Belle
Quando
Sora e Kairi arrivarono al Castello della Bestia, il
ragazzo notò subito il cambiamento.
“Wow!”
esclamò sorridente.
Per
come si ricordava lui, tutto quanto era cupo e tetro e le pareti erano scure e
spaventose. Invece ora il palazzo risplendeva di una luce splendente, le nuvole
che stavano perennemente nel cielo erano sparite e il sole illuminava il grosso
portone una volta nero e ora bianco.
“Cavolo,
la Bestia deve essere riuscito a rompere l’incantesimo! Andiamo Kairi, non vedo l’ora di rincontrarlo!” la spronò, correndo
a bussare all’ingresso.
Dette
un paio di forti pugni al legno e attese.
“Sì?
Chi è?” chiese un uomo basso e tarchiato, aprendogli.
Si
guardarono per un attimo, squadrandosi, poi il maggiordomo si illuminò.
“Sora!”
esclamò felice. Il ragazzo incrociò le braccia e inclinò la testa da un lato,
cercando di riconoscerlo.
“Vediamo,
tu sei…” fece un resoconto mentale di tutta la servitù della Bestia e poi
schioccò le dita.
“Tockins!” esultò. Lui annuì e si spostò per far entrare
entrambi.
“Qual
buon vento ti porta di nuovo da noi, Sora? Hai ritrovato poi i tuoi amici?”
chiese l’uomo, chiudendosi la porta alle spalle. Il castano fece segno di sì
con la testa.
“Questa
è Kairi, la mia migliore amica. Kairi,
lui è Tockins l’orologio” li presentò. Quello
tossicchiò imbarazzato e ritrovò il suo classico comportamento da maggiordomo.
Si aggiustò il gilet e lo guardò.
“Solo
Tockins, prego. Come vedi, l’incantesimo è stato
spezzato” precisò. Poi prese la mano della ragazza e la strinse.
“Incantato”
le disse. Lei rise imbarazzata.
“Altrettanto”
rispose.
In
quel momento un cane passò tra le gambe di Sora, che quasi cadde all’indietro.
“Ma
che…”
“Fermo!
Torna qui!” gridò un bambino, correndogli dietro e dando un colpo al ragazzo,
che inciampò e si schiantò a terra.
“Ehi!”
si lamentò, massaggiandosi il sedere.
“Stai
un po’ attento!” gli gridò. Quello si fermò e poi si voltò a guardarlo.
“Sora?”
domandò incredulo.
“Sora!”
esclamò lanciandosi tra le sua braccia. Lui rimase un po’ stranito e cercò di
capire chi fosse.
“Ehm…
Chicco?” chiese. Il bambino annuì felice.
“Proprio
io!” confermò.
“Chicco!
Quante volte ti devo dire di non disturbare gli ospiti?” lo sgridò una signora,
arrivando dal salone. Il castano si voltò sorridente.
“Mrs.
Bric?” indovinò. La donna sobbalzò, piacevolmente
stupita.
“Ma
guarda! Sora! Qual buon vento?”
Il
ragazzo si alzò con ancora Chicco attaccato al collo che lo stringeva.
“Avevo
bisogno di parlare con Belle. Vive ancora qui, vero?” s’informò. Mrs. Bric annuì eccitata.
“Oh,
sì, sì, sì! Ormai lei e il padrone si sono sposati!” rispose.
“Davvero?
La Bestia e Belle si sono sposati?” domandò Sora, sorridendo felice. La donna
annuì.
“Qualcuno
mi chiama?” chiese una voce alle loro spalle.
Dall’ala
ovest, con in mano un libro, si stava avvicinando un ragazzo alto e con i
capelli lunghi e castani. Osservò tutto il gruppo riunito nell’ingresso,
incuriosito.
“Che
succede?” indagò.
Tockins si
schiarì la voce e poi indicò i due ospiti.
“Abbiamo
visite” annunciò.
Il
castano lo guardò incredulo, spalancando la bocca.
“Bestia?”
esclamò. L’uomo rise divertito.
“Era
da un pezzo che nessuno mi chiamava più così” commentò. Poi guardò meglio i nuovi
arrivati e sorrise.
“Kairi! Sora!” esultò felice, avvicinandosi.
Un
po’ dopo, davanti a una tavola imbandita a festa per l’occasione, Sora e Kairi si stavano rilassando e mangiavano per riprendere le
forza.
“Quindi
come mai siete tornati a trovarci?” domandò il principe, pulendosi la bocca con
un tovagliolo. I due ragazzi si guardarono e poi cambiarono espressione,
diventando un po’ preoccupati.
“Beh,
ci sono dei problemi con… con…”
“Con
Xehanort. Ha attaccato nuovamente e noi siamo partiti
per recuperare le principesse” spiegò Kairi,
guardando l’uomo.
Quello
sospirò.
“Siete
qui per Belle, ho capito” rispose gravemente. Si alzò poggiando le mani sul
tavolo, cupo.
“Vado
a chiamarla per voi” decise tristemente.
Sora
percepì la sua malinconia e si sentì strano: era cambiato. La Bestia era
cambiato, tremendamente: all’epoca dell’ultima battaglia che avevano combattuto
fianco a fianco non avrebbe mai lasciato che Belle andasse con loro. Ben
sapendo che la sua condizione di Principessa dal cuore puro le imponeva alcune
cose, si sarebbe battuto per tenerla al castello e proteggerla, mentre ora,
invece…
“Com’è
possibile che abbia accettato di farci vedere Belle così velocemente?” domandò Kairi, impensierita.
“Ci
stavo riflettendo anche io” disse il ragazzo.
La
Principessa arrivò in quel momento, col suo classico vestito lungo e celeste e
un sorriso dolce sul volto.
“Ciao
ragazzi! Quanto tempo! Sono così felice di rivedervi!” esclamò avvicinandosi
per abbracciarli.
Loro
ricambiarono con gioia, ma poi notarono che la Bestia non era tornata indietro
e si scambiarono un’occhiata preoccupata.
Sora
ricordava bene dov’era la stanza della Bestia: ala ovest. Era lì che l’avevano
trovata l’ultima volta, quando Xaldin aveva preso il
possesso della sua mente, convincendolo che Belle avrebbe rubato la rosa.
Bussò
alla porta e attese, ma nessuno andò ad aprirgli.
“Si
può?” chiese, entrando comunque.
La
camera era del tutto cambiata: prima era cupa, con i mobili graffiati, le tende
rotte e il tavolo che sosteneva la rosa incantata; ora, invece, tutte le pareti
erano stati dipinte di bianco e la mobilia era stata sostituita.
“Cavolo!”
esclamò il ragazzo, dimenticandosi per un momento del motivo per cui si trovava
lì e mettendosi a controllare tutto quanto, incredulo.
“Vedo
che tu, al contrario di questo posto, non sei cambiato per niente” commentò il
principe, seduto su una sedia davanti alla finestra.
Guardava
il parco, ormai tornato al suo originale splendore, e si teneva la testa con
una mano.
Voltò
lo sguardo verso di lui e sorrise stancamente.
“Lo
sapevo che portavate guai anche stavolta” disse.
Sora
incrociò le braccia, imbarazzato.
“Mi
spiace di dovervi chiedere di nuovo uno sforzo simile, ma non possiamo fare
altrimenti, noi…”
“Non
mi interessa. Qualsiasi cosa sia, mettete di nuovo in pericolo Belle. La mia
Belle” lo interruppe. Forse non era così cambiato, in fin dei conti.
“Ascoltami
Bestia, io…”
“Adam”
“Come?”
“Io
non sono più la Bestia, io sono Adam! Adam, capito?” disse il principe, quasi
ringhiando.
“Scusami,
non conoscevo il tuo nome prima dell’incantesimo, non volevo farti arrabbiare!”
esclamò il ragazzo, iniziando a sentire odore di guai.
L’uomo
si prese la testa tra le mani, scuotendola.
“Perché
ogni volta che vieni al mio castello mi porti solo guai? Heartless…
i membri dell’Organizzazione… con te non riesco mai ad essere tranquillo” gli
fece presente, serio.
Si
alzò barcollando e gli puntò addosso i suoi occhi celesti.
“Voglio
che ve ne andiate, Sora. Prendi Kairi e vattene e,
per favore, in nome della nostra amicizia, non tornate. Lasciate in pace Belle,
non mettetela in pericolo, hai capito?” lo minacciò.
Nel
tono della sua voce, nel timbro che stava usando… Sora ce la rivide: ci rivide
la vecchia Bestia che per più di una volta aveva combattuto con lui, preda dell’ira
e della collera, incapace di sconfiggere i propri demoni e le proprie paure.
Capì
che era meglio tornare dagli altri e dargli un po’ di tempo per riflettere,
così uscì dalla stanza e si recò da Belle.