UN PEZZETTINO DI ME
La grafite della matita
scorre sul foglio di carta lasciando
dietro di se un tratto leggero, una semplice riga.
Ne traccio altri con la stessa lentezza ponderando bene le
distanze tra l’una e l’altra, valutando bene quanta
forza mettere nell’imprimere
il tratto.
Voglio che sia perfetto.
Non nego di essere zelante quando tengo a qualcosa.
Ne traccio altre e altre ancora; un insieme di linee
spezzate e dolci che vanno a formare il volto di una ragazza dalla
zazzera
bionda e incolta, occhi grandi e profondi e due piccole orecchie a punta.
Le dono con l’imposizione delle mie mani sulla matita e
della mia mente sulle mie mani una corpo stilizzato fatto di grafite.
È carina, è bella, è snella e
sorridente, il suo sorriso è
bello, molto bello, la guardo ed effonde con il suo riso un inspiegabile messaggio positivo.
Sembra spensierata, sembra che un suo pensiero l’abbia
rasserenata, seduta, non so dove, con un fare sognate e intimamente
gioiosa.
Sembra una ragazza innamorata.
Accanto a lei ritorno a lavorare con la mia poderosa
immaginazione tracciando ora volti di svariati altri personaggi, di
scene di
fumetto senza ordine e senza vignette.
A ogni schizzo improvvisato di figure vagamente umane dono
tratti diversi, a volte le linee di disegni diversi si sovrappongono.
Nessuno, tranne me, riuscirebbe a indovinare la trama di
questo fumetto senza vignette, ogni scena è stata disegnata
sul libro di
matematica dove lo spazio lo consentiva, senza un ordine temporale,
seguendo
uno mio slancio di quando sciolgo le briglie alla mia immaginazione.
Ritorno a guardare il primo e poi guardo l’insieme; non
è
nient’altro che un intricato groviglio di linee dove
è distinguibile qualche
volto umano dalle orecchie puntute.
Una storia.
Una storia che solo io, forse, posso leggere nelle immagini,
forse domani tornerò a guardarla e anche a me
sembrerà solo un accozzaglia di
figure sovrapposte per mancanza di spazio.
Torno a guardare, sempre, il primo disegno; lo ritocco
pazientemente con amore materno.
Ho deciso che sarà lei la protagonista di questa storia
ancora indefinita.
Mi piace il suo sorriso, mi piacciono i suoi occhi, non so
spiegare il perché.
È inutile che la gente mi chieda come faccio, come faccio a
disegnare e a dare un corpo, seppure insignificante, alle mie fantasie,
non sono
in grado di trasmettere questa capacità ad altri,
semplicemente il corso dei
miei pensieri guida la matita, inconsciamente.
È tutto parte della mia mente: è un piccolo
pezzettino di
me.
Guardo meglio la ragazza, non mi somiglia; forse per questo
mi piace.
Ha un sorriso che non è il mio, il mio è forzato
e
innaturale, il suo è semplicemente bello.
I suoi occhi sono grandi, forse come i miei, ma sono più
profondi ed espressivi, a mio dire, e sovrastati da sopracciglia
sottili e
ordinate, non come le mie.
I suoi capelli sono selvaggi, una frastagliata zazzera con
ciuffi di capelli non addomesticati che le cadono sul viso, non come i
miei
lisci ben puliti e morbidi.
Non mi somiglia eppure sono io.
Tutta la mescolanza di linee dalle forme dissimili sono
un piccolo pezzetto di me che svelo a me stessa e a chi guarderà.
Non vedranno niente se non un viluppo di tratti fatti a
grafite, solo io li tradurrò in scene.
Piccola idea, anche questa priva di pretese, che mi è sorta pensando all’arte e ad alcuni disegni che ho trovato sui miei vecchi libri delle medie, malinconicamente messi da parte per poter far posto a quelle delle superiori, domani inizio ( esigo che mi auguriate buona fortuna) dai scherzo è solo una scusa x ottenere rece^^ (nooooo!!!…non ce ne eravamo accorti-_- nd voi) (^^ nd io).
Ho seguito il consiglio di Umpa_lumpa ( a cui non so come è piaciuta l'altra originale e ne scrivo un altra, anche questa senza pretese).