Il Potere delle Pesche
Prologo:
E’
incredibile come , in qualsiasi casa io sia stato,
sembrasse sempre che al piano di sopra , la vicina di turno stesse cambiando la
mobilia della casa, divani che strisciano, sedie che cadono,botti e bestemmie.
Stavo
pensando questo mentre Alice mi lasciava, non so perché, non la stavo
ascoltando, faccio fatica ad ascoltare la gente, e quando mi rendo conto che mi
sono distratto spesso e’ troppo tardi per recuperare l’ossatura del
discorso.
Comunque
mi ricordo bene la storia che mi propinò per lasciarmi e raccontarmi del
suo tradimento come se non fosse colpa sua ma colpa mia.
“Ti
ho fatto le corna perché avevo paura che me le facessi prima tu”.
Nemmeno
io, che a fare questi discorsi insensati ed egoistici sono sempre stato
l’asso di briscola sarei mai riuscito a trovare il coraggio di dire una
tale bestialità.
Non
dissi nulla, rimasi invece impalato a guardarla con lo sguardo vuoto da pesce
morto sul banco del pescivendolo,mentre lei elencava
tutte le mie mancanze durane quei tre mesi che aveva passato con me. Come mia
ragazza.
Pareva
che fossi stato il peggior fidanzato che fosse mai esistito, eppure io mi ero
impegnato e le sue idee secondo le quali io prima ero assente poi possessivo,
poi non mi interessavo e poi la opprimevo, non avevano un filo logico.
Sbattei
un paio di volte le palpebre, per accertarmi che tutto ciò che sentivo
non fosse un incubo, ma tutte le volte che aprivo gli occhi continuavo a vedermi davanti
la faccia incipriata di Alice, i suoi orecchini che oscillavano a destra e
sinistra mentre mi rimproverava di tutte le mie riprovevoli mancanze, che
l’avevano condotta a tradirmi .
Era
bella Alice, quando era arrivata l’avevo considerata come
una manna dal cielo, una fortuna inaspettata. Non le avevo riservato il
trattamento che avevo avuto con tutte le altre ragazze prima di lei, eppure lei
era stata l’unica a pagarmi con la sessa moneta con cui avevo pagato le
mie precedenti fidanzate. A dir poco umiliante.
Chiusi
gli occhi e mi voltai, li riaprii solo quando mi fu alle spalle, e al suo posto
accanto allo stipite della porta c’era un enorme peluche di Hello Kitty, non l’ho mai
sopportato; quel gatto lezioso. Ma se la sua camera ne era piena, non mi dava
fastidio, era pervaso anche quel pulcioso micio del suo profumo alla calla.
Presi
la porta il più velocemente possibile, la signora Sarcinelli,
la madre di Alice, stava stirando in salotto e mi urlò qualcosa che
suonava tanto come un invito a pranzo. Non le risposi
e tirai dritto per uscire da quella casa che mi faceva venire in mente solo
ricordi piacevoli che di colpo diventavano spiacevoli e dolorosi visti sotto
una luce diversa.
Ma
tutto ciò successe prima, all’epoca ero convinto che Milla fosse grassa,
Sam era ancora un carnivoro, io ero ancora vergine in tutti i sensi (nel senso
zodiacale lo sarò sempre;temo), mio cugino non dormiva ancora in
un’amaca nel mio giardino,non avevo la più pallida idea che
esistesse un nome da donna come Delfina, non avevo ancora classificato mia
sorella come una porno-bimba, non avevo la più pallida idea di dove
fosse Funo, non avevo ancora compiuto i fatidici
diciotto anni, odiavo i taxi vecchi e gialli, non mi piacevano le pesche,e
soprattutto, tutto questo era accaduto prima del matrimonio. Non un matrimonio
qualsiasi, ma IL matrimonio, quello che occupò
per mesi tutta la famiglia Zampieri (la mia). Quello
che tutti aspettavano come la grande svolta, e che per me in
effetti lo fu davvero.
Bene,
tutto cominciò così, quando Alice mi lasciò, non per colpa
di Alice, ovviamente, fu un caso, ma tutto partì da lì, una maglia
di Hello Kitty rosa, una
piadina, un viaggio in treno e un po’ di perplessità.
Vatti a fidare delle stronze… e forse un
po’ serve.
Ciao a tutti spero di avervi almeno un po’
incuriosito, ditemi cosa ne pensate^______^
Aki_Penn