Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Lione94    27/07/2014    2 recensioni
Un nome,
una profezia,
una guerra millenaria fra Angeli e Demoni.
Allie Fox, come ogni comune adolescente, ha smesso di credere alla magia dei bambini, ma sarà costretta a ricrederci dopo aver messo la sua firma su un libro incantato: mai sottovalutare il potere delle parole!
Sarà così coinvolta in un conflitto tra Bene e Male e, tra profezie, diavoli guastafeste, gatti parlanti, angeli custodi e un affascinate Principe dei Demoni, la sua vita cambierà completamente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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18. Un aiuto inaspettato




 Tu-tum.
 Mi coprii le orecchie con le mani.
 Tu-tum.
 Ma niente poté impedirmi di sentire il mio cuore lacerarsi nel petto.
 Tu-tum.
 Sebbene fossero i tuoni quelli che squarciavano il cielo e facevano tremare la terra, l’unico rumore che riuscivo a sentire e che non avrei mai voluto sentire era quello del mio cuore che andava in frantumi. Tutto il resto del mondo mi arrivava come attutito.
 Tu-tum.
 Una forte morsa mi opprimeva lo stomaco e mi sentivo piangere disperata.
 Come aveva potuto farlo?
 Layo ci aveva tradito!
 Con il suo gesto aveva consegnato la vittoria a Demon, eppure ciò che mi faceva più male è che facendo così aveva negato il mio amore.
 Sì, ne ero sicura. Era amore quello che provavo… avevo provato per Layo.
 Tu-tum.
 Fin dall’inizio avevo saputo che sarebbe stato pericoloso stargli vicino ma alla fine mi ero innamorata del figlio del mio peggior nemico e adesso le tenebre non solo erano scese su Heyl ma anche sul mio cuore.
  Perché?!
 Mi afferrai il ciondolo che avevo al collo e lo strappai con così tanta forza che sentii il collo dolermi. Osservai per un attimo la piccola volpe d’argento nella mia mano con uno sguardo rabbioso e poi la lanciai più lontano che potei. Vidi un luccichio nel buio e poi più niente.
 Perché lo aveva fatto?!
 Brividi di freddo mi scuotevano il corpo mentre rimanevo inginocchiata per terra in balia del vento che ululava furioso. I capelli mi sferzavano il viso mentre le lacrime lo solcavano con scie bollenti.
 No, non poteva finire così!
 << Allie! >>
 Alzai lo sguardo e dopo essermi passata una mano sugli occhi per asciugarli, vidi due ragazzini avvicinarsi a me. Erano un maschio lentigginoso dalla zazzera castana e una femmina dall’esile figura e dai corti capelli neri a caschetto. Riconobbi Salem mentre l’altra doveva essere Minù la gatta mannara.
 << Oh è tutta colpa mia Salem! >> esordii disperata.
 << Che cos’è successo? >>
 << La… >> ero così pateticamente disperata da nemmeno riuscire a pronunciare il suo nome << Layo ha consegnato a Demon il Richiamangeli! >> strillai sopra i tuoni << Salem la Penna del Destino era lì, ne sono sicura! >>.
 Salem trasalì mentre Minù si apriva in un ghigno mostrandomi i piccoli canini appuntiti.
 << Demon ha fatto davvero un buon lavoro con il suo cucciolo! >>
 << Minù! >> una terza voce s’intromise all’improvviso << Ti sembra adesso il momento? >> Gwen atterrò davanti a me e sentii Minù ringhiarle contro << Tornatene dalla tua padrona, non è questo posto per te! >>
 Senza farselo ripetere due volte Minù si trasformò in una splendida felina dal manto nero e gli occhi grigi e con un balzo sparì nella notte. Chissà chi era la sua padrona…
 Osservai l’angelo biondo davanti a me. Era davvero stravolta. << Salem va via anche tu, stanno arrivando! >>
 Il gatto mannaro fece appena in tempo a scomparire come aveva fatto la sua compagna felina prima che comparissero in una nuvola di zolfo e in tutta la loro terribile bellezza i demoni.
 Erano Evil e Gilderoy accompagnati da altri tre diavoli.
 Indietreggiai spaventata alla vista dello sguardo famelico di Evil.
 Gwen si parò davanti a me, spalancando le ali e nascondendomi dietro di esse.
 << Non osate toccarla! >>
 << Oh sono terrorizzato Gwen! >> esclamò Evil con sarcasmo << Gilderoy pensaci tu >> poi schioccò le dita e si rivolse agli altri tre diavoli indicandomi << Prendetela! >>.
 << Scappa Allie! >> urlò il mio Angelo Custode iniziando una lotta furiosa con i diavoli.
 Iniziai a correre più veloce che potevo, ma dove potevo andare? Ormai il male era dappertutto. I tacchi che avevo indossato rendevano la corsa ancor più difficile. Presi una storta e quasi rischiai di cadere a terra. Me li tolsi e li buttai via. Ripresi a correre con la caviglia un po’ dolorante. Ma ben presto andai a sbattere contro un corpo e solo una forte stretta mi impedì di cadere a terra.
 << Allie, Allie, Allie… >> mormorò Evil mentre quasi mi soffocava con la forza delle sue braccia << Dove credi di andare stupida di una ragazzina? Non c’è più salvezza da nessuna parte, il Paradiso è caduto e Demon aspetta solo te per farti assistere al suo più grande trionfo >>.
 Le due parole mi rimbombavano nella testa. Com’era possibile che il Paradiso fosse caduto nelle loro sporche mani? E che cosa era successo allora a tutti gli angeli? E ai miei genitori??
 Smisi di divincolarmi e mi arresi.
 Che senso aveva ancora combattere?
 Evil ghignò borioso della sua vittoria. Sapeva di avermi distrutto con le sue parole. << Brava bambina >>.
 Mi girai per vedere Gwen intrappolata da Gilderoy e gli altri diavoli. Era svenuta e aveva un’ala spezzata. Erano troppo forti per noi che avevamo perso ogni speranza… la luce.
 Evil si rivolse ai suoi compagni: << Andiamo! >>.
 Spiegò le ali e spiccò il volo. Vidi il terreno sotto i nostri piedi sgretolarsi e poi si aprì un’enorme voragine nera di cui non si vedeva la fine. I diavoli scesero in picchiata sghignazzando mentre ci trascinavano nel cuore più profondo dell’Inferno.


Buio.


 Riaprii gli occhi mentre sentivo una dolce voce che mi chiamava.
 << Allie! >>
 << Gwen! >>
 Osservai l’angelo davanti a me, non sembrava più la stessa: la luce della sua aureola si era affievolita quasi del tutto. Il volto esprimeva una grande sofferenza mentre dall’ala spezzata gocciolava del sangue scuro.
 << Dove siamo? >>
 << Nel punto più profondo delle prigioni dell’Inferno >>.
 Mi alzai in piedi a fatica. La nostra era una piccola e oscura cella quadrata dalle sbarre arrugginite, fuori da essa c’erano tante altre celle uguali alla nostra che si susseguivano per dei corridoi che sembravano infiniti. Le prigioni dell’Inferno erano state progettate come un labirinto per questo era impossibile sfuggirgli. Mi ritrovai a pensare che ero stata fortunata la prima volta che i diavoli mi avevano catturata perché non mi avevano portato in un posto del genere. Era davvero orribili: un luogo buio e tetro. Chissà che cosa nascondevano quelle nere celle…
 Un gemito vicino mi fece voltare di scatto.
 Grazie alla flebile luce che Gwen riusciva ancora a emanare riuscii a vedere un corpo raggomitolato in un angolo della cella. Il volto era tumefatto e i vestiti sporchi di sangue. La sua aureola era scomparsa ma per fortuna le ali parevano intatte. Sembrava non riuscisse a muoversi per quanto dolore provasse.
 << Oddio! E’... >>
 << Sì è Gabriel! >> rispose Gwen con la voce rotta dal pianto.
 << Che cosa gli hanno fatto? >>
 << Io non lo so! >>.
 Il Principe degli Angeli emise in fioco gemito. Mi avvicinai e strappai un po’ di stoffa dalla gonna del mio bel vestito, o almeno di quello che ne rimaneva. Almeno riusciva ancora a coprirmi decentemente. Inizia a ripulire il volto di Gabriel mentre Gwen gli stringeva forte la mano e continuava a piangere silenziosamente. La distruggeva vedere il suo amato in quelle condizioni. Chissà cosa avrei potuto provare io… scossi la testa mentre una fitta mi stringeva lo stomaco. Per me non ci sarebbe stata l’occasione! Chi mai avrebbe fatto dal male al vittorioso Principe dei Demoni?
 << A… Allie >> l’angelo parlava a fatica. La sua voce era un sussurro. Gemette ancora e il suo corpo fu scosso da un tremito. Osservai i suoi occhi guardarmi sofferenti. << Pe… perdonami, io non… non ho saputo resistere! >>.
 << Gabriel che cosa ti hanno fatto? >> gli chiese Gwen in un mormorio.
 << Il dolore era quasi insopportabile >> capii che lo avevano torturato. Chissà quante ne aveva passate. << Ma… il pensiero di perdere le ali era troppo! Non… ce l’ho fatta e ho parlato! >> vidi le lacrime rigavano il suo volto << Vi ho traditi… tutti! Io… e mia madre eravamo gli unici che sapevano dove si trovava la Penna del Destino, ma… lei è sempre stata più forte di me >>.
 << Dov’è adesso? >> chiesi.
 Un altro gemito.
 << Non lo so… credo con Demon >>.
 << Per tutte le lune chissà cosa le avrà fatto! >> esclamò Gwen orripilata.
 Rimasi per un attimo immobile a pensare. << Perché non me lo avete detto? >>
 << Pensavamo che… >> Gabriel fece un lungo sospiro << Con te fosse al sicuro. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che si trovasse nel Richiamangeli… Come hanno fatto a togliertelo? Un oggetto così potente non si separa facilmente dal suo padrone >>.
 Non riuscii a rispondere alla sua domanda e così Gwen lo fece per me. << E’ stato Layo >>.
 Gabriel mi guardò incupito, ma evitai il suo sguardo. Avrei potuto piangere da un momento all’altro. Stupida, stupida e ancora stupida!
 << Non è stata colpa tua Gabriel >> gli sussurrò il mio angelo custode carezzandolo dolcemente.
 << Oh Gwen! >> pianse il Principe << Non me lo perdonerò mai di aver ceduto >>.
 Per un attimo scese il silenzio, rotto solo dai nostri ansanti respiri.
 Tornai a guardai i due angeli solo dopo essermi calmata. << E adesso? >>
 << Solo un miracolo può salvarci! >> esclamò Gwen e come a testimonianza dello scettiscismo presente nelle sue parole, l’areola si spense di colpo.
 Rimanemmo immersi nell’oscurità. Solo la luce proveniente nel corridoio adesso ci illuminava ma era così fioca che nemmeno riuscivo a intravedere bene le due figure vicino a me.
 << E la profezia? >>
 Gabriel fremette. << Demon la cambierà con la Penna del Destino e allora non ci sarà più via di scampo >>.
 Un forte botto sulle sbarre della cella ci fece sobbalzare dallo spavento. Alzammo lo sguardo per intravedere un diavolo dagli occhi di brace guardarci furioso.
 << Zitti stupidi angioletti! >>
 Ci fu uno strano movimento alle sue spalle. Come a rallentatore vidi qualcosa abbattersi sulla testa del diavolo e quello cadde a terra senza sensi. Allora sentii due voci femminili parlare.
 << Bel lavoro Minù >>
 << E’ stato un piacere signora >>
 La porta della cella si spalancò con un cigolio stridulo.
 Meravigliati vedemmo Minù entrare nella cella.
 << Guarda un po’ chi abbiamo qui >> esordì la gatta mannara ghignando << Sapevo che il mio senso felino non sbaglia mai >>.
 Ancor più stupidi guardammo la figura che si stagliava dietro di lei.
 << Credo che sia giunta l’ora di scappare >>.
 Era la signora Lawolf.

  
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