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Autore: samubura    17/08/2014    4 recensioni
In questa storia ho provato a mettere nero su bianco le emozioni di una vita di scoutismo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È in quella sera sotto le stelle, mentre aggiungi un altro ciocco di legno al fuoco già alto solo per il piacere di vedere le scintille alzarsi a spirale e spegnersi prima di raggiungere il cielo che ti accorgi che vorresti non finisse mai.
Ti accorgi che ti mancherà il fumo negli occhi, l’arancio vivo della brace, il blu scuro della notte, il bianco pallido della luna. Il fruscio del vento tra le foglie, il sospirare quieto del bosco, le lucciole intermittenti.
Ti rendi conto all’improvviso che sta finendo una parte della tua vita. E disperato cerchi di afferrare i granelli di sabbia di una clessidra che scorre inesorabile. Ti aggrappi ai ricordi delle esperienze passate. Quelle vicine già sembrano lontane, quelle lontane sembrano troppo vicine per essere già finite.
Capisci che non dormirai più in una tenda con tutte quelle persone, che non suderai più per le legature della tua sopraelevata.
Capisci che difficilmente mangerai ancora in un tavolo così sbilenco e traballante. Che non cucinerai più imprecando su un jamboree sotto la pioggia. Ti mancheranno la pasta scotta e il sugo sciapo. E quel sapore di fumo su tutti i pasti.
Che non camminerai più con lo zaino sulle spalle, sperando di arrivare primo per il Grande Gioco. Che quella è stata l’ultima volta che hai dovuto costruire un rifugio in cima a un monte. L’ultima volta che hai dormito al freddo stringendoti il più possibile nel sacco a pelo. L’ultima volta che ti sei svegliato all’alba senza esserti lamentato di voler dormire di più, ma godendo dello spettacolo del sole che risorge.
Ti accorgi che non ci sarà più da fare legna, che non ci saranno più le danze attorno al fuoco e che queste che senti adesso attorno a te saranno le ultime di sempre.
Ti accorgi che l’altro ieri era l’ultima volta che hai visto brillare cento starlight attorno a te, allacciate al polso di chi come te sta facendo il gioco notturno. Ma diversamente da loro questo era il tuo ultimo gioco notturno.
Che è stata l’ultima volta che hai parlato con le stelle, la testa nello spazio e la vertigine di essere così piccolo in un Universo tanto grande.
Sai che ti mancherà la chitarra, che non hai mai imparato a suonare.  E la libertà di cantare senza vergognarsi di quanto sei stonato.
E fino ad ora non ti eri accorto, troppo preso dalla corsa al punteggio più alto. Troppo preso dai mille isterismi che saranno gli ultimi anche quelli per fortuna. E sai che ti mancherà persino arrabbiarti perché nell’acqua della pasta c’è più cenere che altro, o perché le pentole non sono lavate come si deve.
Non ti eri accorto di nulla. E la consapevolezza di quanto poco tempo prezioso ti resta da vivere in questo mondo magico ti annienta. E vorresti davvero che questa ultima notte non lasciasse mai spazio al sole dell’ultimo giorno.
Così finiti gli ultimi giochi ti siedi, guardi il fuoco che muore e gli altri che si coricano attorno a te.
Incidi il tuo nome sull’alpenstock, per lasciare un segno di te a quelli che verranno. Un piccolo pezzo della tua storia che si unisce a quelli di tutti gli altri prima e dopo di te per tessere un’unica grande storia fatta di mille piccole avventure.
Sai che è ora di crescere e di cambiare. E che non è la fine, solo un nuovo inizio.
Ma nessun profumo vale l’odore di quel fuoco.


Quest'anno ho fatto il mio ultimo campo di reparto, che (per chi non è pratico di scoutismo) è la più grande magia che esista.
Ho cercato di raccontare le emozioni che ho avuto davvero in quell'ultima sera e i ricordi che per sempre mi legheranno al mondo degli esploratori.
Spero che se siete arrivati fin qui a leggere la storia vi sia piaciuta :)
Ci sentiamo alla prossima o magari in una sempre gradita recensione!

-samubura-

 
   
 
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