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Autore: Briskal    05/08/2014    8 recensioni
"Uccidimi, Ruby, ti prego mormorò la bionda, tenendosi la testa tra le mani; non sapendo se la fastidiosa emicrania era dovuta al pensiero di Regina o ad una semplice influenza".
Regina si prenderà cura della nostra Salvatrice, e finalmente i loro sentimenti saranno svelati. [Swan Queen]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fortunatamente Storybrooke non era una metropoli, e dopo una decina di minuti la Mercedes nera entrò nel vialetto di Mifflin Street.
Dopo essersi assicurata che Emma si fosse sistemata niente di meno che nella sua camera, Regina scese in cucina a prenderle dell'acqua e qualche miracolosa pillola che avrebbe consentito allo sciocco sceriffo di poter riposare per bene. Prima di salire di nuovo a piano di sopra, però, la donna si prese la libertà di sedersi due minuti su uno degli sgabelli della cucina.
Che diavolo c'era di sbagliato in lei? Sì, l'aveva abbracciata, e quindi? Era stato solo un gesto di aiuto per impedirle di cadere, non significava niente, giusto? E allora perché avrebbe voluto tenerla tra le braccia anche adesso?
Basta, Regina, si disse, alzandosi di scatto per tornare finalmente dalla donna. Qualsiasi cosa tu stia pensando di provare per lei è sbagliata. Fermati ora, prima che sia troppo tardi. Certi sentimenti non fanno per te, lo sai. Lei è solo la madre naturale di tuo figlio. Siete amici; quand'è cominciata questa "amicizia" non lo sai nemmeno tu, ma almeno è da un po' che non tentate di uccidervi a vicenda. Sei preoccupata perché è malata, tutto qui. Non c'è nient'altro, non provi nient'altro. Fine della storia.
Purtroppo per lei, la sua fragile convinzione andò in mille pezzi non appena vide lo Sceriffo dormire placidamente nel suo letto, rannicchiata sotto le coperte come un bambino. E fu in quel preciso istante che Regina Mills desiderò di vederla sempre lì, di potersi svegliare con lei al suo fianco, dopo aver dormito abbracciate per tutta la notte.
In silenzio, posò il vassoio con l'acqua e la medicina sul comodino ed andò a sedersi sul letto vicino alla ragazza. Non avrebbe voluto svegliarla, ma le pillole le avrebbero fatto scendere la febbre. Con gentilezza, le accarezzò i capelli, prima di posarle la mano sulla fronte: scottava ancora, forse anche peggio di prima.
«Emma?»
La giovane sorrise stancamente. «Oggi è la seconda volta che mi chiami col mio nome» le fece notare. Regina si sentì quasi persa non appena i suoi occhi si specchiarono in quelli verdi della Salvatrice.
«Ti sbagli, cara. La febbre fa brutti scherzi»
«Mi piace» confessò, guardandola intensamente. «Su Neverland spesso mi chiamavi così, poi sei ritornata a quel pessimo Miss Swan»
Una splendida tinta di rosso aveva colorato le guance di Regina: aveva ragione. Nel periodo che avevano trascorso insieme sull'Isola si era abituata a chiamarla Emma e facendo mente locale, aveva cominciato questa storia quando l'aveva vista cadere in acqua dalla Jolly Roger. Idiota, pensò, ricordandosi dell'accaduto. In quella occasione aveva rischiato di perderla. Un improvviso senso di vuoto la pervase, e si ritrovò a pregare di non provare mai più un sentimento simile. «Smettila di dire idiozie, Miss Swan. Hai la febbre alta» le disse con poca convinzione nella sua voce. Non era pronta ad abbassare le barriere con lei. A dirla tutta, probabilmente non avrebbe mai avuto il coraggio. Era una follia, e lei avrebbe dovuto smetterla di sognare Emma Swan nel suo letto tra le sue braccia.
Dal canto suo, la Salvatrice si ritrovò di nuovo a sorridere; le piaceva questa versione premurosa di Regina. Da un lato, avrebbe voluto che tutta Storybrooke potesse vedere che persona meravigliosa fosse. Dall'altro, era intimamente contenta che la donna si comportasse così solo con lei… e con Henry. Regina restò a fissarla per qualche minuto, fino a quando decise che forse era meglio farle prendere quelle dannate pillole, o la febbre le sarebbe salita alle stelle. Si allungò quel tanto da recuperare acqua e medicina, per poi aiutarla a bere.
«Grazie» riuscì a mormorare Emma al limite della stanchezza.
La donna fu tentata di baciarle la fronte, ma si limitò solo a passarle una carezza sul viso. «Adesso riposa, io recupero il telefono, un termometro e avviso tua madre; se non ti vede tornare a casa è capace di racimolare una folla armata di forconi e fiamme e accusarmi di rapimento»
Nonostante gli occhi chiusi e la testa che ancora le pulsava violentemente, Emma scoppiò a ridere; era da un po' di tempo a quella parte che Regina e Mary Margaret avevano seppellito l'ascia di guerra. Anzi, la sorpresa era arrivata proprio con la nascita del piccolo Neal: sua madre aveva chiesto a Regina di fargli da madrina e aveva visto la gioia negli occhi della donna quando aveva accettato la proposta. I vecchi rancori e il passato erano stati messi finalmente da parte, e per questo Emma era più che felice. «Mi dispiace per te, cara» le mormorò, scimmiottando il suo tono. «Oramai nessuno ti odia più in questa città. E poi lo sai che prenderei in ogni caso le tue difese, a costo di farmi uccidere.»
Il cuore di Regina mancò di un battito: certo che l'avrebbe difesa. L'aveva sempre fatto. Era sempre stata l'unica a farlo, a dirla tutta. Erano trascorsi tre anni da quando la prima maledizione si era rotta, e ne erano successe di cose, eppure Emma era sempre rimasta al suo fianco, nonostante tutto. «Dormi, Miss Swan. Quando sei febbricitante dici più idiozie del solito»
«Regina?»
«Cosa?»
Due speranzosi occhi verdi guardarono nella sua direzione. «Dopo tornerai da me?»
Se avesse avuto la capacità di sciogliersi, Regina Mills l'avrebbe fatto in quel preciso istante. «Sì» mormorò guardandola con fare tenero. Questa situazione ti sta sfuggendo di mano, Regina, si disse, sparendo di volata al piano di sotto. Vedendo la reazione della donna, nonostante la febbre Emma proprio non riuscì a non sorridere. Allungò la mano per poter recuperare il cellulare e mandare un sms a Ruby per aggiornarla sulle novità. Era stanca, e gli occhi le si chiudevano, ma aveva
bisogno di un consiglio prima che Regina facesse di nuovo il suo ingresso nella stanza.

"Ehi Rubes. Alla fine Regina mi ha portata a casa sua. Sono sana e salva nel suo letto"
La ragazza lupo per poco non si strozzò con il cappuccino che la sua adorabile nonna le aveva portato alla stazione. "State già giocando al dottore?", digitò, ridendo di nuovo.
"Idiota"
"La linguaccia, Miss Swan. Oh. Ooooh, qui ci starebbe una battuta facile facile, sai?"
Emma sospirò, arrossendo furiosamente. "Smettila di mettere il dito nella piaga"
Ruby rideva davvero con le lacrime agli occhi. "Oh Dei, così non mi aiuti"
"… ti odio"
"Non è vero. Ti diverti quando faccio le battutine a doppio senso. E tu sei così adorabile quando arrossisci fino alla punta delle orecchie. In ogni caso, ci stiamo scambiando sms per un solo motivo, e la mia domanda è: ti è così difficile ammettere che l'ami?"
"No. Non lo è. Non più. Il problema è che non so se lei…"
"Per l'amor di Dio, Emma Swan. È così schifosamente palese che anche lei prova lo stesso. Soprattutto dopo quello che è successo prima. Buttati e baciala. Tanto male che va potresti sempre dire che è stato un delirio dovuto alla febbre. Sta arrivando David, ti devo lasciare. Fammi sapere più tardi e voglio i minimi dettagli! Ciao!"

Emma rimase a fissare lo schermo con fare pensieroso. Il ragionamento di Ruby non era certo del tutto sbagliato. Certo, avrebbe potuto sfruttare la scusa della febbre per confessarle finalmente il suo amore. Facile. Ma allora perché era così terrorizzata?!
I suo i pensieri furono nuovamente interrotti dal rumore di tacchi a spillo che salivano le scale. Velocemente, spense il telefonino e lo posò di nuovo sul comodino, si sistemò meglio sotto le coperte girandosi su un fianco, e chiuse gli occhi.
Regina fu lieta nel vedere che la ragazza si era messa comoda di nuovo. In silenzio, le posò una mano sulla fronte; le pillole ancora non avevano fatto effetto.
«Basterà una sana dormita e sarò come nuova» borbottò Emma, con fare stanco.
Lei le sorrise, passandole il termometro. «Sì, ma ora per cortesia misurati la febbre, Miss Swan. Stai praticamente bruciando e se la medicina non funziona, dovrò usare qualche altro metodo»
Emma sospirò, infilandosi il termometro sotto il braccio. «Non dovresti preoccuparti così, è una sciocchezza. Mi è capitato altre volte, da piccola, e me la sono sempre cavata egregiamente anche da sola»
Regina la guardò sentendosi mortalmente in colpa. Era stata colpa sua se Emma aveva vissuto metà della sua infanzia in un orfanotrofio, venendo sballottata da una famiglia all'altra senza sentirsi effettivamente a casa. Avrebbe potuto vivere come la principessa che era, invece...
I suoi mesti pensieri furono interrotti dalla stessa Salvatrice che con calma le aveva preso una mano. «Ti leggo facile, Vostra Maestà. Smettila di ripensare al passato»
«Sì, ma...»
«Niente "ma", Regina» mormorò Emma, passandole stancamente il termometro. «Vedila così: se non avessi scagliato la maledizione, io non avrei avuto Henry ed in questo momento tu ti ritroveresti da sola tra le mura di un castello in una dannata favola. Ti sentiresti meglio se ti dicessi che va bene così? Io non ho avuto una infanzia felice, lo sai. Sono sempre stata da sola e così è stato fino a tre anni fa. Eppure, sono contenta di avervi trovato. Non festeggio più il compleanno spegnendo una misera candelina su un muffin in completa solitudine. Ti prego, finiscila di guardare al passato, pensavo avessimo superato questa fase» concluse chiudendo gli occhi; nonostante le pillole, la testa aveva ripreso a farle davvero male, e dopo tutte quelle chiacchiere ora si sentiva debole.
La donna la fissò basita. «Tu mi hai perdonata per davvero, allora»
Emma annuì. «Da tanto tempo, se devo essere sincera» rispose semplicemente.
Regina sentì il magone salirle in gola e tentò in tutti i modi di impedire alle lacrime di scendere. Fece un lungo sospiro cercando di calmarsi, ma non appena diede uno sguardo al termometro, il cuore riprese a batterle freneticamente; quarantadue gradi. Non andava affatto bene. «Mettiti di nuovo supina, Miss Swan»
Lo sceriffo obbedì senza fiatare; non era proprio nello stato adatto per fare qualsiasi cosa. «Che vuoi fare?»
«Prendermi cura di te» le rispose, posandole un bacio sulla fronte calda. Oh, lo avrebbe fatto eccome. Emma avrebbe anche potuto perdonarla per ciò che le aveva fatto, ma lei si sarebbe sempre sentita in debito, e più conosceva fette del passato della ragazza, più il suo amore per lei cresceva. E sì, ora come ora sarebbe stato anche stupido non ammettere determinate cose: lei l'amava.
La Salvatrice abbozzò un sorriso stanco. La testa le doleva talmente tanto che restò con gli occhi chiusi. Non riusciva a capire se Regina l'avesse anche baciata o se era solo un crudele scherzo della febbre alta. «Davvero lo farai?» le chiese con fare innocente, nemmeno fosse ancora una bambina.
La donna le passò una carezza tra i lunghi capelli biondi. «Sì. Davvero. Ora dormi, io vado a prendere una bacinella con dell'acqua per farti degli impacchi da mettere sulla fronte. Vedrai che la febbre ti scenderà in un batter d'occhio» le disse baciandola ancora prima di sparire nel bagno.
Emma si era rilassata sentendo le parole del Sindaco, ed era quasi del tutto sicura che il secondo bacio non era frutto della febbre. Si addormentò poco dopo.
Regina si era davvero presa cura di Emma per più di un'ora e alla fine, dopo svariati impacchi la febbre era finalmente scesa a livelli normali. In un primo momento aveva anche pensato di usare la magia, ma fortunatamente la natura aveva fatto il suo corso e non era stato necessario. Aveva preferito lasciar riposare la giovane, sparendo in cucina; si era fatta ora di pranzo, oramai, ed aveva pensato di preparare qualcosa di nutriente, così da aiutare Emma nel processo di guarigione.
Nonostante l'orario, fuori sembrava quasi buio; grandi nuvoloni neri sovrastavano Storybrooke ed era caduta abbastanza neve da ricoprire il prato e la stessa Mercedes nera parcheggiata nel vialetto. Probabilmente, molto presto, la lenta nevicata si sarebbe trasformata in tempesta.
Sospirò, ringraziando per una volta quel brutto tempaccio; Emma sarebbe rimasta con lei per un po', e questo la faceva sentire piuttosto bene. Avrebbe potuto godere della sua presenza almeno per qualche giorno. Quando salì di nuovo al piano di sopra per controllare la situazione; lo Sceriffo sembrava agitarsi nel sonno.
Senza pensarci nemmeno più di tanto, Regina si sfilò le scarpe e con calma andò a stendersi vicino la giovane. Con delicatezza, fece sì che la testa della ragazza potesse riposare teneramente contro il suo petto.
«Shhh» le sussurrò, togliendole una ciocca di capelli ricadutale sul viso. «Emma...»
La giovane sembrò calmarsi, e lentamente si sistemò meglio tra le braccia della donna, stringendola con calma.
«Grazie» mormorò, godendosi la sensazione del corpo di Regina contro il suo. «Per esserti presa cura di me. Non... non l'aveva mai fatto nessuno. É stato... bello»
Il cuore della ex Evil Queen mancò di un battito; lei ed Emma erano dannatamente simili in questo. Sotto certi aspetti, le loro vite si somigliavano molto, e per un momento, pensò che tutta questa storia dell'adozione di Henry non fosse stata messa in atto da Gold solo per rompere la maledizione. Per un attimo, nel profondo del suo cuore martoriato, si ritrovò a pensare che Emma avrebbe potuto essere anche la sua Salvatrice. Sospirò, prendendo ad accarezzarle i lunghi capelli biondi sovrappensiero; erano morbidi. Più di quanto fosse mai riuscita ad immaginare nei suoi sogni, e profumavano di buono. Era meravigliosa la sensazione che stava provando mentre la teneva stretta a sé. «Io...» aveva iniziato a dire, subito tagliata fuori da due brillanti occhi smeraldo che la fissavano.
«É proprio come stare a casa» le disse la ragazza guardandola con fare tenero.
«Cosa?»
L'altra sorrise, arrossendo di colpo. «Qui. Con te che ti prendi cura di me. Tra le tue braccia sono al sicuro. Sono a casa»
Regina aprì la bocca per rispondere, ma tutto ciò che riuscì a fare, fu abbassarsi quel tanto da catturare le labbra di Emma Swan in un dolce bacio.
Quando si separarono, la donna posò la sua fronte contro quella della Salvatrice che stava sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi. «Sai cosa significa questo, vero, Regina?»
L'altra annuì. «Io provo qualcosa per te, Emma. Mi preoccupo per te, ho paura quando sei di turno in centrale e che qualcuno possa farti del male. Ho il terrore che prima o poi qualcuno possa portarti via da me» confessò alla fine, posandole un bacio sul naso.
«Nessuno mi porterà via da te, e io non ho intenzione di fuggire. Mai più. Resterò sempre al tuo fianco, Regina, sempre. Sono il tuo Cavaliere bianco, e in quanto tale, giuro di servirti con la mia spada, il mio cuore e tutto il mio amore...»
Gli occhi della donna si spalancarono, pregando di non essere sotto l'effetto di qualche maledizione e che tutto questo fosse solo uno scherzo crudele. «Tu mi ami?»
Emma sorrise. «Sono mesi che Ruby sta cercando di strapparmi questa confessione. Sì, Regina, io ti amo. E no, non è la febbre che mi sta facendo parlare così, te l'assicuro. Io ti amo. Posso ripetertelo tutte le volte che vuoi e quando vuoi... domani, tra un mese... tra un secolo. Ti amo» le sussurrò ancora una volta, baciandola di nuovo. Nel bacio, Regina scoppiò a piangere: stavolta non riuscì proprio a trattenersi. Dopo tanto dolore, tanta solitudine, aveva trovato l'amore della sua vita. Paradossalmente, era proprio colei che avrebbe dovuto odiare. La figlia della sua nemesi, la madre naturale del suo Henry, l'eroina delle favole.
«Ti amo anche io, Emma» le disse, guardandola dritta negli occhi.
Lo Sceriffo le sfiorò le labbra con le dita, prima di baciarla ancora, e ancora e ancora.
Si coccolarono per un po', fino a quando la Salvatrice non si sistemò di nuovo tra le braccia dell'altra donna: la febbre era per davvero scesa, ma il suo corpo era tutto indolenzito.
Regina le posò un bacio tra i capelli, stringendola a sé. «Sei felice?» le domandò con voce assonnata.
«Sì. Sono a casa» rispose Emma abbracciandola di rimando. «Sono finalmente a casa»

FINE

   
 
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