Ventitrè luglio: tout le monde.
“Che cosa vuoi fare da grande?”
“Mhm non lo so, sono ancora troppo piccola”
“Dai, sono tua sorella, a me puoi dirlo”
“In realtà vorrei essere come un cane”
“Un cane? E perché mai?”
“Ma perché per loro tutto il mondo è un gabinetto
e possono giocare ovunque!”
“Mhm non lo so, sono ancora troppo piccola”
“Dai, sono tua sorella, a me puoi dirlo”
“In realtà vorrei essere come un cane”
“Un cane? E perché mai?”
“Ma perché per loro tutto il mondo è un gabinetto
e possono giocare ovunque!”
Scuote le ciocche di capelli
l’aria fresca della sera; capita
che persino i sorrisi vengano
scossi dall’emozione di un
cielo terso e limpido di stelle
che bucherellano il manto buio
della notte; che persino il sorriso
sorga spontaneo sulle labbra schiuse.
Le stelle sono sempre stelle, dice
la bambina stringendo la tua mano
fredda e increspata, ovunque le vedi
sono sempre le stesse, vero?
Certo, rispondi, puoi seguirle se vuoi
e raggiungere i tuoi sogni, le sorridi
stringendo la pelle morbida e tiepida.
Ma che cosa si raggiunge con i sogni?
Secondo me la felicità, tu che ne pensi?
Ma sono ancora troppo piccina, si lamenta
arricciando appena il naso arrossato,
riesco a mala pena a leggere tutto
un intero capitolo del libro senza addormentarmi
la sera!
Tu cerchi di non ridacchiare perché i suoi
occhi grandi e languidi sono seri, serissimi,
giusto è per quello che te lo leggo io, giusto?
Lei annuisce convinta e ti spinge a continuare
a camminare, magari mi accontento di guardarle solo,
le stelle, per ora, e le saluto prima della buonanotte.
[- Tu le hai seguite le stelle?
- Non ne sono sicura, sai?
- Allora, se vuoi, le saluto anche per te.
- Saresti davvero molto gentile, sì.]
- Non ne sono sicura, sai?
- Allora, se vuoi, le saluto anche per te.
- Saresti davvero molto gentile, sì.]
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