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Autore: Gaia Bessie    11/08/2014    2 recensioni
Non mi odiare per questo, forse non è vero che gli addii sono per sempre. Sono un “per sempre” in un limite di tempo, in una vita. Non in tutte le altre.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Io ci sono

 

Agosto 2006.

Asteria grida, allungando le mani per tentare di afferrare un lembo del mantello di suo marito – o anche di strappargli la faccia con le sue stesse unghia e cavargli gli occhi – per non permettergli di lasciarla portar via. Da un luogo lontanissimo, almeno quanto il centro esatto dell'essere, proviene il lamento di un bambino. Un bambino con un ciuffo di capelli color sabbia e le palpebre livide, con manine e piedi minuscoli e unghie come conchiglie. Asteria spalanca gli occhi, un bagliore di lucidità in quel fondo incolore, nero su nero. Riesce ad afferrare suo marito, facendolo impallidire leggermente, come se la temesse. O odiasse. O magari fa entrambe le cose.

«Draco...» mormora, le pupille dilatate dall'ansia che traspare dalla sua voce. «Draco, ti prego, ti prego...». Serra i pugni attorno al braccio di lui, mentre due Medimaghi l'afferrano per la vita, minacciando a gran voce di ricorrere a metodi molto meno delicati per portarla via. Così, lei si lascia andare, come per restare a galla senza affogare, fra le braccia dei due uomini. Mentre la portano dentro il ventre del corridoio, lei lancia un'ultima occhiata a Draco Malfoy. La porta si chiude, dietro di lei, con uno scatto.

 

 

Ottobre 2009.

«Mamma, mamma!» un bambino biondo entra nel suo campo visivo, mentre barcolla sulle gambe paffute. Scorpius le crolla in grembo, solido e reale, incredibilmente cresciuto dalla visita del mese prima. I Medimaghi hanno riferito a Draco che Asteria si calma, quando vede suo figlio. Non la scuotono quelle grida che le raschiano la gola abitualmente, né comincia a rivivere un passato perso per sempre. E Scorpius non ha percezione del carattere spigoloso e incerto della madre, della sfumatura tagliente che può avere, ma anche delle lacune nella sua stessa mente. Draco Malfoy, ha pagato le sue scelte di adolescente. O, meglio, sua moglie ha pagato per lui.

Asteria Greengrass è stata rubata della sua innocenza, della sua essenza, del suo amore. Vive in un labirinto di specchi nella sua stessa mente, mentre combatte contro un veleno che non si riesce ad uccidere, solo a rallentare. A volte, riemerge dal suo stato di delirio costante. E, allora, succede che accarezza la testa di suo figlio e sorride, o chiede carta e penna per scrivere una lettera di cui non conosce il destinatario, o ancora urla a suo marito tutto il suo odio. Ma succede sempre più raramente. Da quando è cominciata, in episodi sporadici senza senso, si è rafforzata. Da allora, Asteria riesce a emergere dal suo delirio con cadenza irregolare, forse una volta al mese, forse di meno. Così sia, allora, ha deciso. Che Asteria veda suo figlio, almeno quello non ha il cuore di negarglielo. È peggiorata da quando hanno reciso il cordone ombelicale e adesso lui ricorda a stento com'era prima. Prima che i capelli diventassero erba secca e inaridita, di un castano smorto, quando un tempo erano stati di un nocciola chiarissimo che contrastava con le teste bionde di famiglia. Prima che i denti si scheggiassero, per una caduta poco accidentale. Prima che lei lo odiasse.

Scorpius le si aggrappa addosso, sa che dovrà andare via, prima o poi, che non vedrà più la mamma per altri giorni. E papà forse sorriderà di nuovo, ma non la smorfia che fa quando si nasconde dietro la porta e aspetta, come se qualcuno potesse attaccarli. Draco Malfoy non si scolla dallo stipite della porta. Non ci riesce.

«Perché continui a tornare?» lo sguardo della moglie lo brucia, come ogni volta. Esprime sempre la stessa rimostranza, ogni mese, solo che non se lo ricorda. «Si suppone che gli addii siano eterni. Quando esci da quella porta e vai fuori, dove io non posso andare, credo che dovresti rimanerci. Perché continui a tornare?».

«Perché tu non puoi uscire» risponde Draco, laconico, ogni volta. Come sempre, decide che quello è il momenti di andar via. E Scorpius si aggrappa a sua madre per non lasciarla andare, nel timore infantile che lo domina, sempre: un giorno, potrebbe non trovarla mai più. Non sa di avere la più assoluta ragione. «E se me ne andassi, non potresti più vedere tuo figlio. Ci hai pensato?». Draco prende la mano paffuta di suo figlio, i capelli biondi di parecchie tonalità più scuri dei suoi che accentuano la somiglianza con sua madre, in quello stesso viso smussato con i tratti della fanciullezza. A volte, si rende conto Draco, fa male perfino guardarlo. E come ogni mese, Scorpius saluta sua madre con un bacio sulla guancia e una lacrime che brucia gli occhi. Suo padre fa finta di non vederla, sua madre gliel'asciuga di nascosto.

Quando se ne vanno, Asteria abbassa lo sguardo, disorientata. La scena ha già cominciato a svanire.

 

 

Giugno 2011

Draco Malfoy è corso al San Mungo in tutta fretta. Il mantello stropicciato, gli occhi gonfi di sonno, Scorpius ancora addormentato nel suo letto e con gli Elfi di guardia. Di Asteria, ha cancellato l'esistenza per un po': ha portato Scorpius a vedere il mondo magico, cercando di farsi voler bene da lui in misura maggiore, mentre sua madre prendeva muffa nell'ospedale. Ma Scorpius non ha più la memoria dei pesci. Ogni sera, ricorda a suo padre che devono andare a trovare la mamma. Solo che non lo fanno mai. Non si stupisce, così, Draco, di trovare Asteria immobilizzata al letto. I polsi bendati sembrano ali di garza candida. Per un attimo, lui teme che possa anche spiccare il volo e catapultarsi giù dalla finestra. Solo che non può farlo. Sembra così debole che può vedere lo sforzo che le costa respirare. Le lesioni stanno guarendo da sole. Lentamente. Il veleno corrode gli incantesimi, che forse tentano di espellerlo dal suo sangue. Draco non la capisce. Non capisce come abbia fatto a trovare la forza di rompere uno specchio e premerne il bordo tagliente sulla carne, cercando di cavarne quel succo vermiglio, come si fa con certi frutti.

 

 

Luglio 2011

Draco è riuscito a tornare dalla moglie soltanto il mese dopo quando le sue, di ferite, si sono finalmente rimarginate. L'ha trovata più magra, più stanca. Col veleno che le masticava le ossa – e si è sentito maledetto per sempre: i Mangiamorte non scampano a una sorte infelice. Se la infliggono a vicenda – e le succhiava via la linfa vitale.

Asteria l'ha accolto con un sorriso sarcastico, le braccia spalancate come per dargli il benvenuto. Si vedono le cicatrici. Il bordo frastagliato del frammento di specchio, inciso nella carne, un sorriso alla luce della luna. Gli viene da piangere o da maledirsi da solo. Di ingurgitare il suo stesso veleno, se ne avesse la possibilità reale.

«Perché non me l'avevi detto?» mormora, stanco, scivolando accanto a lei. «Ti sarei stato vicino. Non ti avrei mai permesso di farlo, lo sai».

«Non volevo dirtelo» risponde lei, affilata. Forse, dei due, è lui quello ferito. «Dovevi starne fuori, da questa faccenda. In un modo o nell'altro riesci sempre a ficcare il naso negli affari miei». Asteria balza in piedi, gli occhi spalancati e pieni di lacrime, il viso congestionato dalla rabbia. «Scompari a tempo indeterminato, mi annienti; poi torni a disturbarmi mentre raccolgo i frammenti di me stessa, per ricordarmi che ci sei ancora». La sua voce sale di un tono. Draco arretra verso la porta, spaventato. «Io non voglio vederti mai più». Scandisce le parole, affilandole e avvelenandole. «Tu sei il mio male».

A quel punto, scoppia a piangere. Si getta sul letto e nasconde la faccia nel cuscino, per attutire i singhiozzi. Urla, quando Draco si siede accanto a lei.

«La colpa è solo tua!» grida, il cuscino che minaccia di soffocarla. Vorrebbe che lo facesse. Lo vorrebbe tanto. «Tu mi hai rovinata».

 

 

Settembre 2017

Scorpius non chiede perché è suo padre ad accompagnarlo a prendere l'Espresso per Hogwarts. Non ha più visto sua madre, a stento ne ricorda il colore degli occhi o dei capelli. L'unica volta in cui ha avuto il coraggio di chiedere a suo padre di portarlo a trovarla, lui si è chiuso nel suo studio per tutta la notte. Al risveglio, aveva gli occhi gonfi e rossi. Puzzava di vino Elfico di pessima annata. Aveva il viso incrostato di lacrime, ma Scorpius non si era sentito di farglielo notare.

Scorpius non chiede perché suo padre ha fretta di andar via. Non chiede mai nulla. Sa che non capirebbe.

 

 

Febbraio 2017

Draco, quando Scorpius non c'è, va a trovare sua moglie. Adesso, Asteria fa fatica a riconoscerlo, certe volte. Sono i momenti migliori: perché lei non è divorata dall'astio e, forse, è meglio che creda che Draco sia il ragazzo che le piaceva a undici anni, piuttosto che il marito che le ha tirato addosso una maledizione immonda.

Asteria è sempre più piccola, più fragile, la pelle tesa come carta trasparente sulle ossa. Ma, quando capisce di essere con Draco, urla come se avesse molta più forza. Mi hai rovinata. Se non l'avesse amato, forse, avrebbe anni davanti a sé. Forse.

«Perché non mi permetti di andar via? Sarebbe tutto molto più facile» è la domanda che la tormenta, ogni volta che riconosce suo marito. Quando si guarda attorno e non vede specchi, solo pareti vuote.

«Perché vuoi andartene per forza?» domanda lui, affranto. «Non posso – non possiamo – lasciarti andare. Ti amiamo, io ti amo».

«Era un addio, Draco. Gli addii sono “un per sempre”».

 

 

Aprile 2018

Continua a chiederlo. L'esigenza che ha di lasciarsi alle spalle la vita è quasi dolorosa. Non basta che Draco le dica che la ama. Non basta. Non è mai bastato. Eppure, il tempo passa. Un anno di vita in più, altri mesi, altri giorni. Asteria che diventa sempre più un'ombra. Dice cose senza senso.

«Tranquillo, Draco. Se è vero che esistono altre vite, forse ci incontreremo di nuovo».

Ma lui non ne è così certo.

 

 

Settembre 2019

A Scorpius non l'ha detto. Non ne ha avuto la forza. Asteria si è consumata in un mare di sangue, che l'ha soffocata. Per ultimo, è uscito il veleno. Di un giallo brillante, bellissimo a vedersi. Istintivamente, Draco l'ha sfiorato con la punta delle dita, ustionandosi.

 

 

1 Settembre 2023.

Scorpius ha trovato una lettera, nascosta in un cassetto del comodino di suo padre. Non ha mai avuto il coraggio di aprirla. Forse, perché vi ha scorto la firma di sua madre.

 

 

***

 

La sera mi è sempre piaciuta: mia sorella mi ha sempre raccontato che, in altre fiabe, la notte è portale d'incontro per gli amanti. Ma la sera, la sera è l'attesa che li consuma. A me, il tempo non è mai pesato addosso. È sempre stata una semplice matassa raggrumata intorno a me, come se non mi riguardasse. Non l'ho mai amato, ma nemmeno temuto. Solo sopportato. Non l'ho mai capita, la tua ossessione per il tempo. Come se fosse importante quando, invece, quei secondi che elemosini non sono che briciole. Mi hanno cresciuta nella convinzione che esistono altre vite, devono esserci per forza. Altrimenti, questa non avrebbe senso. Se non esistesse una seconda possibilità, Draco, credo che la prima sarebbe da buttare. Come accade spesso, ci si impunterebbe sugli spigoli da limare, perdendo il presente. E il passato. Che importanza avrà poi, il futuro, se potrebbe anche non esistere. La storia è ciclica, ritorneremo a questo punto, prima o poi. Solo che non ricorderai chi sono io o chi sei tu, o forse sarò io a non farlo. Perdonami, per quello che dirò e farò. Mi sta divorando: ogni giorno sento che mi attacca da dentro, divorandomi, lasciando che i ricordi si confondano fra di loro. Non so cosa sarò domani o il giorno dopo, non so se riuscirai mai a lasciarmi andare. Vorrei che lo facessi. Lo vorrei tanto. Se mai troverò la forza di catapultarmi fuori dal mondo, ti prego, non fermarmi. Ci rivedremo, te lo prometto, nella prossima vita e in tutte le altre.

Lo faccio anche per te, non voglio che tu rimanga legato a me, a quel che potrei diventare. Doveva accadere, è accaduto. Sapevamo entrambi che per quanto si possa correre veloce, il passato sarà sempre più lesto. Daphne lo sapeva e si è uccisa prima che lui potesse raggiungerla. E siamo rimasti noi, i superstiti, a scontare la condanna. Ma, va bene, l'accetto per quel che è: non si nasce Mangiamorte, non si muore da Mangiamorte. Si muore per un Mangiamorte.

Sono stata stupida, Draco, una stupida. Lo siamo stati in due, come se Blaise fosse sempre stato affidabile. Ha ucciso Daphne con l'amore, trascinandola dalla parte sbagliata, ha sempre avuto idee un po' strane. Te lo ricordi? Ha sempre amato più il passato del presente. Non so perché mi odi così tanto. Non ha mai apprezzato il mio attaccamento alla feccia, per parafrasare i suoi termini. Lo sai anche tu, com'ero io a tredici anni. Chi amavo, cosa pensavo. Quanto ho fatto piangere Daphne, scappando di casa, quanto ho fatto soffrire Blaise dicendogli che non avevo intenzione di mitigare le sofferenze della mia povera sorella. Quanto ho fatto soffrire te.

Forse, me lo merito. O magari no, perché potevo ancora rimediare. Forse, lo farò nella prossima vita. Perché deve essercene un'altra, Draco, ho troppe cose da fare. C'è il bacio che non ho dato a mio figlio, tutti i momenti che ho perso, le occasioni che ho mancato. C'è Daphne che mi aspetta, perché non le ho mai chiesto scusa.

Non mi odiare per questo, forse non è vero che gli addii sono per sempre. Sono un “per sempre” in un limite di tempo, in una vita. Non in tutte le altre.

Draco, amore mio, ci saranno altre vite. Devono esserci altre vite. Io ci credo.




 



Note inviate alla giudiciA: Saranno secoli che non partecipo a un contest. In caso, mi scuso perché sono terribilmente arruginita. Non c'è molto da dire: la storia si scioglie di mese in mese, anno in anno, mostrando per cambiamenti infinitesimali una situazione che sarà chiara solo alla fine. Per la storia del veleno: spero sia abbastanza realistica. Francamente, io la trovo tale: Mangiamorte uccide Mangiamorte pentito. Inoltre, quando Asteria dice di aver amato la “feccia”, ti chiarisco che è un Fred/Asteria little moment. Otp everywhere. Credo vada bene. Spero di non aver dimenticato chiarimenti e buon contest.
Aggiunta: Era per il mio anniversario, ma sono poco puntuale. Sorry.

 

   
 
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