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Autore: arwen sunny    15/08/2014    1 recensioni
Rischiare di morire dà spesso la spinta per cominciare a vivere, a rischiare, ad amare.
Senza alcuna pretesa, un mio ideale proseguimento all'ultima puntata della seconda serie.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice: dopo aver letto le storie di HugMeJay ho deciso di farmi coraggio e pubblicare anche io una storia su Chicago fire, soprattutto dopo aver scoperto che non sono l'unica ad amare e shippare Shay e Severide!
Non definisco questa storia 'spoiler' perchè ad oggi non c'è nulla di certo sulla terza serie, ma è quasi impossibile che andrà così (anzi, togliamoci pure il quasi, va.).




Shay non era mai stata una fan dei luoghi comuni, ne' una che si esprimesse con frasi fatte; nella vita aveva spesso fatto scelte poco scontate, nel privato come nel lavoro. Ma nei momenti in cui aveva avuto la percezione di poter morire, subito prima di perdere coscienza sotto a quelle macerie, aveva provato quello che tutti i sopravvissuti raccontavano: la sensazione di rivedere la propria vita scorrere davanti agli occhi, il rimpianto per cose non dette o non fatte. Quando poi si era svegliata in un letto d'ospedale, aveva avuto appena il tempo di rendersi conto di essere sopravvissuta prima di ripiombare nel sonno, solo vagamente conscia che qualcuno le stava tenendo la mano.

Dopo qualche ora, finalmente tornata pienamente cosciente, aveva messo a fuoco Severide che dormiva su una poltroncina reclinabile accanto al suo letto, tenendole una mano stretta tra le sue. Per quanto vedeva, sembrava che stesse bene, e Shay si sentì immensamente sollevata. Un'infermiera di mezza età entrò a controllare i suoi parametri, e dopo le domande di routine rispose alla sua tacita domanda: “Non c'era modo di staccarlo dal suo letto, abbiamo pensato di procurargli almeno qualcosa di più comodo di una sedia. È stato molto fortunato, non ha subito danni interni. Lei, invece, ha subito una concussione cerebrale importante, per qualche giorno è rimasta sedata. Ma non si preoccupi, non avrà alcuna conseguenza a lungo termine.”. E Dawson, e Casey, e Mouch, e gli altri? Solo il pensiero la atterriva. “Scusi, i miei colleghi... insomma, può dirmi se...”. La paura le impediva persino di terminare la frase. “Qualche frattura, diverse lacerazioni, e uno dei vigili del fuoco ha subito uno schiacciamento della milza, ma non è stato necessario asportarla. Siete tutti vivi e vegeti. Visto quello che è successo, è quasi incredibile. Io ai miracoli non credo, ma se esistono questo lo è sicuramente.”. Sorrise, aggiustandole la regolazione della flebo di soluzione salina. “E ora le suggerirei di svegliare il bell'addormentato...” concluse, uscendo dalla sua stanza.

Shay guardò Kelly, il suo migliore amico, la sua roccia. Era stata la sua voce l'ultima cosa che aveva sentito prima dell'esplosione, ed era stato il suo sorriso l'ultima cosa a cui aveva pensato prima di perdere coscienza. Vederlo lì accanto a lei, e sapere che stava bene... era tutto quello che contava, non c'erano altre parole. Gli strinse la mano, e quel piccolo gesto fu sufficiente a farlo risvegliare. Appena si accorse che era cosciente, si aprì nel sorriso più bello che Shay gli avesse visto fare. Si alzò dalla poltroncina, avvicinandosi al suo letto per abbracciarla. “Sei sveglia... mi avevano detto che era questione di ore, ormai, ma non ce la facevo più.” confessò, accarezzandole i capelli. “Mi sei mancata da morire!” ammise, continuando a guardarla come se avesse paura che scomparisse. “Ciao” gli rispose lei, semplicemente. “Tu come stai?” “Bene, ora che ti ho vista sveglia. Mi hai fatto preoccupare.” “Sto bene, Severide. E poi non è il mio primo trauma cerebrale, no?”, disse, tentando di farlo sorridere. “Già... e stavolta non ho nemmeno paura che mi abbandonerai per andare da Dawson!” rispose lui, mantenendo lo stesso tono. “A proposito, Dawson come sta?” “Bene, fortunatamente. Ha un braccio ingessato, ma è già stata dimessa. Direi che sta più che bene, anzi... ma se ti racconto le novità si arrabbierà molto, e Gabriela Dawson arrabbiata mi spaventa come poche cose al mondo, perciò...” “Ha accettato la proposta di Casey?” lo interruppe lei.. “Aspetta, tu come sai che le ha chiesto di sposarlo?” “Chi credi che abbia accompagnato Casey a comprare l'anello? E chi credi l'abbia ascoltato parlare di come farle la proposta?”. Severide rise, continuando a stringerle la mano. “Non vedo l'ora che torni a casa, davvero.” “Da quanto so nemmeno tu ci sei stato molto a casa, un'infermiera mi ha detto che non ti muovevi dalla mia stanza” “Certo che no, ma è inutile che mi sgridi, tu avresti fatto lo stesso.” “Lo so. Grazie, Kelly. Di tutto.” “Non dirlo neanche. Sei la persona più importante della mia vita, Shay.”. Gli occhi le si riempirono di lacrime. “Per me è lo stesso, lo sai.” “Sì che lo so..”. Si schiarì la voce. “E ora è meglio che chiami gli altri, erano preoccupati anche loro.”.

 

Cinque giorni dopo Shay venne dimessa, e dopo una settimana di convalescenza a casa poté finalmente tornare al lavoro. Dawson e Severide si erano dati il turno non farla rimanere sola, mentre era a casa, ed anche Casey le era stato accanto. Dawson sfoggiava raggiante il suo anello di fidanzamento, e le aveva già chiesto di essere la sua testimone. Con sua grande gioia, inoltre, aveva deciso di rimanere alla caserma 51 come paramedico. Era un lavoro che amava, le aveva spiegato, e l'idea di cambiare caserma era diventata ancora meno allettante da quando aveva temuto di non rivederli più.

In caserma erano uniti più che mai. Avevano condiviso un'esperienza che li avrebbe legati per sempre, che li avrebbe cambiati per sempre. Non ne avevano mai discusso, almeno non in modo esplicito, ma non serviva.


 
  
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