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Autore: itsloveforlouis    24/07/2014    7 recensioni
«Si perdevano solo per trovarsi. Si lasciavano per riabbracciarsi. Si odiavano per amarsi. Erano strani quei due. Tanto da farmi credere che il vero amore esistesse.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cammina per i corridoi anonimi con la faccia stanca, le sottili occhiaie violacee che incorniciano i suoi occhi bruni e un sorriso solare tipico stampato sulla faccia. Il suo passo alternato lento-veloce è pesante, come al solito, visto che ha passato una noiosa notte in bianco; motivi? Sorvoliamoli, come sempre.
 
Saluta tutti i ragazzi suoi amici che gli rivolgono uno sguardo e un saluto con la mano: «Ehi ciao, Louis! Oggi vieni a fare una partita a basket?».
«Ehi Zayn! Certo che vengo, al solito posto e solita ora no?». Il ragazzo davanti a lui annuisce e poi torna dalla cerchia di ragazze che lo attornia, adesso imbambolate a osservare Louis andare verso la sua classe fischiettando allegramente.
 
Sbadiglia, assonnato, mentre un gruppetto di giovani alle prese ormonali si accalcano accerchiandolo stampandosi uno stupido sorriso furbo e ammaliante soltanto per cercare di far breccia nel cuore del ragazzo; ed ecco che il lato playboy di Louis prende forma, adulando di belle parole coloro che lo hanno risvegliato e che adesso arrossiscono ai bei complimenti che gli vengono offerti. Semplici parole, usate i buona misura, che risultano micidiali a talune.
«Louis… O pomeriggio ti va di uscire con me?» propone una.
«No Louis! Esci con me!» si oppone la seconda.
«Louis! Louis! Esci con me... ti divertirai» fa l'occhiolino un'altra.
«Daiii Louis me l'avevi promesso che uscivi con me!» dice l'ultima.
Louis è un po' in difficoltà ma alla fine è sempre così: le ragazze combattono per lui. E a lui piacciono situazioni del genere: ricevere attenzione da delle belle tipe della scuola, ma anche di fuori, della città; gli piace essere un dio tra le donne.
 
E intanto, nel silenzio della classe, Harry legge curioso un libro non dando importanza a quello che c'è attorno a lui e, soprattutto, a chi sta arrivando a rovinare l'equilibrio mattutino di una classe vuota come la propria.
Louis varca la soglia e lo nota, ma non ci fa molto caso.
«Harry!» ma solo una particolare voce raggiunge le orecchie del ragazzo, una voce femminile che lui conosce molto bene: Charlotte.
«Harry, buongiorno!» benché ella faccia parte di un'altra classe ogni giorno lo passa a salutare, non calcolando il fratello dall'aria inviperita – e gelosa.
«Buongiorno Lottie» sorride di rimando Harry; chiude il libro e si dedica alla ragazza, che pare felice di ottenere quello sguardo spesso apatico su di sé e anche lui è felice di vederla sorridere spensierata. Poi lo vede. Vede Louis.
 
La campanella suona e tutti vanno ai propri posti, Harry avanti e Louis dietro. Quest'ultimo ha uno sguardo annoiato e non presta attenzione alla professoressa di matematica e alla sua noiosa lezione sulle equazioni di secondo grado; continua a guardare i capelli ricci di Styles senza capirne il perché. Si domanda perché è geloso: geloso di cosa? Degli sguardi che si lasciano Lottie e Harry quando sono insieme. E geloso di chi? Questo lui non lo sa... o non ancora.
«Tomlinson alla lavagna» esordisce la prof. notando il ragazzo accanto alla finestra; il moro non da risposta e, anzi, alza gli occhi al cielo come se stesse pensando a qualcosa di importante.
«Tomlinson... Alla-Lavagna» ripete trattenendo rabbia la donna e spezzando un gessetto; ma anche questa volta il ragazzo non mostra di aver sentito.
«TOMLINSON» i capelli grigi della prof. si fanno ritti e i suoi occhiali cadono mostrando due occhi infuocati e iracondi, non che ad Louis preoccupino, ma non un bellissimo spettacolo.
Con malavoglia si alza dal banco, si dirige alla lavagna e risolve la lunga operazione senza nemmeno impiegarci molto. E in quel momento suona la campanella dell'intervallo.
«Te la sei scampata facile» mormora divertito Styles, che fino a quel momento osservava il movimento della mano del compagno davanti la piattaforma nera.
«Beh si, c'ho la testa» rispose egli accennando a un sorrisetto; una pacca sulla spalla dal riccio e un altro sorriso. Sincero. Vero. Louis non ci crede e rimane bloccato, la mezza sorpresa impressa nelle labbra.
Si dice che un sorriso possa catturare anche l'impensabile, e forse Louis sta per essere rapito dal suo sorriso.
 
 


  
Con i gomiti alla finestra e le spalle al muro, Louis Tomlinson si gode la brezza primaverile ridendo con la cerchia di amici che lo segue. Sembra divertito, lo è, scherzando su qualsiasi cosa si possa fare un sorriso; Harry cammina tenendo i libri in mano, Lottie alla sua destra e lo sguardo rivolto verso qualcosa di improprio... forse il vuoto. Sta sorridendo anche lui, ma sembra distratto.
 
In quella frazione di tempo Louis li scorge, Harry in vicinanza che gli passa molto vicino.
Il suo profumo di fresco pervade la mente del giovane castano. Non può far altra che osservare lentamente i due che gli camminano a un briciolo di distanza e osservare, rimirare, guardare ipnotizzato. Sente una morsa, non capisce bene dove ma fa male. Si sente perdersi.
Louis ha bisogno di sentire di nuovo quel profumo; vorrebbe una motivazione da poter smentire, ma ancora non l'ha trovata. E' successo tutto così velocemente e molto probabilmente non se n'è reso nemmeno conto; ha bisogno di essere pervaso da quella freschezza un'altra volta, un'ultima volta. Vuole correre da loro, da lui, ma le sue gambe non riescono a muoversi; non ha la forza, sente qualcosa di bollente nel petto come se gli avessero versato acqua calda. Sente un rumore nelle sue orecchie, è continuo, tormentoso: tum tu-tum tum tu-tum.
 
E solo in quel momento che i suoi amici notano la sorella: «Louis c'è tua sorella, perché non la fai venire qui e... c'è anche Harry. Valli a chiamare, no?».
L'interpellato si volta con faccia stranita «Si... ci stavo pensando. Certo certo...».
Ma non si sente a suo agio, stranamente, e cammina piano piano senza fretta. Sta pensando, intensamente, e improvvisamente le due figure familiari si fanno vicine.
“Perché? Perché sto pensando a lui? Perché il mio passo si fa improvvisamente veloce... solo per raggiungerli? Cos'è che voglio raggiungere veramente?”  Pensa. Ripensa. Ripensa più di una volta.
Sente bruciare dentro, sente quel rumore assordante impresso nella testa. Sente dolore ma anche piacere e le sue guance diventano paonazze al riconoscere la freschezza emanata da Harry.
«L-Lottie – il castano preferisce richiamare la sorella, attirandone l'attenzione – perché non venite con noi alla finestra?» assume di nuovo il suo carattere sicuro, allegro, ma il colore delle guance rimane impresso. Harry lo osserva; Louis si sente osservato.
Fa... abbastanza caldo.
«Per me va bene. Harry?» il riccio annuisce, con un mezzo sorriso, e sembra soddisfatto.
I tre parlano. Parlano del più e del meno durante il tragitto che, in quel momento, pare così lontano e irraggiungibile.
 
 


 
Il week-end è arrivato. Il tempo è volato e finalmente Louis  può andare a fare una partita a basket. C'è anche sua sorella e Harry.
Louis si sente strano, come l'ultima volta. Quando sente lo sguardo di Harry su se stesso le sue guance prendono un colorito differente; fa un canestro da tre punti. Tutti lo applaudono. Harry pure.
Sorride, è anche lui rosso in viso e sembra contento.
I loro occhi si incastrano, e il castano si perde in quegli occhi verdi. Questa sensazione è nuova, è ancora pura, è ancora sconosciuta.
Sembra in trance, intorpidito da quel contatto così lontano, ma anche così vicino.
Ed in quel momento che la partita riprende inizio.
La squadra di Louis è ventura alla vittoria, urla e schiamazzi generali lo incitano. Sente la forza dentro di sé; la voce di Harry gli arriva alle orecchie. Anche lui tifa per la squadra.
Una scarica di adrenalina lo pervade, il ragazzo è pronto a vincere e... «Fine del gioco!».
Si! Abbiamo vinto!
Esulti e grida di felicità, perché squadra ha vinto con uno splendido punteggio e un enorme vantaggio; tutti corrono ad abbracciare il capitano, ancora sudato e dal bollente spirito attivo, che ricambia con gioia e soddisfazione personale. Anche Lottie e Harry vogliono congratularsi: «Bravissimo fratellone! E' stata una partita magnifica» sorride la prima.
«Non ti facevo così in gamba», anche Harry sorride. Il cuore di Louis perde un battito. Poi due. Poi tre. E poi quattro.
 
Il cielo comincia a imbrunirsi, il sole a tramontare: «Si sta facendo tardi, io vado a casa e... beh vi lascio ciao» Charlotte inforca il cellulare e si allontana scuotendo i propri capelli al fievole vento che smuove le fronde degli alberi.
Harry e Louis sono soli, silenziosi, e solo la leggera ninna nanna cantata dalle foglie rompe questo vuoto che li separa.
Louis si volta verso la panchina, prende l'asciugamano e si siede; il sudore gli imperla la fronte e i accarezza i muscoli, lasciando che le gocce d'acqua scendano sinuose sulle braccia creando un effetto d'onda marina. Ha la testa bassa, i pensieri confusi, il calore del sentimento che arde in lui.
Harry lo osserva, sorride e poi si volta verso il tramonto. E' così bello, nascente; una vera opera d'arte, con il sole brillante di un arancio rosato.
 
Sospira, la panchina lì vicina è occupata da Louis, ma potrebbe non riuscire a nascondere l'imbarazzo questa volta.
«Perché non ti siedi?» come se lo stesse leggendo nella mente, il castano si alza e lo raggiunge.
«Perché è bello osservare da qui il tramonto, è... Ipnotico».
Ipnotico. Ipnotico è una parola che Louis conosce bene. Vorrebbe tanto dirgli quello che pensa, vorrebbe ma non ce la fa.
Non può fare a meno di amarlo, ma se venisse rifiutato sarebbe come distruggere il castello di carte creatosi.
 
«Louis, tu hai un'ossessione?» Harry si gira verso il ragazzo dallo sguardo confuso.
Gli fa ombra, non riesce a distinguere la sua espressione: vera o soltanto presa in giro?
«Io... si, tu?» risponde, titubante.
«Anche io» .
«E qual'è?» .
«La mia ossessione sei tu» .
 
Come un silenzio spezzato, il vento tira alto e forte, portando via con sé ultimi respiri sicuri, lasciando spazio a confessioni inaspettate.
La faccia di Harry è completamente irriconoscibile, non distinguibile il suo sorriso, mesto.
Louis è sorpreso. Tanto sorpreso quanto sollevato. Non è l'unico...
Il telefono squilla. E' quello di Louis: Tesoro.
«Vai dal tuo tesoro. Dal tuo amore».
Queste parole, inaspettate, laceranti. Dan non se n'era accorto? Doveva anche lui dar prova dei propri sentimenti? Doveva, Louis Tomlinson, lasciar stare per un attimo il telefono e pensare alla persona che aveva davanti? Perché Styles non era una semplice persona per lui: «Non posso»
«Perché?» .
«Perché lui è già qui..»
 
Un battito d'ali. Simile al bacio di un angelo. Una confessione che ha detto tutto, con poche e semplici parole. Speciali.
Le loro labbra si incontrano, piano, calde... bollenti.
Si vogliono, si cercavano da tempo, e adesso possono aversi.
Questo è il loro amore. Il loro grande amore che sboccia dal sole. Tutto il resto gira intorno a loro e nemmeno il caldo può, adesso, dividerli; perché hanno trovato l'equilibrio, il piacere, hanno trovato ciò che di più grande c'è al mondo: il vero amore.
 
 
Harry scambia uno sguardo fugace al ragazzo. Si stanno abbracciando. Uno di quegli abbracci calorosi e pieni di amore.
Intraprendere questa relazione è un passo avanti per entrambi: accettare o rifiutare?
Negli occhi del riccio, Louis, non nota paura, non nota rancore e rimorso; la bellezza di due simili smeraldi che traspirano soltanto la più grande delle gioie.
Felicità; ecco cosa mostrano.
E anche Louis non ha paura.
Le loro dita si incastrano, si avvicinano le braccia; i palmi delle mani sudaticce e fresche vanno in contrasto ma si confondono perfettamente, unendo le due mani.
Due sorrisi e capelli spettinati al vento.
Per loro il tramonto non è mai stato più bello di come in un sogno...
 
“Nei miei sogni, quando sono sveglio, sono sempre da te.
Non essere spaventato, prendi la mia mano, ti proteggerò.”  
Pensa Louis.
   
 
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