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Autore: RecklessYouth    31/07/2014    2 recensioni
Tuffiamoci nella psiche della bellissima, Santissima, purissima, Levissima et Castissima Jessica Lange, considerata la Regina di American Horror Story, con una storia satura di nonsense e tanta, tanta Santità.
Con tale opera, scritta a quattro mani con il mio migliore amico Kingdommarco, non si intende in alcun modo offendere l'attrice – che è, per inciso, una gran donna –, nè tantomeno il cast della serie. E' consigliabile che i fanboy e le fangirl moralisti/e si astengano dalla lettura.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fiona Goode, Un po' tutti
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Jessica's
horror story.


Il chiavistello arrugginito tuonò nel silenzio, una, due, tre volte. Al quarto vano tentativo, un calcio ben assestato tra i battenti risolse il problema, e il portone si spalancò fiero.
Ne venne fuori una figura alta e snella…
« Cosa!? Solo alta!? »
Perché, non lo sei?
« Si, ma insomma, sono la Santissima, mi aspettavo qualcosa di meglio. »
Altissima?
« Un po’ di più? »
Altissima e purissima?
« Ancora un po’? »
Eh, si, adesso scrivo “Altissima, purissima e Levissima”, okay!?
« Perfetto! »
…Non voglio contestare.
Ne venne fuori una figura altissima, purissima e Levissima, snella come una fotomodella e raggiante come il sole, benché fosse vestita di nero e incappucciata. Percorse l’austero corridoio a passo svelto, per poi incappare in un altro portone, ovviamente chiuso. Due tentativi, poi dovette ricorrere alla consueta pedata per continuare il suo giro.
“Devo licenziare ‘sto cazzo di fabbro.”
Era giunto in un salone ampio e totalmente sgombro, se non per un paio di cassettiere, sovrastate da immensi specchi. Quando l’individuo fece il suo…
« Ehi, coso, individuo lo dici a tua madre! Sono Jessica Lange! »
Sì, ma nella storia non l’ho ancora detto… Insomma, chi è il narratore, io o tu?
« E’ UN TUO PROBLEMA. »
Okay, okay…
Quando la bellissima Jessica fece il suo ingresso le cassettiere sentirono il bisogno di inchinarsi dinnanzi a lei, stessa cosa gli specchi, che si staccarono dal muro cadendo sulle cassettiere e spaccandosi, con sommo disprezzo dell’ivi presente Santissima. Al centro della sala c’era un’altra figura incappucciata, di spalle, inginocchiata sul pavimento.
« Ma tu sei… » Jessica era evidentemente turbata.
« Sì, sono io. » Rispose l’altro.
« … IL FABBRO. VIENI QUI, COSI’ IMPARI A FARE ‘STE CAZZO DI SERRATU… »
« Ma Santissima… Sono io! » Si voltò e rimosse il cappuccio: era Rossella, la ragazza che era stata curata dalla Santissima.
« Ma Rossella… Da quando fai il fabbro? » Domandò Jessica, stranita.
« Santissima, sono qui per l’iniziazione. Mi ha detto lei di venire. »
« Ugh, vero. Bene, muoviamoci, che ho da fare con gente un po’ più importante di te. Tipo il fabbro. »
Si avvicinarono l’una all’altra, e Rossella si inginocchiò di nuovo, questa volta dinnanzi alla Santissima. Questa le poggiò una mano su…
« Ehi, come parli? Questa? Mano? E chi sono, quella zingara di tua sorella? »
La prego, lo scrittore sono io.
« TU CONOSCI I MIEI POTERI. » Mi scusi, mi scusi! Va bene…
Ella, con la sua nobiltà, le poggiò una delle sue sacre e venerabili mani sul capo, e pronunziò la seguente formula:
« Io, Jessica Santissima Lange, aka Fiona Goode, Constance Langdon e Suor Jude, introduco questa poco di buono, zingara e troietta nel mio Santissimo dojo, per amarmi e venerarmi nel mio Bellissimo Nome, eccià. »
La ragazza alzò la testa e, guardando Jessica, rispose: « Prometto di essere la Sua troietta più fedele. » « Beh, questo è un tuo problema! »
Commentò la Santissima, e con fare annoiato, lasciò la sala.
La Santissima scese le scale, un gradino alla volta. Giunse in una cantina totalmente buia, ma con la sua luce interiore riuscì comunque ad illuminare l’ambiente. Si trovò faccia a faccia con un uomo sulla trentina: indossava una tuta da lavoro blu, aveva le mani sporche di ruggine e una chiave inglese infilata nella cintura. Sul capo troneggiava fiero un berretto, con la scritta “KING OF KEYS”
« Tu… il fabbro. » La sua voce era piena di disprezzo.
« Eccomi, c’è qualche problema? » Chiese, schernendola.
« Sì. Le tue serrature… fanno cagare le pietre. »
« Meh… Non è un mio problema. » Jessica strabuzzò gli occhi, furiosa.
« COSA!? »
Alzò le braccia e dal pavimento vennero fuori delle lingue di fuoco, che si fiondarono, fulminee, contro l’uomo. Si legarono come cappi attorno al collo dell’uomo, e lo sollevarono a due metri da terra. Nelle mani della donna comparvero un arco e tre frecce. Scoccò la prima contro lo stomaco dell’uomo, agonizzante: « QUESTA E’ PER LA TUA ARROGANZA! » Scoccò la seconda, alla spalla: « QUESTA E’ PER LE TUE SERRATURE DI MERDA! »
Scoccò l’ultima, al cranio: « E QUESTA PER IL TACCO CHE MI SONO ROTTA PRENDENDO A CALCI IL TUO CAZZO DI PORTONE! »
Le lingue di fuoco scomparirono, e la purissima si trovò in piedi, dinnanzi al cadavere dell’uomo. Commentò con un “Ugh.” ricco di disprezzo, per poi voltarsi e lasciare la sala.
La vendetta era compiuta.







Angolo dell'autore:

Ecco subentrare me, per chi ha letto il precedente capitolo, sono io il Marco vittima della Santissima, la mia famiglia è davvero così e... sì, la storia è vera, tutta vera. Non c'è nulla di demenziale, o meglio, nulla di più demenziale dell'essere dementi in sè. Ma sto divagando, in questo capitolo si usa un espediente che ho adottato già altre volte (e chi segue sul mio profilo la storia Fantasy, lo sa bene) e che adoro, ossia quello di far discutere personaggio e autore su ciò che accade all'interno della storia. E' parecchio divertente scrivere così, e quando si impara a padroneggiare bene lo stile, diventa anche gradevole alla lettura.
Nell'arco della storia compariranno altri miei capitoli: intanto, se vi va, fate un salto sul mio profilo personale: di solito scrivo horror e racconti introspettivi, il nosense è un genere che adoro, ma in cui non mi cimento spesso. Grazie per la lettura, al prossimo capitolo!
  
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