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Autore: Zelda_Shooter    17/08/2014    5 recensioni
[Storia di nuovo in corso]
«Una principessa Zelda…che viene dalla Terra?»
Immaginate di poter finalmente vivere nel mondo del vostro film/fumetto/videogioco preferito, o di andare e venirci quando vi pare. Tutti lo abbiamo sognato almeno una volta, no? Ma vi siete davvero chiesti quanto effettivamente siete pronti a rischiare?
Quindi cosa succederebbe se un’umana come me scoprisse di possedere la Triforza della Saggezza e di essere la prossima al trono del mondo di Hyrule, sempre in bilico tra Luce e Oscurità?
Godetevi la storia di Daisy, una principessa Zelda fuori dal comune, in una storia che mescola tutti gli elementi e i personaggi de The Legend of Zelda!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ganondorf, Link, Princess Zelda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tsk”. È l’unico odioso suono che sa emettere.
Mi sto davvero sforzando di non perdere il controllo con lui, ma vorrei almeno capire cosa pensa. Cosa prova, cosa desidera. Come devo comportarmi. Mi sembra sempre di fare la cosa sbagliata, quando sto con lui. Regolo modi e pensieri in base a come penso possa reagire, mi sento un robot.
Questa cosa deve finire.
Insomma, è il mio idolo! Lo è sempre stato, da quando ero piccola e giocai al mio primo Zelda! Lì era definito sempre come un “Eroe”. L’Eroe del Vento, l’Eroe del Tempo, l’Eroe prescelto dalle Dee. Possibile che abbia beccato l’unico Link a non essere...Eroe?
Ma, d’altro canto, ho notato con quanta dolcezza oggi abbia incontrato e salutato tutti. Quando ha abbracciato Moy e la sua sorellina Aril, ho visto in lui una dolcezza così naturale da sorprendermi.
Vorrei tanto affrontarlo. Vorrei tanto fargli tutte le domande che ho in mente e chiedergli il motivo del così palese astio nei miei confronti.
Il problema è che sono maledettamente bloccata da quella paura e da quel senso di colpa.
Sono qui solo da pochi giorni...
«Sei troppo pensierosa.» mi fa improvvisamente sobbalzare lui.
Ora siamo entrambi su Epona, e il mio corpo è praticamente azzeccato alla sua schiena.
Ha un profumo tutto suo, il suo corpo.
«Stavo pensando a se stasera ho voglia o no di pasta. L’ho mangiata già a pranzo, quindi non so.» mento.
Pessima.
«Che ti ha detto Moy?» vira subito il discorso.
Ci siamo, mi ha praticamente servito l’occasione che aspettavo per aprire il discorso su un piatto d’argento.
La colgo o non la colgo? Essere o non essere? Pasta o non pasta?
Non me la sento ancora.
«Mi sa che stasera non ho voglia di pasta.» rigiro il timone del discorso.
«Moy sa cucinare davvero bene.» lo riprende lui.
«Ma ti ho detto che non ho fame.» ribatto.
«Hai detto di non aver voglia di pasta, non di non aver fame.» mi fa notare.
«Link, il senso di questo discorso dov’è?» gli chiedo stupita.
«Non ne ho idea.» ridacchia lui.
Inizio a ridere anche io, stupita dello scambio di battute appena avvenuto fra me e lui. È davvero la prima volta che abbiamo una... conversazione!
«Confermo. Tauro ti mette davvero di buon umore.» gli sorrido.
«Ora dimmi cosa ti ha detto Moy.» torna all’attacco.
Allarme, allarme! La nave sta affondando!
«Zelda?» mi chiama.
Whoah! Mi ha chiamata Zelda...!
«Eh, sì, cosa?!» faccio finta di non aver sentito.
«Voglio sapere cosa ti ha detto.» mi ripete per l’ennesima volta.
«Oh mia Dea...» esclamo io, improvvisamente incantata.
Ora di fronte ai miei occhi c’è una cascata, che sembra davvero brillare. Pare quasi che l’acqua abbia il colore dell’arcobaleno.
Questo posto ristagna di luce. Della luce pura e potente di Hyrule.
«È...è...» balbetto io.
«Scendi.» mi ordina.
Mi tende la mano, la afferro e scendo da Epona, senza però mai staccare gli occhi da questa cascata.
«È bellissima.» continuo a rimanere incantata io.
«Fa quest’effetto, già.» dice lui, in tono più insensibile.
«Possibile che non ti entusiasma niente?» gli chiedo perplessa.
«È solo che l’ho vista così tante volte...» si spiega lui.
Gli sorrido.
«Dammi la mano.» mi dice all’improvviso.
«E-eh?!» esclamo io incredula.
«Dammi la mano.» ripete lui con la stessa fermezza di prima.
Gliela porgo un po’ tremante, e lui la stringe.
Sento i classici brividi che provo quando sto con lui e fa qualcosa di inaspettato. È il mio primo contatto con la sua pelle e giuro di star sentendo gli angeli cantare.
«S-scusami se ti sto toc-tocando con que-questa m-mano...» dico io, per niente balbettando.
«Sshh! Concentrati.» mi zittisce.
Concentrarmi? E su cosa?
Vedo Link chiudere gli occhi e la sua mano sinistra illuminarsi. La sua Triforza è potente e luminosa, al contrario della mia.
«Spirito della Luce che dimora in questa sorgente, ti invoco.» prega.
Le acque iniziano ad agitarsi, provocando un mio: «Whoaah!»
«Chiudi gli occhi se non vuoi accecarti.» mi fa, riaprendo i suoi.
«No, io voglio ved...oh!» vengo interrotta da un bagliore di luce talmente potente, che oltre a chiudere gli occhi devo anche coprirli con la mia mano libera.
Quando il bagliore si calma leggermente, li riapro e rimango letteralmente scioccata.
A tal punto da dover lasciare la mano di Link per portare la mia alla bocca.
C’è un enorme...gigantesco...incredibile...supremo...coso! Ma cos’è?
Okay, vediamo di identificare. È un essere robusto, quasi uno scimpanzé: ha le spalle larghe e il corpo tozzo arrotolato tutto su una grande sfera di luce. Il dettaglio che mi ha colpita di più è l’enorme coda, che riesce a fare un giro completo del corpo e della sfera. Sì, ora ricordo bene: è Firone.
«Oh Eroe prescelto...» echeggia la sua possente voce.
«Parla italiano!» sussurro io a Link.
«No. Semplicemente è capace di emettere suoni e pensieri comprensibili da chiunque lui voglia essere capito.» mi spiega, inginocchiandosi di fronte all’essere.
«Qual è il motivo della tua visita, Eroe prescelto?» gli chiede.
La sua voce ha un timbro talmente forte da darmi quasi fastidio. È come stare di fronte a un amplificatore che sta riproducendo musiche di Skrillex.
«Zelda, mostragli la mano.» mi fa, dandomi un colpetto sul braccio.
Io mi limito ad alzarla e tenere il palmo rivolto verso lo spirito.
«Quindi l’oscurità è penetrata nella tua Triforza...possa ella essere cancellata!» esclama, alzando la voce sull’ultima frase per la grandissima gioia dei miei timpani.
Dopo un’ondata pazzesca di luce riguardo la mia mano appena mi è possibile riaprire gli occhi: è di nuovo luminosamente e scintillantemente brillante!
«Grazie! La ringrazio molto!» urlo tutta eccitata.
Dopo di che, Firone si dissolve nel nulla, le acque si calmano e tutto torna tranquillo.
«È stata una cosa veloce.» affermo, guardando e riguardandomi la mano.
«Link...» azzardo.
«Sì?» risponde.
«Grazie!» gli sorrido.
Sorride anche lui.
Il viaggio di ritorno è stato tranquillo.
Tornata al castello, sono passata a salutare Ghora nella sua stalla e a chiederle perdono per l’ennesima volta. Credo che quella cavalla se ne guarderà bene dal portarmi di nuovo sulla sua sella.
Link è sparito. Una volta risistemata Epona, è praticamente svanito nel nulla: un attimo prima è di fianco a me, un attimo dopo mi giro e non c’è più. Che sia un prestigiatore?
Adesso sono persa nei corridoi cercando la mia camera. Mi chiedo se riuscirò mai a imparare per bene la pianta di questo posto. Ti senti davvero minuscola in un posto così gigante: spazi immensi, soffitti altissimi, arredamento mastodontico. Anche se sono una principessa, in teoria perlomeno, questi spazi regali non fanno proprio per me. E anche se ho una vocina nella mia testa che mi grida di continuare la mia esplorazione da dove l’avevo interrotta prima di toccare quella maledetta porta, stavolta lascio prevalere il mio buonsenso, decido di fare la brava bambina e di tornare semplicemente nella mia stanza. Perché sto già diventando una persona più matura e più responsabile...
No, la verità è che le mie ferite mi fanno troppo male, altrimenti starei già gironzolato in giro come una trottola. Ma chi voglio prendere in giro?
È comunque curioso che se sei vestita con jeans e T-shirt, risulti tu quella strana. A parte il sangue che sgorga, ovviamente. Qui hanno tutti vestiti così complicati: sono strati e strati di roba, ognuna coi suoi lacci, i suoi bottoni, i suoi fiocchi...
Solo a pensare di allacciare un vestito del genere mi viene da piangere. Confesso che anche il dover mettere la cintura ai pantaloni mi fa sentire stretta. Figuriamoci in questi abiti come sarei felice. Sto già gioendo. Yuppie.
Fatto sta, che mi vergogno di farmi vedere in questo stato pietoso dalla gente che sta passando, quindi mi infilo subito in un corridoio a caso, alla mia sinistra.
Al contrario dell’ultimo che ho visitato, questo è molto luminoso. Ci sono sei porte, ognuna di un colore diverso: verde, blu, rosso, viola, giallo e marrone. Questi colori hanno un qualcosa di familiare.
Che siano...? Oh mia Dea. Che siano i sei saggi?
I sei saggi appaiono in Ocarina Of Time. In realtà sono sei più uno, se contiamo Zelda. I colori stanno ad indicare rispettivamente il saggio della foresta, quello dell’acqua, del fuoco, degli spiriti, della luce e del deserto.
Ora ho l’impulso irrefrenabile di entrare in tutte le sei stanze e abbracciare chiunque ci sia dentro. Ma, onde evitare altri casini, faccio dietrofront e faccio la brava ragazza responsabile.
Se solo bastasse questo per potersi definire responsabile...
«Principessa.» mi sento chiamare. Ci sto cominciando a fare una piacevole abitudine a sentirmi chiamare così.
Mi volto e trovo Miss. Perfezione tutta sorridente. Ho come l’impressione che quel sorriso nasconda qualcosa che non mi piacerà.
«Salve Dazel.» mi inchino col capo.
«Sono molto felice di vedere che stai bene. Anche se ho saputo che durante il viaggio ci sono state...complicazioni.» ambisce lei al farmi confessare.
«Nulla di cui tu debba preoccuparti.» minimizzo, sorridendo con la sua stessa malvagità.
Sta diventando una gara a chi fa il sorriso più falso. E ho di fronte un avversario tremendamente abile. Tremendamente perfetto.
Ora è sceso un silenzio maledettamente imbarazzante. La nostra conversazione è diventata uno scambio di sguardi, deglutizioni, finte grattate di spalle, sbadigli e battiti di ciglia.
Sto cominciando ad irritarmi.
Poi, d’un tratto, mi ricordo che lei può darmi una risposta.
«Che era successo alla mia mano?» uccido senza pietà il silenzio.
Continua a sorridere, ah ah. Tra poco la prendo a pugni. Ah ah.
«Dazel?» insisto, coi nervi a fior di pelle.
«Dimmi pure.» fa lei.
Che fa, mi prende in giro? Brutta str...
«La mia mano.» ripeto, abbassando la testa.
«Dovresti curare di più le unghie.» mi rimprovera sorridente.
Ha ragione, ho il brutto vizio di mangiucchiar...HEY! Mi ha distratta!
«Mi vuoi rispondere o no?» alzo la voce.
«Vorrei, ma so che poi ti comporteresti da stupida.» si giustifica.
«E questo cosa vorrebbe significare?» mi infastidisco.
Dopodiché, Dazel/Zelda gira i tacchi e se ne va dicendomi di aver del lavoro da svolgere, lasciandomi a bocca aperta. Andarsene nel bel mezzo di un discorso non rientra nella sua perfezione.
Mi sento come se stessi mangiando una fetta di pizza con foga e qualcuno me la strappasse di mano all’improvviso. In altre parole: una merda.
Decido di mandare i miei propositi alla malora e di ricominciare a cercare la mia stanza.
Provo col corridoio alla mia destra, e stavolta è quello giusto. Riconosco la porta della mia camera e spalanco la porta.
Sono pronta a tuffarmi nel letto e affondare la testa nel cuscino per prendermi cinque minuti in cui ripercorrere tutto ciò che mi è successo oggi, ma rimango sorpresa nel vedere Link frugare in un comò.
«Mi hai spaventato...» mi fa lui.
«Sei tu che frughi nella mia camera di nascosto.» lo punzecchio.
«Oh, scusami. Prima di partire avevo lasciato della roba nella tua camera mentre parlavamo con Dazel, e ora non la trovo più.» mi spiega.
«Oh cielo, ti aiuto.» mi offro.
«Non importa, parlerò coi servitori. Perdonami.» dice lui, richiudendo i cassetti e avviandosi verso la porta.
Io sono appoggiata con una spalla alla soglia della stanza e ho le braccia incrociate, ma appena Link si avvicina per uscire rompo questa posizione e mi ricompongo.
Mi passa accanto lasciandomi sentire quel pizzico del suo profumo che mi fa girare la testa. È un istante che non sembra passare m...oh. Mi ha preso la mano.
«È decisamente guarita.» esamina la mia Triforza.
«Tutto grazie a te.» gli do il merito.
Lui rientra nella stanza e si mette di fronte a me.
«Scusami se...non ti avevo curata, avevo dato la priorità ad Epona, e poi ero un po’...» dice parole confuse.
Oh santissimo. Link? Si sta scusando...con...me?!
«L-Link, no...!» intervengo prima che si senta male.
«Sono mortificato.» dice secco.
Sento letteralmente le parole mancare.
Mi butto per terra, al suo cospetto. Sento la sua voce emettere un suono di sorpresa, poi dico: «Perdonami per i guai che ho causato. E grazie per il tuo lavoro, Link.»
Lui inizia a ridere, poi mi prende per un braccio e mi tira su, dicendomi: «Ma sei pazza? Sei la principessa! Non ci si inchina davanti agli altri. Sono gli altri che si inchinano davanti a te.»
Stavolta è lui a buttarsi sul pavimento, provocando una mia risata.
Non gliela do vinta, e mi risiedo a terra. Siamo ancora sulla soglia della porta, schiacciati dal poco spazio e siamo seduti uno di fronte l’altra.
Quando alziamo entrambi lo sguardo c’è un forte momento di puro imbarazzo e sono fermamente convinta di essere arrossita in una maniera esagerata. Poi sento la pelle d’oca quando noto del rossore anche sulle sue guance.
«I terrestri sono pazzi...se sono tutti come te.» rompe il silenzio con voce bassa.
«E i Link sono insopportabili...se sono tutti come te.» ribatto sussurrando.
«Siamo un Link e una Zelda fuori dal comune.» ammette.
Mi porto una mano alla bocca e abbasso lo sguardo, chiaro segno del mio imbarazzo. «Già...»
Abbiamo entrambi il respiro affannato. Io potrei svenire fra due secondi.
Lui si alza, mi tende una mano per aiutare anche me a sollevarmi, mi fa un cenno del capo e esce dalla stanza.
«Ci vediamo, principessa.» mi saluta.
I miei occhi lo fissano mentre se ne va e ho la bocca socchiusa.
Datemi tre secondi. ...
SANTA PALETTA. È stato davvero...lui ha sul serio...eravamo così...oh, qualcuno mi aiuti.
Sto per buttarmi sul lettone, infilare la faccia nel cuscino, strillare e sbattere i piedi.
Ma anche stavolta non riesco a farlo, vedendo sbucare Dazel e Faih dietro di me.
«Tuo padre vuole parlarti.»
Cacchio. Ci siamo.
 


--Angolo della scrittrice--
Pasta o non pasta? Ci sto ancora pensando su.
-Zelda_Shooter
  
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