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Autore: Shine_    14/08/2014    6 recensioni
Liam Payne ha ventisei anni, uno studio da dentista nel centro di Brooklyn e una vita molto più complicata di quel che sembrerebbe. Le cose sembrano andare sempre peggio quando, volendo fare un favore ad un amico di vecchia data, assume come stagista un ragazzino arrogante e pieno di sé, con amici altrettanto particolari.
Dal testo:
Si era vestito lentamente, allacciandosi con cura la camicia, mentre pensava all’identità di questo strano ragazzino di quasi diciotto anni che avrebbe passato con lui tutti quei mesi estivi. Sperava solamente di non finire in casini più grandi di lui.
[Ziam; una leggera sfumatura di Lirry in qualche capitolo e punk!Louis che non ci abbandona mai]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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You're my end and my beginning

 

« Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I'll give my all to you.
»

 

 

Quarto capitolo

 

Dopo aver chiuso la chiamata, ed aver ordinato quasi tutto il menu del Lan King, avevano deciso di guardare un film, aspettando il solito fattorino tailandese.

Era sempre lui, sempre lo stesso, e arrivava puntualmente con venti minuti di ritardo e i loro piatti quasi tiepidi. Potevano benissimo cambiare take away, ma ormai erano clienti di fiducia e non avevano avuto grossi problemi, oltre ai tempi che non venivano mai rispettati.

Quando suonò il campanello  - proprio nel mezzo degli “Incredibili”- furono sorpresi per i dieci minuti d’anticipo rispetto al solito, si guardarono con la stessa domanda in faccia e Liam si alzò dal divano, sopra cui stava sdraiato, afferrò il portafogli dal tavolino e raggiunse l’ingresso, aprendo la porta e restando a bocca aperta nel trovarsi davanti tutt’altra persona.

Si guardarono entrambi per qualche minuto, nessuno dei due che sembrava volersi riprendere da quella sorpresa, e fu Liam il primo a dire: - Che ci fai qui?-

- Io.. io..- tentennò l’altro, che sembrava essersi completamente dimenticato di ogni parola presente nel suo vocabolario. - Io sono..-

- Tu sei un pazzo.- lo bloccò Liam, scuotendo la testa e cercando di occupare tutta la soglia per non farlo passare, pregando allo stesso tempo che Aileen non facesse la sua comparsa; sarebbe stato decisamente difficile da spiegare. - Come hai fatto a scoprire dove abitavo? Sei.. sei completamente fuori di testa.- continuò a borbottare, vedendo il ragazzino riprendersi e scuotere il capo.

Non capì molto delle sue parole, aveva iniziato tre discorsi senza concluderne nessuno, ma poi notò il sacchetto con il logo del Lan King e gli scoppiò a ridere in faccia, non riuscendo a trattenersi ulteriormente.

Notò di sfuggita il moretto che sbuffava, pestando quasi i piedi a terra, e disse in modo irrisorio: - Ti pagherai così i nuovi occhiali?-

Stava ancora ridendo, divertito da tutta quella situazione, quando lo sentì riprendersi e ribattere con: - No, quelli me li ripagherai tu.-

- Ne dubito.- sussurrò di rimando, un sorriso sfacciato sulle labbra mentre teneva il braccio teso contro lo stipite della porta. - Te la sei cercata, ti avevo detto di starmi lontano.-

- Non mi sfidare, dottor Payne.- sibilò il minore, avvicinandosi di un passo a lui ed ottenendo solo un nuovo scoppio di risa da parte del più grande, che ribadì: - La colpa è solo tua, ragazzino.- con un ghigno sempre più pronunciato sulle labbra.

Si fissarono in silenzio, quasi a studiare le mosse dell’avversario, e poi le labbra del più piccolo si arricciarono in un sorriso pieno di sé, facendo piegare quelle di Liam in una smorfia per il: - Ora so dove abiti, dottore.-

- E vedi di girare al largo da qui.- sibilò Liam, lanciando un’occhiata alle proprie spalle per accertarsi che la bambina non comparisse all’improvviso. - O il prossimo obbiettivo sarà la tua giacca di pelle.- aggiunse, puntando l’indice contro di lui e vedendolo rabbrividire appena.

- Ora, dammi gentilmente la mia ordinazione e vattene da qui.- disse, senza molte cerimonie o buona educazione, porgendogli i soldi ed aspettando il sacchetto.

Aggrottò la fronte al suo passo indietro, sbarrando gli occhi quando chiese: - Perché non mi inviti dentro?-; e quella domanda aveva un così chiaro sfondo sessuale che Liam si trovò ad arrossire e balbettare per qualche minuto, completamente preso alla sprovvista.

- Fammi fare il giro della casa.- propose ancora quello, chiaramente divertito dall’imbarazzo del più grande. - Magari ci fermiamo un po’ in camera tua, puoi mostrarmi qualche trucchetto.- aggiunse, avvicinandosi e appoggiando le punta delle dita contro lo stomaco del castano, spingendolo appena per poter farlo entrare in casa.

Quel breve contatto fu tutto quello che servì a Liam per riprendersi, allontanò la mano del moro con la propria e lo fulminò con un'occhiata, grugnendo: - Non provarci a fare un altro passo, Malik.-

Il ragazzino lo ignorò completamente - la sua giovane età gli dava fin troppa spavalderia - e si avvicinò ulteriormente, appoggiando il palmo contro il suo stomaco e sollevandosi sulle punte.

- Altrimenti che mi fai, Payne?- sussurrò ad un soffio dalle labbra del maggiore, stringendogli appena la maglia, e piegò le labbra in un sorrisetto, aggiungendo: - Cosa mi farai, dottore?-

Liam restò in silenzio per qualche secondo, decidendo il da farsi e valutando ogni possibilità, e poi strinse due dita sul mento del ragazzo, tenendo le loro labbra a pochi centimetri di distanza e gli occhi fissi nei suoi.

- Vuoi sapere cosa ti farò?- gli chiese con un tono fin troppo suadente, seguendo il gioco del più piccolo. - Ti piacerebbe sapere come vorrei vederti?- domandò ancora, indietreggiando per poterlo bloccare contro il legno della porta aperta.

Strofinò appena il pollice contro la sua mandibola, quasi a sentire il primo velo di barba pizzicare contro il polpastrello, e arricciò le labbra in un ghigno nel vederlo chiudere per un secondo gli occhi e sbattere le ciglia.

- Lo desidero immensamente.- continuò a bisbigliare, cercando di non badare troppo a quanto i suoi occhi nocciola bruciassero nei propri. - Non c'è cosa che desidero più del vederti fuori da casa mia.- concluse velocemente, dandogli un leggero strattone al viso per richiamare la sua attenzione. - Fuori da casa mia.- ripeté più lentamente, restando a quella distanza minima e non riuscendo quasi a ricordare come allontanarsi da lui.

Quel ragazzino era troppo pericoloso, la tensione sulle proprie spalle in sua presenza era fin troppa, e lui non voleva certo ficcarsi in un casino del genere. Così, approfittando del suo momento di smarrimento, gli sfilò il sacchetto dalle dita e poggiò i soldi sul suo palmo aperto.

Non riuscì a trattenersi alla sua espressione ancora allibita, si sporse verso di lui e sussurrò contro il suo orecchio: - Tieni il resto, piccolo.- ed aggiunse, con un filo di voce e sfiorandogli intenzionalmente la pelle con le labbra. - Così puoi comprarti quelle cose che ti piacciono tanto.-

Riuscì ad intravedere il suo viso in fiamme - sicuramente specchio delle proprie guance - e i suoi occhi quasi neri, prima di chiudergli in faccia la porta senza alcun garbo.

Restò in fissa sul legno della porta, mille domande in testa che non sembravano voler trovare una soluzione, e poi si voltò verso la bambina che lo chiamò col solito: - Lili?-

Sollevò solamente la borsa con il logo del take away, sentendo quasi in secondo piano le grida eccitate di quella che protendeva le mani verso di lui, e poi scosse la testa, dandosi dello stupido per essersi fatto coinvolgere in quel "gioco". Perché era solo uno stupido gioco, voleva solamente togliere il sorriso dalle labbra di quel ragazzino spocchioso, e non c'erano in ballo strane voglie di annullare le distanze tra le loro labbra. Non si era nemmeno eccitato all'idea di averlo sotto il proprio corpo, o contro la porta; gli era indifferente, completamente indifferente.

 

 

Aileen aveva fatto fuori tutte le porzioni che avevano ordinato, Liam stava mangiando fin troppo lentamente perché non riusciva a smettere di pensare a quegli occhi, a quelle labbra e a quel profumo.

Era come se fosse sotto un incantesimo, stava mangiando tranquillamente un involtino primavera e poi si trovava a fissare un punto impreciso del muro - quasi a studiare le crepe -, si dava dell’idiota e tornava a mangiare; la scena si era ripetuta così tante volte che tutto quel che era riuscito a mangiare si poteva contare sulle punta delle dita: un involtino primavera, qualche nuvoletta e nemmeno un quarto di spaghetti e ancora meno riso alla cantonese.

Forse era anche perché Aileen amava quel tipo di cucina, riusciva a spazzolare via portate intere in qualche minuto, e lui non era molto presente con la testa. O almeno, la sua testa era troppo impegnata a pensare a quel ragazzino arrogante per potergli ricordare di dover mangiare.

Così alle due di notte - dopo aver messo Aileen a letto ed aver guardato documentari improponibili nella speranza di dimenticarsi di quel ragazzo - se ne stava sdraiato nel letto, le mani intrecciate sul ventre e gli occhi fissi sul soffitto.

La sua vita si stava complicando sempre di più, aveva una bambina a cui badare e non poteva farsi prendere dalle voglie del momento. Già in passato aveva rischiato; quando Harry gli aveva confessato di essere innamorato di lui ci aveva messo i mesi per convincerlo che tra loro non poteva esserci nulla. Si erano solo scambiati qualche bacio - certe volte si erano masturbati nello stesso letto con le mani di Harry fin troppo curiose - ma nulla di più, e poi il più piccolo era saltato fuori con storie sulla sua verginità e il suo volerla perdere con la persona che amava. Il che era ridicolo, non poteva essere seriamente innamorato di lui. La differenza di età, la bambina sulle spalle a cui stava dedicando tutta la sua vita; Harry aveva visto in lui solamente un uomo con mille responsabilità, un uomo di cui fidarsi e a cui affidarsi, e aveva trasformato quella semplice adorazione in una cotta.

E, anche se - nel più lontano dei casi - Liam avesse provato qualcosa per lui, non avrebbe mai fatto nulla. Aileen era il fine di tutte le sue azioni, Aileen che non doveva più soffrire e lui che doveva proteggerla da tutto. Lei voleva bene a quel ricciolino - non che lui non gliene volesse - e se, nel caso in cui tra loro fosse successo qualcosa, le cose fossero andate male ed era costretto ad allontanare Harry? Lei ci avrebbe solo sofferto, un’altra persona che doveva uscire dalla sua vita. E non poteva permetterlo.

E quello Zayn, quel ragazzino, aveva scritto disastro su tutto il viso, sul ghigno perenne ad arricciargli le labbra, nei suoi occhi sempre accesi di malizia e sul suo corpo provocante. Lo vedeva, riusciva chiaramente a vederlo, come un tatuaggio quasi ad invitarlo a stare lontano; marchiato sulla sua pelle, come un simbolo dei guai a venire se solo avesse ceduto di un minimo passo. Ma, poteva negarlo quanto voleva, quella voglia di averlo - una volta, anche solo una semplice volta - l’avrebbe consumato fin dentro alle viscere.

Si trattava di quel semplice istinto - quasi animale - del voler avere l’ultima parola, del voler dominare l’altro e di riuscire a togliergli quel sorrisetto saccente ed arrogante da quelle belle labbra; fargli vedere che era il più grande, uscire vincitore da uno di quei loro scontri quasi infantili e sentire il suo corpo sotto i polpastrelli. No, quello era solo un suo ennesimo capriccio. Quel che scorreva tra loro due, nel momento in cui i loro sguardi si intrecciavano, andava ben lontano dall’attrazione e dalla tensione sessuale.

Non appena sentì un leggero movimento nei boxer - all’idea di aver quel ragazzino sotto di sé, con quegli occhi enormi e scuri per il piacere - si buttò a pancia in giù sul materasso e si portò il cuscino sopra la testa, cercando di soffocare tutti quei brutti pensieri che lo stavano facendo facilmente eccitare.

Era solo un ragazzino, non doveva - e soprattutto non poteva - complicarsi la vita per colpa sua, e lui aveva bisogno di qualcuno che restasse nella sua vita e in quella di Aileen; aveva bisogno di una figura sicura, di qualcuno che non li lasciasse per colpa di stupidi capricci da adolescente. E Zayn, in quel senso, era troppo pericoloso.

 

 

 

Si era svegliato con il suono insistente della sveglia sul comodino ed era rimasto ancora per qualche minuto sdraiato nel letto - le braccia spalancate e la guancia premuta contro il cuscino -, poi aveva sentito Aileen chiamarlo, si era girato nel letto per stare supino e aveva lanciato un’occhiata veloce alla bambina, che indossava ancora il suo pigiama e teneva tra le braccia l’orso di peluche.

- Odio i lunedì.- borbottò Liam, coprendosi il viso con l’avambraccio per ottenere qualche minuto in più di riposo. - Perché devi andare a scuola il lunedì, Lyn?- continuò a lamentarsi, sentendo i passi della bambina avvicinarsi e la sua risata divertita.

Si lasciò spostare il braccio e torturare le guance dalle dita piccole di Aileen, decidendo dopo cinque minuti che sarebbe stato meglio alzarsi e non solo portare quella combina guai a scuola, ma fare la spesa e riempire il frigorifero.

Si mise quindi seduto, con un grande sforzo, e la strinse tra le braccia, facendola sedere sulle proprie gambe.

- Ci vestiamo e andiamo a scuola, mh?- bisbigliò con la voce ancora impastata dal sonno, sentendo i piccoli baci della bambina su tutto il viso mentre gli diceva: - Non voglio andarci, Lili.-

Scosse la testa, ricordandosi bene com’era andata l’ultima volta in cui si era fatto convincere a non mandarla a scuola, e le fece appoggiare i piedi a terra, alzandosi dal letto comodo e desiderando solo di tornare sotto le coperte; era disumano doversi svegliare, nel proprio giorno libero, alle sette e mezza della mattina.

- Niente storie.- disse quindi con decisione, aveva imparato in tutti quegli anni quanto fosse importante per far valere il proprio punto di vista con un bambino. - E poi oggi pomeriggio vengo a prenderti e torniamo al parco, va bene?- ed era la seconda cosa che aveva imparato, i compromessi salvano la vita.

Vide la bambina studiarlo con attenzione e, quando quella annuì, sospirò di sollievo, seguendola con lo sguardo mentre si allontanava tutta felice verso la sua stanza.

 

 

 

Aveva lasciato Aileen a scuola - dieci minuti di ritardo, come loro solito - e poi era andato direttamente al supermercato più vicino, il loro frigorifero stava chiedendo quasi pietà.

Aveva appena superato le porta scorrevoli, si stava guardando intorno per decidersi da dove cominciare, quando sentì un: - Ma guarda chi si vede!- che lo costrinse a voltarsi e concentrare le proprie attenzioni sulla ragazza che era comparsa accanto a lui.

- Jade.- ricambiò il saluto, riconoscendo immediatamente la ragazza della mattina precedente e i suoi capelli tinti di blu, arrossendo quando quella ridacchiò un: - E il papà super sexy che ama il caffè.-

- Proprio io!- esclamò, allargando le braccia con un sorriso allegro. - Sto facendo la mia scorta personale di caffè. Tu che cosa ci fai qui?- le chiese, incuriosito dall’averla ritrovata in un posto così comune.

La osservò in silenzio, trovando in quella ragazza un soggetto particolare ed eccentrico. Oltre ai capelli blu, che risaltavano subito all’occhio, indossava degli abiti che calzavano a pennello con il suo personaggio; un paio di pantaloncini di jeans, un maglione di un verde spento - che a momenti li copriva completamente - e un paio di converse ai piedi che le davano un’aria sbarazzina. Gli occhi erano di un marrone chiaro, quasi un color caramello, ed aveva un trucco non molto deciso che richiamava quel colore strano dei capelli, alcune ciocche di un blu più scuro e altre più sfumate.

- Abito qui vicino, io con le mie coinquiline.- stava spiegando lei, sistemandosi le ciocche dietro l’orecchio con fare quasi intimidito. - Oggi toccava a me fare la spesa.- continuò a parlare, mostrandogli il foglio pieno di scritte che teneva nella mano.

- Ti fanno lavorare, eh?- la prese in giro con una piccola risata, vedendola socchiudere gli occhi e mordersi il labbro, quasi a decidersi su una cosa importante.

Vide il suo capo muoversi velocemente in un cenno, trovandola improvvisamente troppo vicina al proprio corpo quando gli appoggiò una mano sul braccio e sussurrò: - Tu sai come mi chiamo, io non so proprio chi sei.-

- Liam.- bisbigliò, porgendole la mano per stringerla con la sua. - Ed è un immenso piacere averti rivisto.- aggiunse, avvicinando la mano alle proprie labbra e facendole il baciamano, ascoltando distrattamente la sua risata divertita.

- Un uomo d’altri tempi?- gli chiese con un sorrisino divertito e le guance di un rosa acceso, facendogli arricciare gli angoli delle labbra all’insù e dire: - Un gentiluomo.-

Le lasciò la mano, infilando la propria nella tasca dei jeans, e la ascoltò mentre aggiungeva: - E il gentiluomo vuole mettere a tacere la mia curiosità?-

- Se me lo chiedi con toni così garbati.- bisbigliò con un filo di voce e un ritmo fin troppo lento nel parlato, rendendosi conto di star flirtando così apertamente con una sconosciuta e nel bel mezzo di un supermercato.

- Posso offrirti un caffè?- gli domandò immediatamente la ragazza, raddrizzandosi con la schiena e rivolgendogli un sorriso enorme e scintillante, quasi a sedurlo ad accettare la proposta.

Liam si guardò attorno, ricordandosi improvvisamente il motivo per cui si trovasse in quel posto, e mormorò: - Mi piacerebbe davvero ma..-

- Speri di trovare di meglio nel reparto surgelati, vero?- s’intromise la ragazza, facendolo bloccare e scoppiare a ridere l’attimo dopo. E in quel momento pensò che non ci sarebbe stato nulla di male nell'accettare l'invito, un semplice caffè e la spesa rimandata a qualche ora dopo.

Dopotutto il lunedì era il giorno libero, aveva tutta la mattinata per svolgere quel piccolo compito. Un caffè - ed una semplice chiacchierata con quella ragazza - gli avrebbe fatto sicuramente bene.

 

 

 

 

Avevano deciso di fermarsi ad un bar all’angolo della via - piccoli tavolini tondi all’aperto e un’atmosfera quasi parigina nel quartiere di Brooklyn - e avevano ordinato un caffè ed un cappuccino, iniziando discorsi vaghi sul tempo già afoso di quel lunedì di fine maggio.

Jade stava muovendo il cucchiaino in circolo nella tazza, lo sguardo fisso sulle bustine di zucchero, mentre Liam parlava di Aileen e di quanto fosse faticoso tenere quell’uragano a bada.

Il ventiseienne si bloccò con una mano a mezz’aria, sentendo la ragazza chiedergli: - E sua mamma dov’è?-

- La mamma di Aileen?- domandò, annuendo tra sé e capendo in parte la curiosità della quasi sconosciuta, per poi continuare con: - Ci ha lasciati tanto tempo fa, ormai son quasi cinque anni.-

Osservò l’espressione sorpresa e dispiaciuta della ragazza, finendo d’un sorso il caffè per poi appoggiare lentamente la tazzina sul piattino, lo sguardo fisso sulle proprie dita per non dover incrociare il suo sguardo.

- Quindi Aileen.. insomma non ha mai..-

- Nessuna delle due è riuscita a godere a sufficienza della compagnia dell’altra, no.- la interruppe per rispondere a quella domanda il più velocemente possibile. - Le ho promesso che.. insomma le ho promesso che me ne sarei occupato.. non son riuscito a dirle di no.- continuò, muovendo le dita sul bordo del tavolino con la vista leggermente appannata per via degli occhi lucidi.

- Non ti piace parlare di lei, scusa.- la sentì dire velocemente, richiamando la sua attenzione e facendogli sollevare di scatto il viso.

Liam si strinse nelle spalle con un debole sorriso sulle labbra, si sistemò contro lo schienale della sedia e sussurrò: - Non sono ancora riuscito a superare tutto. È stupido, non trovi? Son passati cinque anni, eppure è come se fosse ancora qui. Poi mi chiede di Kaylyn e capisco che.. che non c’è più. È assurdo, non trovi? Mi sembra che il tempo passi così lentamente.-

Non riuscì a trattenere il sospiro e appoggiò i gomiti sul tavolino, coprendosi per un secondo il viso con i muscoli delle spalle tesi sotto la camicia.

- Vorrei solo averla qui per un giorno.- sussurrò, parlando contro i propri palmi e rivelando i propri occhi lucidi l’attimo dopo. - Non per me, ma per Lyn. Ha il diritto di conoscere sua mamma, di vedere quant’era fantastica e bella e.. oddio, scusa. Non avrei dovuto iniziare questo discorso, mi faccio sempre prendere la mano.- ridacchiò in imbarazzo, scuotendo la testa e passando le dita di una mano contro la nuca.

Restò sorpreso per qualche minuto, quando la ragazza si sporse e gli prese la mano appoggiata sul tavolino, chiedendogli: - La amavi tanto, vero?-

Liam inclinò appena il viso, studiandola attentamente, e rispose: - Le volevo un gran bene, certo. Era una delle persone più importanti, una confidente e una migliore amica. Era e rimarrà sempre la donna più significativa della mia vita.-

Sollevò un sopracciglio, con fare sempre più confuso, sentendo il suo: - E ora?- a cui seguì subito la specificazione: - Nella tua vita ora hai qualcuno? Una ragazza, una moglie.. hai qualcuno che si occupi di te?-

- Non ho bisogno di nessuno.- le rispose, ridacchiando divertito e cercando di non risultare troppo sgarbato quando le chiese: - Come mai tutto questo interesse per la mia vita privata, Jade?-

Scoppiò subito dopo a ridere, vedendola arrossire sempre di più e nascondere il viso nel maglione, continuando poi con: - E tu? Non mi hai detto quasi nulla di te. So solo che lavori in quel diner e abiti con altre ragazze. Mi stai tenendo dei segreti?-

- In realtà la mia vita è piuttosto monotona.- ricominciò a parlare lei, riprendendosi in poco tempo dall’imbarazzo. - Vivo con altre tre ragazze, l’appartamento è troppo piccolo e dobbiamo dividerci il bagno. La cosa positiva di quel buco è che si trova a Downtown Brooklyn, prendo la metro e in massimo mezz’ora sono alla Cooper Union.- stava spiegando in modo pratico lei, facendogli spalancare appena gli occhi e ripetere: - Vai alla Cooper?-

Vide Jade annuire con un sorriso fiero ed impacciato allo stesso tempo, spostandosi tutti i capelli su un lato per poi prendere la borsa e aprire cerniere alla ricerca di qualcosa.

- Nel senso.. wow.- continuò il castano, non sapendo bene che altro aggiungere. - Ho sentito che è davvero molto difficile riuscire ad entrare, però una volta dentro hai il destino segnato.-

- È molto complicata come scuola e come corsi..- la sentì dire, tutta impegnata con la borsa per prestare attenzione al ragazzo di fronte a sé. - .. ma quando riesci a superare tutte quelle difficoltà hai tantissime opportunità da sfruttare. Soprattutto se, come me, insegui il tuo sogno.- e Liam fu costretto a sbattere più volte le palpebre nel trovarsi davanti l’obbiettivo di una macchina fotografica.

La osservò sporgersi verso di lui, abbassando l’obbiettivo per guardarlo negli occhi, e ascoltò attentamente il continuo del discorso, soffermandosi sul: - Mamma e papà non erano molto felici, avrebbero voluto vedermi accettare la borsa di studio per la Columbia, diventare avvocato e continuare le tradizioni di famiglia. Ma quella vita non fa per me, capisci? Questo è quello che sogno di fare da tutta una vita.-

- Ti capisco bene, quando c’è la passione t’impegni anche molto di più.- le andò dietro, annuendo tra sé e sé per seguire il filo dei propri pensieri. - E le altre ragazze?-

- Come mai ti interessano?- ribatté lei, prendendolo in contropiede e lasciandolo completamente confuso. - Pensi possano essere più belle di me?-

- Finché non vedo non posso giudicare.- le rispose con le labbra arricciate in un ghigno, scoppiando a ridere subito dopo con lei; lei che gli rispose solamente prendendo un foglio e una penna dalla borsa, scrivendo una serie di numeri e porgendoglielo subito dopo, dicendogli: - Se vuoi sapere altro di me dovresti proprio chiamarmi.-

Liam non ci pensò molto a prenderlo e infilarselo in tasca, le sorrise e aggiunse: - Dovremmo proprio uscire uno di questi giorni.- per poi pagare il conto di entrambi e allontanarsi con lei verso il supermercato.

 

 

 

 

Angolo Shine:

Come promesso, eccomi qui!

Non faccio spoiler su Aileen - Kaylyn - Liam, anche se per ogni capitolo c’è sempre un nuovo indizio e son sicura lo scoprirete prima della fine.

Un grazie enorme a tutti quanti, leggo tutte le vostre recensioni anche se non vi rispondo (o lo faccio dopo secoli).

E so che state tutti ( o almeno la maggior parte di voi) aspettando il seguito di Car Wash, ma in questo momento mi sto concentrando sulla long e altre due one-shot. Giuro che recupero tutto, non abbandono nulla.

A settimana prossima, grazie ancora.

   
 
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