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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    29/07/2014    2 recensioni
[PostShamballa][RoyEd]
Una serie di sparizioni e comparse misteriose dona una nuova possibilità ai fratelli Elric.
"La ripresa della conoscenza fu, per Edward Elric, dolorosa.
Sentiva il petto alzarsi ed abbassarsi nel tentativo, da parte dei suoi polmoni, di inspirare avidamente aria e, ad ogni movimento, poteva quasi giurare di sentire le proprie costole spaccarsi in mille pezzettini di osso e poi rimettersi assieme come uno scherzo crudele, pronte a farlo soffrire ancora al prossimo inspirare."
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Nuovo personaggio, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Go the Distance - Di nuovo a casa'
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GO THE DISTANCE

CAPITOLO 3

Quando Winry Rockbell entrò nell'atrio dell'Ospedale Centrale, carica di borse e attrezzi, non ebbe alcuna difficoltà nel riconoscere i propri accompagnatori, i quali sembravano chiacchierare tranquillamente tra loro al centro della sala: “Riza-san! Havoc-san!” gridò, cercando di attirarne l'attenzione.

I due militari alzarono di scatto la testa e la videro, affrettandosi quindi a raggiungerla: “Grazie di essere qui.” disse subito la donna con tono visibilmente sollevato e un'espressione quasi allegra sul volto, “Dai a me quelle borse, sembrano pesanti.” si offrì invece lui, tendendo le mani.

Winry gliele affidò con sollievo: “Grazie, lo sono, ad essere sincera. Visto che il Comandante non mi ha dato misure o indicazioni, ho preferito portare tutto il materiale necessario qui di persona.” dichiarò, non le sfuggì lo sguardo inquieto che i due compagni si scambiarono e si ripromise di chiedere delucidazioni, anche allo stesso Mustang se necessario.

Allora, andiamo... Dobbiamo camminare un po' prima di arrivare...” azzardò Havoc, conducendo il trio verso lo stesso corridoio da cui erano passati qualche ora prima assieme alla signorina Maya.

Una volta di più, durante gran parte della marcia, restarono in silenzio: Jean portava senza problemi i bagagli dell'ingegnere, Riza camminava accanto alla ben più giovane donna e quest'ultima taceva, immersa nei propri pensieri, non credeva che fosse una coincidenza.

Prima il Comandante spariva per una settimana quando non era trascorso giorno senza che egli la chiamasse anche solo per sincerarsi come stesse – Winry sospettava si sentisse in colpa per Edward e Alphonse e quindi lo lasciava fare, le faceva quasi piacere, in effetti, avere contatti con forse l'unico che fosse mai riuscito a conoscere più o meno a fondo le persone che, per lei, erano state come fratelli – poi riappariva con una sbrigativa telefonata, le chiedeva di raggiungerlo in Ospedale per un set di Automail che, guarda il caso, erano una gamba sinistra e un braccio destro.

Winry Rockbell non era ingenua: sentiva che c'era qualcosa che non andava e quelle misteriose scomparse e ricomparse... La giovane aveva un'amica in Ospedale, si erano conosciute durante uno dei suoi interventi per le forze militari ed ella si era sfogata con lei: certo, forse non era stato poi molto corretto rivelare ad un civile certe cose ma la ragazza in questione era così stanca e sotto pressione che, sulle prime, Winry non aveva minimamente preso in considerazione le conseguenze di tale sfogo.

Solo dopo che le erano stati rivelati i deliri delle persone misteriose che erano comparse al posto di altre - deliri e confessioni che parlavano di altre città, di un mondo dove non esisteva l'Alchimia – fu solo allora che Rockbell capì e la consapevolezza l'aveva colpita come un pugno violento nello stomaco.

Alphonse gliene aveva parlato – lo ricordava chiaramente – prima di correre a Central City ormai cinque anni prima: nulla le impediva a quel punto di sperare.

Eccoci, siamo arrivati.”

La voce stanca di Jean Havoc risuonò nel corridoio deserto e silenzioso e Winry alzò la testa: si trovavano davanti ad una porta lucida ma chiusa.

Dinanzi ai suoi occhi, il militare bussò tre volte e, qualche secondo dopo, da essa uscì il Comandante.

Benvenuta.” la salutò lui con un sorriso sincero, tendendole la mano per stringergliela: “Grazie...” riuscì a dire soltanto lei, ricambiando il saluto.

Sono venuta prima che ho potuto e ho portato anche numerosi ferri del mestiere.” disse, sentendosi infinitamente stupida: l'aveva già detto al telefono ma non sapeva cosa altro dire, quella sensazione di disagio e aspettativa la rendeva nervosa e incapace di dire qualcosa di più arguto.

Riza, Jean, potete entrare un attimo? Devo parlare con Winry.”

I due militari si guardarono poi annuirono e lasciarono il corridoio, da lì, la ragazza poteva vedere un letto e alcune divise all'interno, che il resto del Mustang Team fosse lì?

Cosa deve dirmi?” chiese poi lei, una volta richiusasi la stanza; Mustang sospirò e si poggiò alla parete, cercando di raccogliere le parole: “Ci sono alcuni avvertimenti che devo darti, prima di entrare. Primo fra tutti, ti pregherei di tenere per te quello che vedrai e le parole che udrai, almeno fino a quando non te lo dirò io. Poi, devo confessarti che potresti avere un piccolo shock,” il cuore di Winry ebbe un tuffo a tali parole, “e terzo...”

Comandante...” bisbigliò lei: “Mi dica la verità...”.

Non è semplice...”

Si tratta di... loro... vero? Comandante, la prego, me lo dica...”

Gli occhi di Winry si riempirono di lacrime mentre si aggrappava alla casacca di Roy e lo guardava fisso nell'unica pupilla spalancata e smarrita: “Se si tratta di Edward, voglio saperlo, e ora! Voglio sapere se sta bene, se c'è anche Alphonse... Me lo deve dire ora, Comandante... Mi ha chiesto di creare due Automail, un braccio e una gamba, non deve essere un caso!” gridò ella.

Winry, per favore.... Smettila di piangere.”

Una voce roca e conosciuta la fece sobbalzare e voltare di scatto: sulla soglia, sorretto da Jean e Vato e visibilmente esausto e affaticato, c'era Edward Elric; la giovane ebbe un secondo sussulto nel vederne il corpo magro e rappezzato di cerotti e bende e si sentì morire nel vedere che mancavano i suoi due arti artificiali.

Ed...” bisbigliò con le lacrime che le scivolavano lungo le guance: “Edward...” ripetè, incapace di pensare ad altro che a quella visione.

Winry... Sto bene... Non c'è bisogno di preoccuparsi per me...” disse lui con gli occhi velati di sonno: “Al è qui dentro... Stiamo bene...”.

Rockbell non riuscì più a trattenersi e gli gettò le braccia al collo: “Brutto fratellino idiota!” gridò con voce soffocata dalla spalla del ragazzo più grande, “Cosa ti è successo...?” chiese, col viso nascosto nel collo di Ed.

Troppe cose...” sussurrò lui, era stanco ma sentiva di dover rincuorare Winry, rassicurarla sulle loro condizioni; e poi, non pensava di essere in grado di rivivere ogni cosa, non così presto almeno.

Aveva bisogno di ancora un po' di tempo.

Le mani tremanti di Mustang si poggiarono sulle spalle dei due giovani e il Comandante sorrise ai loro visi pallidi e solcati da lacrime: “Non è il caso di parlare qui fuori.” dichiarò, stringendo lievemente la presa su quella di Edward, “Entriamo, su.”.

Winry si asciugò vigorosamente le lacrime e annuì, precedendo l'Elric maggiore all'interno, il cui viso sembrava infinitamente più sereno: “Forza, Edward, andiamo anche noi.” disse Havoc, cingendogli gentilmente i fianchi col braccio, “Non ti fa bene zompettare in giro in queste condizioni.” aggiunse, facendo un cenno a Falman, che aveva accolto il corpo esausto del compagno più giovane, lasciatosi cadere all'indietro per la debolezza.

Con cautela, i due soldati lo riportarono in stanza mentre Mustang, con aria circospetta e guardinga, osservava attentamente il corridoio: una volta assicuratosi che non vi fosse nessuno nei paraggi, si richiuse la porta alle spalle e si avvicinò ai sottoposti, assiepati attorno alla branda su cui era stato deposto il giovanotto semi-svenuto.

Alphonse dormiva ancora, pareva non essersi accorto di nulla.

Winry era inginocchiata a terra, intenta a frugare in una delle borse che si era portata dietro ma senza proferire verbo: era ancora sotto shock, ma il Comandante e tutti potevano giurare di vedere un vago sorriso tremulo sulle sue labbra tenute strette, forse per impedire alle lacrime di scendere ancora e ancora.

Quando infine la situazione sembrò calmarsi – e Breda e Kain si furono defilati all'esterno per andare a chiamare l'infermiera – Rockbell alzò la testa e si avvicinò al letto, tra le mani aveva un metro da sarta: “Ora ho bisogno di aiuto.” disse, voltandosi verso Jean, “Scosta la coperta e aprigli la casacca. Devo prendere le misure.”.

Havoc obbedì senza proferire parola, ignorò gentilmente il sussulto che la ragazza ebbe nel vedere il corpo pesantemente fasciato di Edward e fu rapido a ricoprirlo una volta conclusasi l'operazione.

Winry si appuntò alcune cifre su di un logoro blocchetto e restò qualche istante con lo sguardo perso nel vuoto: “E' cresciuto.” notò infine con tono velato di affetto, “Non è più il solito tappetto... E' diventato alto quasi quanto me.”.

Non... sono... piccolo...” rantolò il ferito.

Una risata sommessa serpeggiò tra i presenti: “Certe cose non cambiano mai...” disse Riza con un sorriso sincero; Roy annuì, incapace di dire alcunchè, non era ancora riuscito a sincerarsi personalmente dell'estensione delle ferite dei due ragazzi ma la vista di tutti quei bendaggi lo fece avvampare di rabbia.

Credo di poter ricostruire gli innesti in tempi brevi, dovrò mettere in pausa alcuni altri progetti ma voglio che Ed abbia la priorità su tutto.” affermò lei determinata: “Sarebbe fantastico.” ribatté Havoc, “Ora però il problema è un altro...” si intromise Riza.

Che genere di problema c'è, Tenente Colonnello?”

La voce della dottoressa Grunwald fece voltare tutti i presenti, i quali videro la donna – accompagnata dall'assistente – con dietro Breda e Kain: “Che problema?” ripeté ella, vedendo che nessuno sembrava intenzionato a rispondere.

Si riferiva senza alcun dubbio alla possibilità che i fratelli Elric vengano presto dimessi, probabilmente – come tutti noi – è preoccupata per questa situazione di crisi e si chiedeva come fare con la mancanza di posti letto disponibili, dato il grande numero di ricoverati. Certo, se venisse accettata la proposta che il Comandante ha inoltrato...” intervenne Mustang con nonchalance, ammutolendo tutti.

Doc Grunwald sospirò, fulminando con lo sguardo l'Alchimista di Fuoco – che mantenne comunque la propria espressione sbruffona – il quale ne resse tranquillamente lo sguardo: “Venivo appunto a riferirvi della decisione della responsabile medica dei due pazienti, che per inciso sarei io. Sono stata informata che avete interpellato un'artigiana per ripristinare le protesi del signor Elric. Signorina.” disse, rivolgendosi quindi a Winry, “Prima di installare qualsivoglia innesto per Automail, gradirei scambiare due chiacchiere con lei, magari davanti ad una tazza di tè mentre le illustro l'estensione dei danni ai nervi, solo a quel punto potremmo concordare insieme una via d'azione per restituire a Edward l'uso degli arti. Direi che, almeno per qualche tempo, non sarà possibile effettuare operazioni di questo tipo.”.

La ragazza annuì determinata: “La ringrazio.” disse solo con un rapido inchino.

Poi veniamo a noi, Comandante. Tra tre giorni, non uno di meno, le farò pervenire le pratiche di dimissione, ho deciso che la convalescenza potrebbe essere più rapida e confortevole in un ambiente familiare e riservato quindi autorizzo la presa in custodia da parte sua dei nostri due pazienti qui.” concluse con un sorriso.

Roy Mustang si lasciò andare ad un risata trionfale: “Le sono infinitamente grato, dottoressa.”.

Non mi faccia pentire della mia scelta, però.”

Non si preoccupi, non succederà.”

Ella si guardò attorno con aria soddisfatta, poi fece un cenno a Maya ed entrambe uscirono, lasciando il Team da solo.

A squadrare Mustang.

Il quale seguitava a sorridere come un bambino.

Quindi era questo il suo piano, capo?” chiese Breda, il primo ad avere il coraggio di rompere il silenzio stupefatto dei compagni.

Lasciamo soli questi due per qualche anno e ce li ritroviamo conciati per le feste, ho pensato che, in quanto ufficiale di grado superiore, fosse mio dovere occuparmene, sia mai che ci rimangano sulla coscienza.” disse lui con tono fintamente indifferente: “Però suppongo che avrò bisogno di aiuto, gestire Fullmetal e suo fratello è una missione da task force speciale.”

Jean scoppiò palesemente a ridere: “Non ha tutti i torti, Capo!” esclamò lui, “Sa come si dice dalle mie parti? Ci vuole un villaggio intero per crescere un bambino.”

Quindi Acciaio sarebbe un bambino?”

Beh, magari non d'età ma, suvvia, si è sempre cacciato in una marea di guai! Lo sappiamo tutti!”

Le chiacchiere e i commenti durarono ancora per qualche minuto ma Fullmetal non battè ciglio, doveva essere proprio sfinito; quando infine Mustang si chinò a recuperare il mantello, Riza, Jean e Breda si attivarono per aiutare Winry a recuperare i propri attrezzi: “Ora lasciamoli riposare.” ordinò il Comandante con espressione seria, “Tra quanto dovrete darvi il cambio?” chiese, rivolto ai due militari che sarebbero rimasti, “Vi faremo sapere quando avremo bisogno di farci sostituire, non datevi pensiero.” ribattè Vato, accomodandosi su di una sedia, “Ci fa solo che piacere fare loro compagnia.” sorrise Kain.

Mustang annuì: “Per qualunque cosa, fatemi chiamare, siamo intesi?”

I due sottoposti annuirono e lui sospirò, col cuore infinitamente più leggero, prima di voltarsi verso Winry: “Ti riaccompagno in officina?” chiese; ma ella scosse la testa, asciugandosi una lacrima fuggiasca, “Non si preoccupi, ho la macchina qui fuori. Torno da sola e mi metterò subito all'opera.”

Vuoi che venga con te?” si offrì Riza: “Se il Comandante non ha nulla in contrario, il mio turno sarebbe finito tre ore fa...”

La giovane Rockbell soppesò per un attimo la proposta, poi annuì: “Va bene, grazie. Reinher-kun deve essere già tornato a casa e un po' di compagnia non mi dispiacerebbe.”.

Mustang approvò la richiesta della sua assistente e in breve la stanza si svuotò, lasciando i due Elric addormentati e al sicuro.


§§§


Era tardo pomeriggio quando Elycia, uscita da scuola, trovò ad attenderla una faccia familiare.

Roy-ojisama!” gridò la ragazzina, correndo incontro al Comandante Supremo, che la attendeva nel cortile dell'istituto scolastico con un coloratissimo ombrello in mano, ombrello che cozzava con il pastrano scuro che indossava l'ufficiale.

L'uomo le sorrise e, quando la piccola lo ebbe raggiunto, la abbracciò con forza: “Mamma è a casa, vero?” chiese lui, caricandosela in braccio.

Ad Elycia piaceva lo zio Roy, tantissimo. Le ricordava il suo papà.

Sì, mi aspetta.” rispose lei.

Ti va di venire a casa con me? Sono in macchina.” le chiese.

Elycia ci pensò su un attimo: certo, era bellissimo correre con gli stivaletti da pioggia nelle pozzanghere ma anche farsi portare in giro dallo zio era fantastico...

Decise che poteva anche rinunciare a bagnarsi come un pulcino, per una volta: “Vengo con te!” esclamò con un gran sorriso.

Mustang, con la cartella della nipotina acquisita sulla spalla e la piccola ancora aggrappata al suo collo, si diresse quindi verso la macchina, posteggiata poco lontano, e caricò Elycia sul sedile del passeggero prima di riporre lo zainetto nel portabagagli.

Quando rientrò nell'abitacolo, aveva tutti i capelli inzuppati ma sorrideva.

A casa! Mamma ti starà aspettando con una tazza di cioccolata calda.”

Il viaggio durò una decina di minuti – complice anche il traffico – e quando si fermarono al di fuori della villetta che era la residenza della famiglia Hughes, Roy vide chiaramente la figura di Gracia alla finestra che, notandolo, aveva alzato la mano in segno di saluto prima di sparire.

Aspetta a scendere, prendo l'ombrello.” disse l'ufficiale alla piccola, che annuì.

Qualche minuto dopo, i due suonarono alla porta e subito la vedova Hughes comparve sulla soglia: “Buongiorno signora, ho trovato questa piccina in giro, è per caso sua?” disse l'uomo con tono scherzoso.

Mamma, mamma! Hai visto?! Roy-ojisama è venuto a prendermi!” rise la bambina.

Gracia fece un leggero inchino: “Grazie, signor caporale.”

Sa, signora... In verità mi avrebbero promosso...”

Ah, mi scusi... Colonnello.”

Era un gioco che facevano tra loro ogni volta che si vedevano: Gracia era molto riconoscente a Roy, lo vedeva come una sorta di fratello maggiore molto protettivo e poi era così legato ad Elycia...

Forza, entrate.” disse infine lei, lasciando passare la figlioletta zompettante.

Credevo che non ci saresti più passato a trovare.” disse la donna, aiutandolo a levarsi il soprabito, “Ho sentito cosa sta succedendo in città, non avete ancora indizi?” chiese quindi, a bassa voce per non farsi sentire dalla bambina.

Mustang scosse la testa: “Non proprio, abbiamo forse una pista ma dobbiamo aspettare. Ci sono però delle novità. Alcune persone sarebbero molto felici di vedere te e la bambina e mi chiedevo se questa sera oppure domani vi andrebbe di venire con me a far loro visita.”

Gracia sgranò gli occhi: “E chi sarebbero?” chiese curiosa.

Un cane randagio senza fissa dimora, piuttosto antipatico a dire il vero, e un gattino.”

A quelle parole, la donna si portò la mano alla bocca, aveva capito: “Li avete ritrovati?!”

Diciamo che ci sono caduti in braccio tra capo e collo, li hanno ripescati dal fiume in cui erano precipitati e li hanno soccorsi prima di portarli al Centrale. Sono piuttosto malconci e credo che vedervi potrebbe essere una distrazione sufficiente per restituir loro almeno una parvenza di sorriso.”

La donna si asciugò gli occhi lucidi poi sorrise e prese le mani di Mustang, stringendogliele: “Maes adorava quei ragazzi e, per me, sono stati come due figli in più... Io magari non potrò fare granchè ma voglio star loro vicino quanto possibile.”

Lo capisco, Gracia, lo capisco perfettamente. Possiamo andare a fare loro un saluto più tardi.”

Certo, avete chiamato Winry-chan?”

Sì, ha già visto Acciaio e ha perfino preso le misure per dei nuovi Automail.”

Elycia sarà felicissima di vederli.”


NOTE DELL'AUTRICE:

Grazie infinite alla mia beta _Kurai_ per l'aiuto enorme che mi sta dando e grazie anche a Nemesi.

Sono contenta che la storia si stia sviluppando così bene.

   
 
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