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Autore: kamy    02/08/2014    1 recensioni
[Ispirata alla canzone Echo di Jason Walker].
Tony fa parte degli Avengers da tre anni. Si fida del Leader, anche se Capitan America cerca di convincerlo a diventare leader al suo posto.
E se scoprisse che tutto quello che ha vissuto fin'ora è stata solo una menzogna?
Genere: Azione, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.3 Sfiducia


Sono al limite e sto urlando il mio nome, a pieni polmoni, come uno stupido.

 

Steve si sedette di scatto e chinò il capo, digrignando i denti.

"… Ed io sono Capitan America!" tuonò.

Tony incrociò le braccia, sogghignò.

“… E sei stato ben addestrato” disse, sarcastico.

Lo indicò con il capo, e socchiuse gli occhi.

“Io sono Iron Man... E prima che tu lo chieda, è il mio nome da super-eroe, lavoro che svolgo da molto più tempo di te; ghiacciolo”. Fece l'occhiolino. “In quanto a competenze, vinco io”.

Steve conficcò le unghie nel palmo e digrignò i denti, rialzandosi nuovamente.

“Tu non vali neanche la metà di altre persone che ho conosciuto! Scommetto che lo fai solo per il tuo ego!” ululò.

Tony roteò gli occhi.

“Sarei tentato di citarti Il Re leone, ma temo tu non sia abbastanza colto per cogliere il riferimento” disse.

La porta automatica si aprì con un fruscio, Clint sporse il capo.

“Signor Stark ...”.

Sgranò gli occhi, si mise sulle punte e guardò i due.

“Cosa?”.

Steve indietreggiò, strinse i pugni e si mise in posizione di combattimento con le gambe piegate e aperte.

“Allora è una base di super-eroi quella che mi tiene prigioniero?” domandò.

Clint si tolse lentamente la faretra dalle spalle, indietreggiò fino alla finestra.

“Perché ci sono due Steve Rogers in casa?”.

Tony si sbatté la mano sulla fronte e sbuffò.

“Proprio quello che volevo evitare, Barton”.

Steve impallidì e deglutì a vuoto.

“Un clone o un sosia?” domandò e la voce gli tremò.

Sentì le gambe tremargli e s'irrigidì.

Tony incrociò le braccia.

“Non la seconda e poco probabilmente la prima. Le vostre similitudini attualmente sono del 99,8%” informò.

Clint aggrottò la fronte.

“Dobbiamo avvisare gli altri”.

Tony scosse il capo.

“Meno gente lo sa, meno panico si scatenerà, più probabilmente il falso si tradirà”.

Clint guardò Steve socchiudendo gli occhi chiari.

“Non mi guardi così. Non so che idea abbia lei degli avversari, ma si vede che lei è addestrato e in uno scontro non potrei farle granché. Soprattutto contando che suppongo non siate in due e che lei non sia abituato a muoversi da solo.

Non mi mette a fuoco da vicino, senza offesa” ribatté Steve.

Indietreggiò ancora, rimanendo in posizione difensiva, fino a raggiungere la parete.

“Con il suo siero, dubito di reggere il confronto” disse Clint.

Tony socchiuse gli occhi, incrociò le braccia e sogghignò.

Ma allora non sai solo sparare insulti sperando di trovare quello giusto”.

“Che cosa mi distingue dall'altro?” domandò secco Steve.

Corrugò la fronte e ansimò, avvertiva delle fitte alle tempie e la vista si oscurò.

< Nessuno mi conosce, nessuno può testimoniare per me ... forse potrei rispondere a delle domande private? > si domandò.

“… E lei non si sottovaluti solo perché riceve delle buche in amore” brontolò.

< Sperando che quello che ha sul collo nascosto sia un succhiotto e non una puntura di vespa > pensò.

Tony spostò il peso da un piede all'altro facendo qualche passo lateralmente, mosse il capo a destra e sinistra tenendo lo sguardo duro.

“Al momento solo il livello di educazione”.

Clint si poggiò con la schiena al davanzale della finestra stringendo la presa sull'arco.

“… E la delicatezza nel psicanalizzare i fatti altrui”.

Steve rimase rigido, contro il muro, ma abbassò le braccia.

“Non mi piace essere preso in giro e voglio sapere contro cosa combatto” ribatté asciutto.

Tony indicò Clint con il capo, assottigliò le labbra.

“A me non piace mettere a rischio gli altri contro una potenziale invasione di simil-cloni perfetti”.

Clint poggiò le mani sul davanzale della finestra, sollevando i piedi da terra.

“Ci deve essere qualcosa che solo uno dei due sa” suggerì.

< In realtà li distingue anche la stazza, il Capitano è molto più grosso di quest’altro > pensò.

Tony arricciò il naso, strofinò le labbra tra loro e incrociò le braccia.

Clint dondolò avanti e indietro, tenendosi al davanzale.

“Se hanno gli stessi ricordi la vedo particolarmente dura” disse Tony, e gli indicò la porta con il capo.

“Esci. Comportati normalmente. Niente allarmismi” ordinò.

Clint storse il labbro, sbuffò ed uscì.

Tony si avvicinò, si chinò in avanti e indurì lo sguardo.

“Come avresti voluto il tuo scudo?” chiese.

Steve strofinò il piede per terra. Si grattò il sopracciglio ed espirò.

“Non lo volevo. Il discorso uscì tra me e Howard” spiegò. Aprì la mano sudata e se la guardò. “Io volevo difendere, più che attaccare e gli raccontai che spesso mi nascondevo dietro i coperchi delle spazzature dell'epoca. Lui fece per questo lo scudo tondo, ma si rese conto che non aveva il suo solito stile letale e perciò cercò di darmene altri”.

Proseguì e gli occhi gli si arrossarono.

Tony grugnì, si passò la mano tra i capelli e sentì delle fitte al petto; che divennero una sensazione di gelo. Si sporse guardando Steve negli occhi.

“Ti devo le mie più sentite scuse... Capitano” disse, freddamente. Gli porse la mano, le dita tremavano leggermente.

< Mi ha preso in giro per tre anni. Per tre anni! È stato mio amico, il mio capitano, avevo superato lo stupido odio infantile per Captain America per essere alleati... era tutta una bugia > pensò.

Il viso di Steve si illuminò e sorrise, le iridi azzurre gli brillarono.

“Mi credi?” domandò e la voce gli tremò.

Tony inspirò, espirò e annuì.

“Risposta naturale, spontanea, sicura. Si tratta di mio padre, so di cosa stiamo parlando. Quella era la risposta giusta. Qualsiasi altra sarà quella sbagliata” disse, scuro.

Chiuse gli occhi, e deglutì.

< Ora dovrò affrontare quel traditore > pensò.

 

  
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