Asgärð,
Valhalla
Appena
Erin uscì dalla sua stanza, si accorse che Hervör e Hnoss le stavano correndo
incontro.
Si chiese
cosa stesse accadendo poiché mano a mano che si avvicinavano notò il terrore
nei loro occhi.
-Che
succede?- domandò la valchiria dall’armatura verde.
-Loki-
mormorò Hnoss, alla ex midagardiana non sfuggì il timore con cui pronunciò quel
nome.
-E?-
-È vivo-
spiegò Hervör prendendo la parola.
-Non è
possibile- disse accigliandosi. Quanto sapevano?
-Hanno
portato il suo corpo alla Sala dello Spirito ma non era lui…-
-Ma che
state…-
-Era un
inganno!- esclamò Hnoss spaventata, guardandosi intorno.
-Era una
guardia, sicuramente è qui ad Asgard-
Erin
sorrise.
-No, non
sorridere… Ci troverà!- la rimproverò Hnoss.
-E anche
se ci trovasse?-
-Mi
ucciderà- la voce di Hnoss uscì strozzata.
-Non lo
farà- rispose Erin.
-Gli ho
mentito. Gli ho detto che tu eri morta e credo che ora sappia che tu sia viva-
-Non può
saperlo- mentì l’altra.
-In ogni
caso, resta in camera tua e non uscire senza chiamare una di noi-
-Ma
perché? Non mi farebbe mai del male-
-Lo so, ma
non può portarti via da Asgärð. In più dobbiamo vegliare su Thor…-
-Che
succede?-
-In
questo momento è su Miðgarð a fermare l’invasione di Malekith e se sapesse che
il fratello…-
-No!- la
interruppe troppo velocemente Erin- Thor, non lo deve sapere. Almeno finché non
troveremo Loki-
La mora
si congedò e si diresse verso la sua camera.
Stanza
di Erin.
La
valchiria si appoggiò alla porta chiusa, Loki sbucò da dietro le tende.
-Già di
ritorno?-
-Mi
spieghi che sta succedendo?-
-Non ti
sembra il caso di evadere?- cambiò argomento lui, fermandosi ai piedi del
letto.
-Lo sai
che non posso uscire- rispose lei avvicinandosi.
-Si
preoccupano troppo le tue balie…-
-Bè pare
che mi abbiano appena segregato in camera con te-
-Hnoss
merita una punizione-
-Non ha
fatto nulla- la difese Erin.
-Mi ha
mentito-
-Lo ha
fatto per proteggere il Valhalla e se non l’avesse fatto non ti avrebbe dato un
valido motivo per aiutare Thor-
-Thor si
sta vendicando da solo- rispose lui, accarezzandole la guancia e tirandola
verso di sé –Non vorresti andare a trovare L’Altro?- alitò lui, sfiorandole la
mandibola con le labbra.
-Non
voglio mettere piede in quel posto-
-Oh lo
so, pensavo che avresti voluto vedere la sua faccia vedendo che le tue ultime
parole da umana si stavano avverando. Non posso permettere che rimanga impunito
dopo ciò che ti ha fatto- le sussurrò all’orecchio.
Un
brivido di piacere percorse la schiena della ragazza.
-Non
posso uscire di qui-
Il dio le
passò il pollice sulle sue labbra senza spostare le labbra dal collo di lei.
-Devo
ricordarti chi è il re?- domandò guardandola con la coda dell’occhio.
Erin
guadagnò un po’ di lucidità e lo attirò per baciarlo.
-Non ce
n’è bisogno-
-Bene. Dì
un po’ questo letto è comodo come quello di Oxford?-
-Neanche
un po’-
-Ce lo
faremo bastare, che ne dici?-
-Dico che
mi devi togliere quest’armatura o non mi posso muovere…-
Lui
ridacchiò e con un gesto della mano, vennero avvolti da una nuvoletta verde e i
vestiti di entrambi comparvero a terra.
-Così non
vale- protestò ridacchiando lei.
-Si sta
alle mie regole-
-Come
sempre-
-Ti
dispiace?- chiese aiutandola a sdraiarsi sotto di lui.
-A volte-
Lui la
guardò sorpreso e lei sorrise furba ribaltando le posizioni.
-La
regina ci sa fare- sorrise l’altro, tirandola a sé per baciarla.
-Oh
eccome…- replicò lei.
Dopo un
paio d’ore bussarono alla porta.
Erin si
svegliò e tirandosi su a sedere chiese chi fosse.
-Sono
Hnoss-
La
valchiria guardò Loki, lui sorrise col suo tipico sorriso di chi ha un piano
malefico. Erin scosse la testa.
-Non ora-
mimò lei con la bocca.
Una
nuvoletta verde avvolse il dio che si trasformò in un’ancella vestita di
bianco, seduta alle spalle della valchiria.
-Entra-
disse.
-Tutto
ok…- s’interruppe nel vedere un’ancella dai lunghi capelli neri che stava sapientemente
creando una treccia a Erin. –Scusa pensavo fossi sola-
-No,
tranquilla. Ora se ne va-
Loki le
tirò leggermente i capelli alla base dove stava iniziando a fare la treccia.
-Quando
avrà finito- si corresse, voltandosi appena per lanciargli un’occhiataccia.
-Mi
chiedevo se…se fosse venuto qui-
-No-
mentì la valchiria seduta sul letto –Non si è visto-
-Dici che
sarà infuriato con me?-
-Secondo
me, sì- rispose l’ancella intromettendosi.
Erin alzò
gli occhi al cielo.
-Nessuno
ti ha interpellato, ragazzina- rispose acida la valchiria dall’armatura
azzurra.
L’altra
percepì Loki irrigidirsi alle sue spalle.
-Tranquilla,
non può farti del male. Le valchirie devono restare nove- la rassicurò con un
tono autoritario diretto al dio alle sue spalle.
-Se posso
permettermi, mia valchiria- mormorò l’ancella abbassandosi all’orecchio di
Erin- Hnoss dovrebbe trovarsi un nascondiglio nel Valhalla, nel caso in cui
l’Ingannatore si facesse vivo-
-L’ancella
ha ragione- Hnoss guardava la ragazza con sospetto, le ancelle erano tutte
bionde o con i capelli color rame.
-Terrò io
a bada l’Ingannatore, se dovesse presentarsi,- affermò Erin – Non preoccuparti-
Loki si
accorse dei timori dell’ospite. Sorrise malefico.
Fece
scorrere una mano sulla nuca di Erin e poi in avanti risalendo il collo per
voltarle il volto.
La
valchiria in piedi rimase paralizzata. Aveva capito di essere in trappola.
-Mi
spiace Hnoss- mormorò il dio riottenendo la sua forma maschile, guardando negli
occhi Erin, non voleva che lei vedesse –Ma ora avremmo da fare- soffiò sulle
labbra di Erin. Quest’ultima lo supplicò con lo sguardo di non fare del male
alla valchiria. Loki sospirò seccato –Fa’ la brava, resta qui-
Continuando
a guardare Erin e a tenerle il viso fermo con la mano, con l’altra trasformò
Hnoss in un coniglietto.
Erin si
divincolò e si voltò: -Loki!-
-È già
tanto che non l’abbia uccisa-
La
ragazza si alzò e andò a prendere il coniglietto, dopo tre passi si ritrovò
avvolta dall’ennesima nuvoletta verde e si ritrovò con l’armatura.
Sollevò
Hnoss e la mise sulla sua scrivania.
-Resta
qui…Thor sta tornando e non può trovare il trono vuoto-
-E lei?-
-Resterà
così finché non torneremo dal Pianeta dei Chitauri-
-Ma lei
sa-
-Fidati
di me- detto questo riassunse le sembianze di Odino e uscì dalla porta.
La
ragazza sospirò.
Asgärð,
palazzo Válaskjálf, Sala del Trono
Odino
sedeva sul suo trono, scettro in mano, dalla fine del corridoio vide Thor
avvicinarsi. Decise di alzarsi.
-Un tempo
dicesti che non ci sarebbe stato mai un re più saggio di me. Ti sbagliavi…- con
queste parole Odino accolse il dio del martello che si era inginocchiato
davanti a lui.
-Con
l’allineamento ora tutti i regni sono congiunti. Ognuno di essi ti ha visto
offrire la tua vita per salvarli. Cosa può offrire Asgärð al suo nuovo re in cambio?-
-La mia
vita- sentenziò il biondo dio alzandosi – Padre io non posso essere il re di
Asgard. Io difenderò Asgard e tutti i nove regni, fino al mio ultimo respiro ma
non posso farlo da quel trono. Loki nonostante il suo grave squilibrio
intendeva regnare come io non potrò mai. La brutalità e il sacrificio, ti
cambiano. Preferisco essere un uomo giusto che un grande re-
-È mio
figlio che ascolto? Oppure la donna che ama?-
-Le tue
parole hanno mai avuto la voce di mia madre? Non lo faccio per Jane, padre. Lei
non sa cosa sono venuto a dirti- Odino si sedette – anche se mi proibissi di
vederla o di farla regnare al mio fianco non cambierebbe nulla-
-Un
figlio che desiderava un trono per misura e un altro che addirittura lo ricusa.
Questo è il mio retaggio?-
-Loki è
morto con onore. Io ugualmente proverò a vivere, non è un retaggio
sufficiente?- detto questo offrì il Mjölnir a Padre tutto.
Loki
dentro di sé era quasi commosso a quelle parole.
-Appartiene
a te se ne sarai meritevole-
-Cercherò
di esserlo-
-Non
potrò darti la mia benedizione. Tanto meno augurarti buona fortuna-
-Lo so-
rispose voltandosi.
-E se
fossi orgoglioso dell’uomo che mio figlio è diventato, anche questo non potrei dire. Resterebbe
unicamente nel mio cuore. Va’, figlio mio-
Thor, che
si era voltato nel frattempo, sorrise all’anziano dio.
-Grazie,
padre- e si allontanò dalla sala.
Rimasto
solo Loki riprese la sua forma.
-No-
disse – Grazie a te- si alzò dal trono per recuperare Erin.
Pianeta
Chitaturi
Erin si
ritrovò davanti a quella scala illuminata da bagliori blu. Lì dove aveva perso
la vita.
Dove
aveva giurato la vendetta di Loki.
Iniziò a
salire la scala, flashback di quando la percorsa terrorizzata in senso opposto,
inondarono la sua mente. Strinse lo scettro di Loki e si fece forza nel salire.
A metà,
L’Altro la scorse.
-Chi
sei?- le domandò.
-Dovresti
riconoscermi- mormorò lei alzando lo sguardo.
L’altro
rimase sconvolto.
-Ma non è
possibile! Io ti ho uccisa-
-Oh sì
che è possibile, ricordi cosa ti dissi?-
-Loki ne
hann monr gleyma. Hann monr hefna mína hel-inn- citò l’alieno.
-Vedo che
hai buona memoria-
-Loki è
morto-
-Oh sì,
me lo hanno detto. Mi piacerebbe sapere cosa faresti se lui fosse ancora vivo-
-Ucciderei
entrambi-
-Che
succede?- tuonò la voce di Thanos alle spalle de L’altro. –Oh ma guarda,
guarda, una valchiria-
-Credo
voglia vendicarsi-
I due
risero. L’ilarità degli alieni terminò quando videro l’Ingannatore comparire
dietro la valchiria, la quale venne ben presto superata dal dio e fatta
indietreggiare.
-Che
piacere rivedervi. E così avete ucciso la mia Erin quand’era una midgardiana dopo che lei vi aveva maledetto, predicendovi la vostra fine. Sia mai che io non
mantenga una promessa- detto questo si avventò su L’Altro e lo uccise,
trafiggendolo con la sua lancia, senza troppe cerimonie e lo spinse giù dalla
scala.
Thanos
non si mosse, osservava Erin.
-Hon barn
arfa (Aspetta un erede. Letter. Ella porta un erede)- sentenziò in norreno
l’alieno dalla pelle rossa.
Lo
sguardo di Loki scattò da Thanos a Erin che aveva gli occhi sgranati per l’incredulità.
-Come lo
sai?- chiese Loki.
-Þú
mont hafa dóttir (Avrai una figlia)- proseguì, cercando di essere più
convincente.
L’Ingannatore
tornò a guardare Erin.
-È troppo
presto- fu l’unica cosa che riuscì a dire la giovane.
-Sei una
valchiria e lui è un semi dio, le cose funzionano così su Asgärð, tra dei. In
meno di tre mesi avrete una bambina. E dato che crescerà in fretta, voglio farle
un dono-
-Non
vogliamo i tuoi doni. Provaci e sarà la tua condanna a morte- minacciò Loki.
-Fa’
attenzione a come parli Ingannatore. Non ho più il mio braccio destro devo pur
vendicarmi. Cosa credi, che solo la tua valchiria possa maledirci in norreno?-
-Non la
bambina- dissero insieme gli altri due.
Erin si
portò le mani sul ventre facendo cadere lo scettro.
Thanos
scese due gradini. Loki era a metà scala ed Erin alle sue spalle quasi ad
inizio scala.
-Hon
monr vera kallaðr…Hel (Ella sarà chiamata… Morte)- asserì puntando un dito
verso Erin, maledicendola.
-No!-
urlò Loki.
-Helming
guð, helming hel (Metà dea, metà morte)-
-No!- fu
l’ennesimo grido del dio che si scagliò contro Thanos.
-Loki non
farlo!- urlò la valchiria ma ormai era troppo tardi.
Il dio
cercò di infilzare Thanos che abilmente bloccò con una mano lo scettro del suo
avversario, con l’altra afferrò Loki per il collo e lo atterrò subito.
L’Ingannatore
si ritrovò con metà busto fuori dalla scala con Thanos che cercava di spingerlo
di sotto.
-Il re di
Asgärð con la figlia maledetta, questo sì che è meglio dei tuoi giochetti-
-Deve
ancora nascere- mormorò il moro con le lacrime agli occhi.
-Sarà
bello vedere il tuo tormento in questi mesi mentre io siederò sul trono di Asgärð
e metterò te e Thor al mio servizio e poi…- si voltò a guardare Erin, salvo poi
guardare nuovamente dritto negli occhi l’Ingannatore – Una valchiria come
concubina, non sarebbe male…-
In quel
momento Erin scattò. Recuperò lo scettro e fece i gradini due alla volta e
quando raggiunse i due, colpì Thanos con il suo scettro, togliendolo di dosso
dal compagno.
-Oh, oh,
vogliamo fare le guerriere?- la schernì.
Erin lo
colpì due volte, prima con la punta e poi con la coda dello scettro; lo fece
roteare in mano e poi lo fermò tenendolo dritto davanti a lei.
La sfera
bianca sulla punta era luminosa puntata verso Thanos.
-Avanti
fallo-
Un raggio
luminoso bianco partì dalla punta che fece volare Thanos in cima alla scala, Loki
scattò per finirlo.
Lo afferrò
ed estraendo un suo pugnale lo sgozzò lanciandolo di sotto.
Erin si
inginocchiò sulla scala scoppiando a piangere, il dio corse accanto a lei.
-L’ha
maledetta, l’ha maledetta- continuava a ripetere la valchiria.
-Shhh,
non succederà nulla. Non le accadrà nulla finché saremo con lei- cercò di tranquillizzarla
in dio.
L’aiutò a
tirarsi su e la riportò nel Valhalla, dove avrebbe dovuto chiedere aiuto a Hervör.
Spazio autrice:
Ahem…salve!
^^’
Chiedo
perdono ma ho avuto una crisi da pagina bianca tremenda che pare essersi
leggermente sbloccata. Lo so, sono imperdonabile! Non credo che riuscirò a
scrivere il prossimo per settimana prossima quindi ci vediamo direttamente a
settembre, perché le vacanze mi attendono e sarò senza pc quindi non avrò di
che scrivere ma qualche idea mi verrà di sicuro!!
Su non
inveite troppo contro di me o Thanos, in qualche modo Hel doveva entrare nella
storia nelle sue fattezze. Il fatto che crescerà molto in fretta l’ho preso da
una puntata di Xena, riguardava la figlia (o il figlio non ricordo bene) di
Olimpia che cresceva man a mano che passavano le ore. E dato che sto pensando
in qualche modo al Ragnarök, Hel mi serve già adulta.
Ringraziamo
Thor, per il suo featuring in questo capitolo!! Bello lui, che magari tra poco
scoprirà l’inganno di Loki…Who knows… :D
Il titolo del capitolo è una canzone degli audiomachine "Danuvius".