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Autore: jadestark    24/07/2014    1 recensioni
Questa fanfiction nasce come seguito di You Must Be The Ruler e parla della storia di una dei figli di Mary e Francis, Anne, la più piccola.
Ci sono elementi fantasy e la maggior parte dei personaggi sono inventati, in quanto gli eventi si svolgono molti anni dopo l'ambientazione del telefilm.
L'attinenza alla storia è (o sarà) più importante di quanto si possa credere.
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Francis, Mary Stuart, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO VII.

 


Mancava pochissimo al matrimonio di Mary e Francis e Anne era sempre più elettrizzata. Aveva immaginato per tutta la vita come sarebbe stato assistere alle nozze dei suoi genitori, vedere sua madre indossare il vestito bianco che così spesso le aveva chiesto di mostrarle, il suo primo ballo con Francis da marito e moglie. Anne vedeva questa occasione come un dono del cielo, ora che le cose erano finalmente sistemate e lei aveva accettato l'idea di dover rimanere per sempre in quell'epoca.
Catherine aveva organizzato un banchetto per far sì che tutti i cavalieri invitassero le loro dame ad accompagnarli al matrimonio reale. Anne vide Greg all'altro capo del tavolo e decise di fargli una "sorpresa". Si avvicinò a lui silenziosamente e alle spalle, in modo che lui non potesse vederla nè sentirla, e prima che lui potesse rendersi conto gli disse in un orecchio: "Vieni al matrimonio con me?".
Greg riconobbe la voce e si voltò indignato: "Avrei dovuto chiedertelo io".
"Ma l'ho fatto prima io"
"Non è così che si fa"
Anne fece spallucce: "Non m'importa"
Greg scosse la testa, alzando gli occhi al cielo: "Come devo fare con te?"
"Dì di sì" rispose lei, fissandolo negli occhi con tutta la dolcezza che aveva nel cuore.
Greg annuì: "Sì, certo che voglio venire al matrimonio con te"
Anne gli prese la mano, stringendola dentro la sua. Avrebbe tanto voluto dargli un bacio, ma ovviamente non poteva. Non ancora, almeno.
"Ma non posso" aggiunse il ragazzo.
Anne aggrottò la fronte, sorpresa.
"Non posso perchè non sarò qui" continuò Greg "Mio padre vuole che vada con lui in viaggio d'affari, dice che devo imparare a gestire i soldi di famiglia. Partiremo domattina presto" le prese il viso tra le mani "Ma non ti permetto di andarci da sola, okay?"
"Certo che ci andrò da sola, se non posso andarci con te" ribattè lei.
"Non proibirti di divertirti, promettimelo"
"No"
"Anne"
"Okay, okay. Mi divertirò, te lo prometto"
Greg sorrise contento di questa piccola vittoria: "Adesso vieni con me, balliamo. Non potrò vederti per due mesi, voglio ricordarmi questa serata"
"COSA?!" esclamò Anne, a voce decisamente troppo alta "Due mesi?!". Greg annuì: "Non urlare" e prendendole la mano la condusse verso il centro della sala e iniziò a ballare con lei, ancora sconvolta e irritata da quella notizia. Ma presto la rabbia si tramutò in tristezza: "Sei crudele".
"Non è colpa mia. Pensi che se potessi scegliere sacrificherei due mesi di tempo che invece potrei passare con te?" ma vedendo che non era convinta continuò "Non c'è nient'altro che vorrei al mondo, credimi".
Anne si staccò leggermente dalla sua spalla per guardarlo negli occhi e senza rendersene conto le sue labbra erano già partite a cercare quelle del ragazzo, che prontamente le fermò con un dito: "No".
Anne sbuffò.
"Sai che non possiamo, Anne"
"Lo so, lo so. Non l'ho fatto apposta"
Greg le strinse un po' di più la schiena, desiderando che tutta quella gente sparisse per poter restare da solo con lei.
 
La mattina seguente, appena poco dopo l'alba, Anne fu svegliata da qualcuno che bussava alla porta. Ancora mezza addormentata si alzò e andò a vedere chi era. Aprendo la porta si ritrovò davanti Greg, vestito e pronto per il viaggio.
"Sei ancora più bella appena sveglia"
Anne accolse quel complimento mugolando e ributtandosi sul letto, da vera signorina nobile. Sentì Greg ridacchiare avvicinandosi al letto.
"Posso?" le chiese.
Anne annuì ad occhi chiusi.
"Ho solo qualche minuto per salutarti" le disse mentre si sdraiava vicino a lei. Anne gli si accoccolò accanto e lui le cinse le spalle e la testa con un braccio, dandole un bacio sulla testa.
"Sposami"
Anne si svegliò di botto. Spalancò gli occhi, fissandolo: "Che?!"
"Sposami" ripetè lui "Quando tornerò dall'Italia"
Non stava scherzando, affatto. Ma c'era qualcosa che le impediva di accettare la sua proposta, anche se Anne non sapeva ancora cosa.
"Ti darò una risposta quando tornerai, allora" gli disse.
Greg alzò gli occhi al cielo: "Mi stai punendo, non è vero?"
Anne annuì leggermente, sghignazzando. Un secondo dopo si ritrovò inchiodata al letto, con Greg sopra di lei che le teneva ferme le braccia: "Devo convincerti?"
"Forse" gli rispose lei.
Greg, senza lasciarle libere le mani, iniziò a baciarla, dolcemente. Poi scese a baciarle il collo fino alla clavicola, dove si fermò, temendo di andare troppo oltre.
"Voglio sposarti così tanto" le sussurrò sulle labbra.
"Oh, non è sposarmi che vuoi" gli rispose lei, sempre sussurrando e muovendosi leggermente per posizionarsi più comodamente sotto di lui.
Greg le lanciò un'occhiataccia: "Beh, è vero anche questo"
"Vedi che ho ragione"
"Smetti di torturarmi e dimmi di sì"
"Dovrai aspettare" Anne non aveva nessuna intenzione di cedere.
Greg, approfittando di ogni minuto a sua disposizione, riprese a baciarla, liberandole le mani, che Anne spostò immediatamente sulla sua schiena, sotto la camicia di Greg. Questo contatto lo fece sussultare: non si aspettava un'audacia del genere, ma soprattutto non si aspettava che le mani di Anne continuassero a muoversi, raggiungendo il suo petto, le sue spalle e infine il suo collo, che la ragazza iniziò a baciare lentamente.
Per Greg era decisamente troppo, quindi la fermò: "Smettila, o non riuscirò più a fermarmi"
"D'accordo" Anne si fermò a malincuore "Scusa"
Greg si alzò, avviandosi verso la porta, ma prima di aprirla si girò verso di lei, facendole cenno di raggiungerlo. Quando gli fu vicina lui la attirò a sè e le diede un tenero bacio sulla guancia, abbracciandola subito dopo. Non dissero una parola, si lasciarono così, l'uno nelle braccia dell'altra.

 
***
 

La cerimonia era appena finita, i due sposi si erano scambiati le promesse davanti a Dio e adesso stavano ballando al centro della pista. Anne li fissava con un bicchiere di Champagne  in mano e un sorriso ebete stampato sulla faccia. Alla fine aveva deciso di andare al matrimonio da sola, altrimenti avrebbe avuto la sensazione di tradire Greg, anche se loro due non erano marito e moglie, non ancora almeno. E poi, con chi altri avrebbe potuto andarci?
Sentì qualcuno schiarirsi la voce a pochi metri da lei e un secondo dopo Hugh le si affiancò: "Sei venuta da sola, una bella ragazza come te è sprecata senza un cavaliere"
"Non sono merce in vendita, Hugh"
"Oh, lo so. Lo so benissimo"
Anne non capì esattamente quello che lui voleva dire, ma lasciò perdere, non aveva voglia di discutere con lui.
"Balla con me" le propose lui.
"Hai già una dama: tua sorella. Balla con lei"
Hugh sbuffò: "Smettila, vieni"
"No, per favore. Sono... impegnata"
Hugh sembrò sorpreso: "Ma lui non c'è adesso"
Anne per tutta risposta fece spallucce, senza voltarsi a guardarlo.
"Mmh, dovrò fare a modo mio allora" e detto questo si allontanò. Pochi secondi dopo l'orchestra iniziò a suonare un pezzo da ballare in gruppo: Anne non poteva rifiutare di ballarlo, soprattutto perchè Mary le stava facendo cenno di andare da lei.
Astuto. Molto astuto.
Guardò in direzione di Hugh, con gli occhi ridotti a due fessure. Lui le rispose alzando il calice di vino verso di lei e bevendolo tutto d'un sorso, prima di avviarsi anche lui al centro della sala.
Tutti i partecipanti erano ai loro posti quando la musica partì. Quel ballo prevedeva che ogni dama fosse casualmente abbinata a un cavaliere per tutta la durata della musica, e ovviamente Hugh aveva fatto in modo di trovarsi accoppiato con lei. Anne si inchinò a lui, come di rito, e poi le loro mani si unirono seguendo i passi di danza prestabiliti.
"Ottengo sempre quello che voglio, signorina" le sussurrò lui quando le loro teste si avvicinarono. Anne gli rispose con una smorfia, cercando di non guardarlo negli occhi.
"Non mi dire che sei totalmente immune al mio fascino, perchè non ci crederei" continuò lui. La ragazza seguitò a far finta di non starlo a sentire. Hugh quindi decise che avrebbe dovuto adottare un'altra tattica: quando arrivò il momento in cui i cavalieri avrebbero dovuto sollevare da terra le ragazze, facendo fare loro un giro in aria, Hugh le cinse la vita piuttosto in alto, verso il torace, e la spinse verso l'alto, la fece roteare e nel rimetterla giù esitò una frazione di secondo in più del dovuto, facendo sì che i loro nasi quasi si sfiorassero e lo sguardo che le lanciò avrebbe fatto sciogliere un ghiacciaio in pochi secondi. Anne non ne fu immune e Hugh se ne accorse: "Vedi? Non lo sei". Non sapendo cosa ribattere, Anne stette in silenzio, con i battiti accelerati e il fiato corto, cercando di nascondere le sue sensazioni.
Continuarono a ballare, lei cercando di mostrarsi tranquilla e disinvolta e lui gongolante per averla smascherata.
La musica cessò, le coppie si inchinarono e si prepararono al ballo successivo, che stava già iniziando. Anne invece si allontanò velocemente, dopo aver scoccato un'occhiataccia al suo accompagnatore indesiderato, furiosa con lui ma soprattutto con se stessa.
Hugh la lasciò andare senza insistere: sapeva benissimo di aver già cambiato abbastanza le carte in tavola per quella sera.

 
***
 

Mary si sciolse dall'abbraccio della figlia, per poi avviarsi verso la carrozza che avrebbe portato lei e Francis a Notre Dame e poi in viaggio di nozze in tutta la Francia. Judith e le altre ragazze sarebbero andate con lei, per continuare a servirla in quei mesi lontana da casa. Così Anne sarebbe rimasta sola alla corte di Francia, anche se solo per poco.
Mentre la carrozza si allontanava, Anne si concesse un paio di lacrime di felicità. Hugh le si avvicinò prima che potesse asciugarle col dorso della mano. Ma invece di prenderla in giro, come si aspettava avrebbe fatto, cercò la mano di lei con la sua e la strinse. Era l'unico che sapeva come stavano veramente le cose e l'unico che potesse veramente capire. Le loro dita si intrecciarono e i loro occhi si trovarono. Poi lui ruppe il silenzio: "Presto partirò per la Scozia, ci sono degli affari che devo sistemare, e la regina Mary vuole che tu venga con me"
"Come?!"
"Ha detto che non hai mai visto la Scozia e che ti piacerebbe andarci..."
"Sì" ribattè lei lasciando la mano di lui "Ma non con te"
"Oh, mi hai ferito profondamente" le disse, prendendosi gioco di lei "Ti annoieresti a morte qua. Da sola"
"Ho mia nonna"
"Ma che bella compagnia" Hugh scosse la testa, per poi tornare a guardarla, più dolcemente questa volta "Senti, decidi tu. Vieni soltanto se ne hai voglia. Io sarò felice di avere un po' di compagnia, ma non voglio certo costringerti. Mary è la mia regina, non la tua"
Anne annuì, senza dire niente. Il ragazzo continuò a fissarla.
"Smettila di fissarmi"
"Devi darmi una risposta"
"Adesso?!"
"Sarebbe ottimo, sì"
Sbuffò, non voleva dargli questa soddisfazione.
"Anne"
"Va bene, va bene. Il tempo di preparare i bagagli, ok?"
Hugh sorrise sornione, facendole un leggero inchino e dileguandosi, da manipolatore quale era.
Fino a qualche mese prima l'idea di portarsi dietro una ragazza nei suoi viaggi sarebbe stata per lui abominevole. Per giunta una ragazza che non si era e non si sarebbe facilmente portato a letto. Ma questa ragazza era diversa, non reagiva nè si comportava come tutte le altre. Lei era interessante e divertente, a suo modo. Gli teneva testa e fingeva che lui le fosse indifferente, quando invece era talmente evidente il contrario. Era speciale, sentiva di volerla proteggere e per la prima volta nella sua vita avrebbe voluto che lei lo conoscesse per quello che era veramente, perchè forse solo lei al mondo avrebbe potuto accettarlo così com'era.
Hugh si rivolse al suo cocchiere: "Partiamo in due, prepara la carrozza grande"
"Certo, mio signore"

 


 
  
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