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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    05/08/2014    1 recensioni
[Seguito della One-Shot "You abandoned me"; spoiler X-Men DOFP]
Charles, Erik, Logan e Hank tornano a villa Xavier per tentare di localizzare Raven. Ad aiutarli ci sarà Charlotte Xavier, sorella di Charles, anch'essa mutante.
Durante le ricerche e gli allenamenti per migliorare i suoi poteri, Charlotte scoprirà cose che avrebbero dovuto rimanere nascoste, segreti mai rivelati e così potenti che sconvolgeranno totalmente la sua vita.
Nella corsa contro il tempo per salvare l'umanità e impedire al terribile futuro descritto da Wolverine di avverarsi, ognuno degli X-Men dovrà fare i conti con il proprio lato oscuro e mettere da parte l'orgoglio e l'odio per salvare, non solo le persone amate, ma l'umanità tutta.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Dottor Henry 'Hank' McCoy/Bestia, Erik Lehnsherr/Magneto, James 'Logan' Howlett/Wolverine, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The second chance


CAPITOLO DUE

 
  Charlotte il mattino seguente si svegliò presto. Erano appena le sette, ma decise comunque di scendere in cucina per fare colazione, in modo da essere pronta per l’allenamento che l’aspettava insieme a Logan.
 Si vestì e dopo essersi pettinata e lavata raggiunse la cucina. Appena ebbe varcato la soglia, si accorse che seduto al tavolo c’era Logan, intento a fumare un sigaro. Probabilmente anche lui aveva avuto la sua stessa idea.
 «Buondì» disse lei entrando. «Dormito bene?»
 «Ciao» rispose lui accennando un sorriso. Wolverine aggrottò le sopracciglia. Come poteva essere così solare e allegra? Tutti i mutanti erano tormentati, spaventati dal loro potere e timorosi di ciò che potevano fare. Ma lei no. Forse la differenza era che essendo cresciuta con qualcuno come Charles che non aveva mai tentato di reprime il suo potere, anche lei avesse finito per accettarsi.
 «Logan?» lo chiamò Charlotte, cercando il suo sguardo.
 «Sì.» replicò l’uomo. «Scusa, ero distratto.»
 «Hai fame?» chiese la ragazza avvicinandosi alla credenza e aprendola.
 «Sì.» rispose Wolverine spegnendo il sigaro nel posacenere.
 La ragazza rovistò nella credenza in cerca di qualcosa da mangiare. «D’accordo. Abbiamo… nulla. Assolutamente niente. E zero cibo. Charles deve vivere d’aria.» concluse voltandosi verso di lui. Si schiarì la voce. «Ti va del caffè?»
 Lui annuì e quando lei glielo porse, la ringraziò.
 Charlotte si sedette di fronte a lui e si preparò latte e cereali. Osservò Logan per qualche istante, poi parlò. «Qual è il tuo potere, Logan?»
 Lui sollevò lo sguardo e dopo aver sospirato sollevò le mani e le chiuse a pugno.
 Lei lo osservò perplessa, poi ad un tratto, da accanto alle nocche fuoriuscirono degli artigli lunghissimi. «Oh, cavolo!» esclamò entusiasta, a bocca aperta. «È fantastico.»
 Logan aggrottò le sopracciglia e ritirò gli artiglio. «Sei la prima a trovarlo fantastico.» concluse abbassando lo sguardo per tornare ad osservare la sua tazza di caffè fumante.
 Charlotte sorrise, poi riprese. «Non hai incontrato molti mutanti, nella tua vita, vero?»
 L’uomo fece spallucce.
 «Scommetto che sei un tipo solitario.»
 «Mi leggi nel pensiero?» scherzò riportando lo sguardo sul volto di lei.
 «No.» ridacchiò la ragazza. «Ma si vede.»
 Dopo aver finito la sua colazione, Wolverine si voltò verso la finestra e parlò ancora. «Vado a fare una corsa. Ti aspetto in cortile per l’allenamento. Non mangiare troppo o vomiterai tutto subito dopo.» l’avvertì indicando la tazza.
 «Ha intenzione di strapazzarmi per bene, eh?»
 Logan fece spallucce. «Voglio prepararti nel modo adeguato.»
 «D’accordo.» concluse lei e gli sorrise. «A dopo.»  
 E Logan si alzò e uscì, lasciandola sola.
 Il silenzio tornò ad avvolgerla.
 Ogni cosa in casa era tranquilla. Nulla si muoveva, proprio come la sera precedente. Villa Xavier non era mai stato un posto allegro. Quando i suoi genitori erano ancora vivi, preferivano la tranquillità al disordine creato da lei e suo fratello, perciò, di solito, i due passavano le loro giornate nel giardino dietro casa ad azzuffarsi e correre.
 Un rumore improvviso la fece voltare verso la porta.
 «Ciao» disse vedendo Erik fermo sulla soglia con la spalla poggiata allo stipite.
 Stava sorridendo beffardo e la stava osservando curioso, quasi fosse un fenomeno da baraccone o non avesse mai incontrato una ragazza prima di allora.
 «Ciao.» rispose lui e avanzò. Si sedette accanto a lei e prese una delle tazze vuote che lei aveva poggiato sul tavolo. Poi allungò una mano verso la caffettiera e la fece levitare verso di sé per poi inclinarla per versare il caffè nella piccola tazza in ceramica.
 Charlotte lo osservò stupita e sorrise. «Wow, è straordinario.» disse «Come fai?»
 «Tu hai i tuoi trucchi, io ho i miei.» rispose lui, sorridendo.
 La ragazza rise e aggrottò le sopracciglia. «Mi sembra giusto.» i loro occhi si incontrarono per un momento e a lei sembrò che non fosse la prima volta. Ebbe l’impressione di averlo già incontrato, di aver già incrociato quello sguardo, prima di allora. Arrossì e per nasconderlo riprese. «Ma credo che il tuo trucco sia invertire la polarità del campo magnetico presente nelle tue mani per fare in modo che agiscano come calamita.» concluse.
 «Resta fuori dalla mia testa.» disse soltanto Erik.
 Charlotte scosse il capo. «Non violerei mai la tua privacy.» fece notare. «Non mi piace entrare nella testa altrui. Soprattutto in quella degli uomini. È come vagare in una stanza vuota.» concluse, vendicandosi per tutti gli insulti velati e le frecciatine che lui le aveva lanciato. «Zucchero?» domandò poi, porgendogli la zuccheriera e interrompendo il contatto visivo.
 Lui la osservò ancora per qualche secondo, poi annuì. Prese un cucchiaino, fece cadere un po’ di zucchero nella tazza e poi cominciò a mescolare semplicemente muovendo la mano, ignorando completamente la ragazza.
 «Buongiorno, Charlotte.» disse Charles sorridendo ed entrando in cucina. «Erik» disse rivolgendosi all’altro mutante con freddezza.
 «Ciao, Charles» replicò Charlotte.
 Erik si limitò a sollevare una mano.
 Charles prese un tazza di caffè e poi si congedò nuovamente dicendo che sarebbe andato a lavorare con Hank in laboratorio.
 Una volta uscito, Charlotte si voltò nuovamente verso Erik. «Cosa vi è successo?» domandò «Mi era sembrato di capire che foste amici, una volta.»
 Magneto abbassò lo sguardo. «Ultimamente non andiamo molto d’accordo.»
 «È per la questione di Kennedy?» domandò lei.
 Charles le aveva detto, prima di invitarla a venire a vivere nella sua casa, che con lui ci sarebbero stati Wolverine, Hank e Magneto, l’uomo che aveva ucciso il presidente Kennedy poco tempo prima. Charlotte era rimasta sbigottita, credeva che avessero già individuato il vero assassino del presidente e che questo a sua volta fosse stato ucciso, ma Charles aveva smentito tutto, raccomandandole di stare il più lontano possibile da Erik, che era evidentemente un individuo pericoloso.
 Erik sembrò perplesso. «Esattamente, cosa ti ha raccontato Charles di me?» domandò.
 Lei sorrise. «Beh, che eravate grandi amici e che hai ucciso Kennedy.» spiegò. «Non è stato molto preciso riguardo al resto.»
 «Anche se fosse?» domandò lui. «Se avessi ucciso Kennedy avresti una buona scusa per odiarmi e trattarmi come un mostro?»
 Charlotte scosse il capo. «Guarda che io non ti odio.» replicò «Perché dovrei? Ti ho appena conosciuto. Potresti essere l’uomo migliore del mondo e semplicemente essere stato frainteso.» spiegò con un’alzata di spalle. «Quando ti avrò conosciuto come si deve deciderò se odiarti o no.»
 «Ma come?» chiese lui, voltandosi completamente verso di lei. «Charles non si è raccomandato con te, di starmi lontana? Potrei farti del male.»
 «Perché?» chiese lei. «Non ti ho fatto nulla.»
 «Sono malvagio.»
 Charlotte sollevò le sopracciglia. «È quello che gli altri dicono di te.»
 «È quello che sono.»
 Lei rise. «No, non credo proprio, Erik Lehnsherr.» replicò «A me sembri soltanto un uomo molto solo che ha un passato oscuro che lo perseguita e che crede lo possa definire.» sussurrò. «E poi nessuno è mai completamente buono o cattivo. Abbiamo tutti il nostro lato oscuro. Prima o poi dobbiamo affrontarlo. E credo che tu lo stia facendo proprio in questo momento.»
 Erik scosse il capo, divertito. «Scusa, ma quanti anni hai?»
 «Venti.» rispose lei.
 «Parli come una donna matura.»
 «Non si può essere maturi già a vent'anni?» domandò la mutante, con un mezzo sorriso.
 «Sei una ragazzina.» fece notare l’altro. «Non hai visto abbastanza del mondo per definirti matura.» concluse. «E per la cronaca: sembri molto più giovane.»
 «Davvero?» chiese lei, con un sorriso. «E tu invece saresti molto più maturo di me?»
 «Be’ ho trentadue anni.» rispose. «Sono di certo più esperto di te.»
 «Sembri più vecchio, Magneto.» concluse Charlotte ridacchiando. Era fin troppo semplice, prenderlo in giro. «E fra parentesi, l’età è solo un numero. Non c’è nessuna differenza tra me e te.» si mise in piedi e si avvicinò per poggiare la sua tazza nel lavello.
 «Tu credi?» domandò. «Io invece credo di sì. Sono più vecchio perciò ho più esperienza.»
 Charlotte si volse e si poggiò al piano cucina per guardare l’uomo negli occhi. «L’esperienza è solo il nome che diamo ai nostri errori.» affermò.
 «Oscar Wilde.» disse Erik, ammirato «Davvero brava.»
 «Grazie.» rispose lei, sorridendo.
 Lui la guardò ancora per qualche secondo e poi uscì dalla stanza.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti! Ecco che come promesso pubblico il secondo capitolo della mia long.
Giovedì il prossimo. ^.^
Eli
[Revisionato il 18/12/2015]
 
   
 
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