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Autore: irwinsgreeneyes    04/08/2014    4 recensioni
"Da quel giorno sarebbe cambiato tutto. Per quei lunghi tre anni aveva convissuto in pace con i genitori, inizialmente grato della mancanza della sorella. Fino ad allora aveva avuto -sentito- il bisogno di maltrattare la sorella, senza capire da dove arrivassero quegli istinti, ma semplicemente seguendoli. Aveva reso la vita di Elise un inferno, senza una precisa causa. Soltanto il sapere che la sorella fosse nella stanza accanto alla sua lo faceva tremendamente infuriare. Poi, in solitudine, aveva esaminato quel bisogno di torturarla e, dopo accurati studi, aveva capito di cosa si trattasse e aveva infine capito di essere malato. Sbagliato."
*
Luke, Incest.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Spazio Autrice.
Come promesso, rieccomi qui con il secondo capitolo dopo una settimana(strano che ce l'abbia fatta AHAHA)
Cooomunque, grazie a tutte voi che leggete/recensite/mettete nelle preferite-seguite la mia storia!
Questo secondo capitolo é un popiú corto rispetto al precedente e non é il classico capitolo "movimentato" che magari potreste aspettarvi da una storia simile alla mia ma purtroppo doveva essere cosí. Dovevo mostrarvi la vita notturna di Luke, sebbene ancora voi non ne sappiate niente. Ve la sto introducendo un po, quindi, con questo capitolo.
Se vi aspettate che caratterizzi benissimo i prsonaggi di Ashton e Michael beh, non credo che lo faró. Hanno un ruolo importante per quanto riguardo le vicende notturne di Luke, ma niente di piú. Calum invece forse lo descriveró un po meglio, giusto perché Elise lo sente come una parte di se stessa e non riesce a staccarsene.
Non so se avete capito il motivo di tanto odio di Luke nei confronti della gemella...io comunque non vi riveleró nulla AHAHAH vvb
Qualcuno che si offre volontario per crearmi un banner? Do i crediti, giuro, io sono completamente negata AHAHAHA
Adesso vi lascio, altrimenti mi dilungo troppo, un bacio xx



 
B l o o d s t r e a m .

 

(Una settimana dopo, 11:30 PM)

-Si, é tornata una settimana fa.-
Elise stava origliando dietro la porta di Luke. L'aveva sentito parlare poco prima di lei al telefono con quello che pensava fosse Ashton e allora aveva deciso di capire finalmente quali fossero i veri sentimenti del suo gemello verso di lei. Non si spiegava da dove potesse provenire tanta rabbia nei suoi confronti, verso di lei che era sangue del suo sangue. Verso di lei, che era parte di lui.
Quando, al suo rientro, si era rifugiata nella sua stanza, intimorita dalla presenza cosí vicina di Luke, era caduta sulle ginocchia: il letto ero completamente sfatto, la sedia era gettata a terra, vicino alla finestra che dava sul quartiere. I suoi libri -ai quali teneva piú che a sé stessa- erano sparpagliati sul pavimento di legno, alcuni anche piuttosto malridotti. Sulla scrivania, scritto col gesso, in modo da poter essere cancellato, Elise lesse: “Brava Ragazza.”.
Luke, pensó spaventata Elise, anche se l'aveva giá pensato.
Con uno scatto nervoso cancelló quel messaggio e poi si appoggió al muro, giá terrorizzata da quel fratello che sembrava odiarla come fosse la sua peggior nemica.
Circa quattro anni prima, un anno prima che partisse per la Francia, la bionda aveva festeggiato il suo miglior compleanno di sempre, come l'aveva definito allora. Persino Luke, che era sempre odioso con lei, le aveva regalato un ciondolo a forma di cuore e le aveva dato un bacio sulla guancia, sebbena accompagnato da un leggero broncio. Tutto era andato alla perfezione. Poi, il mattino seguente, dopo essersi alzata, si guardó allo specchio e tutto andó in frantumi. I capelli, che fino alla sera prima le arrivavano quasi al fondoshiena, adesso le arrivavano alle orecchie. Con le lacrime agli occhi, vide il riflesso di suo fratello che le si avvicinava. Luke la fece voltare verso di sé e le sorrise in modo cosí cattivo. Si mise le mani in tasca e ne uscí una sacchetto di plastica pieno di capelli biondi. Poi si portó la mano libera alla bocca, come a dirle di far silenzio ché saltrimenti avrebbe fatto di peggio. Poi le asciugó con lo stesso sorriso le poche lacrime che aveva versato e, vedendo che lei non osava reagire, le aveva sussurrato “Brava Ragazza”, accarezzandole la guancia.
Era stato proprio in quell'occasione che Elise aveva capito che in suo fratello c'era qualcosa che non andava.
-Si, sto arrivando.- disse poi Luke, dall'altra parte della porta, spegnendo improvvisamente la luce della sua camera.
Elise, sentendo il fratello avvicinarsi alla porta, corse a rifugiarsi nella sua stanza, proprio mentre Luke spalancava la sua, silenziosamente, per non essere scoperti dai
loro genitori. La ragazza emise un sospiro di sollievo quando il fratello percorse il corridoio, senza degnare di uno sguardo la camera di Elise.
E, proprio quando la ragazza emise un sospiro di sollievo, un sussurro le fece gelare il sangue nelle vene: “A te ci penso dopo, sorellina.
Poi i passi di Luke si fecero sempre piú distanti, fino al punto di non sentirsi piú.
L'aveva vista.
L'aveva vista e gliel'avrebbe fatta pagare. Chissá cosa si sarebbe inventato questa volta. Intimorita Elise si rifugió nel suo letto. Si tiró il lenzuolo fin sotto il mento, come faceva ogni volta che aveva paura. Come se quel moerdosissimo lenzuolo l'avesse mai protetta dalle torture di suo fratello.
E, mentre il silenzio regnava nella casa buia, Elise si ritrovó a chiedersi dove andasse suo fratello, notte dopo notte. Una mezza idea se l'era fatta -si concede alla lussuria, aveva infatti pensato una sera, quando l'aveva visto tornare a casa con un succhiotto sul collo. Ma, ogni tanto, tornava a casa con un occhio nero e la sorella,
sebbene pensasse che se lo meritava per tutto quello che le aveva sempre fatto passare, non poteva fare a meno di chiedersi chi fosse a fargli del male. E, piú di una
volta, aveva pensato di chiederglielo. Ma poi, quando Luke la guardava con quei suoi occhi cosí freddi, Elise ci ripensava e stava zitta.
Immersa in quei pensieri si addormentó, ma gli incubi la tennero sveglia. Quando si sveglió definitivamente la sveglia segnava le 3:45 AM. Allora capí che era inutile restare a letto e scese al piano inferiore, dove prese un bicchiere d'acqua per svegliarsi definitivamente. Dei rumori provenienti dalla porta gli fecero quasi cadere il bicchiera a terra.
Pensó di chiamare suo padre, ma ci avrebbe messo troppo tempo e, nelfrattempo, chissá cosa sarebbe potuto succedere. Prese un respiro e si avvicinó alla porta.
-Dove diavolo sono le chiavi?- sentí imprecare, col cuore in gola. Nel frattempo la maniglia si alzava e si abbassava, come se qualcuno stesse tendando di aprirela porta con la forza.
Mise la mano sulla maniglia, facendo forza opposta a colui che stava tentando di entrare in casa sua.
-Chiamo la polizia.- avrebbe tanto voluto far sembrare la sua voce dura, aspra, ma tutto quel che le uscí fuori fu un tremolio spaventato.
Ecco perché anche Luke riusciva sempre a farle ció che voleva: perché lei era pavida, fragile, spaventata. Non riusciva ad imporsi su niente e nessuno, figurarsi sul suo gemello.
-Elise?-quindi quell'estraneo la conosceva.-Sono Calum, sto portando Luke, ti prego, apri.-
Il cuore le prese a martellare nel petto, quando con mani tremanti prese le chiavi ed aprí la serratura. Immediatamente Calum aprí la porta.
La bionda sentí il sangue congelarsi e i peli delle braccia rizzarsi. Ma non era il freddo notturno , no, a quello ci era abituata. Calum reggeva Luke, che sembrava non
riuscire a stare in piedi.
In preda al panico Elise estrasse una sedia dal tavolo e l'amico vi scaricó sopra un Luke pestato a sangue. Sua sorella gli prese il volto tra le mani e lo esaminó da vicino:il labbro inferiore era talmente spaccato e gonfio che sembrava quasi avesse un altro piercing, gli zigomi erano gialli e grigi, come fossero stati presi a pugni piú volte e a completare quella maschera mostruosa, l'occhio destro era viola e gonfio. Elise intuí dal modo in cui non si muoveva che doveva avere altri lividi sparsi per il corpo.
-Sto bene.-biascicó Luke voltando il viso dall'altra parte, con quel pizzico di fastidio che solo lei riuscí ad intuire. Prese il ghiaccio e lo diede al fratello, che se lo poggió sull'occhio malconcio, ad evidenziare il dolore che doveva fargli.
Come avrebbe fatto, il giorno dopo, a presentarsi ai loro genitori in quelle condizioni? Elise non lo sapeva, ma dubitava che ai suoi genitori importasse. In quella settimana piú di una volta Luke era tornato a casa malconcio- mai in quelle condizioni- ma i loro genitori sembravano essere abituati. Non facevano piú domande. E adesso, in mezzo, c'era anche Calum.
-Che cazzo succede, Cal?-gli chiese, una volta che lo aveva spintonato fuori dalla casa, per evitare di svegliare i suoi.Il moro si passó una mano tra i capelli e di inumidí le labbra, guardando altrove. -Dimmelo.- anche questa volta avrebbe voluto che uscisse come un ordine, ma invece uscí piú come una preghiera.
-Non posso, okay?-la voce gli tremava.-É una cosa che rigurda Luke e, se vuole, te ne parlerá lui.-
Elise strinse i pugni e, per la prima volta nella sua vita, sentí il bisogno di tirare un pugno a qualcuno. Soltanto non pensava che a scatenarle tali pensieri sarebbe potuto essere Calum Hood, il suo migliore amico fin dall'infanzia.
Adesso peró, a quanto sembrava, era piú amico di suo fratello che suo.
-Da quando in qua ci sono segreti, tra noi?-gli chiese, ferita. Calum era l'unico elemento stabile della sua vita. Era parte viva della sua vita. Non accettava che suo fratello gli avesse portato via anche lui.
Calum l'attiró a sé, stringendole il polso e, com'era solto fare quand'era nervoso, affondó la testa tra i capelli biondi di Elise ed aspiró il profumo del suo bagnoschiuma.-Non é cambiato niente tra noi. Solo che le cose si sono fatte piú complicate mentre non c'eri. Luke ha sentito il bisogno di sfogare la sua rabbia...in altro modo.-terminó Calum, staccandosi dall'abbraccio e guardandola negli occhi. Ovviamente Calum non sapeva tutto ció che Luke le faceva subire da tutta la vita, ma sapeva abbastanza da sapere che tra lei e suo fratello non scorreva buon sangue.
Sfogare la rabbia in un altro modo? Che diavolo stava a significare?
-Ok.-rispose, chiudendo gli occhi. -Ci vediamo domani, okay? Ora entro a vedere come sta.-
Gli lasció un bacio sulla guancia ed entró in casa, senza guardarsi alla spalle. Non trovó Luke ad aspettarla sulla sedia, dove l'aveva lasciato. Suo fratello era alla finestra della cucina: li aveva spiati.
-Che bel quadretto tu e Calum.-le disse con malignitá, sebben riuscisse a malapena a reggersi in piedi. Elise decise di tralasciare i soliti giochetti mentali di Lukee gli si avvicinó, posandogli nuovamente il ghiaccio sull'occhio.
-Come ti sei ridotto cosí?-
Sapeva che lui non si meritava quel tipo di attenzioni, ma era sempre suo fratello, sangue del suo sangue, non poteva lasciarlo in quelle condizioni.

Lui la scansó malamente e -Fanculo.-mormoró, prima di salire al piano di sopra, in camera sua, e lasciando Elise nel buio della cucina piena di domande.

  
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