesso uomo di prima abbia le mani a preghiera sotto il mento. Che stia sparando a raffiche critiche e presunzioni sulla vita di Anthea, che le abbia dedotto il passato con un solo sguardo.
 
Mia cara Anthea, non hai potuto tenere nascosti i tuoi segreti tanto a lungo.
 
La colpa è tua.
 
Se non avessi detto a mio fratello che avevo aiutato la Donna a fuggire, forse tutto questo non sarebbe successo.
 
Esatto, Irene Adler è viva.
 
E Anthea, io mi fidavo di te. Tu hai tradito la mia fiducia e io ho tradito la tua. Non sai infatti che ho preso il tuo cellulare, ho scoperto la password in un arco di tempo di quindici secondi (molto semplice, banale e prevedibile a dire il vero) e ho visto tutti i tuoi messaggi.
 
Dovete sapere che la cara Anthea era stata ingaggiata da un certo Jim Moriarty per scoprire i miei punti deboli, quelli più profondi, e che i due si sono inviati messaggi per circa cinque settimane, scambiandosi opinioni non solo su quello che Anthea aveva scoperto su di me, ma anche sulle fortuite relazioni con varie donne che mi stavano accanto. Da Molly Hooper a Irene Adler fino ad arrivare alla stessa Anthea che, sono sorpreso, si è ritenuta incredibilmente interessata a me.
 
 
 
-Come darle torto?-
 
Ho ancora lo sguardo alzato mentre parla del suo incontro con Anthea. Mi colpisce al cuore quando dice il nome di Moriarty. Non lo dice in maniera calma, anzi sembra che un brivido lo attraversi.
 
 
 
E questo è quanto, signori.
 
Provate per Anthea e tutti coloro che sono venuti prima di lei un disprezzo tale da non riuscire ad immaginare quanto voi altri, che venite dopo di lei, mi avete fatto? Oh, miei cari idioti, non sapete cosa vi aspetta. Voi, ultimi, come dice il vecchio detto, sarete i primi, voi e le vostre colpe. E con questo diamo il via al girone di Irene Adler! La Donna, l'unica...
 
Ma sarà vero?
 
Oh be', non vorrei dire, ma lei è veramente stata l'unica donna a farmi male. Tanto male. Oh e ho anche un piccolo messaggio per John.
 
John Watson.
 
PAUSE
 
 
 
Le mani cominciano a tremarmi, le gambe si fanno gelatina.
 
Comincio a camminare sperando di far passare questa sensazione. Ma il punto è che la situazione comincia a peggiorare di gran lunga.
 
Ho un capogiro e ho bisogno di sedermi su un gradino e riprendere fiato prima di riuscire a riprendere a camminare e premere di nuovo PLAY.
 
 
 
PLAY.
 
John, volevo solo dirti che mi manchi.
 
 
 
Ed è adesso che so che quelle sul mio viso non sono gocce di pioggia, ma lacrime amare e salate che mi solcano il viso.
 
Scosso dai singhiozzi, riesco a malapena a premere il tasto PAUSE. Per poco l' iPod non mi cade dalle mani. Chiamo un' altro taxi ed è lì che mi lascio andare davvero.
 
-E allora, se ti manco, perché mi hai lasciato da solo? Non riesco ad andare contro il mondo, senza di te, idiota. Dannazione, Sherlock, sei un fottuto idiota- sussurro.
 
Il taxista è confuso quando mi chiede per dove.
 
-Il pub più vicino- gli rispondo improvvisando.
 
Guardo l'iPod. Per un po’ di tempo non voglio nemmeno vederlo, voglio che sparisca dalla mia vista.
 
Oh ma chi voglio prendere in giro? È ovvio che voglio andare avanti, sentire tutto il resto! Me lo rigiro fra le mani mentre premo il tasto PLAY.
 
 
 
PLAY.
 
Oh, siamo arrivati a Donovan? Sally Donovan? Ciao, Sally. Non so nemmeno perché...

PAUSE.
 
 
 
-C-Cosa? Non sono arrivato qui. Cazzo- impreco a bassa voce.
 
-Che succede?- chiede il taxista preoccupato mentre guarda dallo specchietto retrovisore. -Sto andando in qualche posto sbagliato?-
 
Mi ridesto dal mio Paese delle Meraviglie e ricambio lo sguardo dallo specchietto. -Cosa? No, non parlavo con lei, parlavo con questo maledetto iPod- rispondo squadrando l'oggetto che tengo tra le mani.
 
-Ah, questa tecnologia! Ai miei tempi, questi aggeggi non esistevano! Hanno fatto male ad inventarli!- commenta l'autista.
 
Sicuramente è un uomo anziano, con tanta di quella esperienza alle spalle che non dispone fiducia a nessuno, nemmeno a degli oggetti.
 
Anche io ero così, fino a qualche anno fa.
 
E se penso, che è proprio questo "aggeggio tecnologico" a tenermi in contatto con l'amore della mia vita, mi viene da ridere.
 
Sbuffo e faccio un sorrisetto amaro, e quello riprende il suo viaggio squinternato.
 
Mi ci vuole tutta la forza per trattenere i conati di vomito e premere nuovamente il tasto PLAY, questa volta nella giusta traccia.
 
 
 
PLAY.
 
John, volevo solo dirti, che mi manchi.
 
Bene dopo questa parentesi smielata che ho aperto di malavoglia e chiuso con altrettanta malavoglia, visto che cominciava a piacermi, ritorniamo a cose più amare. Irene Adler, ti volevo solo dire grazie. Grazie per aver reso la mia vita uno schifo. In verità grazie a tutti voi.
 
 
 
Comincia ad applaudire.
 
Grazie di cuore, davvero.
 
 
 
Beve ancora un sorso d'acqua, mentre l'unica cosa di cui ho bisogno io è una bella sbronza.
 
PAUSE.
 
Note dell’ autrice.
 
Hola.
 
Questa volta non sapevo se mettere le note oppure no ma alla fine le ho messe perché vi volevo ringraziare. Davvero questa storia sta avendo un successo enorme e voi siete veramente tantissimi!
 
Davvero grazie di cuore.
 
Niente dopo questa parentesi volevo ringraziare come sempre la mia meravigliosa beta, Inathia Len, e tutti voi che seguite e vi premunite di recensire! Grazie :3
 
Stay tuned!
 
With so much love,
 
BAZINGAA! 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Just Izzy