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Autore: mirai hime    29/07/2014    0 recensioni
Non passava di certo inosservata Sariah: nel suo abito al ginocchio scuro con un corpetto ornato di pizzi e nastri in raso, calze ricamate che modellavano le sue gambe magre e scarpe alte per slanciare la sua figura non proprio altissima. Ciò che colpiva maggiormente era la sua pelle chiara sulla quale contrastavano il color mogano dei capelli e il nero dei suoi abiti. Incastonati in viso, aveva due splendidi occhi azzurri dai quali non trapelavano quasi mai emozioni accentuati dal trucco sfumato e perfetto che presentava ogni giorno.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Londra, tipica mattinata grigia, un giorno perfetto per lei. Sariah Bennett, giovane nobile della capitale inglese, aveva varcato la soglia del portone della sua abitazione per salire sulla vettura che la porterà al suo quotidiano impegno: la Royal Academy of Music. Ebbene sì, dato il suo prestigioso status sociale poteva permettersi di frequentare uno tra i conservatori più antichi e rinomati del Paese.
Poco più che ventenne era una già nota compositrice e la sua passione per la musica, nella sua parte più tecnica e minuziosa, aveva fatto di lei una giovane promessa nel suo campo. Opportunità di esporsi a grandi livelli erano state favorite anche grazie alle influenze della sua famiglia nonché grazie al suo talento e spiccata propensione verso un genere piuttosto classicheggiante, quasi anacronistico gusto per la musica classica.
 Lo studio intenso e attento dei grandi maestri del passato l’aveva portata a proporre ad uno dei suoi professori un tema piuttosto interessante per la sua futura tesi: la percezione della musica classica nelle comunità dei vampiri. L’aspetto che più aveva incuriosito il suo professore era stato proprio il voler accostare creature dell’ombra e della notte a qualcosa di etero e pieno di luce come il mondo della musica classica.
Con il suo modo raffinato di scendere dalla vettura che l’accompagnava in accademia per poi entrare, destava meraviglia e stupore per come una giovane ragazza potesse avere tanta eleganza. Non sembrava appartenere a questa epoca, aveva un’aria tipicamente ottocentesca che la rendeva ancora più adatta per la Royal.
Non passava di certo inosservata Sariah: nel suo abito al ginocchio scuro con un corpetto ornato di pizzi e nastri in raso, calze ricamate che modellavano le sue gambe magre e scarpe alte per slanciare la sua figura non proprio altissima. Ciò che colpiva maggiormente era la sua pelle chiara sulla quale contrastavano il color mogano dei capelli e il nero dei suoi abiti. Incastonati in viso, aveva due splendidi occhi azzurri dai quali non trapelavano quasi mai emozioni accentuati dal trucco sfumato e perfetto che presentava ogni giorno.
Spesso solitaria e schiva nei confronti di chiunque, persino dei compagni del corso che ormai conosceva da anni. Non ha mai mostrato particolare interesse nelle relazioni umane e forse questa sua peculiarità faceva di lei un soggetto interessante da studiare.
Terminata la sua giornata accademica, Sariah lascia l’edificio per recarsi verso il parco situato di fronte: una vasta area verde adatta per rilassarsi prima di rincasare e il Queen’s Mary Garden faceva proprio al caso suo.
Passeggiare per il parco riusciva a far emergere un nuovo lato di Sariah: di spiccata grazia ma soprattutto cancellava quell’aria quasi cupa che si portava dietro ogni giorno. Non era stata abituata ad intrattenere relazioni con chiunque, si era sempre rapportata con gente con parecchi anni sulle spalle più di lei. I suoi coetanei erano come lei, silenziosi e soli oppure dall’aria snob e da discorsi frivoli e inconcludenti.
Voleva che qualcuno si accorgesse di lei e non soltanto ammirandola ogni mattina in accademia o per strada, l’estetica, per quanto potesse essere importante per una come lei, non era tutto. Le mancava quel contatto che tanto desiderava e che non avendo i modi per ricercarlo continuava ad isolarsi. Per una come lei il mondo della luce forse rappresentava un buona via d’uscita. Chi sarebbe stato disposto a realizzare questo suo desiderio? E a quale prezzo?
Sariah aveva imparato che la gente non fa mai nulla senza un compenso, non credeva a quelle rarità dall’animo buono che aiutavano disinteressatamente.
 
Tornata a casa aveva trovato i genitori intrattenere una conversazione con un ospite, lei non era a conoscenza che proprio quel giorno avrebbero ricevuto visite.
“Buona sera. Eccomi di ritorno.”, si era annunciata nel migliore dei modi per non manifestare la sua aria sorpresa circa la visita inaspettata. Aveva poi preso posto su un divanetto accanto ai genitori dopo aver salutato l’ospite.
“Ecco la nostra cara ed unica figlia: Sariah.”, aveva esordito la madre piuttosto soddisfatta nel pronunciare il nome inusuale della ragazza e di ritorno il giovane ospite si era presentato anche a lei baciandole la mano come conveniva.
Il giovane ospite della famiglia Bennett era anch’egli un aristocratico di pari livello e Sariah si meravigliava di non averlo mai incontrato prima di allora alle numerose serate a cui erano stati invitati.
Aveva preso a scrutarlo: alto, castano, apparentemente un bel fisico curato sotto l’abito elegante che indossava, una figura di classe insomma. Ciò che colpiva di più erano i suoi brillanti occhi verdi la sua carnagione pallida come quella dei Bennett. Da lì Sariah si rese conto di trovarsi davanti uno come lei: un giovane vampiro aristocratico londinese. 
  
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