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Autore: Dryas    24/07/2014    9 recensioni
Seconda classificata al contest "Amarsi: non solo a S.Valentino" di Tomoko-chan; vincitrice dei premi Coppia migiore e Miglior IC .
Hiashi Hyuga è il nuovo Hokage; crudele, spietato, violento. Hinata, sua erede, è costretta a sopportare da sola il peso di essere complice involontaria della sua brutalità. Dovrà stare attenta a chi dare la propria fiducia, per non ritrovarsi il cuore ferito a morte. Troverà una sola persona, la più inaspettata, disposta a non guardarla con occhi di odio.
Era di fronte a un uomo che non apparteneva al suo clan, in una stanza buia, da sola. Non arrivava nemmeno all’altezza delle sue spalle, ma non aveva paura di lui. Era lui ad avere paura di lei, a causa del suo sangue.
- … Naruto Uzumaki- rispose con voce flebile –del clan Uzumaki, Paese del Vortice-
-Mi conosci?- domandò allargando i grandi occhi blu.
-No, conosco solo il tuo nome- continuò – … e ti ho visto qualche volta insieme a Neji. Ora però dovresti andare-
I suoi occhi chiari, agghiaccianti e spettrali, sembravano non spaventarlo. Nemmeno quando si incontrarono con i suoi, il riflesso del mare, esitarono. Anzi, continuarono a sorridere.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Han, Hanabi Hyuuga, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo Dieci










Naruto si caricò in spalla Hanabi e insieme ad Hinata uscì dal palazzo in fiamme. Villa Hyuga era stata rasa al suolo e ogni pezzo che cadeva ridava nuova vita alla città di Konoha. Hiashi Hyuga, che meno di un anno prima aveva preso il potere con un colpo di stato, non esisteva più. L’intero clan era stato sottomesso e, ironicamente, a capo di quella rivolta c’era un altro Hyuga, Neji.
-Mi ucciderà- sussurrò Hinata alla proposta di Naruto di raggiungere gli altri compagni e quindi anche suo cugino.
-Gli diremo la verità, gli diremo cosa hai fatto e vedrai che sarà costretto a cambiare idea- la rassicurò, andandole più vicino –nessuno potrebbe negare quanto tu sia stata coraggiosa e forte. Nel caso, chiunque osi farlo, dovrà vedersela con me!-
Hinata sorrise nel vederlo gonfiare il petto e indicare se stesso con il pollice. Era lì, insieme a lei. L’aveva amato di nascosto così a lungo che a volte credeva di essere in uno dei suoi tanti sogni ad occhi aperti. Ricordò lo sconforto che aveva provato quando anche lui si era convinto che fosse realmente priva di un cuore. In quel momento aveva capito che era la speranza a tenerla in vita, e la sua più grande speranza era da sempre stata Naruto.
-Ma come facciamo con Hanabi?- chiese. Sua sorella era ancora priva di sensi e ringraziò il cielo per questo. Infatti, nonostante fosse poco più che una bambina, aveva dimostrato di essere pericolosa, ma soprattutto le era ormai chiaro che la crudeltà di Hiashi si era insinuata nel suo cuore.
-Per questo ho io la soluzione- Naruto illuminò la notte con il suo sorriso, poi si portò due dita alla bocca e fischiò. Poco dopo una massa di pelo enorme le fu addosso, travolgendola con il suo affetto incondizionato e una quantità esagerata di bava.
-Akamaru!- esclamò Hinata, felice di rivederlo tanto quanto lo era lui. Avevano trascorso insieme così tante notti solitarie e desolate che le sembrava di non vederlo da una vita.
-Lui porterà Hanabi in un posto sicuro- spiegò Naruto, mentre Hinata continuava a coccolare il suo vecchio amico. –La legherò in modo che non possa fuggire e andremo a riprenderla dopo che avremo parlato con Neji-
-Sei sicuro che funzionerà?- gli chiese, e Akamaru abbaiò convinto.
Una volta messa al sicuro sua sorella, Hinata tornò a concentrarsi sul vero problema. Conosceva Neji abbastanza bene per sapere che non sarebbe stato così semplice convincerlo, come credeva Naruto. Sapeva che era stato lui ad attaccare villa Hyuga, probabilmente grazie all’aiuto di un complice dentro la casa. Infatti, non appena Hiashi aveva esalato l’ultimo respiro, le difese che aveva eretto per proteggere la sua reggia erano svanite insieme a lui. Era chiaro che Neji non si sarebbe fermato di fronte a niente, ma tuttavia Hinata amava l’ottimismo che vedeva negli occhi di Naruto e ne fu contagiata. Insieme si diressero verso il quartier generale dei ribelli.
Non passeggiava da sola per le strade di Konoha da anni e fu inebriata da quel senso di libertà che forse non aveva mai provato davvero. Ancor più sconvolgente fu quando Naruto la prese per mano, guidandola per vicoli che non aveva mai attraversato. Da quel momento non fece più caso alla strada, ma solo alle scosse che ogni movimento, ogni sguardo, ogni carezza di Naruto provocavano al suo cuore.
Ma nessuno dei due si accorse che erano seguiti e fu troppo tardi quanto capirono di aver abbassato la guardia troppo presto. Naruto fu colpito alle spalle e mandato a terra, mentre Hinata fu immobilizzata e spinta contro il muro di una casa.
-Neji- con voce strozzata riuscì a chiamarlo. Dietro di lui c’erano altre cinque ninja, tutti armati, e uno di loro, una donna dai capelli rosa, corse verso Naruto.
-L’erba cattiva non muore mai- Neji la salutò con voce così bassa che solo lei riuscì sentirlo. La presa attorno alle sue braccia si fece sempre più forte, e sempre più dolorosa.
-Aspetta, fammi parlare- gli disse, questa volta in tono supplichevole. Il byakugan di suo cugino era già pronto ad entrare in azione.
-Per farmi abbindolare come quell’idiota dell’Uzumaki?- le domandò lapidario –mai. Ma una cosa te la chiederò- continuò- dov’è Hanabi?-
-Non sarò la causa della morte di mia sorella.-
-Una più o una in meno, che differenza fa per te?- le chiese, e la durezza delle sue parole la colpì tanto da toglierle il fiato. Come poteva crederla davvero capace di uccidere una persona, tanto più se innocente, dopo tutto quello che avevano passato insieme? L’aveva vista crescere, l’aveva vista diventare una schiava esattamente come lui, eppure non capiva. La sua aria atterrita lo fece sogghignare, ma dentro di sé Hinata ribolliva.
-Sai, quanto parli così mi ricordi mio padre-
Neji sbiancò e il suo sorriso sparì. Con uno scattò spostò una mano dal suo avambraccio al suo collo. E cominciò a stringere.
-Hai appena pronunciato le tue ultime parole- sibilò.
-Tu hai il mio stesso sangue- continuò Hinata, lo sguardo sicuro e fermo. Gli occhi di Neji si spalancarono e la presa si fece più forte. –Ed è lo stesso di Hiashi … -
Hinata cominciò a piangere e la voce le morì in gola. Ormai non aveva più fiato, l’aria non arrivava più ai suoi polmoni. Stava soffocando. Guardò Naruto in cerca di aiuto, ma era ancora steso a terra; guardò gli altri ninja e ricevette solo altro odio, ma fu dai loro occhi che riuscì ad accorgersi qualche istante prima di Neji di quello che stava per succedere.
Akamaru piombò addosso a Neji con tutto il suo peso, azzannando il braccio che la stava uccidendo. Lo mandò a terra e gli si mise sopra, mentre i suoi denti mirarono alla pelle bianca del suo collo, ringhiando con aggressività. Hinata cadde a terra e cercò di richiamarlo, ma la sua gola bruciava tanto da impedirle quasi di riprendere a respirare. Vide Neji cercare di tenerlo lontano con tutte le sue forze, mentre le pericolose fauci del cane arrivarono a sfiorargli la gola. Poi, all’improvviso, Akamaru emise un latrato di dolore e si accasciò a terra.
Hinata guardò con gli occhi spalancati la macchia di sangue allargarsi sempre di più sotto il suo corpo massiccio. Nonostante il dolore, lo chiamò, ma il cane non si mosse. Allora corse verso di lui e vide il kunai che Neji gli aveva piantato nel cuore. Distrutta, si lasciò cadere a terra, abbracciandolo con forza.
-Forse posso fare qualcosa.- La ragazza con i capelli rosa l’aveva raggiunta e con sguardo determinato cominciò a curare la ferita di Akamaru.
-Ti prego … - sussurrò, mentre stringeva il grande muso dell’animale, ma lei scosse la testa e abbassò le mani. Hinata affondò il viso nel suo pelo e soffocò i singhiozzi del pianto.
-Neji, l’hai ucciso-
Quelle parole non uscirono dalla sua bocca, ma da quella del ninja medico.
-Mi ha aggredito- ribatté l’altro, per nulla risentito.
-Akamaru ha scelto di difendere lei e non te. Come te lo spieghi? C’è qualcosa che devi dirci per caso?-
-Cosa vorresti dire?-
-Che forse dovremmo rimandare questa faccenda a quando Naruto avrà ripreso i sensi. Così potrai spiegarci anche perché l’hai colpito alle spalle-
-Sakura, quella è la figlia di Hiashi Hyuga- disse Neji alzando la voce –e tu ti fai degli scrupoli solo perché un cane si è messo in mezzo?-
Hinata alzò lo sguardo. Suo cugino si sporgeva minaccioso verso la ragazza, la quale, però, non era da meno e teneva alzata la testa con una sicurezza eccezionale. I suoi occhi verdi stavano sfidando apertamente quelli bianchi di Neji.
-Ho aiutato Kiba e Akamaru a scappare- la voce flebile di Hinata richiamò l’attenzione di entrambi, –e nel frattempo eravamo diventati amici. Di notte gli portavo da mangiare e lui mi teneva compagnia. Per questo mi ha salvata-
Sakura tornò a voltarsi verso Neji con un sopracciglio alzato, ma lui non ne volle sapere e cominciò a protestare. Non doveva esserci alcuna pietà.
-Allora forse dovresti sentire lei-
Un ragazzo alto e magro, con i capelli raccolti in una coda disordinata, si fece strada tra gli altri ninja presenti. Il suo braccio muscoloso reggeva il corpo esile e piegato di Ino Yamanaka. Tutti i presenti le corsero in contro, felici di vederla, ma fu Sakura quella più commossa. Si propose di iniziare subito a curarla, ma Ino si oppose. I suoi occhi azzurri cercarono quelli di Hinata e, accompagnata dal ragazzo, la raggiunse. Quando le fu di fronte si lasciò cadere a terra, accanto a lei, e l’abbracciò.
-Grazie- le sussurrò piangendo.
-Le ha salvato la vita- spiegò il ragazzo, guardando Neji negli occhi –la torturatrice di Konoha usava il suo stesso sangue per far credere di aver inflitto le peggiori sofferenze alle sue vittime. Poi usava le tecniche Hyuga per togliere loro i sensi nel modo meno traumatico possibile e completava l’opera. Ino è solo l’ultima ad essere stata salvata in questo modo-
-Non è possibile- sussurrò Neji con voce flebile. Finalmente nei suoi occhi Hinata vide il dubbio, e ne approfittò per rimettersi in piedi.
-Non mi hai lasciato finire di parlare- gli disse dolcemente, attirando la sua attenzione –noi due abbiamo lo stesso sangue di Hiashi, è vero, ma il nostro cuore è diverso. Ti ricordi quante volte da piccoli abbiamo progettato di unire la casata principale e il ramo cadetto? Così avremmo potuto giocare insieme tutto il giorno-
-Eravamo solo dei bambini-
-Ma eravamo sinceri. Tu non hai cambiato la tua idea, ma neanche io. Sono rimasta in quella casa solo perché costretta, e ho cercato in ogni momento un modo per poterti aiutare-
-Hai fatto credere che fossi stato io a far scappare l’Inuzuka-
-Mi dispiace, ma dovevo salvare Naruto … - il suo sguardo si spostò sul suo volto pallido –ti chiedo solo di lasciarmi libera come tu lo sei ora-
Quando Naruto aprì gli occhi il sole era tramontato. Solo la luce flebile di una candela illuminava la stanza e impiegò qualche secondo per ricordare cosa fosse successo. Scattò in piedi, imprecando, ma il gesto fu troppo brusco e fu seguito da fitte lancinanti al capo, lì dove Neji l’aveva colpito.
Chiuse gli occhi in attesa che il dolore scomparisse e quando li riaprì vide Hinata addormentata accanto al suo futon. Un sospiro di sollievo uscì dalle sue labbra, ma non fu sufficiente. Si abbassò ad abbracciarla.
-Naruto … ?-
-Stai bene- disse, stringendola a sé così forte da farle mancare il respiro.
-Non c’è più pericolo ora- rispose l’altra –e Neji si scusa tanto-
-Si scusa un corno! Appena mi capita tra le mani gli ritorno tutto quanto moltiplicato per cento!-
Hinata rise. Non sentiva la sua risata da così tanto tempo che ne aveva dimenticato il suono. Continuò a ridere, insieme a Naruto, la sua speranza, il suo futuro. Prima, quando pensava alla sua vita, non vedeva nient’altro che oscurità. Ora vedeva gli occhi blu di Naruto illuminati dalla luce del sole che tramonta, in un mare d’oro, nascosto dietro un acero cremisi. La mano tesa verso di lei era arrivata lì dove pensava che mai nessuno sarebbe arrivato. Aveva toccato le corde del suo cuore, facendole riprendere a suonare la loro melodia, e facendola tornare a vivere. Si era fidato di lei, nonostante i pregiudizi, nonostante il suo carattere, nonostante le difficoltà. Per lei, Naruto era la prova che non bisogna mai smettere di sperare, e che anche quello che ai nostri occhi sembra impossibile può trasformarsi in realtà. Grazie a lui, era riuscita a superare i limiti che da sola si era imposta, e finalmente non era più sola.











… e con questo capitolo si conclude “Heartstrings”.
Spero sia stato all’altezza delle vostre aspettative. Ovviamente un tocco di drammaticità c’è sempre, ma Hinata ha affrontato la sua battaglia con Neji a testa alta e con al suo fianco Naruto (ovviamente anche stavolta ha fatto una figuraccia XD). Se scriverò un’altra naruhina prometto che Naruto sarà forte, aitante e furbo!

Ringrazio di cuore i tanti che hanno recensito, aggiunto la storia nei preferiti, scelte o ricordate. Grazie, grazie e ancora grazie!
Un pensiero va anche a Tomoko-chan, la bravissima giudice del contest.
A presto carissimi,


Dryas
   
 
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