Capitolo 10:
strani flashback, chiacchiere tra ragazze e scommesse pericolose
“Ro, tutto ok?”
“A meraviglia.”
“Sei sicuro? Dalla
faccia che hai sembra tu abbia appena investito un cervo con un
carrattrezzi”
Roxas inarcò un
sopracciglio, soffiando sul suo ramen
per farlo raffreddare.
“Sto bene, So. Ora
mi lasci finire la mia cena in pace?”
Sora, offeso, piegò
all’ingiù le labbra e, con un bagliore un po’ triste negli occhi,
sorseggiò il
suo succo di castagna* senza aggiungere altro.
Mamma mia, quando
Roxas era nervoso non potevi neanche
dirgli ‘ciao’ senza il timore di ritrovarti con un braccio rotto!
Lanciò un’altra
occhiatina veloce all’amico, ma Roxas era sovrappensiero e, preso dalle
sue
preoccupazioni, ingoiò una portata di spaghetti con una verocità degna
di uno
sciacallo a digiuno da mesi.
Sospirò, sentendosi
uno stupido, e lentamente riprese a mangiare la sua fetta di carne, un
po’
controvoglia.
Roxas, nel
frattempo, cercava di dare un senso alla conversazione che aveva
ascoltato.
Accidenti, se solo
se ne fosse andato via prima da quella stupida doccia!!
Non avrebbe assitito
a quel dialogo assurdo, che lo aveva confuso più di prima.
Erano passati
già due giorni, eppure non riusciva
davvero a togliersi dalla testa le parole di Axel …e soprattutto, quel
suo tono
di voce…così…così…strano…
Si sentì arrossire,
e non appena capì che quel colorito sulle guance era causato da Axel,
come
accadeva sempre più spesso, si alzò di scatto, senza fare caso a Sora e
Kairi
che gli avevano chiesto dove andava, e si recò in bagno, dove si bagnò
il viso
con dell’acqua fredda.
Guardò il riflesso
del suo volto gocciolante allo specchio.
Stava uscendo di
testa.
Non era normale,
avere quella reazione.
Eppure, non poteva
succedere!
Non a lui!
Nn poteva essersi…essersi…
“Ehi, Roxas! Anche
tu fai una pausa toilette?”
Roxas vide dallo
specchio un Demyx più pimpante del solito, con indosso una felpa verde
sulla
quale era disegnato Doraemon tutto sorridente e la
frangia dei capelli trattenuta da due
forcine.
“No, è che…non mi
sentivo molto bene. Ultimamente sto un po’ uno schifo”rispose,
asciugandosi
alla meglio il volto con la maglietta.
Demyx aveva lo
sguardo di un bambino che muore dalla voglia di spifferare un segreto
appena
confidatogli, ma rimase in silenzio e, come se nulla fosse, si lavò le
mani,
insaponandole con una calma infinita.
Roxas vide il sapone
bianco copririgli le mani, e per un attimo desiderò che anche le sue
pene, le
sue seghe mentali potessero andare via con un colpo di saponetta, per
poi
essere portate via dall’acqua e allontanarsi, sparire, così, senza la
minima
fatica.
Demyx non si sentì
infastidito, nonostante sentisse lo sguardo di Roxas indugiare su di
lui.
Axel aveva ragione,
quel ragazzino aveva degli occhi stupendi, diamine.
“Senti un po’,
Rokuchan. Per quanto hai intenzione di tenere il muso ad Axel?”
Roxas, sentendo quel
nome, che ormai credeva gli portasse sfiga, sussultò, distogliendo la
sua mente
dalle mani di Demyx e arrossendo di botto.
E che cazzo, da
quando gli bastava sentir pronunciare un nome (che faceva schifo, tra
l’altro)
per ridursi così…inerme?
“Non so di cosa tu
stia parlando, Dem. Io non sto tenendo il muso proprio a nessuno. Non
sono mica
Sora” mentì istintivamente, sulla difensiva.
Ma, purtroppo,
nonostante lui e Sora fossero come due
gocce d’acqua, Demyx non era così tardo,
e Roxas comprese subito che l’altro non gli credeva neanche un po’.
“Credimi, Axel non è
superficiale come sembra.” Esclamò Demyx, tirandosi dietro un capello
che gli
cadeva ribelle sull’occhio destro infastidendolo “ …può sembrare fuori
come una
terrazza, ma ti assicuro…che è un bravo ragazzo. E poi” disse, cercando
di far
stare Roxas sulle spine, cosa in cui riuscì, visto che il più piccolo
alzò gli
occhi per guardarlo in faccia “mi sembra parecchio preso, da te.”
“Tsk, come no” non
riuscì a trattenersi Roxas, che si appoggiò al lavabo, guardandosi le
scarpe
“uno come lui si diverte a prendere in giro le persone e basta.”
Preso da una rabbia
improvvisa, ma con un po’ di rosso sulle guance, guardò Demyx dritto
negli
occhi, sena il minimo timore.
“Non mi innamorerò
mai di lui. Io non mi innamorerò mai di nessuno. L’amore è un
sentimento
inutile”
“Questo è il tipico
atteggiamento di chi ha subìto una delusione. Scommetto che ci sarà
stata
almeno una ragazza che ti ha voluto bene, no?” Azzardò Demyx.
Roxas sentì una
stretta allo stomaco, e come un lampo la sua mente tornò indietro….a
quel
giorno…
Scosse la testa,
cercando di tornare alla realtà, ma la sua voce gli invase la mente
come se lo
stesse ipnotizzando, come fosse vittima di una maledizione del tempo…
“…Roxas…”
…no….non
lei…non…lei…
“Mamma, mamma! Ho fatto
un sogno super
pauroso!”
Basta!
“Roxas, ma cosa…stai
bene?!” fece Demyx, allarmato.
Ma Roxas non gli
rispose, e, con la gola bruciante, si portò le mani tra i capelli.
Basta…
“Che
cos’hai sognato?”
No…no…
“Roxas! Roxas! Che
cosa ti prende?” gridò Demyx, cercando di scuoterlo per una spalla, ma
Roxas
non si mosse, non accennò a risvegliarsi da quella specie di trance nel
quale
sembrava essere finito.
“Che tu te ne andavi!
Ci lasciavi da soli! A
me e a papà!”
Roxas iniziò a
piangere all’improvviso, ricordando il suo volto, la sua voce…il suo
rosssetto
scuro…
“Roxas! Roxas!
Oddio…aspetta qui, vado…vado a cercare qualcuno…io…”
Demyx uscì dal
bagno, praticamente sul’orlo di una crisi di nervi, terrorizzato
dall’atteggiamento così improvviso dell’amico, ma Roxas sembrava non lo
avesse
neanche sentito.
“Ma questo non
succederà mai…lo sai…Roxas…”
BUGIARDA!
BUGIARDA!
“Roxas…la mamma ti ama…ti vuole davvero
tanto bene.”
BUGIARDA!
Basta!
Quei ricordi…erano
anni che non ci pensava…basta…basta…
“Mamma…mamma…”
Crollò al suolo, le
mani ancora avvolte dalle ciocche bionde, e iniziò a singhiozzare come
mai
aveva fatto in vita sua.
Ssentì dei passi
veloci provenire dal corridoio, ma ogni suono attorno a lui sembrava
ovattato,
quasi si trattasse di un incubo.
“Mamma…non
mi lascerai mai, vero?”
No…no…
“BASTA! BASTAAAA”
gridò, con tutto il fiato che aveva in gola.
Le palpebre si
chiusero all’improvviso, oscurandogli la vista…ma ora le immagini nella
sua
mente erano più nitide.
“Certo che no, Roxas. La mamma ti ama.”
…basta…
..per favore…basta…
“…ti amo davvero tanto, Roxas. Ti voglio un sacco di
bene.”
***
La luce fioca
della prima mattina illuminava la stanza
bianca, arredata in modo spartano e, a dirla tutta, non molto
accogliente.
Roxas aprì gli occhi
piano, infastidito dai raggi del sole che filtravano attraverso le
tende
dell’infermeria.
Sbadigliò e, dopo
essersi ripreso un attimo, si guardò attorno.
Un momento…cosa ci
faceva lì?
Come ci era
arrivato?
Cercò di ricordare
quello che era successo, ma un mal di testa fortissimo glielo impedì.
E va bene, tanto
valeva restare là e non pensarci..
Qualcuno prima o poi
sarebbe venuto, no?
A meno che non si
trattasse di un incubo in cui era l’ultimo sopravvissuta sulla Terra
dopo un
attacco alieno o cose simili, chiaramente.
Ma in questo caso,
dedusse, sarebbe bastato svegliarsi, e anche per questo ci sarebbe
stato
bisogno che qualcuno gli desse un pizzicotto o simili.
Ok, stava delirando,
se ne rese conto perfettamente, e, arrendevole, si ributtò a capofitto
con la
testa sul cuscino.
Non ricordava
assolutamente niente,, come se si fosse ubriacato.
Un momento…da quando
ci si ubriacava col ramen??
“…sei sveglio?”
Roxas allungò
il collo per vedere chi si era
affacciato alla porta, anzi, per avere una conferma di chi
pensava si fosse affacciato alla porta, e sentì il battito
cardiaco accellerare quando una chioma di capelli rossi entrò nellla
stanza
così bianca.
Perfetto, ci mancava
anche lui per aumentare la confusione.
Grandioso.
Cominciava a
sentirsi una di quelle prootagoniste di shojo** scolastici, con tanto
di
loose-socks***, che spesso e volentieri finivano in infermeria dove,
casualmente, incontravano il figone per cui avevano perso la testa.
…ok, stava di nuovo
vaneggiando.
Axel si guardò
attorno, come se fosse la prima volta che entrava lì dentro, e senza
che glielo
avesse chiesto si sedette sul letto.
“Ma che…” provò a
lamentarsi Roxas, ma la testa gli provocò una fitta terribile, e capì
che, per
una volta, sarebbe stato meglio ridurre al minimo gli insulti.
Axel gli
sorrise divertito, come se avesse a che
fare con un cucciolo che cerca di mordersi la coda.
“Frena i bollenti
spiriti, piccoletto. Forse è meglio se rimani tranquillo, almeno per un
po’.”
“Cosa mi è successo?
Che diamine ci faccio qui?!” chiese, sgarbatamente, troppo preso dalla
situazione per rendersi conto del tono pateticamente sulle difensive
che stava
usando.
Axel diede
pigramente un’occhiata al display del suo cellulare, per verificare
l’ora.
Accidenti, erano le
sette e lui alle nove aveva lezione.
Quel lavoro
cominciava davvero ad annoiarlo.
“Ieri, a cena, stavi
con Demyx in bagno e all’improvviso sei svenuto. Il medico ha detto che
è stato
il troppo stress…si può sapere perché dovresti essere stressato durante
le
vacanze?”
Perché?
PERCHE’?
Oh, cavolo, se
avesse potuto glielo avrebbe detto eccome, il perché, brutto…
Basta, Roxas, basta.
Selfcontrol.
Usa il tuo
selfcontrol.
“…oh, ti assicuro
che i motivi sono validi.”
Non aggiunse altro,
ma il modo in cui i suoi occhi si
concentrarono su quelli verdi di Axel lasciò trasparire che la causa di
tutto,
o almeno di una buona parte dei suoi problemi, era quel bacio.
Axel divenne un po’
più serio, ma non riusciva proprio a toglierselo, quel ghignetto
irritante
dalla faccia.
“…ehi, guarda che
non sono scemo come Demyx. Lo so che ce l’hai con me per quella
faccenda”
“Ma no, perché dovrei
avercela con te?!”
“Ti ha fatto così
schifo?”
Roxas ammutolì di
colpo alla domanda diretta e, soprattutto, inaspettata.
Menti.
Menti, Roxas.
Mentire sempre.
Mentire sempre e
comunque.
Mentire sempre e
comu…
“…non ho mica
detto questo.”
Solo guardando l’espressione
di Axel si rese effettivamente conto della sua frase.
Ma bravo.
Complimenti.
Promemoria: appena
esci di qui, ucciditi.
Fai questo favore
alla comunità.
E alla tua dignità.
Soprattutto alla tua dignità.
“Cioè…non volevo
dire che mi è…piaciuto o…cazzate simili...” provò a dire, ma ormai il
danno era
fatto e, prima che potesse anche respirare, Axel si era chinato su di
lui,
avvicinandosi.
Molto.
Troppo.
Roxas cercò di
divincolarsi, ma la testa gli pesava come un macigno.
Axel assunse
una strana espressione.
Aveva un sorriso
diverso dal solito, e anche la sua voce….era quella che aveva usato
quel giorno
alle docce…
“…mi piaci proprio
tanto.”
Roxas smise di
agitarsi, mentre gli occhi di Axel puntavano i suoi.
Capì che stava per
sucedere qualcosa.
Un terribile
‘qualcosa’.
Ma la sua mente era
paralizzata, così come il suo corpo.
Axel si abbassò
ancora, e Roxas chiuse istintivamente gli occhi.
Inizialmente sentì
qualcosa sulla sua guancia, che poi capì essere la mano dell’altro.
Poi, lentamente, le
labbra di Axel si posarono sulle sue.
Sentì il viso
prendergli fuoco, e volendo avrebbe anche avuto la forza di voltarsi e
farlo
finire lì, quel bacio rubato.
Ma non lo fece.
Rimase sotto il peso
di Axel, in silenzio, senza lamentarsi, mentre il più grande
approfondiva il
bacio.
Roxas inizialmente
oppose una debole resistenza, ma si arrese poco dopo.
Stava baciando Axel.
E volete saperla una
cosa?
Lo odiava.
Odiava i suoi
capelli pettinati in quel modo ridicolo.
Odiava i tatuaggi
assurdi sulle guance che si era fatto fare da chissà che hippy del
cavolo che
lo facevano sembrare uno del circo.
Odiava i suoi occhi
verdissimi, come l’erba del prato a casa dei suoi nonni, che lo
guardavano
incessanti, senza il minimo pudore.
Ma la sua bocca…oh,
quella non la odiava.
Non la odiava
proprio per niente.
Mentre Axel rimaneva
su di lui, Roxas chiuse gli occhi in modo più rilassato.
“Ti odio” pensò tra
sé e sé “Ti odio in un modo pazzesco. Ti odio dell’odio più profondo
che si può
provare verso qualcuno.”
Sospirò nella bocca
di Axel, che subito si allontanò.
Oddio!
E se il bacio non
gli era paciuto?
Oh cacchio…eppure
era sempre stato bravo, a baciare…
Ma quando vide il
volto di Roxas, completamente rosso, capì che il problema non era il
bacio.
“…scusa.”
“Di cosa?” chiese Roxas,
senza malizia, un po’ debole e ancora confuso.
“…non lo so. Scusa”
“Tanto…uno o due
baci…non cambia niente. Sei un ladro, punto.” Sussurrò Roxas, con
pochissima
voce, la testa che sembrava appena uscita da un frullatore, tanto li
girava.
Axel sogghignò.
“…ti stai
innamorando di me?”
Roxas rimase a
studiare il suo viso per qualche istante.
“ No. E non lo farò,
te lo assicuro” fece una breve pausa, guardando distrattamente fuori
dalla
finestra.
Era proprio una
bella giornata.
“Io non mi
innamorerò mai. Né di te né di nessun altro.”
Axel arrestò di
blocco il sorriso, restando serio per qualche secondo, poi sbottò a
ridere come
se stesse leggendo una fanfiction demenziale, tipo quelle che scriveva
sempre
Rikku.
“Scommettiamo?”
Roxas lo guardò
perplesso.
Porca miseria, che
occhi.
Decise di non
pensarci, cercando di concentrarsi sulla conversazione.
“Vogliamo
scommettere sì o no?” ripetè Axel, alzando la voce di poco.
Roxas, rendendosi
conto di quanto fosse patetica quella scena, inarcò un sopracciglio.
La sua testa pulsava
come se fosse sotto le casse a un concerto degli Alice Nine ****, ma al
momento
la cosa non aveva la minima importanza.
O almeno, non per
Axel.
“Scommettere cosa?”
la sua voce era quasi ironica ora, come se stesse parlando ad un
bambino che
insisteva per andare nel Paese delle Meraviglie, nonostante il padre
gli avesse
ripetuto mille volte che era impossibile, perché non esisteva, era solo
una
fiaba.
Axel aveva l’aria di
divertirsi come mai in vita sua, atteggiamento che mandava il più
piccolo su
tutte le furie….più del solito, intendo.
“Scommettiamo che
entro la fine dell’estate ti sarai innamorato di me.” Fece, serio.
Roxas,
fortunatamente, o sfortuntamente, dipende da come si vede la cosa, era
già al
massimo del rossore, ragion per cui era impossibile per Axel vedere la
reazione
che quella frase aveva scatenato in lui.
Oddio…lo aveva già
detto che lo odiava più di qualsiasi altra pidocchiosa persona al
mondo???
“Io non scommetto
proprio un bel niente, tanto meno una cosa così idiota.”
“Tu hai solo paura
di perdere.” Axel indugiò per un attimo sulle sue labbra, abbassandosi
e quasi
sfiorandole “…lo sai che tanto ti innamorerai. Non potrai
più vivere, senza di me.”
Roxas sentì un’ira e
un odio mai provati prima per nessuno salirgli su, fino alla gola, e
sbottò con
rabbia, quasi gridando, sollevandosi e allontanando Axel con una spinta.
“E va bene, allora
scommettiamo! Se vinco io, però, dovrai lasciarmi in pace!”
Axel gli fece
l’occhiolino, divertito al massimo.
“E va bene, allora
affare fatto.” E gli tese la mano.
Roxas, senza pensarci,
la strinse, ma non appena le loro mani si sfiorarono Axel forzò la
presa e gli
stampò un altro bacio sulle labbra, come quello di qualche sera prima.
Roxas rimase a occhi
spalancati, rifiutandosi di chiuderli, perché sarebbe equivalso a
cedere di
nuovo, e non poteva permetterselo! Poprio no!
Si staccò dall’altro
con rabbia, e con la manica del pigiama che gli aveva messo chissà chi
la sera
prima si asciugò le labbra, indignato.
“La pianti sì o no,
brutto maniaco?! E’ la terza volta che mi freghi!”
“Non mi pare che il
bacio di prima ti abbia fatto tanto schifo. Cominci a prenderci gusto,
eh?”
disse Axel, ridendo.
Roxas, sentendosi
colto in fallo, si sollevò col busto e gli piantò un dito contro,
gridando come
un gatto a cui hanno appena pestato la coda.
“FUORI!!! ESCI
SUBITO DA QUESTA STANZA!! ORA!”
Axel continuava a
ridere come un deficiente, ma tra una risata e un’altra si alzò,
capendo che
per quel giorno poteva bastare.
Quando raggiunse la
porta si voltò verso il letto, un sorriso smaliante che mostrava i
denti un po’
appuntiti.
“Ho ancora due mesi
per farti perdere la testa. Questa scommessa l’ho già vinta.”
“Che cosa te lo fa
credere?!” ribattè Roxas, acido, ma allo stesso tempo così preoccupato
da farlo
tremare un poco lungo la schiena.
C’era da aspettarsi
di tutto, da quello là.
Axel sembrò contento
che Roxas gli avesse posto la domanda, e questi si sentì ancora una
volta il
più grande sfigato mai apparso sulla terra.
Dopo Sora,
ovviamente.
“…alla fine dell’estate,
sarai talmente innamorato di me che mi chiederai di seguirti anche a
Tokyo.”
“Se devi sognare,
fallo quando dormi, per cortesia, ed evitami certe cazzate, grazie.”
Axel non si fece
assolutamente toccare dalla risposta secca e decisa di quel piccoletto,
e senza
salutarlo uscì dall’infermeria.
Roxas, rimasto solo,
guardò attraverso la finestra il sole che continuava ad alzarsi,
irradiando una
luce sempre più accecante.
…ok, lo ammetteva:
quel bacio gli era piaciuto.
Non gli era piaciuto
chi glielo aveva dato, sia chiaro.
Ma l’atto in sé non
era stato affatto male, e considerando che Axel aveva insinuato la
lingua nella
sua bocca, costringendole a scontrarsi, capì che era stato quello, il
suo primo
bacio ufficiale.
Voglio dire…il bacetto
dato sulla spiaggia era niente, a
confronto di quello di poco fa.
Come aveva fatto
nella doccia quel giorno sentendo le parole di Axel di nascosto, si
sfiòrò le
labbra con le dita, per poi scoprire che non erano affatto diverse,
forse un
po’ arrossate, ma apparte questo era impossibile intuire che, qualche
minuto
prima, era stato lì che Axel aveva impresso il suo marchio invisibile
su di
lui.
Sospirò, deciso più
che mai a sfruttare quel silenzio per provare
a fare chiarezza nel suo già abbastanza
incasinato cervello, ma la testa gli provocò di nuoo una fitta
di dolore
e, arrendevole, si lasciò cadere sul cuscino, la camicia del pigiama
che,
slacciatasi in basso, gli lasciava scoperto l’ombelico.
Si stava facendo
prendere troppo, lo sapeva.
Ma non voleva
cedere, e non l’avrebbe fatto per nulla al mondo.
Axel con lui ci
giocava.
Lo trattava come i
bambini trattano il nuovo giocattolo che mamma e papà gli hanno
comprato; ci si
divertono e poi, appena sono stanchi, o appena vedono la pubblicità di
un nuovo
prodotto in tv, lasciano il gioco nella scatola dei peluche, tra
bambole rotte
e orsetti di pezza.
Non avrebbe commesso
lo stesso errore una seconda volta.
Se l’era giurato
allora, e avrebbe mantenuto la promessa fatta al sé stesso di tanti
anni prima.
Era riuscito a non infrangerla
per tutti quegli anni….e non sarebbe di certo stato un pervertito di
ventitrè
anni a fargli cambiare idea.
***
“…tu credi…che Roxas
ieri sera sia svenuto…perché si è ricordato?”
Kairi si voltò verso
Naminè, che con le guance arrossate guardava Sora, Riku e Wakka prendere in giro Tidus
sulla spiaggia deserta, e comprese che
non era l’unica, ad averlo capito.
Che la sua, forse,
non era stata solo un’impressione sbagliata.
“Io penso di sì,
Nami. Mio cugino…è raro che ci pensi, ma…ogni volta che qualcuno
comincia a
stargli a cuore, gli torna in
mente quell’episodio.” Fece Kairi con voce triste, mentre
sovrappensiero
giocava con i granelli di sabbia, prima prendendone un po’, poi
lasciando che
gli sfuggissero dalle mani.
Naminè spostò lo
sguardo verso il tramonto, che si ripsecchiava nell’acqua, splendido
come non
mai, e provò un’infinita tristezza.
“Vorrei tanto che
lui si aprisse un po’ di più con gli altri.”
Kairi sorrise,
osservando il mucchietto di sabbia che giaceva sul palmo della sua mano.
“Mio cugino è fatto
così. Ma, anche se non sembra…lui è molto forte. E ci tiene tanto, a
tutto
questo. A noi.”
Naminè la guardò,
senza sorridere, ma dai suoi occhi traspariva un appena visibile velo
di
sollievo, e Kairi non potè fare a meno di esserne felice.
“Sai,
Namichan…secondo me, adesso è molto in crisi,e il suo cuore è in uno
stato di
grande confusione.”
“A causa di Axel?”
domandò Naminè, ma Kairi capiva che il suo tono non era curioso, quanto
in
cerca di una conferma.
In fondo, loro due
capivano Roxas alla stessa maniera.
Forse erano davvero
le uniche che riuscivano a comprendere i suoi sentimenti a quel modo.
E il fatto che Roxas
spesso si confidasse con Naminè invece che con lei non l’aveva mai
infastidita:
piuttosto, la prendeva come…una distanza che Roxas cercava di prendere
da lei,
per non diventare troppo dipendente dal suo affetto.
Roxas era fatto
così, non sopportava l’idea di affezzionarsi a qualcuno, di volere
bene a qualcuno, ma
inconsciamente continuava a creare legami tra lui e chi gli era attorno.
Roxas, con gli
altri, senza acorgersene, continuava a costruire ponti invisibili, un
po’
vacillanti, ma pronti per essere attraversati al momento giusto.
Era stato così con
Naminè, con Sora, con Riku.
E adesso, stava
accadendo la stessa cosa con Axel.
Anche se lui ne era
totalmente inconscio.
“Già. Secondo me,
a lui Axel piace parecchio. Ma se prima
non riesce a fidarsi di sé stesso, a trovare la forza di
dimenticare…non capirà
mai l’importanza che gli altri hanno per lui.”
Naminè sorrise verso
il mare.
….lo aveva sempre
saputo, che le cose tra Roxas e Axel stavano a quel modo.
Beh, non che si
aspettasse di ricevere qualcosa, da quella storia.
Lei non aveva mai
avuto niente, in cambio, nonostante fossero anni che aiutava Roxas, lo
consigliava, gli restava accanto.
Ma in fondo andava
bene così.
Le bastava che Roxas
sapesse che lei era empre lì, ad aspettare che lui le chiedesse aiuto.
Sarebbe sempre stato
così.
Perciò non era
delusa.
Sapeva benissimo
come sarebbe andata a finire quella storia, così come sapeva che
sarebbe finita
in un certo modo tra Sora e Kairi, e tra Tidus e Yuna.
E non perché fosse
ovvio.
Perché lei sapeva
guardare dentro alle persone.
Sapeva guardare
dentro tutti.
Tranne che dentro sé
stessa.
***
“Ehy, Socchan!
Aku-senpai***** ha avuto una mega idea per stanotte! La vuoi sentire?”
chiese
Tidus, sussurando in un orecchio di Sora.
Ma tanto nessuno
avrebbe fatto caso a quelle parole, visto che ognuno mangiava e
chiacchierava
coi vicini di posto.
La cena era sempre
il momento di ritrovo del gruppo, e col tempo era diventato, almeno per
Sora,
l’unica occasione di stare davvero tutti insieme.
Spesso e volentieri
giravano anche degli scoop sui clienti del villaggio, sui flirt della
compagnia
dell’animazione e sulla presunta relazione tra il direttore (che non si
faceva
mai vedere, e da quando erano arrivati infatti non l’avevano mai
incontrato) e
Saix, il suo vice, quel simpaticone che li aveva ‘calorosamente
accolti’ quando
erano giunti lì per la prima volta.
Sora tolse lo
sguardo dalla sua soba****** e sorrise, emozionato dalla
novità.
“Davvero??? Uaaaah
che figata! Di che si tratta?”
“Uno scherzo alle
ragazze! Mentre dormono! Che ne pensi?” Tidus aveva un sorriso
larghissimo,e il cerotto che gli copriva
il taglio dovuto a una strage di piatti
sua e di Roxas, gli dava un aspetto ancora più birichino.
Sora, dimentico del
tutto della sua soba, e del fatto che la mattina la sveglia,
teoricamente, era
alle sei e trenta, si guardò attorno,
sovreccitato, e diede una breve occhiata all’orologio da polso di Tidus.
“Sìsìsìsìsìsìsìsìììì!
Scherzo, scherzo!!! A che ora? Eh? EH?” chiese, isterico e scalciando
sulla
sedia per l’impazienza.
Sentì una mano
posarsi sulla sua spalla, em si ritrovò alle spalle un Axel che,
tranquillo,
giocava con l’accendino che qualche giorno prima gli aveva comprato
Demyx.
“Appuntamento alle
11 davanti ai nostri dormitori. Sarà una serata indimenticabile” fece,
e gettò
un rapido sguardo verso Roxas, che, uscito da poco dall’infermeria,
osservaav
la scena da lontano, fingendo di mangiare.
…cosa stava facendo
quel maniaco, adesso?!
Ci stava provando
anche con Sora?!
Dio…era…era senza
parole!
Ma Roxas non era il
solo che sentiva una stretta allo stomaco.
Riku infatti si era
già alzato e avvicinato ad Axel che, sghignazzante, stava sussurrando
qualcosa
in un orecchio a Sora, in modo però ben diverso da come lo aveva fatto
Tidus
qualche minuto prima.
Riku posò una mano
sull’altra spalla di Sora, che, ovviamente, non rendendosi conto
dell’aurea
inquietante che aleggiava intorno a quei due, continuava a sorridere
come un
ebete, spostando lo sguardo da Riku ad Axel.
“Riku, Riku! Axel ha
organizzato uno scherzo per le ragazze! Dài, vieni anche tu stanotte!”
Riku fece una
smorfia, già pornot a dire che cose del egenre lo interessavano meno
dell’apparato
digerente delle mosche, ma Axel gli lanciò un’occhiata assolutamente
pericolosa, e con lo sguardo indicò Sora, come per dire ‘se non vieni e
lo
lasci solo, poi me lo porto in stanza’, così, nonostante l’idea di
restare
sveglio fino a tardi non lo allettase per nulla, dopo un giorno di
lavoro,
restando serio ricambiò la squadrata di Axel.
“Certo che ci vengo.”
Axel sembrava
soddisfatto, e, dopo aver dato un buffetto sulla guancia di Sora, che
era
tornato a concentrarsi sulla sua soba, e, quindi, non aveva asssitito
alle loro
occhiate di fuoco, si incamminò verso l’altra parte del tavolo.
Anzi, per la
precisione, verso Roxas.
Il biondino, quando
capì che quel pervertito stava venendo
verso di lui, provò una fitta allo stomaco.
Per un breve attimo
gli tornò alla mente quel bacio, lo stesso a cui lui, inconsciamente,
non si
era sottratto, e pe rpoco non si strozzò con gli spaghetti di soia che
stava
masticando.
Tossì un paio di
volte e ingurgitò veloce dell’acqua, mentre Naminè sorrideva
tranquilla, intuendo
che quella reazione era dovuta alla presenza ormai imminente del
ragazzo più
grande.
Axel si fermò alle
sue spalle, e Roxas, fingendo di non essersene accorto, cercò appoggio
nello
suardo di Naminè, ma lei si era già voltata dall’altra parte per
parlare con
Kairi, e l’unica cosa che gli venne in mente fu desiderare di essere
morto e
sepolto, già nella bara.
Meglio dentro una
cassa di legno senza buchi per l’aria che con quell’istrice
imprevedibile vittima
dei suoi stessi ormoni.
“Stasera sei dei
nostri, vero cucciolo?” sussurrò Axel, e, senza farsi vedre dagli
altri, e
facendolo sembrare un gesto casuale, gli sifiorò il lobo delle orecchie
con le
labbra.
Roxas arrossì, preso
alla sprovvista, e capì all’istante che era impossibile fingere di non
accorgersi di lui.
Restando immobile,
senza voltarsi, sussurrò a sua volta: “…se ci vengono tutti, allora
sono dei
vostri.”
Si girò per
guardarlo in faccia, spreando che la’ltro non si accorgesse del rossore
che gli
imporporava le guance.
“Ma se non tieni le
mani a posto, ti denuncio per molestie sessuali, mi sono spiegato?!”
Axel gli accarezzò i
capelli, cosa che Roxas odiava, e strizzò un occhio, compiaciuto.
“Vedremo, cucciolo.
La notte è imprevedibile, non credi?”
“Cosa?!” esclamò
Roxas, facendo voltare Naminè e Kairi, e guardando Axel con il terrore
stampato
sul volto.
Ma Axel se n’era già
andato da Marluxia e Zexyon, con quell’insopportabile ghigno sulla
faccia.
Note dell’autrice:
Oddio, ci ho messo
un’infinità ad aggiornare! Beh, spero di non avervi delusi…allora,
questo
capitolo è stato faticoso, ma sono soddisfatta del risultato finale,
anche se
credo di aver fatto un po’ confusione nella parte in cui Kairi e Naminè
discutono dei sentimenti di Roxas, ma vabbè xD.
Per quanto riguarda
Roxas…in questo capitolo comincia ad intuirsi qualcosa di ciò che è
avvenuto
nel suo passato, ma ci vorrà un po’ prima che se ne parli chiaramente.
Ora metto le note
per le spiegazioni!
*: sì
sì, avete letto bene, Sora beve del succo di castagna xDxD A dire
il vero non sapevo che esistessero bibite simili lì, ma in un numero di
Host
Club e comprano delle lattine, e mi è piaciuta abbastanza come cosa,
perché era
un gusto particolare, così l’ho messo. Evviva il succo di castagna!
Yeah!
** : Roxas qui si
riferisce agli shojo-manga, ovvero ai manga per ragazze ^___^. Il perché lui li legga, visto che è un
maschietto, è un mistero xDxD forse glieli presta Kairi! Ahah
***: loose-sock:
sono una specie di scaldamuscoli che coprono anche il piede e ricadono
lungo
tutto il polpaccio, arrotolati sopra le scarpe. Le studentesse
giapponesi li
usano spessissimo sotto la divisa scolastica.
**** : gli Alice
Nine sono un gruppo rock giapponese molto famoso in madre patria,
composto da
ragazzi giovani ^___^
***** : Tidus qui
chiama Axel Aku-senpai. Il suffisso ‘senpai’ viene spesso rivolto a chi
è più
grande in ambiente sia scolastico che lavorativo. Ad esempio, gli
studenti del
secondo anno chiamano ‘senpai’ quelli del terzo, come forma di rispetto
e
ammirazione. Tidus poi invece di Axel dice Aku, che è un diminutivo,
per
mostrare che, nonostante provi rispetto per lui, ha anche una certa
confidenza.
****** : la soba è
un tipico piatto giapponese, composto principalemten da tagliatelle di
grano cotte
e servite in vari modi. In questo caso non ho specificato gli altri
guarnimenti, quindi si deduce che Sora stia mangiando il tipo di soba
più
generico e semplice, ovvero in brodo.
Spero di esservi
stata d’aiuto! Queste note sono utili, vero?
Adesso rispondo alle
recensioni…7!!! ODDIO RAGAZZI POTREI MORIRE DALLA FELICITA’ ç___ç sniff
*me si
commuove*
honeysenpai: sono
felice che tu abbia letto la mia storia! Io adoro
By The Way! Già, anche io ogni
volta che vedo che il pairing è il SoKai mi tengo alla larga, ma mi fa
piacere
che la storia ti piaccia! E ovviamente sono contenta di essere riuscita
ad
esprimere il rapporto delicato tra Axel e Demyx…e anche per quanto
riguarad il
carattere di Roxas, anche a me piace molto! E’ particolare, e anche un
po’ complicato,
ma ce la metterò tutta per cercare di caprilo fino in fondo! …EEEEH, le
tifose
di Riku aumentano a vista d’occhio, eheh xD!
SoraRoxas: ma
figurati, le recensioni lunghe non mi infastidiscono, al contrario!
Eheh,
felicissima di averti fatta ridere! In effetti ho puntato molto sulla
comicità,
in quella parte del capitolo (quella della doccia di Sora)…embè, perché
Sora è
mooooolto mascolino XDXDXD! Uaaaah, incredibile, la scena di Axel che
si
confessa ha riscosso un successone, non me lìaspettavo! Speroi che
continuerai
a seguirmi con tutta la tua simpatia…e spero davvero di non deludere né
te né nessun
altro!! P.s. la sigla di Host Club è stupenda, io la amo! Quell’anime
conquisterà il mondo, un giorno u__u
Piccola_Stella: no
no nessuna esperienza, il rapporto tra Demyx e Axel l’ho inventato di
sana
pianta XD Anche perché il tipo di amicizia che io instauro di solito è
completamente diverso da quello tra loro due…riguardo a Sora…chi gli ha
fatto
la valigia? La sua adorata mamma xDxD E meno male che non era un
bambino! Eheh!
Riku, mentre Sora si disperava, stava con gli occhi di fuori XDXD! Anche se poi non ha visto niente e ci è
rimasto male ^__- (ma non è vero 0__0 nd Riku) (…taci tu! Nd autrice
*lo chiude
nel solito sgabuzzino…che ormai è super affollato ahahah) …a proposito
del
punto in sospeso…EEEEEEEh, in questo capitolo è chiaro che prima non mi
ero
dimenticata di scrivere niente…semplicemente, Roxas ha
vissuto una brutta esperienza con una
donna…e ormai è evidente…ma nei prossimi capitoli approfondierò, non è
ancora
il momento! Continua a seguirmi caVa ^____- bacioni
CrAzYtTeN: ahahahah,
la tua recensione è caotica ma super simpatica! Già già, Axel e Roxas dentro quello sgabuzzino sono
pericolosi…più che altro Axel…Rokuchan mi sa che è una vittima e basta
XD! Roxas, anche se non lo ammette, comincia a
perderci la testa, per quell’istrice…chissà come finirà? Glassie mille
per il
commento, spero continuerai a lasciarmi una traccia del tuo passaggio!
^____-
Coco Bandicoot: felicissima
che anche questo capitolo ti sia
paiucto e ti abbia divertita! Bè, anche
se non sei fan dello yaoi, spero che continuerai a leggere la mia
storia…per
quanto riguarda lo yuri puoo stare tranquilla, è un genere che mi è
indifferente, perciò non lo uso. Grazie milole per i complimenti! P.s.
sai che
quando giocavo a Crash usavo sempre Coco? Leggere il tuo nick mi fa
ricordare
interi pomeriggi davanti alla playstation uno…ahahahah bei tempi XD!
Nancy92: figurati,
anche io spessissimo non riesco a commentare le mie fanfiction
preferite XD! Ma
sono super happy di risentirti! Sono contenta che il mio modo di
scrivere ti
piaccia ^^ faccio del mio meglio, e quindi sentire i vostri complimenti
mi dà
una grandissima soddisfazione! GIà, Sora
e Riku che si stringono la mano sono pucciosi, vero? *___* Anche se
chissà,
magari non era un gesto malizioso…in fondo Sora è molto infantile,
perciò
potrebbe averla presa come una dimostrazione d’affetto e
nient’altro…spero che
questo nuovo capitolo ti sia piaciuto, anche perché parla molto di Axel
e Roxas…ahahahah
che pervertita che sono! Un abbraccio
Sapphire93:
addirittura geniale? Grazieeeeee! Anche se io mi sento più pazza che
geniale,
ma i complimenti li accetto sempre e comunque XD! Uah, un’altra fan
dello yaoi?
Ma benvenutissima, cara! Con me troverai pane per i tuoi denti,, te lo
assicuro!! Se ti piacciono le AkuRoku, ho scritto diverse one-shot!
Magari non
sono il massimo, ma sicuramente sazieranno almeno in parte la tua sete
yaoiosa!
Infine…benvenutissima qui su EFP!
E INFINE, UN
ABBRACCIO ANCHE A CHI LEGGE SENZA RECENSIRE E A CHI HA INSERITO LA
STORIA TRA I
PREFERITI!
Spero che il
capitolo vi sia piaciuto! AL prossimo! Grazie per aver lettooooooo
*inchino*
MagikaMemy