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Autore: Riholu    31/07/2014    3 recensioni
[Storia ambientata prima degli eventi di B2 e N2]
Ad Unima non c'è più tempo di divertirsi, perché i Pokémon stanno soffrendo per mano di un team sconosciuto.
Non c'è più tempo di giocare al novello allenatore, e Touko dovrà impararlo presto, se vorrà aiutare la sua regione a curarsi dalle Ombre.
Tratto dal testo:
I due ragazzi si guardarono per un attimo, per capire chi è che dovesse parlare.
Alla fine prese parola il primo.
«Ciò che stiamo per dirti probabilmente ti scioccherà un po', ma non è il caso di addolcirti la pillola. Hai comunque l'età per capire, quindi cerca di affrontare la verità con diplomazia. Qualunque sia. E di crederci, soprattutto»
[REVISIONE IN CORSO --> Capitolo 13]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Touko
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 87




Dopo l'incontro con Celebi, Touko e Wes lasciarono Villaggio Sofo.
Non avendo altro da fare in quel luogo paradisiaco, non avevano motivo di restarvi; anche perché dovevano fare il giro di tutta la regione.

Ma non se ne andarono subito: prima di ripartire, il ragazzo era andato al Centro Pokémon del piccolo paese e aveva scambiato Tyranitar con la sua Espeon, la quale, una volta uscita dalla sfera per salutarla, gli era balzata addosso buttandolo a terra.

Espeon era una Pokémon dal temperamento mite, tranquillo e pacato, saggia grazie ai suoi poteri ed enigmatica.
Il suo pelo, sottile e morbido come il velluto, era di un bel color lilla, rosato sulle punte della coda, dei baffetti cespugliosi e delle orecchie. Gli occhi brillavano come due ametiste preziose, enigmatici anche a causa della grande pupilla pallida; una curiosa perla rossa decorava la sua fronte, fonte dei suoi poteri, e ne era molto gelosa. Le orecchie, molto grandi, finivano all'insù e il padiglione auricolare era bluastro, mentre la coda era biforcuta alla fine.
Sorella di Umbreon, nata nella stessa cucciolata, era legata a Wes quanto il fratello suo contrapposto, e rivederlo dopo tanto tempo la fece uscire dai suoi schemi comportamentali.

Fece cadere il ragazzo per terra, quindi, spingendolo con tutta la sua forza, per poi cominciare a fargli le feste in una maniera decisamente ben poco da lei.
Era al settimo cielo, e nulla sembrava poterla calmare!

-E-Espeon!! Andiamo, calmati, sono qui!- disse il mulatto, imbarazzato da tutta quella felicità.

La gatta non demordé, continuando a fargli moine, strusciarsi, fare le fusa e leccarlo ogni tanto.
Sì, decisamente non era esattamente da lei.

-Espeoooon!!!- la richiamò lui, ora un po' infastidito.
Di per sé non gli era mai piaciuto venire buttato a terra, qualunque fosse la situazione, se poi si aggiungevano le effusioni della Pokémon risultava davvero frustrante.

Al suo richiamo, lei si allontanò lasciandolo libero di alzarsi, ma continuò comunque a strusciarsi contro la sua gamba quando si alzò.
Testa, schiena, coda, si gira e ricomincia. Sempre facendo le fusa.

-Non ho mai visto un Espeon, ma non pensavo fossero così affettuosi- disse Touko, sconcertata dal suo comportamento.

-Solitamente i tipo Psico sono un po' più sulle loro, soprattutto questa micetta qui, ma era da tanto che l'avevo depositata al laboratorio del professor Birch. Non ci vediamo da almeno un anno, credo- rispose Wes, grattandosi la guancia imbarazzato.

-Peeeon~- miagolò Espeon, per poi allontanarsi da lui.

Il ragazzo si abbassò sulle ginocchia per accarezzarle la testa, gesto che lei apprezzò.
-Anch'io sono felice di rivederti, amica mia. D'ora in poi verrai con me, non ti lascio più al laboratorio- le disse, dolce.
Capiva come doveva essersi sentita, poverina...

Birch gli aveva detto, tempo fa, che poche volte giocava con gli altri Pokémon.
Di suo Espeon era abituata ad avere come unica compagnia Umbreon e Wes, quindi poco badava ai suoi compagni di squadra.
Restava seduta sul davanzale del balcone a fissare ogni sera il tramonto, muovendo ogni tanto le orecchie al minimo suono che percepiva e muovendo la coda sinuosamente; ma sempre per i fatti suoi, mai che chiedesse di giocare a qualcuno.
Dovevano buttarcela a forza, nel gioco, per farla divertire.

-Purtroppo sulla moto non posso portarti, perché oltre al fatto che ora c'è Touko, mi hanno modificato a mia insaputa la sua carrozzeria. Non ha più il monoposto affianco- le disse, alzandosi e prendendola in braccio.

-Espeeon...- mugolò la gatta, dispiaciuta.

-Guarda che ti farò uscire spesso quanto Umbreon negli ultimi tempi, eh. Non resterai in fondo alla cinta, tranquilla. Sarai sempre con me, come lui. Come in passato-.

La Pokémon annuì, accettando, poi strusciò un'ultima volta il muso contro la sua guancia, come se lo stesse accarezzando lei.
Wes la fece tornare nella sua pokéball, che mise accanto a quella di Umbreon.
-Possiamo andare-.

La ragazza accanto a lui annuì.
-Certo che hai dei compagni d'infanzia davvero adorabili- gli disse, mentre uscivano dal Centro Pokémon e cominciavano a raggiungere il pontile principale.

-Sono stati la mia sola compagnia per molto, molto tempo. Se non avessi avuto loro al mio fianco, non ho idea di dove sarei ora... Sai, utilizzai Umbreon come ultimo Pokémon da mandare contro Malerio... con Umbreon sconfissi la Tyranitar Ombra che aveva, che poi catturai. Adesso è la Tyranitar che hai visto fino ad ora- le spiegò, con un piccolo sorriso nostalgico.
Nonostante tutto quello che aveva passato e le difficoltà, ripensare al suo primo viaggio lo faceva sorridere.

-Tyranitar era un Pokémon Ombra?!-.

-Sì. Che c'è di male? Ma lei non aveva paura di nulla... glie l'hanno indotta, prendendo in ostaggio i suoi cuccioli. Lei sapeva di poterli proteggere, ma non aveva mai incontrato degli umani, non sapeva di cosa fossero capaci. Venne catturata insieme ai suoi piccoli Larvitar e portata al Laboratorio Ombra, nel deserto... alla fine ucciserò i cuccioli e lei venne trasformata in Pokémon Ombra, piena di rancore-.

-Mamma mia... povera Tyranitar... trattata in questo modo nonostante fosse una madre... Ha mai saputo che fine avessero fatto i suoi cuccioli?...- chiese Touko, davvero triste.
E arrabbiata, per l'atrocità che avevano commesso quei criminali.

-Non le ho mai detto nulla, io. Trovai i loro corpi in una scatola, ancora nei sotterranei, in attesa di essere portati via... li seppellì, non potevo fare altro. Lei credo lo sappia... non mi ha mai chiesto nulla, ma una madre lo sa se i suoi figli sono vivi e stanno bene- rispose lui, guardando il terreno.

-... Parli di tua madre...?-.

Wes alzò subito il capo, sconvolto.
-Mia madre?! Figuriamoci... non ho contatti con lei da quando me ne sono andato di casa. Per quel che mi riguarda, può anche odiarmi- disse, secco, andando immediatamente sulle sue.

Era sempre così, quando si parlava della sua famiglia.

-Wes... non cominciare. Primo, ti ho fatto una semplice domanda: visto quello che ti ha detto Celebi, ho pensato che ancora ci stessi pensando. E sarebbe normale... nella Foresta Nascosta avevi un'aria tutt'altro che presente. Ma detto fra te e me... davvero credevi che non avresti mai dovuto affrontare il tuo passato? E non dico quello in cui sei uno del Team Clepto, e hai fatto quel che hai fatto... Quello l'hai superato, l'hai accettato. Ci hai ragionato su con Abys e la tua coscienza è apposto, dopo che ti sei fatto in quattro per rimediare. Ma io parlo di tuo padre e tua madre, del te da piccolo...- gli disse lei, cercando di poterne parlare.

-Forse tu non hai idea di cosa significherebbe per me, Touko, riaffrontare mio padre. Lui è il mio problema più grande, non lei- rispose, duro.
Si portò una mano sul viso, sfiorandosi la fascetta bianca che gli attraversava il viso.
-La vedi questa? Questa fascetta... è una mera copertura di un'ennesima cicatrice, la prima di tutte. Lui me l'ha fatta... col colpo netto di un coltello da cucina. Un momento d'ira che io non avevo minimamente istigato... veloce, doloroso. Se avesse affondato un po' di più sarei morto-.

Touko inorridì, portandosi le mani alla bocca e spalancando gli occhi, fissandogli il viso là dove lui si stava sfiorando.
-C-cosa...?-.

-Esatto. Quel bastardo, per quanto possa anche averlo fatto non intenzionalmente, mi ha quasi ucciso. Oltre a diverse altre percosse, grida... tanta violenza gratuita. Potrei mai dare fiducia ad un uomo così? Tu potresti mai dare fiducia ad un uomo così?- continuò lui, sempre duro, sentendosi formicolare la cicatrice sul viso.

La ragazza vide che aveva gli occhi lucidi e corse ad abbracciarlo stretto, lasciandolo stupito, mentre ancora teneva la mano sul viso.
Le venne in mente quando, a Zefiropoli, le aveva chiesto se lei si sarebbe mai fidata di qualcuno che le aveva fatto qualcosa di molto brutto. A quel tempo si parlava di un'altra cosa, ma... non è che, inconsciamente, lui ci stesse pensando già da allora, al suo passato?

-Wes, io... non so dirti se riuscirei mai a dare fiducia a una persona così, ma... forse... forse anche lui aveva le sue ragioni, per essere come era... tutti hanno le loro ragioni, per un comportamento. Così come adesso è tornato... ti rivuole, no? Rivuole suo figlio, ma perché?- gli disse, stringendolo, appoggiando la fronte contro il suo petto.

Il mulatto abbassò la mano, accarezzando il suo viso invece del suo e poi i suoi capelli.
-Touko... tu cosa credi voglia fare, Tsutai, tornando a cercarmi? Io... non riesco a credere in nulla di buono. Non dopo quello che mi ha fatto... ne ho abbastanza della sua malvagità, non riuscirei mai a parlarci tranquillamente come nulla fosse...-.

-Io penso che invece lui voglia riprovarci... con te, non a farti del male. Harkos... è ossessionato da te. Perché sarebbe venuto a Mistralopoli da solo, se no? Temo sia la volontà di tuo padre che l'ha portato lì... voleva rivedere suo figlio, credo- gli rispose.

-Rivedermi... e per dirmi cosa? “Ciao, figliolo, come va?”? Decisamente ipocrita... come se uno potesse dimenticare così, con uno schiocco di dita- sbottò il mulatto, del tutto contrario.

-Non credo che sia davvero così cattivo. Tutti i padri spesso hanno paura, di fronte alla prospettiva di un figlio. Certo, anche le madri continuano a pensare che non saranno in grado di far da madre, ma questo perché è una creatura vivente che dipende da te... tuo padre credo abbia avuto paura di non saper essere un padre, perché forse anche lui aveva un problema... come l'hai tu, l'aveva anche lui. Forse anche lui ha maturato un'Ombra... per questo aveva quegli scatti d'ira-.

Wes scosse il capo, incapace di pensarci, posando la fronte sulla sua testa.
-Non posso affrontare la cosa al momento... ti prego, parliamone un'altra volta. Ho bisogno ancora di un po' di tempo, per... capire cosa sia meglio fare- disse, parlando piano.

Lei gli annuì.
-Certo. Quando vorrai parlarne, ti aiuterò a capire- rispose, consolandolo dolce.
Quando vide che si era calmato, si scostò un po'.
-Te la senti di guidare, in queste condizioni?-.

-Sì... anzi, mi distoglierà da questo pensiero, visto che dovrò concentrarmi sulla tua sicurezza- le rispose, annuendo, dandole una pacca sulla testa.

-Sulla mia sicurezza? E perché non anche la tua?- gli domandò, imbronciata.
Odiava essere trattata come una bambina.

-Perché se io cado non mi interessa, ormai reggo parecchie cose con questo corpo. Ma tu sei così piccola e delicata... non voglio che la mia ragazza si faccia male- disse lui, dandole un'altra pacchetta.

Ovviamente il richiamo alla loro futura relazione imbarazzò la ragazza.
-Ehm... io...- balbettò, a disagio.
“E' possibile mai che di fronte a lui mi debba mettere a balbettare, porca miseria!?” si rimproverò.

Com'era altrettanto ovvio, il ragazzo ridacchiò di fronte al suo imbarazzo.
Le accarezzò la guancia.
-Non smetterò mai di pensare quanto tu sia dolce quando balbetti- le disse, dolce, poi la lasciò andare e la prese per mano.

Ripresero a camminare, dato che erano rimasti a parlare in mezzo al villaggio.
Sempre tenendosi per mano, ripercorsero le vie che portavano al pontile principale, per raggiungere la moto e partire alla volta della prossima città.

Raggiunto il veicolo, vi salirono subito.
-Forza, dobbiamo andare a Sulfuria: devo parlare con Discoball- l'avvisò Wes, dando subito gas alla moto.

-Discoball?-.

-Sì, il primo Criptenente. Venne catturato a Ipogea tempo fa, ricordi? Ho intenzione di chiedergli da dove è sbucato fuori il mio caro paparino. Non mi capacito della sua presenza- le rispose, mentre imboccava la via principale, che portava al deserto a sud.

Il viottolo di terra oltrepassò il fitto fogliame delle foreste a nord, cominciando a farsi strada attraverso lande meno verdi e più desolate, sia di creature che di vegetazione.
Ad un certo punto la via presentò una biforcazione, con una via che andava a sinistra e un'altra a destra: la prima portava al Monte Lotta, così chiamato il luogo in cui molti allenatori, anche provenienti da altre regioni, andavano per allenare i loro Pokémon; la seconda portava invece giù per il deserto che invadeva il sud, costeggiando il mare fino alla montagna che stava a sud-ovest dell'isola.

Wes fece per imboccare la strada di destra, quando si sentì un rumore si sacchetti caduti e una piccola imprecazione da parte di una voce femminile.
I due ragazzi si girarono verso il rumore, trovando una donna chinata che raccoglieva da terra i sacchi della spesa. Dava loro le spalle, per cui era impossibile capire chi fosse.

Il ragazzo, spinto da non sapeva nemmeno cosa, fermò la moto e andò ad aiutarla, raccogliendole la spesa.
-Lasci che l'aiuti, signora- le disse, prende prendeva una busta di farina.

-Grazie, ragazzo, sei davvero gentile...- rispose la donna, alzandosi per raccogliere le buste già piene e controllandole per vedere se si fossero strappate.

Si alzò anche lui e le porse le ultime cose, ma nel farlo alzò lo sguardo.
E inorridì.
Arretrò piano, sconvolto, lasciando cadere le cose senza smettere di guardarla. Lei se ne accorse e alzò la testa, confusa, incrociando il suo sguardo.
E inorridì anche lei.

-Wes...?- sussurrò senza voce, portandosi una mano al cuore e lasciando ricadere a terra la spesa.

Wes si fermò, ormai lontano, soffiando una parola.
-Mamma...-.



In tutt'altra parte del mondo, dopo la partenza di Wes e Touko gli altri sei ragazzi del loro gruppo avevano raccolto velocemente le loro cose e cominciato ad incamminarsi verso Boreduopoli, l'ultima città a ovest della regione di Unima prima della Via Vittoria e della Lega Pokémon.

Michael in testa e Touya al suo fianco, entrambi rivestivano i ruoli dei rispettivi fratelli, in quel momento: il primo come leader, il secondo come braccio destro.

Un po' inutile dire che Gary si era proposto per condurre lui il gruppo, ma tutti gli altri avevano chiesto invece a loro due di mettersi davanti: al di là della fratellanza con i loro “precedenti” leader, Michael era Campione, quindi sapeva bene cosa fare; Touya, invece, conosceva quella regione meglio di chiunque altro tra loro, avendola già percorsa ed essendone nativo.
Entrambi avevano le stesse caratteristiche di Wes e Touko, dunque non c'era guida alternativa migliore di loro.

Altrettanto inutile dire che smuovere Barry dal bel calduccio della villa di Silvestro richiese le braccia sia di Paul che di Gary, per smuoverlo dal letto e trascinarlo fuori – così come aggiungere che le sue lamentele svegliarono mezzo mondo.

Una volta -finalmente- sistemata ogni cosa, il nuovo capo aveva salutato rispettosamente Silvestro, ringraziandolo sia per l'ospitalità che per ogni aiuto dato loro.
Dopodiché si erano rimessi in viaggio, destreggiandosi nella neve e tra gli alberi per ritornare a Mistralopoli, e da lì proseguire lungo l'ultimo sentiero.

A scapito di sembrare ripetitiva, sempre e comunque inutile dire che una certa testolina bionda continuava a lamentarsi per il freddo.
-Voglio una cioccolata caldaaa!!- si lamentò Barry, stringendosi tra le proprie braccia, completamente coperto dal cappotto pesante e dalla sciarpa.

Paul, accanto a lui con l'incarico -segreto- di farlo tacere quanto più possibile, gli diede uno scappellotto.
-Ma è mai possibile che tu abbia una così bassa resistenza?- lo rimproverò irritato.
Odiava fargli da balia.

Il biondino lo guardò male.
-Senti chi parla, colui che ha mandato a fanculo tutti quando gli è stato detto che si ripartiva, dopo pranzo- gli rispose a tono.

-C'è differenza tra il “mandare a fanculo” e poi muoversi e il farsi trascinare fuori per i piedi, non ti pare?- proseguì l'altro, velenoso.

-E io dico che tra voi sta nascendo l'amore- sbottò Gary, davanti a loro accanto a Rui, girandosi con un sorrisetto sornione da prendere a schiaffi.

I due lo guardarono con tanto d'occhi.
-MA SEI IMBECILLE?!?!- gli urlarono contro all'unisono, rossi per la rabbia.

-Ragazzi, non urlate. Rischiate di fare venire giù una valanga!- li riprese Rui, guardandosi attorno preoccupata.
In fondo stavano camminando in mezzo a delle montagne, e non ci teneva a farsi seppellire dalla neve, morendo congelata.
Anche se... sarebbe morta romanticamente abbracciata a Gary~

-Rui ha ragione... e ci farete scoprire. Barry, non lamentarti; Paul, non infastidirlo; Gary, non rompere ad entrambi- li riprese anche Michael, che stava ascoltando i suoni attorno a loro, pronto a evitare un'aggressione.

-Ricordo a tutti e tre che nulla vi costringe a venire con noi, e che siete liberi di andarvene in qualunque momento- proseguì Touya, serio.

Gli altri tre rimasero sorpresi dal tono serio di entrambi i leader.
-Ragazzi, forse state esagerando con la serietà...- disse il bruno, perplesso.

-No, forse siete voi che non capite la serietà di quello che stiamo facendo – e non mi riferisco all'incamminarsi verso Boreduopoli, ma alla missione in generale: salvare i Pokémon. A me sembra che stiate prendendo la cosa un po' sottogamba- lo smentì il rosso, serio.

-Naah... vorrà somigliare al fratellone- sentenziò il biondino, rilassato, portando le braccia dietro la testa con un sorrisetto.
Aveva l'espressione di chi era convinto di averci azzeccato.

Ma questa affermazione fece arrabbiare il piccolo Campione, che si fermò e si girò a guardarlo.
-Barry. Seriamente... mi prendi per il culo? Dal momento che io sono il leader, per quanto momentaneo possa essere, tu devi seguire quello che dico io. Potrà darsi che Wes inspiri in te più fiducia, più rispetto anche di sicuro, ma stai attento: io sono suo fratello minore. Sono anch'io un Mokura, come lui, e un Campione, quindi merito il suo stesso rispetto. Per cui, se tanto ti infastidisco puoi ben dirmelo in faccia, capito?-.

-Ma io non ho mai detto che non ti voglio come leader! Solo, vuoi somigliare a tuo fratello, che c'è di male?- rispose Barry, sconvolto e impaurito da quel tono freddo.
Negli occhi del rosso c'era la stessa espressione dura e imperturbabile di Wes, in quel momento.

-Allora spiegati meglio, la prossima volta. Wes per me è anche un punto di riferimento, ma non posso somigliare a lui, perché non sono lui. Io sono io. E comunque davvero, non prendetevela così comoda... non c'è da scherzare con i Cripto, e lo sapete bene-.

-Okay... però Michael, io sono così. Superficiale. E' ovvio che non prenda sempre la cosa seriamente, ma lo faccio solo quando me la ritrovo davanti! Quindi tranquillo, ora starò zitto come chiedi- gli sorrise il ragazzo, mimando il gesto di chiudersi le labbra con una zip.

Il gesto fece ridere il ragazzino, risollevando la tensione.
Era davvero strano per lui fare il leader, visto che da sempre si era gestito da solo in missione, ma avrebbe fatto del suo meglio per “badare” a quei tre ragazzi scalmanati che aveva come compagni di viaggio.
Anche se provava un senso di irrequietezza... sarebbe accaduto qualcosa, di lì a poco, se lo sentiva.

 
                                                                                     *
Okay, sono in ritardo madornale.
Per voi ho motivazioni da semplice otaku -aspettavo da almeno tre settimane su un gioco online un update- e da ragazza-che-vuole-buttare-il-modem-fuori-dalla-finestra. Ho un modem in menopausa, perdonatemi.

Anyway, il destino sembra essere contro Wes, che tanto ostinatamente si rifiuta di affrontare il passato. Ebbene, BAM! Cominciamo a ragionare con sua madre.
Incontro fortuito o una coincidenza?
Ad ogni modo, sì: sua madre fa la spesa nel villaggio vicino, appunto Villaggio Sofo. Erano mooolto più vicini di quanto pensassero entrambi.
Come si comporterà ora lui? Sembra più che intenzionato, per ora, ad arrivare a Sulfuria anche a piedi, pur di andarsene via. Ma per entrambi è un'ottima occasione per ricominciare...

Come avevo detto, i capitoli non saranno certo incentrati solo sulla coppia principale.
A partire dal fatto che N si trova ad Auros, fino ad arrivare al resto del gruppo dei due ragazzi. Se vi state chiedendo che fine abbiano fatto Camilla e gli altri, eeeh...
Incolpate Belle, vi dico solo questo.

Ringrazio per le recensioni:
Noel Le Blanc, che ha la buona volontà di lasciarmi sempre un commento *-*;
Little Crew, che rigrazio per i tanti complimenti e perché da sempre è una lettrice assidua <3
Grazie ad entrambe!! :D

Ora vi lascio, vado a giocare.
Mi godo l'update, eh! :3
Buona giornata a voi!! ^_^
Capitolo presumibilmente organizzato per domenica/lunedì.
   
 
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