Se non fosse nato, ora a soffrire sarebbe stato solo lui e quel cucciolo non sarebbe stato costretto a vivere una vita di schiavitù e dolore. Già, dolore, proprio quello che gli aveva sentito provare per giorni, prima di non riuscire a sopportarlo oltre e arrendersi al re, giurandogli fedeltà. Lo fece pur sentendo il suo cucciolo che gli diceva di non farlo; lo stava facendo per lui, in fondo, per non farlo più soffrire, pur sapendo che il prezzo per la fine delle sofferenze era la libertà.
Per tanto tempo aveva lottato per liberarsi dal nome del padre, Morzan,primo e ultimo dei Rinnegati e rifarsi un nome e ci stava anche riuscendo, quando i Gemelli lo avevano catturato e portato lì. E poi l’uovo si era schiuso per lui, dimostrandogli ancora una volta che il fato ha un crudele senso dell’umorismo. L’aveva fatto tornare ad Uru’Baen, gli aveva dato un drago e lo aveva costretto al servizio di Galbatorix e come se non bastasse, il drago era rosso, proprio come quello del padre e proprio come il padre sarebbe stato odiato da tutti. Voleva bene al suo cucciolo, ma non poteva fare a meno di pensare che era stato anche un castigo .
“ Castigo ... ” Sussurrò. Se era stato un castigo per lui, allora, lo sarebbe stato anche per gli altri. Il draghetto si mosse e alzò la sua piccola testa per guardare il suo Cavaliere, che gli sorrise e gli disse: “ Che ne dici se ti chiamassi Castigo? ”
“ Il cucciolo ci pensò un momento, poi ripetè: “ Castigo ” e annuì.
Murtagh sentì tutta la sua felicità per aver finalmente ricevuto un nome e lui non riuscì a fare a meno di essere felice per lui, dimenticando per un attimo tutto quello che lo aspettava.