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Autore: Triz    27/07/2014    0 recensioni
Nell'universo Mirai di Dragon Ball, non solo i guerrieri Z hanno combattuto contro i cyborg. Lo stilista Cinna ha accettato di disegnare vestiti per C18 per avere salva la vita, anche se la cyborg non ha risparmiato una persona a lui cara. Per l'ultimo vestito, quindi, Cinna ha un accessorio in più per lei.
Con questa storia termina la trilogia sull'universo Mirai. Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cinna, Portia
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Mirai Trilogy'
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Cinna prese le misure del nastro e tagliò.
Si avvicinò al vestito color sangue indossato dal manichino e con il nastro gli cinse la vita. Fece un nodo particolarmente elaborato e si allontanò di un passo per contemplare la sua opera.
Il vestito, un lungo abito da sera con spalline sottili, era perfetto. Ogni suo lavoro per lei doveva rappresentare la perfezione, se Cinna aveva a cuore la propria vita.
Cinna sospirò sollevato e diede un'occhiata all'orologio appeso al muro del suo atelier: C18 sarebbe arrivata entro pochi minuti per prendere il suo vestito, il tributo in stoffa da parte di Cinna affinché lei e suo fratello non lo uccidessero.
«Ricorda, terrestre, se non mi piace finirà male, per te» gli ricordava la bella cyborg dai capelli biondi ogni volta che prendeva un vestito e gliene ordinava un altro.
Lo stilista si sedette dietro la propria scrivania e gli occhi stanchi si posarono sulla foto di Portia, la donna che aveva racchiuso in sé il ruolo di amica, confidente, collega e amante di Cinna. Prese una foto con una mano e con l'altra accarezzò il volto sorridente di Portia prima di sfiorarsi il segno lasciato sulla guancia da C18, ricordo di un pomeriggio in cui la cyborg era di umore nero.
Cinna diede un bacio alla foto, la rimise dov'era e attese.
Riordinò i fogli pieni di schizzi in una pila, si chinò e prese da terra il fucile che aveva caricato per lei, il ringraziamento di tre anni di vestiti che avevano fruttato solo tanto disprezzo per il suo lavoro, tanto dolore per la morte di Portia e tanto odio per la cyborg.
Accarezzando il fucile, Cinna attese.
Passarono cinque minuti e Cinna si rizzò sulla propria sedia, caricando il fucile.
Ma dieci minuti dopo C18 non arrivò. Ne passarono altri venti, ma la cyborg e il suo gemello non apparvero sulla soglia dell'atelier.
"Dio, se esisti, fa' che non arrivi mai" pensò Cinna e in quel momento la porta si spalancò con fragore, ma non era C18.
«Cinna, c'è una notizia grandiosa!» esclamò Flavius, uno dei suoi tre assistenti.
«I cyborg sono stati distrutti poco fa!» aggiunse Octavia ancora più entusiasta correndogli incontro.
«Distrutti?» emise Cinna incredulo alzandosi in piedi.
«Sì, Cinna, un ragazzo di nome Trunks li ha uccisi tutti e due!» disse allora Venia: «Non dovrai più... Cosa vuoi fare con quel fucile?» domandò perplessa alla vista dell'arma.
«Io... No, nulla» disse Cinna appoggiando il fucile sulla scrivania. I tre assistenti lo fissarono sgomenti, poi gli saltarono addosso e lo abbracciarono felici: «Sono tutti in strada, dobbiamo festeggiare anche noi!» dichiarò Venia e gli altri annuirono.
«Sarebbe fantastico» mormorò Cinna sforzandosi di sorridere: «Potreste portare via questo, per favore?» chiese porgendo il fucile agli assistenti.
«Non vieni con noi?» chiese Flavius, prendendo l'arma e tenendola a debita distanza da sé.
«Certo, ma prima devo fare una cosa».
Cinna lasciò che il terzetto uscisse dall'atelier e rimase solo con l'abito. Ritornò alla propria scrivania e rovistò tra i cassetti finché non trovò ciò che cercava, un paio di forbici affilate. Le impugnò come un coltello e si riavvicinò al manichino, alzando le forbici sopra la testa.
Affondò e un ampio squarcio si aprì sul davanti.
Bruciava la ferita sul proprio volto, mentre quello di C18 era deformato dalla rabbia.
Affondò di nuovo e un grosso pezzo di abito cadde per terra come una macchia di sangue.
Il sangue gli scorreva tra le dita e Portia si chinò su di lui premendo una mano contro la ferita. Venia, Flavius e Octavia erano atterriti in un angolo.
Strappò ancora l'abito e i suoi brandelli finirono ai piedi dello stilista.
«Spostati, stupida!» ruggì la cyborg e puntò una mano contro Portia.
Dell'abito non rimase più niente, ma Cinna continuò a colpire il manichino, infuriato come se avesse C18 davanti a sé.
Portia era senza vita di fronte a lui. Cinna la abbracciò forte in un vano tentativo di difenderla da C18: «Non mi provocare più e fa' il tuo lavoro, terrestre, altrimenti sarai il prossimo!» aveva ruggito mentre C17 rideva.
Stanco e arrabbiato per lo sforzo, Cinna lasciò cadere le forbici e si appoggiò alla scrivania, mentre lacrime di tristezza e gioia gli solcavano il viso. Con gli occhi ancora lucidi, vide il sole fuori dalla finestra illuminare la folla festosa che rideva e portava in trionfo un ragazzo muscoloso dai capelli lilla.
Lo stesso ragazzo lilla lo aveva aiutato a portare fuori il cadavere di Portia, mentre una donna dai capelli azzurri consolava Venia in lacrime: «I cyborg pagheranno, fosse l'ultima cosa che faccio!» aveva detto prima di lasciarlo con il proprio dolore.
Trunks aveva mantenuto la parola e C18 aveva pagato per la morte di Portia.
Cinna si asciugò le lacrime e uscì anche lui a festeggiare: il tempo di piangere era finito.

Fine




Note dell'Autrice
Buonsalve, o popolo di EFP.
Approdo in questo fandom con una crossover piuttosto ardita. Per chi non ha dimistichezza con Dragon Ball, l'universo Mirai è un futuro alternativo in cui due cyborg, C17 e C18, distruggono le città terrestri e uccidono gli esseri umani. Nella serie originale, i cyborg vengono sconfitti da Trunks, il ragazzo dai capelli lilla che ha fatto la sua comparsa nel finale di questa storia.
Il tributo del titolo è riferito al vestito rosso sangue della storia, l'ultimo che Cinna ha dovuto disegnare e cucire per C18.
Con Cinna, inoltre, vi annuncio che concludo la trilogia dedicata all'universo Mirai. Mi reputo soddisfatta sia di questo che degli altri due lavori della serie.
Ringrazio tutti voi per aver letto questa storia.
Alla prossima,
Triz
  
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