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Autore: Felpato_394    23/07/2014    1 recensioni
È un errore gravissimo quello di formulare ipotesi prima di avere tutti gli indizi. Distorce il giudizio.
- Arthur Conan Doyle
(Sequel di Ombre)
Genere: Azione, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombre'
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Una volta entrati nella nave, iniziammo a cercare una sala da pranzo o da ballo, per parlare tranquillamente.
I marinai erano talmente concentrati a non fare nulla che non si accorsero di noi e del nostro assurdo abbigliamento. Cioè del mio assurdo abbigliamento. Avevo il pigiama a righe bianche e nere, questo mi faceva sembrare una carcerata, la giacca di Camila, dato che avevo sbagliato e l’avevo confusa con la mia, e ai piedi avevo una ballerina gialla al piede destro e una delle mie pantofole con gli animali in quello sinistro. Grandioso, sembravo una pazza. Camila avrebbe riso.
Comunque, una volta trovata la sala da pranzo(praticamente deserta), ci sedemmo ad un tavolo in fondo alla sala. Non dovevamo farci notare troppo.
Una volta accomodati tutti iniziarono a fissarmi.
Parla” mi disse Aria. So che voleva sapere chi fosse –A.
Iniziai con un “Tutto è iniziato…” che venne interrotto subito da Stefany.
No!” urlò. Fino a quel momento era stata zitta e ora mi guardava con occhi supplicanti. “Cielo Ally no, non farlo. Ci ucciderà tutt’e tre!” disse con voce tremante.
Tranquilla Stef, so quel che faccio” la rassicurai.
Ally…” sussurrò ma io non la ascoltai. Ormai avevo deciso.
Avrei rivelato a tutti quello che stava accadendo.
Tutto è iniziato quasi dieci anni fa…
 
12 Agosto, 1886
New York
Era una calda giornata d’estate come tante e Ally, Jess, Miky e Sarah stavano prendendo il sole sul terrazzo dell’hotel in cui alloggiava la famiglia di Jess.
Le quattro ragazze erano amiche dai tempi delle medie e tutte sapevano tutto delle altre.
O almeno così credevano.
Miky si mise a sedere e guardò le sue amiche. Ally era stesa a pancia in giù sul lettino e stava leggendo uno di quei noiosissimi libri che l’amica amava.
Jess stava scrivendo una lettera alla nonna che abitava a Louisville.
E Sarah, beh lei sonnecchiava sul piccolo divanetto. I genitori di Jess erano sempre stati così moderni. Amavo e compravo tutto quello che usciva di nuovo.
Lei amava la vita di Jess. Era invidiosa, ma non lo dava mai a vedere.
Ah…questa giornata è così noiosa ragazze” esclamò Jess, stracciando la lettera che aveva appena scritto.
Perché hai rotto la lettera, Jess?” domandò curiosa Ally, senza alzare gli occhi dal libro.
Non sono affari tuoi, Ally” rispose Jess, sorridendo. A quella risposta Ally si girò e guardò Jess.
Pensavo che noi condividessimo tutto” disse sottolineando la parola “tutto”.
Jess alzò le spalle.
Sei troppo curiosa, te lo sempre detto” disse Jess alzandosi. Sciolse le spalle e guardò le amiche. Una ad una.
Vado a prendere da bere. Volete dell’acqua?” domandò loro.
Io si, grazie” rispose Sarah, svegliata dalla conversazione tra Ally e Jess.
Bene, qualcun’altra?” chiese nuovamente Jess.
Le altre scossero la testa.
Okay” e detto questo entrò nell’appartamento.
Le ragazze per un attimo rimasero in silenzio, fissandosi.
Ultimamente è strana” disse Miky a bassa voce. Si riferiva a Jess.
Hai ragione” confermò Ally “Ci nasconde qualcosa
Ei, questa lettera non era indirizzata a sua nonna!” esclamò Sarah, che si era alzata ed era andata a raccogliere i resti della lettera.
Le ragazze si avvicinarono.
Era indirizzata a…
Che fate li per terra?” domandò Jess.
Le ragazze si voltarono. Lei era sull’uscio con due bicchieri d’acqua in mano. Si era legata i lunghi capelli castani in una piccola crocchia sopra la testa.
Niente, raccoglievamo la lettera per buttarla” rispose in fretta Ally infilandosi dei pezzi a caso della lettera in tasca, senza farsi notare.
Poi raccolse i pezzi rimanenti e li appallottolò.
Jess si avvicinò a loro sorridendo.
Oh grazie. Ecco a te, Sarah” disse offrendo il bicchiere di acqua all’amica. Sarah lo prese e iniziò a bere.
Ally era ancora con i pezzi della lettera in mano.
Io la vado a buttare” disse a Jess, entrando nell’appartamento.
Ovviamente non lo avrebbe mai fatto. Fece il giro di esso, fingendo di cercare un domestico a cui lasciare la lettera, e poi, prima di tornare in  terrazzo la mise in tasca.
Jess la guardò.
Buttata?” le chiese, molto tranquillamente.
Ally annuì e andò a sedersi sul lettino. I genitori di Jess amavano chiamare “lettino” quelle poltrone lunghe e strette su cui la signora Jhonson, la madre di Jess, amava stendersi.
Ragazze, sono sicura che questo sarà un grande anno. L’anno di Jessica” disse Jess, soprannome di Jessica, ovviamente.
Le ragazze si guardarono scettiche. Comunque sorrisero ed esultarono.
Jess ancora non sapeva quanto quella frase potesse essere vera.
 
14 Agosto, 1886
È già passato un giorno dalla scomparsa di Jessica Jhonson, la sedicenne figlia dei ricchi Mark Jhonson e la moglie Anna” diceva il giornale di quel giorno.
Solo due giorni prima le quattro amiche erano rimaste a dormire da Jess, nell’appartamento dove quel pomeriggio avevano preso il sole.
Peccato che al loro risveglio Jess non era nel suo letto. Il primo loro pensiero fu che fosse scesa a far colazione. Così scesero.
Ma Jess non era lì. I signori Jhonson chiesero dove fosse Jess. Le ragazze si guardarono, spaventate.
Non riuscivano a parlare.
Poi Ally si fece coraggio.
Lei non è nel suo letto” poi sospirò “Noi non sappiamo dove sia”.
I genitori di Jess spalancarono bocca e sgranarono gli occhi.
In men che non si dica erano tutti e cinque su una carrozza, diretti alla polizia.
Era passato un giorno e ancora non c’erano notizie di Jess.
Le ragazze erano spaventate e piano piano si allontanarono. Non si scrivevano più e non si parlavano. Jess era come la colla che teneva insieme il gruppo e senza di lei non erano…niente.
 
14 Agosto, 1888
Ritrovato il corpo di Jessica Jhonson sotto terra, fuori New York. Si cerca l’assassino”
A Ally cadde il giornale di mano e pensò di stare per vomitare.
La sua migliore amica era stata…uccisa.
In fretta scrisse una lettera a le restanti tre amiche(se così ancora si potevano definire).
Le tre ragazze, sconvolte dalla notizia non persero tempo a rispondere alle lettere che Ally mandò loro.
Si misero d’accordo e decisero che sarebbero andate al funerale di Jess insieme, come una volta.
Pochi giorni dopo erano davanti alla chiesa a trattenere le lacrime.
Miky indossava un abito lungo fino al ginocchio nero con la gonna a palloncino, calze nere semi-trasparenti e ballerine nere che le aveva regalato Jess. Aveva i capelli biondi raccolti in una crocchia morbida.
Sarah indossava un elegante abito nero che le arrivava quasi alle caviglie, scarpe col tacco nere e portava delle perle alle orecchie. Regalo di Jess, ovviamente. I corti capelli corvini erano stati fermai da un lato con un fermaglio.
Ally invece indossava un abito nero che le arrivava di poco sopra al ginocchio, tacchi neri e aveva nei capelli un piccolo fermaglio con una rosa bianca. Anche quello un piccolo regalo di Jess.
Erano splendide, peccato che lo erano per un occasione così triste.
Le ragazze in chiesa erano sedute in prima fila. Come lei avrebbe voluto.
Dietro i genitori di Jess. La signora Jhonson singhiozzava rumorosamente e Ally fece fatica a trattenere le lacrime.
Sicuramente, Jess, non era la persona migliore del mondo…ma era comunque sua amica, e le mancava terribilmente.
Finita la cerimonia le ragazze uscirono in fretta. Non potevano restare accanto al corpo defunto della loro amica un minuto di più.
Chi potrebbe averle fatto questo?” domandò Miky alle vecchie amiche.
Sarah scosse la testa e mormorò un “Non lo so”.
Ally la guardò.
Ci nascondeva qualcosa, io ho ancora quella lettera. E non lo mai messa a posto” disse sottovoce.
Dobbiamo mettere a posto la lettera e scoprire cosa ci nascondeva. Magari troviamo il suo assassino” bisbigliò Miky.
Le altre due annuirono.
Quando le ragazze si stavano per salutare arrivò un postino che si parò di fronte a loro.
Michela Sen, Sarah Losting e Allison Madison?” domandò.
Le ragazze si scambiarono uno sguardo stranito. Poi annuirono.
Il postino aprì la borsa e tirò fuori tre lettere.
Arrivederci” disse lui sorridendo.
Le lettere non avevano mittente, ma avevano tutte lo stesso sigillo. Una grande A rossa.
Loro si guardarono e aprirono le lettere insieme.
Tutte recitavano la stessa cosa.
RAGAZZE, ELIMINARE UNA DI VOI È STATO MOLTO SEMPLICE. CHI POTREBBE ESSERE LA PROSSIMA?
BACI.
 
P.S. SO TUTTO!
 
Da qua abbiamo iniziato a ricevere strane lettere da qualcuno che noi chiamiamo –A per colpa del sigillo” dissi. La testa mi scoppiava. Ricordare tutto questo faceva male.
Wow…che brutta storia” commentò Aria accarezzandomi il braccio.
Io fissavo il vuoto davanti a me.
Ma perché Stef e Camila c’entrano in questa storia?” chiese Louis.
Perché conoscevano Jess e ricevettero delle lettere anche loro. E soprattutto…credo che Camila abbia capito chi è –A. E penso di saperlo pure io” dissi.
Stefany mi guardò sconvolta.
Da quanto lo sai?” mi chiese.
Da quando vi ho raccontato questa storia. Ora mi ricordo. Ora capisco tutto.
Non potevo credere di sapere chi fosse –A.
Non me lo aspettavo, ma tutto improvvisamente si fece più chiaro.
Quello che mi avrebbe permesso di riconoscere –A era la lettera di Jess.
La lettera che non avevo mai sistemato.
La lettera che stava scrivendo…ad –A.
  
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