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Autore: Serenella88    22/07/2014    5 recensioni
Ed eccomi qua, di nuovo loro ad ispirarmi, la mia storia di Sara e Lorenzo è però un pò diversa da quella che è andata in onda nella fiction tv. Sara lascia Lorenzo e vuole andare via da Roma, ma una scoperta sconvolgente cambierà i suoi piani. E quella scoperta riguarda entrambi. Sara riuscirà a portare a termine la sua scelta di vita? Come reagirà Lorenzo quando capirà il sacrificio che lei sta compiendo? Cos'ha ancora in serbo per loro il destino?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11. Benvenuti al mondo

Maria mi sorride rilassandosi un pochino, ma solo un pochino, insomma l’idea di Lorenzo piace anche a lei prendo il suo telefono e seleziono il suo numero.

(Lorenzo)

Niente da fare, sempre intasato nel traffico si comincia a procedere ma ancora molto lentamente, intanto ho avvisato Oscar che farò tardi in clinica. Non c’è che dire la giornata promette bene. Mi squilla il cellulare, do un’occhiata al display e metto l’auricolare “Cuginetta dimmi tutto”

“Lorenzo sono Sara” mi dice con tono agitato. Chiama con il numero di Maria ed in sottofondo sento delle grida concitate.

(Lorenzo) Comincio ad avvertire una certa tensione “Sara che succede? Stai male?”

(Sara) “No… non io… Lorenzo siamo in bel casino e solo tu puoi aiutarci” mi dice lei mentre le urla di sottofondo diventano sempre più forti

(Lorenzo) “Va bene… va bene… spiegami perché mi sto preoccupando, cosa è successo?”

(Sara) “Siamo sul raccordo autostradale, sono con Giada e con Maria che ha le contrazioni, eravamo in un ingorgo, c’è molto traffico, ho sostato in un’area di emergenza, non riusciamo a parlare con nessuno a casa, ho paura che i gemelli possano nascere qui”

(Lorenzo) Non sono riuscito a dire una sola parola mentre lei ha tentato confusamente di spiegarmi “Maria sta partorendo in autostrada?”

(Sara) “Temo di si, ha rotto le acque e le contrazioni sono  molto ravvicinate, non so cosa fare Lorenzo”

E per il modo in cui dice il mio nome sposterei una montagna pur di aiutare lei e mia cugina.

(Lorenzo) “Sono sul raccordo anche io, al km 25 e sono bloccato nel traffico” le dico sperando fermamente di non averle superate altrimenti è tutto molto più difficile.

(Sara) “Siamo al km 27, siamo vicini, Dio ti ringrazio”

(Lorenzo) “Menomale, facciamo così io adesso riaggancio pochi minuti chiedo subito a Villa Aurora di mandare un’ambulanza, farò in modo che ci sia anche Tea. Fai continuare Giada a telefonare casa, a Marco, qualcuno dovrà rispondere. Ti richiamo sul tuo numero al più presto, va bene? Sto arrivando Sara, ma tu sta tranquilla”

(Sara) “Fai presto ti prego, ho paura che di tempo ormai ce ne sia ben poco”.

Marco fissa il suo cellulare, non c’è linea, niente, cerca di spostarsi all’interno della stanza della direzione e nessun risultato, lì non c’è campo. Fortuna che la segretaria del suo ex capo lo avverte che ci vorrà solo una mezz’oretta e poi finalmente potrà andare.

“Che vuoi che sia mezz’oretta, poi Maria stava benissimo stamattina a colazione e in ogni caso ci sono i nonni a casa, c’è Sara con lei, c’è Tea a Villa Aurora, c’è Lorenzo, non avrà bisogno ma se ce ne fosse una Martini non è mai sola e poi si tratta di mezz’ora, tra mezz’ora la chiamo e sarà tutto a posto”

(Ave) “Signor Libero ma cosa fa?” gli chiedo mentre preme tasti sul telefono di casa

(Libero) sobbalzo questa donna ha il potere di farmi prendere degli spaventi, spunta da dietro le finestre, le pareti, le tende, ma chi è un agente della CIA? “Sto controllando il telefono, cosa vuoi saperne tu”

(Ave) “Eh beh certo cosa posso saperne io, l’ho già controllato io poco fa, tutto a posto nessuna chiamata”

(Libero) “Appunto nessuna chiamata, non ho capito non posso controllare pure io, c’è il divieto per caso”

(Enrica) “Cosa smanettate con quel cordless l’ho già controllato io un quarto d’ora fa, nessuna chiamata, piuttosto venite a darmi una mano che tra poco si pranza”

(Ave) “ndemo su”

Libero “ndemo”

 

(Maria) “Cosa ha detto Lorenzo?”

(Sara) “E’ a due km da qui, sta arrivando Maria, respira Maria”

(Maria) “Devo scendere, non posso restare in questa posizione ancora a lungo, non ce la faccio più Saraaaaaaaaa” dico mentre continuo a piangere

(Sara) “Aspetta, resisti ancora pochi minuti, solo pochi minuti” scendo e con l’aiuto di Giada abbassiamo i sediolini di dietro, sistemiamo sopra una coperta che era nel cofano, abbiamo creato un posto in cui può sdraiarsi alla meglio, deve essere poco comodo a dire il vero, anche se credo che con le contrazioni che ha non si accorgerebbe nemmeno se fosse distesa sul letto di un fachiro.

Con il mio aiuto, quello di Giada e praticamente aggrappandosi alla macchina Maria si accomoda dietro, ed anche se non sono medico e certe cose le ho viste solo recitate nei film, sui manuali di scienze e nei documentari, non ci vuole molto a capire che ormai è pronta, è perfettamente dilatata, il mio secondo nipotino sta per nascere ed io non so cosa fare. Lorenzo, dove sei?

 

(Lorenzo) Anche se mi ha precisato che siamo a due km di distanza ho cercato di farmi spazio il più possibile tra le vetture e non ho staccato gli occhi da nessuna delle aree di sosta che ho sorpassato, finalmente sono arrivato, posteggio a poca distanza e prendo immediatamente la mia borsa dal bagagliaio non credo servirà a molto, ma è l’unica cosa che ho e purtroppo credo che dovrò farmela bastare.

(Sara) Mi volto e per fortuna lui è qui, Lorenzo è qui, ed anche se la situazione è un tantino paradossale e alquanto fuori dagli schemi ora mi sento meno agitata perché c’è lui con me.

“Ciao” mi dice frettolosamente avvicinandosi subito a Maria che ormai con le sue urla deve attirato l’attenzione di mezzo raccordo, forse anche tutto.

“Lorenzo…. Lorenzo per favore aiuta i miei bambini, Lorenzo ti prego fai di tutto per loro, ti prego” lo implora mia cognata e nessuno può comprenderla meglio di me in questo momento.

“Ce la faremo Maria… ce la faremo, ho sentito Oscar e Tea sono a qualche km da qui, stanno arrivando, qualunque cosa accada tra poco sarai in ambulanza e diciamo che questo sarà solo un modo originale per raccontare come sono venuti al mondo”

(Sara) Maria sorride e piange insieme, ma soprattutto urla, le tengo una mano che quasi mi stritola mentre seguo le istruzioni di Lorenzo, sta per nascere, si vede già la testa non c’è più tempo e tra le urla di Maria finalmente distinguiamo chiaramente un’altra cosa: il pianto disperato di un neonato. E’ nato!

(Maria) “Benvenuto al mondo piccolo mio” gli augura mia cognata mentre Lorenzo glielo poggia sul ventre.

Nel frattempo in lontananza un altro suono richiama la nostra attenzione, le sirene di un’ambulanza, stanno arrivando anche i soccorsi e ci ritroviamo io e Lorenzo a guardarci entrambi con gi occhi ricolmi di lacrime, a me sfuggono, lui le ricaccia indietro tirando su col naso.

“Marco… io voglio Marco…. Sara voglio Marco” chiede Maria

(Sara) “Provo a chiamarlo, ci riprovo”

“Ho avuto un’idea” afferma Giada “I ragazzi a quest’ora sono usciti da scuola, stanno tornando a casa, avverto loro, lo diranno ai nonni e sicuramente troveranno un modo per rintracciare anche Marco, così ci potranno raggiungere tutti in clinica”

(Lorenzo) “Brava Giada, ottima idea, chiama Tommy con il mio cellulare”. Così facendo la ragazza si allontana.

 

Casa Martini. Ingresso.

Elena, Bobò e Tommy sono appena entrati dalla porta stanno poggiando a terra i loro zaini quando squilla il cellulare di quest’ultimo “Papà dimmi”

(Giada) “Tommy sono io”

(Tommy) “Giada?” chiedo perplesso “E’ come mai hai chiamato dal numero di cellulare di mio padre?”

(Giada) “Siete a casa? Ascolta stiamo provando a chiamare al numero fisso da stamattina ma è sempre staccato”

(Tommy) “Aspetta” dico prendendo in mano il telefono e rendendomi conto che qualcuno aveva inserito la deviazione delle chiamate sul numero di cellulare di nonna Enrica, che sono più le volte che è spento che quelle in cui è acceso, “Adesso è di nuovo attivo, ma cosa succede? Io sento un gran baccano, ma dove siete?”

E in men che non si dica mi trovo circondato da tutti i presenti in casa e proprio in quel momento apre la porta anche Marco con Johnny e Palù.

(Giada) “Siamo in una piazzola di sosta dell’autostrada, ci ha appena raggiunto l’ambulanza, Maria ha partorito, ora è con Lorenzo e Sara, tra poco andremo tutti a Villa Aurora”

(Tommy) “Frena… frena… come andate a Villa Aurora, che significa Maria ha partorito?”

Lo sgomento degli altri è palese, metto il vivavoce ma Marco quasi mi strappa il cellulare di mano per parlare con Giada che gli ribadisce le stesse cose, scandendogli più volte che Maria e il bambino stanno bene e che andranno alla clinica il prima possibile.

(Sara)

Tea, Oscar e Lorenzo valutano le condizioni di Maria, l’altro bambino che poi dovrebbe essere una femminuccia non ha ancora fretta di nascere come il suo fratellino, si sa noi donne sappiamo farci attendere fin da prima di venire al mondo.

Mentre mia cognata è ormai sulla barella, Giada corre verso tutti noi, “è Marco vuole parlare con te” dice mentre passa il telefono a  Maria.

“Amore… amore mio… è nato… è nato Lorenzo” dice commuovendosi e guardando suo cugino “Se non fosse stato per lui, non so come avrei fatto” e il nostro medico in famiglia cerca di minimizzare ma stavolta una lacrima non è riuscita a trattenerla nemmeno lui.

“Amore stiamo andando a Villa Aurora, ti prego vieni presto non vorrai perderti anche la nascita della nostra piccola Sara, forza che io e la nostra secondogenita ti aspettiamo” gli dice guardando me e sarà per la tensione, l’emozione, la gioia, gli ormoni della gravidanza e tutto lo stress accumulato scoppio a piangere anche io, un pianto liberatorio, un pianto a dirotto.

  
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