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Autore: OfeliaMontgomery    28/07/2014    1 recensioni
Victor Frankestein riporta in vita sua figlia Caroline, che in precedenza era stata sbranata da dei lupi. Il suo ritorno è un po' disastroso perchè non ricorda nulla della sua vita prima d'allora. Stein - la creatura e suo fratello - non l'aiuta per niente perchè la prende in giro come se l'incidente non fosse mai successo e questa cosa la scombina ancora di più.
Elizabeth - la madre - decide di rimandare a scuola la figlia sperando che la memoria le possa tornare, magari grazie all'aiuto dei suoi amici. Ma entrambi i coniugi Frankenstein non sanno che in quella stessa scuola ci sono il figlio e la figlia del loro più acerrimo nemico: Dracula.
Caroline e Verona - la figlia di Dracula - estaurano subito un bel rapporto. Dopo uno scontro e incronto con Jonathan, la Frankenstein si è infatuata di lui e sembra proprio che lui la ricambi.
Cosa succederà fra le due famiglie? Riusciranno i due ragazzi a tenere nascosta la loro relazione?
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=f3Yq3hpaJIw&feature=youtu.be
Genere: Dark, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forbidden Love.'
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La sera prima dell’arrivo di Verona.
 
La finestra della camera di Caroline si spalancò del tutto e Jonathan entrò in tutta la sua bellezza. Indossava una camicia bianca e un paio di pantaloni neri. I capelli erano scompigliati e qualche ciuffo ribelle gli andava davanti agli occhi. Era stupendo.
«Buonasera signorina Frankenstein» la salutò con un sorriso prima di scoccarle un bacio a fior di labbra.
«Buonasera a te Dracul» disse lei, stando con il viso a pochi centimetri da quello di lui. Jonathan rise passandosi una mano fra i capelli «Dato che non puoi uscire, mi chiedevo se potevi almeno venire sul tetto di casa sua, siamo sempre qui eh..» chiese, facendo ridere Caroline.
«Sul tetto? A fare cosa?» domandò lei, raccogliendo da terra un maglioncino nero.
«A vedere le stelle. Non è romantico?» rispose Jonathan, circondandole la vita con un braccio.
«Sì» Caroline rise dolcemente poi gli scoccò un bacio sulla guancia e si avviò verso la sua finestra.
Jonathan la seguì poi facendola salire sulla sua schiena, saltò verso il tetto, andandosi ad aggrappare alle grondaie. Fece un altro salto e finalmente si ritrovarono sul letto della villa dei Frankenstein.
Si sedettero sulle tegole rosso mattone e guardarono attentamente il cielo stellato. «E’ bellissimo» commentò Caroline che era rimasta meravigliata. Era affascinante ed allo stesso tempo unico.
«Lo so, tutte le notti le passò a guardare questa meraviglia, mi rilassa tantissimo» disse Jonathan, prendendo per un fianco Caroline per farla avvicinare a lui. La mora si avvicinò a lui e appoggiò la testa sulla sua spalla e stettero in silenzio a contemplare il cielo.
«E’ davvero stupendo» Caroline era davvero felice in quel momento, ma una domanda continuava a girare per la testa e voleva davvero scoprire qual era la risposta «Jonathan tu quanti anni hai?» gli chiese, girando la testa verso di lui.
Jonathan sospirò «Troppi» rispose a voce bassa. Caroline alzò di scattò la testa e lo fissò dritto negli occhi «Quanti esattamente? Sai devo sapere se sto con un ultracentenario oppure un bicentenario o o o…» ribadì lei, facendolo ridere.
«Ho esattamente centoventisei anni» rispose, aspettando di vedere la reazione di Caroline che arrivò subito. Spalancò sia gli occhi che la bocca «Sei un ultracentenario, wow» commentò schioccata.
«Posso farti una domanda?»
«Certamente»
«Tu non brilli vero?»
Jonathan scoppiò in una fragorosa risata, battendo persino le mani sulle sue gambe, «No e per favore non documentarti con Twilight» rispose divertito.
Caroline arrossì, «Scusa…» si strinse nelle spalle nasconde il viso dentro al suo maglioncino, «Dormi in una bara?» chiese ancora.
«Si e no, cioè posso scegliere, ma dormo quasi sempre nel mio letto» rispose Jonathan, baciandole una tempia.
«L’aglio e le croci ti feriscono?»
«No, quasi niente di quello che scrivono sui giornali è vero. Io l’aglio lo mangio e le croci ovviamente mi feriscono, soprattutto se me le tirano addosso, ma penso che quello ferirebbe anche te» rispose Jonathan, facendo ridere Caroline. «Vuoi sapere altro?» domandò lui, accarezzando la schiena a Caroline.
«Quante fidanzate hai avuto?»
«Due, Lavinia e tu.» Caroline sorrise e si accoccolò sul petto di lui, stringendo le mani intorno alla sua camicia.
«Meglio così. Sai io vivrò per sempre, proprio come te» disse lei, facendo scontrare il suo naso con quello di lui.
«Potremo stare insieme per sempre» disse Jonathan, facendo intrecciare le sue dita con quelle di lei.
«Si, per sempre».
 
Caroline si stava spazzolando i capelli mentre cercava di pensare ad una scusa per uscire di casa e andare da Ulla.
Ulla quella mattina le aveva chiesto esplicitamente di inventare una scusa, una scusa per poter andare insieme a lei a comprare gli alcolici.
Non sapeva esattamente come convincere i suoi genitori, ma un’idea l’era venuta. Appoggiò la spazzola sul lavandino e uscendo di corsa dal bagno e dalla sua camera, andò a cercare sua madre.
«Mamma, Ulla ed io dobbiamo fare una ricerca e vorremmo andare in biblioteca, posso uscire almeno per un’ora?» domandò Caroline, sedendosi al fianco della madre che si trovava sul divano del salotto.
La madre distolse lo sguardo dal suo giornale e sorrise alla figlia «Per me va bene. Devi chiedere a tuo padre, è nel suo laboratorio» rispose, scrollando la sua lunga chioma corvina.
Caroline sospirò rumorosamente poi alzandosi dal divano, si diresse verso il laboratorio del padre e pregò tutte le lingue del mondo per farsi si che accettasse.
Scendere quelle scale di cemento, che portavano al laboratorio in cui era stata riportata in vita, le fece venire la pelle d’oca. Toccò la ringhiera di legno e aggrappandosi ad essa, scese le scale. I gradini erano davvero alti e irregolari, quindi potevi facilmente scivolare e ritrovarti con qualche osso rotto.
«Papà, mamma ha detto che sei qui» urlò Caroline, sporgendosi verso la ringhiera. Il padre era lì con in mano un aggeggio elettronico.
«Sì tesoro, che succede?» domandò il padre, senza distogliere lo sguardo da quell’oggetto elettronico.
«Io e Ulla dobbiamo fare una ricerca, quindi mi chiedevo se posso andare in biblioteca con lei?» chiese Caroline, alzandosi sulle punta dei piedi e mettendo le mani davanti al petto incrociandole tra di loro.
Il padre ci pensò su poi rispose «Va bene, ma tra un’ora devi essere qui». Caroline fece un piccolo salto poi corse su per le scale e si chiuse la porta blindata alle spalle. Aveva un’ora di liberta, finalmente.

 
  
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