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Autore: itsharrysharibo    15/08/2014    2 recensioni
Durante il party di benvenuto dell'Alnwick College una studentessa scompare misteriosamente. Otto giovani metteranno a repentaglio la loro vita per scoprire cosa è capitato alla ragazza. Le loro vite cambieranno per sempre e i loro segreti più nascosti potrebbero essere svelati completamente.
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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FIVE
PARALYZED
 


Il mattino successivo, quando Amy aprì gli occhi, si sentiva ancora spossata dagli avvenimenti della sera precedente.
Fuori c’era un enorme sole giallo sgargiante. Durante la notte, la pioggia aveva spazzato via le nuvole nere, il cielo era azzurro come se fosse appena stato verniciato e i veli di nebbia non fondevano più il profilo delle vette con l’orizzonte.
Dietro le cime del Ghost, che quel giorno parevano molto più vicine del solito, si distingueva perfino il ghiacciaio.
Quella notte era rimasta sveglia a lungo e le immagini della sera prima l’avevano riscossa dai brevi momenti in cui si era assopita.
Nelle interminabili ore in cui aveva fissato il soffitto, il senso di colpa non l’aveva mai abbandonata.
Aveva tradito il suo fratellino davanti a tutti.
Rose infilò la testa nella camera. << Già sveglia? >>
<< Non proprio. >>
<< Vieni a fare colazione in mensa? >>
<< Arrivo subito. >>
Rose, tuttavia, non se ne andò, ma si sedette sul letto.
<< Tuo fratello è piuttosto sensibile, vero? >>
<< Abbastanza. >>
Le tornarono in mente le parole di sua madre: “Aspetta e vedrai.”
Quello era il suo motto preferito. << Aspetta e vedrai! Quando sarai adulta e avrai delle responsabilità. >> Evidentemente quel momento era arrivato.
Amy chiuse gli occhi per un istante. Devo fare qualcosa, pensò. Harry ha i riflettori puntati su di lui almeno da ieri sera, ed è proprio ciò che non deve accadere.
<< Devi fare qualcosa. – proseguì Rose come se le avesse letto nel pensiero – Dovresti… ecco, sinceramente… Non sarebbe meglio consigliare ad Harry di entrare in terapia? Qui all’Alnwick c’è uno psicologo, dicono che sia molto bravo. Si può semplicemente andare da lui… >>
Amy udì le parole, ma non ne comprese il senso.
Da bambina aveva sempre avuto l’impressione che essere grandi fosse uno spasso. Si poteva decidere da soli quando mangiare un hamburger, quando comprare dei vestiti nuovi, quale film guardare…
Aveva smesso d’illudersi solo durante l’adolescenza. Non si era lasciata ingannare dalle scarpe eleganti e dal fatto che gli adulti potessero fumare, bere spumante a ogni occasione e fare sesso giorno e notte senza che nessuno li mettesse in guardia sull’AIDS.
La mamma l’aveva rimproverata quando si era rifiutata di crescere, annunciando che voleva mollare la scuola e che se ne sbatteva le palle di tutte quelle cavolate sulla vita adulta.
<< Che ne dici se ne parlo con Harry? >>
<< Mi occupo io di mio fratello, Rose. >> mormorò Amy, pensando con sollievo all’indomani.
Sì, si sarebbe occupata di Harry. L’aveva sempre fatto.
Il giorno successivo sarebbe finito tutto. Il giorno successivo, finalmente, sarebbe partito l’autobus per Alnwick.
Rose arricciò il naso e guardò la ragazza davanti a lei perplessa. << Come vuoi. Sappi, però, che per qualsiasi cosa io ci sono. – Amy guardò la ragazza poco convinta e abbozzò un piccolo sorriso – Andiamo a mangiare. Quando mi sbronzo, il mattino dopo, ho sempre una fame da lupi. >>
Le due ragazze si alzarono dal letto a una piazza e mezzo e lasciarono l’appartamento, raggiungendo la mensa dove già il resto del gruppo stava facendo colazione.
Zayn stava spalmando della marmellata sulla sua fetta biscottata mentre osservava Harry ridere per qualcosa che aveva appena detto Louis, che si era appena girato per notare Alice dare un pizzicotto sul braccio di Niall che continuava a riprenderla con la sua videocamera.
Quando si sedettero le rivolsero tutti un sorriso così caloroso che per un attimo Amy si scordò di quello che era successo la sera prima.
Solo l’arrivo di Gae la riportò alla realtà. Con poca grazia appoggiò il suo vassoio sul tavolo e iniziò ad aprire uno yogurt. << Ciao, ragazzi, avete sognato la tipa con i capelli blu? – si passò la mano tra le ciocche di capelli biondi con un gesto affrettato – Forse dovrei tingermi anch’io? >>
 
Quando il professor Smith entrò in aula tutti gli studenti si zittirono e presero posto.
Era un uomo insignificante, sulla quarantina, con le mani perennemente infilate nelle tasche sformate della giacca.
Aveva la cravatta sghemba e non aveva portato nulla con sé. Niente libri, niente borsa, niente fogli. Nemmeno una penna a sfera nel taschino.
Il professore scrutò l’aula in silenzio per diversi minuti. Alla fine si sedette dietro la cattedra e iniziò a parlare, gli studenti alzarono subito la testa.
Aveva una voce straordinariamente profonda e tonante, aveva anche una dialettica così eccezionale da dare l’impressione che leggesse un libro anziché improvvisare.
<< In greco “filosofia” vuol dire “amore per la saggezza”. – esordì sorridendo – Forse, però, oggi dovremmo iniziare dall’ “amore per la verità”. Che cosa ne dite? Gira voce che abbia avuto luogo un party illegale, nella rimessa delle barche. In caso vi fosse sfuggito, la rimessa si trova nella zona vietata. C’è persino un cartello che dice: ZONA VIETATA. DIVIETO D’ACCESSO. E, se la memoria non m’inganna, c’è anche una recinzione. >>
Si tolse gli occhiali, li appoggiò sulla cattedra e si schiarì la voce. << Poiché gli studenti di questo college hanno un quoziente d’intelligenza superiore alla media, presumo che sappiate leggere i cartelli, giusto? O che conosciate la funzione delle recinzioni. – si fece serio di colpo – Qualcuno ha qualcosa da dire riguardo questo episodio? >>
Silenzio.
Nessuno chiese la parola.
Mr. Smith sfoderò ancora il suo sorriso ironico. << Ah, si tratta del codice d’onore dell’Alnwick. Capisco. I signori hanno concordato di tenere la bocca chiusa, vero? I miei colleghi devono essere stati molto convincenti per far in modo che nessuno studente parlasse. >>
Il riferimento a Mr. Payne e Mrs. Benson era evidente e tutti i ragazzi presenti in quella stanza l’avevano capito.
Dire che quei due si erano messi nei guai era poco e nessuno era ancora riuscito a spiegarsi che cosa li avesse spinti a farlo, dopo tutto erano pur sempre degli insegnanti e quello non era di certo un comportamento adeguato.
Amy si guardò intorno per cercare gli sguardi dei suoi amici: Louis stava scrivendo distrattamente qualcosa su un quaderno, Gae era impegnata a non farsi beccare con il cellulare in mano, Niall aveva la testa appoggiata sul banco e le cuffiette alle orecchie mentre Zayn continuava a fissare il professore immobile.
Harry e Alice, essendo di un anno più piccoli, non seguivano i loro stessi corsi ma Amy era sicura che anche loro avrebbero subito un discorso del genere.
Davvero nessuno aveva spifferato qualcosa al rettore?
Sapere che molto probabilmente il party era stato scoperto per quello che aveva fatto Harry le provocò una fitta al cuore.
Mr. Smith stava per rivolgersi ancora agli studenti, quando qualcuno bussò alla porta.
Una collega più giovane entrò, andò dritta alla cattedra e consultò il foglietto che teneva in mano. << Amy Styles? Per favore, mi segua nell’ufficio del rettore. >>
Amy fu percorsa da un brivido. Nell’aula si levò un brusio. Che cos’era successo? Perché il rettore voleva vederla?
Alcuni si girarono a guardarla mentre lei rimaneva immobile a fissare il vuoto finché Gae la risvegliò con una gomitata.
Amy si alzò, stringendo al petto la borsa. Il sedile si chiuse con uno schiocco sonoro, scese i gradini frettolosamente e seguì la donna fuori dalla porta.
Quando raggiunsero l’ufficio del rettore Harry era seduto su uno delle sedia davanti alla porta, la donna bussò e disse qualcosa poi scomparve in sala insegnanti.
Quando la porta si aprì mostrò la figura del rettore Hale. << Harry e Amy Styles? >>
<< Voleva parlarci? >> esordì Harry.
<< Sì. >>
<< Perché? >> Harry sembrava tranquillo, quasi ottimista, come se sapesse già perché era stato convocato per primo.
Il rettore si passò una mano sulla fronte. << Beh, perché è sparita una ragazza. >>
 
Dalle enormi finestre dell’ufficio si godeva una vista mozzafiato sul Lake Mirror. Il sole si rifletteva nell’acqua blu.
<< Accomodatevi. >> Il rettore Hale indicò due sedie davanti alla scrivania. Il suo tono pareva più nervoso che severo.
Fino ad allora Amy lo aveva visto solo da lontano. Era alto poco più di un metro e settanta e indossava un completo gessato troppo grande, o forse era lui che era troppo piccolo.
Sembrava uno di quei timidi pantofolai che non uscivano mai di casa senza spray nasale, che tenevano le graffette nel portafoglio e si passavano il filo interdentale tre volte al giorno.
Quando l’uomo la guadò gli sembrò quasi di scorgere la propria immagine sfocata nell’azzurro acquoso dei suoi occhi.
<< Ebbene, Harry, si mormora che lei abbia visto una ragazza cadere in acqua, poco distante alla rimessa delle barche… Non voglio sapere cosa faceste laggiù, ora non è la mia preoccupazione principale. Voglio solo che mi racconti cosa è successo dal principio. >>
Chi aveva fatto la spia? Gli studenti erano troppi alla festa perché tutti mantenessero il giuramento d’onore di cui aveva parlato Liam.
Harry scosse la testa << Mr. Hale, temo che le abbiano fornito informazioni errate. >>
<< Come sarebbe a dire? Mi sta forse dicendo che mi hanno mentito? >> Il rettore aggrottò le sopracciglia e anche Amy lo squadrò irritata.
Harry abbassò la voce. << La ragazza non è caduta in acqua. Si è tuffata! Di sua spontanea volontà! >>
<< Si è tuffata di sua spontanea volontà? Intende forse dire che l’ha fatto intenzionalmente? >> Hale pareva confuso e ancora più piccolo dietro la gigantesca scrivania in legno.
<< Sì signore, è proprio quello che volevo dire. >> rispose Harry, deciso
Il rettore si passò la mano destra tra i capelli. << Per favore, mi spieghi esattamente cos’è capitato. >>
Harry fece un respiro profondo. << Ero seduto sul pontile davanti alla rimessa. Ho fissato l’acqua per tutto il tempo e avevo la roccia sempre sott’occhio. >>
<< Quale roccia? >>
<< La Salomon Rock. E’ così che si chiama, giusto signore? Ho cercato una carta della regione in biblioteca e in rete, ma non l’ho trovata. >>
<< Quella roccia non ha un nome. Era sul pontile, dunque? >>
<< Esatto! La rimessa non è poi così lontana dallo strapiombo. Centocinquanta metri, forse duecento. >>
L’uomo sospirò. << E poi? >>
<< All’improvviso la ragazza è comparsa in cima alla roccia. >>
<< All’improvviso? >>
<< Era già calato il crepuscolo e il cielo era piuttosto nuvoloso. Stava per scoppiare il temporale. La ragazza è sbucata fuori dal nulla. >>
<< Per quanto tempo è rimasta lì? >>
<< Non molto. Uno o due secondi. >>
<< E lei è comunque riuscito a vederla? > Il rettore era incredulo.
Amy non poteva biasimarlo, ma Harry continuò. << Si è tuffata subito, non appena mi sono accorto di lei. Ha fatto un paio di bracciate e poi qualcosa l’ha trascinata sotto. >>
Amy lo fissò. Harry non aveva mai accennato a quel particolare.
Mr. Hale posò le mani sulla scrivania e si chinò verso il ragazzo. << Qualcosa l’ha trascinata sotto? >>
Harry si sfregò gli occhi, sembrò sfinito. << Oggi Louis Tomlinson mi ha detto che il punto davanti alla roccia è il più profondo del lago. L’ha chiamato Green Eye, dal nostro balcone sembra davvero un occhio. Se mi dà una cartina, le faccio vedere cosa intendo. >>
<< Questa ragazza… era li e poi si è tuffata… >> Il suo volto esprimeva insoddisfazione o scetticismo? Oppure entrambi?
<< Sì, all’inizio ho pensato che l’avesse fatto volontariamente. Aveva l’aria di essere una brava nuotatrice, altrimenti perché si sarebbe dovuta tuffare? Dopotutto è una salto di oltre dieci metri, credo. Non ho più perso di vista quel punto, ma non è riemersa. >>
<< E lei pretende che io le creda? >>
<< E’ la verità! >>
Il rettore si alzò, girò intorno alla scrivania e gli appoggiò una mano sulla spalla. << Preferirei che mi dicesse per quale motivo si sente costretto a mentire. >>
Amy si ricordò della sera prima, di come si fosse sentita colpevole nei confronti di suo fratello, di come l’avesse tradito e non avesse preso le sue difese.
<< E se mio fratello non stesse affatto mentendo? E’ stato proprio lei a dire che è scomparsa una ragazza! Come fa a starsene qui così tranquillo? >>
Il rettore assunse l’espressione arrogante che Amy conosceva fin troppo bene.
Gli adulti la sfoggiavano sempre quando volevano vantarsi della loro saggezza, quando avevano l’opportunità di far sentire un ragazzo immaturo e del tutto inesperto del mondo.
<< Sì, è scomparsa una ragazza signorina Styles. Nessuno la vede da ieri sera e questa notte non ha dormito nella sua stanza. >>
<< Allora ho ragione! >> gli occhi di Harry brillarono.
<< Ebbene… La ragazza è svanita nel nulla da ieri sera, ma non può essersi tuffata da quella roccia. E’ assolutamente impossibile! >>
<< Ma… >>
<< Niente ma! >> Il rettore si alzò e si avvicinò alla finestra.
Guardò le montagne che si affollavano dietro il lago, come se lo specchio d’acqua avesse rubato loro il posto da tempo immemorabile.
Quindi si girò. Il suo sguardo non era più spento e acquoso quando fissò Harry dritto negli occhi. << Non le credo, Mr. Styles, a meno che non sia in grado di spiegarmi come una paraplegica possa arrampicarsi su una roccia e buttarsi in acqua. >>




Buon ferragosto a tutti :) Per fortuna sono riuscita a trovare del tempo per aggiornare tra i mille impegni della giornata. Allora cosa ne pensate? In questo capitolo si capisce finalmente chi sia la ragazza scomparsa. Come al solito volevo ringraziare tutte le persone che seguono e recensiscono la storia, siete degli amori. Questa sera sarò veramente molto breve, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo. Volevo ricordarvi il mio profilo ask, vi lascio il link sotto.
 
 
 
SIX
LOST


<< Tutta la tua vita è una menzogna. L'hai forse dimenticato? >>


 
  
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