Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Free air    05/09/2008    3 recensioni
Cinque modi per dire "ti amo"... Cinque one-shot, su cinque coppie diverse. Cinque dichiarazioni che la Rowling non ha mai descritto. Mi piace immaginarle così.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Grazie per aver letto e commentato il capitolo precedente! Questo è il penutlimo, con Ron&Hermione, la mia coppia preferita. Spero che possiate apprezzarlo. Buona lettura, e fatemi sapere che ne pensate! Kisses, Sara

Five Ways to say “I love you

Ron&Hermione

 

Ron prese stancamente la sua giacca, e si apprestò ad uscire. Si ricordò di sistemarsi i capelli nello specchio all’ingresso, perché erano estremamente disordinati. Lei dormiva, e le aveva lasciato un biglietto in cui aveva brevemente accennato ad un incontro impellente al lavoro. Che era, del resto, la verità.

Gli dispiaceva lasciarla così, senza neanche augurarle il buon giorno, ma era già in netto ritardo, e si era scordato di mettere l’abito adatto. Il suo capo probabilmente se la sarebbe presa, ma non tanto da licenziarlo. Studiò ancora una volta il suo aspetto nella vetrina del palazzo in cui lavorava: poteva andare, anche se sembrava che fosse appena sceso dal letto. E, ancora una volta, era la verità.

Hermione si svegliò tardi, ancora piuttosto assonnata, e non si stupì di essere sola. Guardandosi intorno, intercettò subito il biglietto che dava bella mostra di sé sul comodino. L’aveva scritto su un pezzo di carta rossa che aveva trovato chissà dove, in una calligrafia a dir poco illeggibile. Ma a lei non interessava tanto il messaggio, quanto la firma. Infatti, senza leggere quale fosse il motivo che aveva spinto il suo ragazzo ad abbandonarla così senza neanche salutarla, il suo sguardo corse velocemente a quel “baci, Ron” che era scribacchiato in un angolo del foglietto. Sentì una piccola fitta di delusione al cuore, ma la nascose bene a se stessa con la prospettiva di un’interessante giornata di lavoro.

Erano mesi che andava avanti così, se non anni (ma agli anni non ci pensava, perché sarebbe stato troppo deprimente). Stavano insieme, facevano tutto insieme, erano una vera e propria coppia. E stavano bene, davvero, ma a lei mancava qualcosa, e sapeva anche benissimo di cosa si trattava.

-Mai? Non ci credo.-                                                                                                                                                              Ginny la guardò scettica, mentre finiva di sistemare i capelli del suo primogenito James che, pur essendo ancora molto piccolo, dimostrava un carattere degno di quello dei suoi genitori e dei suoi zii. In quel momento, era intento a giocare con i bottoni del maglione di sua madre.

-E io ti dico che è così. Davvero.-

-Ma come è possibile che non sia mai accaduto? Insomma, è una cosa che viene spontanea!- Hermione, indecisa tra il ridere o disperarsi, decise di prenderla con filosofia. –Spontanea? Evidentemente non a tuo fratello. Credimi, ogni volta che si presenta l’occasione in cui sembra che finalmente lo farà, poi non succede assolutamente nulla. E’ inutile. E tuttavia non ne capisco il motivo.-

Ginny adagiò il bimbo su una sedia, e prese a trafficare con una macchina per il caffè, una delle più recenti ossessioni di suo padre. –E tu? Non dirmi che neanche tu glielo hai mai detto!-

Hermione si fece piccola piccola, pronta alla sfuriata della sua adorata cognata che, sapeva, sarebbe arrivata da un momento all’altro. Il suo atteggiamento bastò a far comprendere alla rossa quale fosse la risposta alla sua domanda. –Io l’ho sempre detto che siete proprio adatti a stare insieme! E ora avete anche conquistato il primato di coppia più strana che io conosca!- Hermione, all’affermazione, si sentì un tantino offesa. Loro erano una coppia fantastica: perfetti l’uno per l’altra, stavano benissimo insieme, e si amavano alla follia. Si, peccato che non riuscissero a dirselo. Ma questo non era il solo problema della ragazza. Tremando dall’emozione, e sussurrando quasi, disse piano –Ginny… non è tutto. C’è un’altra cosa che devo dirti.-

Ron tornò a casa dal lavoro molto stanco. Aveva passato una giornata davvero pesante, iniziata con una sfuriata da parte del suo capo e proseguita peggio. Sua madre aveva preparato una cena coi fiocchi, e si chiese se ci fosse qualche occasione particolare da festeggiare. Quando, togliendosi il cappotto, sentì le urla del suo adorato nipotino, capì che sua sorella e il suo migliore amico sarebbero stati loro ospiti quella sera. Si stupì, però, di vedersi comparire davanti Hermione.

Dopo che si furono salutati con un bacio, come facevano sempre, Molly chiamò tutti a tavola.

-Allora, ragazzi, com’è andata oggi?-

Tra gli assensi e i brevi racconti delle varie giornate, trascorse tutta la cena. Nonostante ciò, Ron non potè fare a meno di notare che tra Ginny ed Hermione c’era un sospetto scambio di sguardi, del quale non riusciva a capire il motivo. In particolare, sembrava che sua sorella volesse esortare la sua ragazza a fare qualcosa. Si, ma che cosa?

-Allora, Ron, ce l’hai fatta a dirglielo?- Ron si spaventò quasi sentendo la voce del suo migliore amico raggiungerlo nel cortile, dove era andato per pensare un po’.

-Ancora no. Non riesco a trovare il momento giusto… E poi stasera mi è sembrata molto strana. Non vorrei che fosse successo qualcosa, oggi.-

Harry sorrise, e lo guardò divertito. –Non credo che sia successo qualcosa OGGI, ma piuttosto che vada avanti da un po’ di tempo.- Ron lo fissò senza capire, innervosito dal fatto che harry sembrava conoscere la sua vita sentimentale meglio di lui. In quel preciso istante, Hermione aprì la porta, e si avvicinò a loro.

-Credo che Ginny avesse bisogno d’auto con James. Si è rovesciato qualcosa addosso.- Disse, e guardò harry con uno strano sguardo complice. –Non c’è bisogno di preoccuparsi, Herm, c’è mia madre- la rassucrò Ron ma, siccome harry lo colpì con discrezione con un gomito, si affrettò ad aggiungere –Oh.. si, sarà meglio che tu vada ad aiutarla, amico. –

Quando furono rimasti soli, dissero contemporaneamente –Ho bisogno di parlarti.-                                        Ridendo, decisero di fare una passeggiata. –Allora, che volevi dirmi?- le chiese Ron osservando quanto fossero magnifici i suoi lineamenti alla luce della luna. Si, era addirittura più bella del solito, con un’espressione serena che raramente le aveva visto in faccia. –Oh.. No, sicuramente quello che vuoi dirmi tu è più importante.-Ron sorrise, e le prese una mano.

-Sai, forse hai ragione. Credo che quello che devo dirti io sia più importante.- Così dicendo, fece per inginocchiarsi, ma non aveva notato il cipiglio che stava assumendo la ragazza, decisamente infuriata.

-Oh no! Non te lo permetterò, Ronald Weasley, fosse l’ultima cosa che faccio!- e si girò le braccia incrociate e un’espressione di palese disappunto scolpita nel volto.

Ron, incredulo, ferito e un po’ arrabbiato, si rialzò velocemente per poi posizionarsi esattamente di fronte a lei. –Ora mi spieghi. Per quale motivo, esattamente, non posso fare quello che stavo per fare?-

Lei, senza cambiare espressione, ma con un’altezzosità e un’aria piuttosto feroce, che al tempo stesso lo spaventavano e facevano infuriare, sibilò: - Non puoi pretendere di fare le cose come e quando vuoi tu. Quello che stavi per fare… non è giusto che tu lo faccia!- E tacque, voltando la testa.

Semplicemente confuso, il ragazzo insistette –Forse è colpa mia, ma davvero non capisco. Cosa vuoi? Una serenata, dei violini, un atto eroico? O il problema è che mi rifiuteresti e non sai come dirmelo?-

Indignata, lei si voltò a guardarlo, la bocca spalancata dallo stupore, gli occhi ridotti a due fessure. Ron, che aveva detto l’ultima frase un po’ perché lo pensava, un po’ perché era sicuro che gli avrebbe fatto riavere tutta la sua attenzione, la guardò con aria di sfida.

-Io rifiutarti?? Come puoi anche solo pensare una cosa simile?-

-E allora perché diamine mi hai impedito di farlo?-

Lei, come le accadeva molto raramente, non sapeva cosa rispondere, non volendo svelare la verità, perché se ne vergognava. Così, prese a fissare a testa china il terreno, e a guardarlo ogni tanto di sottecchi.

-Adoro questi momenti, in cui sono io ad avere l’ultima parola. Davvero, ti amo immensamente quando fai così.-

Prima ancora che il ragazzo concludesse la frase, lei lo guardò con gli occhi sbarrati, confusa e, se possibile, ancora più arrabbiata di prima.

-Sono anni che aspetto questo momento, si sentirti dire quelle parole… e tu che fai?? Lo rovini così!-

Lui improvvisamente capì. Capì perché era arrabbiata, e la frecciata di Harry, e il motivo per cui era tutta la sera che sua sorella lo guardava come se volesse fulminarlo. E, avendo compreso, non potè fare a meno di scoppiare a ridere in maniera piuttosto evidente.

Vedendo che però la cosa stava attirando ancor di più su di lui le ire della ragazza, si fermò, e le si avvicinò, abbracciandola.

-Migliaia di volte. Per migliaia di volte ti ho detto che ti amavo, mentre dormivi o quando non potevi sentirmi. E non ho mai avuto bisogno di dirtelo davvero, perché so che sai che senza di te non potrei andare avanti neanche per un minuto.-

Tutta la rabbia la abbandonò immediatamente, e lo baciò animata dalla stessa magia che l’aveva guidata la prima volta che l’aveva fatto, nel bel mezzo della battaglia.

-Hermione… vuoi sposarmi?-

Lo disse così, in maniera completamente diversa da come l’aveva progettato, ancora abbracciato stretto a lei, con il cuore che gli batteva vicino a quello della ragazza che aveva sempre amato. E che accelerò di un battito, quando lei rispose –Si. –

Restarono per un po’ immobili, a godersi quel momento, e poi, mano nella mano, si avviarono verso casa.

-Ma ora che ci penso… Era questo che volevi dirmi, quando hai detto che dovevi parlarmi?-

Lei arrossì lievemente, e si fermò, mettendosi davanti a lui.

-Non esattamente. Ecco, io avevo paura di dirtelo, ma adesso non più. Aspettiamo un bambino.-

Lui per un attimo sembrò scioccato, poi sorrise e la trasse a sé un’altra volta.

-Ti amo e non mi stancherò mai di farlo. Anche se non lo ripeto spesso.-

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Free air