Anime & Manga > Doremi
Segui la storia  |       
Autore: MaJo_KiaChan_    22/07/2014    3 recensioni
Salve a tutti!
Questa è la mia prima fanfiction su questo fandom, spero vi piaccia!
Parla di tutto ciò che accade prima della famosa light novel Ojamajo Doremi 16, ovvero quello che è successo alle medie.
Ci sarà ovviamente Doremi e forse anche le altre ragazze!
Buona lettura!
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doremi Harukaze, Tetsuya Kotake
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

≈ Ojamajo Doremi Before Sixteen ≈

Capitolo XIII: Vittoria schiacciante!

Mi siedo sugli spalti, poggiando la testa al palmo della mano sinistra. Beh, tra poco dovranno cominciare, no?
Oh, eccoli finalmente! I giocatori della squadra della nostra scuola sono capitanati da Takao Kimura, attaccante e vecchio compagno di classe delle elementari. Comunque nel secondo tempo uscirà e darà il cambio a Kotake. Gli altri mi sembrano tutti ragazzi che non conosco o che ho visto di sfuggita in giro per l’istituto. Probabilmente fanno parte delle altre classi. 
Cambio direzione e do un’occhiata all’altra squadra: sono tutti più grandi di noi di due anni, che ingiustizia! Intravedo la figura di Hiroshi: capirai, quello si riconosce anche lontano un miglio…
Il biondo alza la testa in mia direzione facendomi l’occhiolino, mentre io mi limito a uno sguardo corrucciato e una linguaccia. Che persona presuntuosa! Giuro che se Kotake gli lascerà vincere la partita, entrerò in campo e gliela farò pagare!
<< Che rabbia, che rabbia, che rabbia, che rabbia! >> sussurro piano digrignando i  denti.
 
***

E il primo tempo è andato. Siamo sotto di un goal, dannazione!
Quel Hiroshi è davvero spregevole: ha fatto così tanti falli che mi meraviglia l’arbitro ne abbia contato solamente uno!
La pausa è iniziata già da un po’ e io sto ancora qui, ferma su questi scalini scomodi. Ah, ma chi me lo fa fare?
 << Ok, è tempo di sgranchirsi un po’! >> Mi alzo avvicinandomi ad una fontanella. Cavolo, il sedere non mi ha mai fatto così male!
Do un piccolo sorso all’acqua e poi controllo rapida l’orologio: sono passati ventidue minuti, la partita dovrebbe essere già ricominciata. Perché non si decidono ad entrare in campo? Dopo poco, quasi a volerlo fare apposta, ecco i giocatori di entrambe le squadre andare alle proprie posizioni.
Corro risiedendomi dov’ero prima e poi la mia attenzione ricade alle panchine della squadra di Tetsuya. Il mister è in piedi, rigido come una roccia. Sembra pensieroso. Che abbia deciso di non farlo entrare più? Scaccio immediatamente questi pensieri dalla testa: no, serve uno come lui. Deve farlo giocare!
Il secondo tempo è iniziato, ma sono troppo impegnata ad osservare lo sguardo preoccupato di Kotake in panchina. È nervoso: da minuti continua a muovere velocemente le dita, a darsi piccoli pugni sulle gambe, a sistemarsi meglio i calzini mentre i suoi occhi sono fissi a ogni minimo passaggio dei giocatori. Sussulta ogni tanto quando la squadra fa un passo sbagliato e si alza addirittura, quasi come volesse entrare in campo e non potesse. Ora tiene stretto i pugni fino a far diventare le nocche bianche, tanta è la forza esercitata. Si avvicina al mister, sembra discutere con lui. Rimane comunque serio fino a quando il mister gli dà il via per il riscaldamento. È incredibile: i suoi occhi si sono illuminati in un secondo, i muscoli facciali non sono più tesi come le corde di un violino, ma sono rilassati. Butta all’aria la maglietta delle riserve e fa stretching ai lati del campo.
Ok, è arrivato il momento! Finalmente è ora di entrare in azione, Tetsuya. Sono sicura che ce la farai.
                                                             
***
 
Dopo aver fatto entrare Kotake in campo, l’arbitro dà di nuovo il via al gioco. È una partita sempre più emozionante: anche se i giocatori della squadra di Hiroshi continuano a fare falli, Tetsuya sembra avere in mano la situazione. Rimane calmo, incita i suoi compagni e poi eccolo lì che scatta come un campione. Il mio cuore batte all’impazzata quando tira in porta e fa goal!
<< Vai così! >> mi alzo all’improvviso e salto dalla gioia. Il moro incontra i miei occhi e sorride.
Ritornano ai loro posti, l’arbitro sistema il pallone al centro del campo. Hiroshi prende velocemente la palla e, preoccupato per il pareggio, la lancia dritta in porta da metà campo. Il ragazzo con i capelli castani e dalle numerose lentiggini alla nostra porta afferra senza problemi il pallone e lo tira con le braccia a Tetsuya. Lui passa il pallone ad altri due giocatori più indietro, per poi riaverlo quando gli avversari non lo marcano più.
<< Forza, hai un’altra occasione per fare goal! >> sussurro mentre i miei occhi non si staccano neanche un secondo dalla palla.
Purtroppo arriva un avversario grande e grosso che gli devia il tiro afferrandolo per la maglietta. Il pallone prendere la traversa.
<< Non è giusto! Possibile che l’arbitro non veda proprio niente?! >> credevo che anche questa volta il tipo in giallo non gli avrebbe dato il fallo, ma alla fine eccolo lì avvicinarsi ai due e alzare in un gesto deciso la mano destra con un cartellino giallo.
<< Oh, finalmente! >> urlo facendo un ampio gesto teatrale con le braccia.
Wow, ora ha una doppia possibilità di fare goal! Dato che il fallo è stato fatto vicino alla porta, Tetsuya può fare un calcio di rigore. Eccolo che sistema con attenzione il pallone ai suoi piedi, nel punto esatto indicatogli dall’arbitro. Fa due passi indietro, respirando profondamente, poi si decide: corre verso la palla e tira. Uno dei tiri più belli che abbia mai visto!
<< GOAL!!! >> urlo con tutto il fiato che ho in gola. L’arbitro avverte i giocatori che il gioco è finito e tutti i compagni di Tetsuya esultano il campione.            
<< Evvai, evvai, evvai! >> Salto come una forsennata.
Oltre a essere entrato in campo, Kotake è riuscito a buttare in porta ben due goal di seguito. Tutto agli ultimi minuti. Ha vinto, tutti i suoi compagni hanno vinto. È stato il migliore capitano che abbia mai visto: sapeva dare forza alla squadra, fare ottimi passaggi e poi ha conquistato la rete come un campione. Non ne so tanto di questo sport, eppure questa partita mi ha appassionato come non mai!
I suoi amici si stanno buttando tutti su di lui, sono così felici che sembra abbiano vinto la coppa! Al contrario Hiroshi e la sua squadra sono rimasti impressionati e stupiti dalle capacità che ha mostrato di avere. Corro verso il biondo platinato con un sorriso a trentadue denti.
<< E così, mio caro… ci devi delle scuse, non trovi? >>
Poco dopo si avvicina Tetsuya appoggiando una mano sulla mia spalla. Incrocio le braccia tornando a guardare il ragazzone davanti.
<< Ehm, >> il palestrato è visibilmente imbarazzato, povero. << E va bene! Avete vinto voi, ma il prossimo anno ci rifaremo. >>
Detto questo, si dilegua insieme ai suoi compagni di squadra.
<< Lo prendo per un sì. >> alzo lo sguardo e incontro gli occhi del moro. Non li ho mai visti così pieni di felicità. Allarga le labbra in un sorriso e alza la mano, pronto per battere un cinque insieme a me.
<< Stavolta non ho perso. >> Stavolta? Non ditemi che sta ancora pensando alla partita di qualche mese fa.
<< Grazie per essere rimasta. Senza il tuo appoggio non so cosa avrei fatto. >> Quella per cui se l’era presa con se stesso perché non era stato in grado di de- << Ti dedico questa vittoria. >>
Le nostre mani sono ancora unite dopo quel cinque. Non l’avrei mai detto, ma è così bello stare con lui. Ho passato un pomeriggio stupendo qui.
Sorrido anch’io.
<< Non è tutto mio il merito. Sei stato bravissimo in campo! >> sciogliamo la stretta di mano, ma i nostri occhi si cercano ancora. Ok, la situazione sta diventando imbarazzante. Decido di sciogliere subito il ghiaccio: << Beh, sarai stanco. Forse è meglio se vai a cambiarti.  >>
<< E va bene, Dojimi.  >> alza le spalle lui. << Corro in ritirata! Grazie ancora per avermi riportato il cappello. Ci vediamo! >>
Lo saluto con un gesto con la mano fino a vederlo scomparire nei corridoi degli spogliatoi.
<< E anche per me è ora di andare. Forza Doremi! >>
Salgo la scalinata e mi incammino verso casa col cuore ancora in gola.
 
***
 
21 Settembre

È una giornata calma e serena, come la maggior parte delle altre. Apro appena un occhio per vedere che ore sono, ma dopo aver visto che sono appena le otto del mattino mi rigiro dall’altra parte del letto e mi riaddormento come se niente fosse. Bene, bene ho ancora tempo per dormire. Dopotutto è domenica. Chi vuoi che si svegli di prima mattina? D’improvviso sento delle urla dal salotto.
<< Ma che cavolo- >> Apro piano la porta della cameretta e vedo che anche Poppu è fuori dalla sua per capire cosa succede. Quatte quatte, ci dirigiamo verso la scalinata e lanciamo uno sguardo al salotto del piano di sotto. Come ci aspettavamo, è l’ennesima litigata dei nostri genitori.
<< Ci risiamo. >> inizia Poppu con aria rassegnata.
<< Come al solito. >> alzo le spalle e torniamo entrambe ognuna nella propria camera. Mi ributto sul letto. Mi chiedo quando papà si deciderà a farla finita di far arrabbiare la mamma andando a pesca di nascosto! Stavolta si è arrabbiata più del solito e lui non sa come farsi perdonare.
A causa loro, mi sono svegliata all’improvviso. Non si fa così, cavolo! Io voglio dormire in santa pace almeno di domenica! Mi rigiro almeno quattro volte nel letto. Bene. Fantastico! Ora non riesco più a trovare sonno.
Ho capito, vado a fare colazione. Sospiro, << Che la forza sia con me! >>.

 
***

Sono le tre e mezza. Ormai ho fatto scorrere tre volte la lista dei canali del satellitare. Non ne posso più, e finalmente decido di spegnere la televisione. Possibile non ci sia niente di bello da vedere?
<< Doremi~! >> mi desto dai miei pensieri con la voce di papà. Corro subito nel suo studio e lo vedo tutto afflitto a leggere le sue riviste di pesca.
<< Che succede? >> gli chiedo ponendogli una mano sulla schiena.
<< Tua madre è davvero arrabbiata e non so che fare. >>
Poveretto, è messo proprio male. Certo andare a chiedere consigli a me non è proprio il massimo. Non sono mai stata brava a far riappacificare le persone.
Mi metto a pensare a quando Onpu e Aiko avevano litigato e io non avevo fatto altro che peggiorare la situazione. << Beh… >> alzo gli occhi al cielo in cerca di una risposta adatta. << Prima di tutto dovresti evitare di andare a pesca di nascosto! >>
Lo ammonisco e lui ruota gli occhi. << Ma lo sapete che è la mia passione! E poi non mi sembra di star facendo un reato. >>
<< Papà, quello che sto cercando di dirti è che devi avvisare la mamma quando ci vai! >>
<< Ah, oramai non ci provo neanche più. Tutte le volte che gliel’ho chiesto mi guardava con uno sguardo minaccioso! Diceva “Keisuke!” >> dice imitando la voce della mamma, solo molto più stridula << “Sai benissimo che la famiglia viene prima di tutto! Vai a fare la spesa!” oppure “ Abbiamo le tubature rotte, valle a riparare!” Come se io per mestiere facessi l’idraulico! >>
Che situazione. Certo che la mamma potrebbe essere un po’ più comprensiva nei suoi confronti. Mi limito ad incurvare le sopracciglia alzando le spalle. << Non so come aiutarti allora, papà. Forse dovresti provare a parlarne con lei, così come hai fatto con me… Ok, non proprio come hai fatto con me. Comunque, dille che farai di tutto per non nasconderglielo più, ma che lei deve darti un po’ più di spazio. >>
Lui mi guarda con aria sollevata e commossa. << HAI RAGIONE! Devo chiarire con lei una volta per tutte. Puoi andare. Grazie, Doremi! >> mi accarezza delicatamente la testa e corre in salotto. Cavoli, speriamo vada tutto bene.

 
***

Alla fine hanno veramente chiarito ogni cosa. Certo la mamma ha dettato le regole, ma sono arrivati a un compromesso: papà potrà andare a pesca due o tre volte a settimana. In cambio quando è a casa dovrà aiutare con le faccende domestiche. Sembrano andare d’amore e d’accordo, non ci credo! Allora i miei consigli non sono sempre orribili!
Sorrido felice guardandoli di nascosto insieme a Pop. Sono entrambi sul divano a vedere la televisione: il papà ha perfino allungato un braccio attorno alla vita della mamma e lei ha appoggiato la testa sul suo petto.
<< Guardali, sembrano una coppia di giovani fidanzatini! >> sussurro alla mia sorellina con i lacrimoni.
<< Eh, già. Per una volta hai fatto un’opera buona! >>
<< Ehi, cosa vorresti dire? Io faccio sempre azioni a fin di bene! >> alzo l’indice e chiudo gli occhi. << Certo, magari a volte non sempre riesco nell’intento, però sono sempre azioni a fin di bene. Non trovi? >>
<< Ah, ah. >> annuisce svogliatamente lei. << Beh, io vado a chiamare Kimitaka per sapere come sta. >>
<< Oh, oh! Ma non è che ti sei presa una cottarella per quel ragazzino che tanto ti dava fastidio? >> le chiedo con un sorrisetto malizioso.
<< Ma che vai a pensare, Doremi! >> arrossisce lievemente, ma continua più decisa << E poi parli proprio tu. Ultimamente stai sempre a pensare a quel Tetsuya! Ma come, non era lui che ti prendeva sempre in giro, DO-JI-MI? >> scandisce l’ultima parola con arroganza.
<< CHE?! >> resto di stucco per qualche istante, ma mi riprendo guardandola con (finta) superiorità. << Questa è buona! E dimmi, come fai a sapere ciò che penso? Non credo proprio che tu mi possa leggere nella testa. Cos’hai dei super poteri, forse? >> incrocio le braccia alzando un sopracciglio.
Lei fa altrettanto << Non ho i super poteri. Sei tu che parli nel sonno! >> e corre via.
Resto con l’indice alzato e la bocca aperta, senza parole.
<< Ma bene. Ora parlo anche nel sonno! >>
 
***

Mi butto sul letto, sperando che mi possa calmare un po’, ma con scarsi risultati. Possibile che di parlo di notte? E, soprattutto, possibile che sogni proprio lui?
<< Diamine… passare troppo tempo con quel tipo fa quest’effetto? >>
Mi rialzo di scatto, rimanendo seduta sul materasso. Ah, sarà stata sicuramente una scusa per sviare il discorso! E io che ci casco sempre. Uff, devo riprendermi. Parlare con quella peste mi sta facendo agitare come non mai!
Ha detto che avrebbe chiamato Kimitaka. E io chi posso chiamare? Ma certo! << Già che ci sono, potrei telefonare ad Hazuki! Non dovrebbe aver niente da fare per oggi, magari possiamo uscire insieme! >>

 
***

Detto fatto. Ho chiamato la mia amica e ci siamo messe d’accordo per vederci al parco di Misora per il pomeriggio. Aveva un tono di voce così felice… cosa le sarà successo? Voglio proprio sapere qualcosa di più.
Corro in camera mia e apro l’armadio per vedere cosa indossare per l’incontro anche se non ho molta scelta. Alla fine scelgo una maglietta rossa col collo a V e un paio di pantaloncini beige.
Mi guardo allo specchio. I lunghi capelli incorniciano il mio volto. Stavolta ho abbastanza tempo per fare degli odango decenti, altro che quelli che avevo fatto correndo per Tetsuya! Sorrido al ricordo di quella giornata, poi prendo una ciocca dei capelli per fare la mia solita acconciatura. Dopo un po’ però mollo la presa. In tutti questi anni non ho fatto altro che pettinarmi così. E se cambiassi un po’?
Provo a farmi diverse acconciature, ma nessuna mi convince davvero. Non sono per niente brava con queste cose. Già è troppo se so fare i miei codini…
<< Ok, basta giocare. >> guardo il display del mio cellulare. Cosa?! Sono le quattro e venti? L’appuntamento era venti minuti fa!
Scendo rapida le scale e mi affaccio alla cucina. << Mamma io vado al parco con Hazuki-chan! Ci vediamo dopo! >>
<< Ok. Non state troppo al sole, mi raccomando! >>
<< D’accordo! >> chiudo la porta.
 
***

Cavolo, sapevo che avrei fatto tardi! Speriamo che non si arrabbi con me.
<< Eccoti! >> finisco con l’urlare senza volerlo, richiamando l’attenzione della gente attorno alla castana. << Che figura… >> Sussurro.
<< Ciao, Doremi! >> è sempre così solare.
<< Hazuki-chan! >> la stringo forte, poi sciolgo l’abbraccio. << Scusami per il ritardo, non volevo. >>
<< Tranquilla, anch’io ero arrivata da poco. >>
<< Come?! Tu sei sempre così precisa… >> lei arrossisce un po’ per l’imbarazzo.
<< È che… ultimamente sono un po’ sulle nuvole. Tutto qui. >>
<< Tutto qui? >> alzo un sopracciglio. << C’è qualcosa che devi dirmi? Magari qualcosa che riguarda Yada-kun? >>
Credo di aver centrato in pieno. Se prima Hazuki era arrossita ora era letteralmente paonazza.
<< B-beh, i-io… >> gli angoli della bocca si alzano piano. Abbassa lo sguardo e poi esclama: << Chiamalo Masaru. >>
<< Allora è un sì? >> porta entrambi i palmi delle mani sulle guance, poi annuisce piano. << Ah-ha, e non mi dicevi niente? >>
<< Il fatto è che mi imbarazza un po’… >>
Le prendo le mani. Sono così calde. << Ho capito. Per certe cose serve un po’ di gelato! >>
<< C-come? >>
<< Ti va? Conosco un bar che ne fa di tutti i tipi! >> l’imbarazzo di poco prima scompare e annuisce, contenta. << Allora andiamo! >>
Corriamo mano nella mano, come quando eravamo all’asilo. È incredibile da quanti anni dura la nostra amicizia, è un sentimento così forte che mai nessuno potrà dividere.


 
ANGOLO AUTRICE:
Come avrete potuto leggere, il nostro Tetsuya alla fine ha vinto la partita. u.u
Povero Hiroshi, c'è rimasto male! *Se lo meritava cof, cof!*
Ok, torniamo a noi. La fanfic sta avendo poco successo in questi ultimi capitoli e la cosa mi dispiace perché sto facendo del mio meglio per continuarla come si deve e per non fare ritardi. :C
Per questo ringrazio infinitamente la recensitrice che continua a seguirmi, ovvero Crystal25396!
Per ultima cosa volevo avvisarvi che ci stiamo avvicinando alla fine della storia. Avevo previsto 16 capitoli, quindi ne restano solamente tre. Mi manca già-! T^T
Beh, alla prossima puntata! :D
(Se poteste lasciarmi un commentino mi fareste felice! <3)

MaJo_KiaChan_



 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Doremi / Vai alla pagina dell'autore: MaJo_KiaChan_