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Autore: Henya    17/08/2014    5 recensioni
Salve a tutti :) questo è il proseguimento della mia prima fanfiction "Never Lose Hope".
Anya , dopo essere partita con Rai per la Cina, ritorna a Tokyo dopo avere ricevuto alcune notizie dalla sua amica Hilary. Da qui ha inizio una lunga e ingarbugliata serie di eventi che, per chi già mi conosce, non saranno certo rose e fiori ^_^""
Spero possa piacervi :) Buona Lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Da due settimane io e Dana lavoriamo insieme tutti i giorni per gestire la caffetteria, che ultimamente ha accolto al suo interno più clienti del solito.
Dunque, il gestore ha ben pensato di annullare i turni per farci sgobbare da mattina a sera qui dentro, concedendoci solo poche ore di riposo.
Ovviamente questa situazione ha stravolto un po' i miei programmi giornalieri, il cui punto fondamentale è andare a lasciare e prendere Hope all'asilo: beh, questo compito è passato, decisamente, nelle mani di Rai.

Sono le 15.00 circa.
La folla è diminuita e Dana riesce a gestire quei pochi clienti che, prima di tornare in ufficio, arrivano qui per il loro caffè post-pranzo.
Io mi ritrovo in bagno, con la mia divisa da lavori igienici, costituita da grambiule e guanti, intenta a pulire, con uno straccio umido in mano.
Mi chiedo il perchè questi lavori orribili, alla fine, vengano  sempre assegnati a me!
D'un tratto si apre la porta del bagno ed entra Dana con il mio cellulare squillante in mano.
" Anya, è la seconda volta che ti chiamano, non lo senti?".
In realtà lo avevo sentito, ma nelle mie condizioni è difficile spostarsi.
" Sì. l'ho sentito! Ma chi è?" chiedo, mentre cerco di togliere con forza i guanti bagnati, che sembrano essersi incastrati.
" Non lo so...non c'è alcun nome, solo un numero!" mi fa notare mostrandomi il display.
Decido di arrendermi e tenere i guanti, per poi alzarmi e chiedere a Dana di accettare la chiamata e appoggiare il cellulare al mio orecchio, per facilitarmi un po' le cose.
" Pronto, domando non appena Dana fa alla lettera cio' che le avevo ordinato.
" Signora Sarizawa, sono la preside dell'asilo di sua figlia!".
Che vorrà mai?
" Sì, mi dica... cosa è successo?" chiedo perplessa.
Anche Dana poggia il suo orecchio al cellulare che regge in mano, curiosa di origliare.
La telefonata continua e ad ogni parola della direttrice, il mio viso cambia espressione, passando dall'essere accigliato, all'essere stupito, sino a divenire incredulo per, alla fine  ritrovarsi a bocca e occhi aperti.

Quello che mi è stato appena detto è semplicemente assurdo!











Cammino a passi da gigante, cercando di raggiungere il prima possibile la scuola.
La preside mi ha convocata, anzi mi ha ordinato di raggungerla il prima possibile per avere delle spiegazioni riguardo ad uno spiacevole evento accaduto pochi istanti prima della chiamata.

Che cosa mi ha riferito, vi starete chiedendo.

E' successa una cosa che non mi sarei mai aspettata: Kai Hiwatari, di sua spontanea volontà e senza avvisare la sottoscritta, con cui tra l'altro non entra in contatto da diversi giorni, ha deciso di andare all'asilo a prelevare, anzi, oserei dire rapire la figlia.
Tutto ciò è inammissibile!

Varcato il cancello vengo condotta da un bidello in un ufficio dove ad attendermi vi è una signora dall'aspetto molto elegante ma dall'espressione molto severa.

" L'aspettavo, signora Sarizawa!" esclama con tono pungente, fissandomi attraverso i suoi occhiali rotondi.
Sinceramente, dopo avere aperto la porta, oltre a lei, mi sarei aspettata la presenza di qualcun'altro.
" Se sta cercando chi penso, beh, se n'è gia andato!" mi avvisa, vedendo i miei occhi increduli guardarsi intorno.
" Come sarebbe a dire? Lo avete lasciato andare via con mia figlia?" domando con una voce che cerca di trattenere la rabbia.
" Ovviamente no! Gli avevo chiesto cortesemente..." inizia a dire, calcando l'ultima parola con fare infastidito  "... di restare finchè non sarebbe arrivata lei, ma devo dire, che molto scortesemente ha lasciato l'edificio pochi minuti prima che lei arrivasse!" conclude adirata.
Prima combina i casini e poi sparisce??
Vorrei urlare e rompere qualcosa, in questo preciso istante.
Sono troppo arrabbiata e persa in un mare di pensieri che non riesco a darmi nè a dare una risposta, una qualche spiegazione a questa signora che mi osserva severamente.
" Si sieda un attimo e mi spieghi ogni minimo dettaglio di questa, oserei dire, assurda vicenda!" mi ordina, indicando una sedia posta dall'altra parte della sua scrivania.
Un po' esitante e intimorita mi avvio ad accomodarmi per ritrovarmi poi di fronte al suo volto che altro non chiede che spiegazioni molto chiare.
Sono così sconvolta che non riesco a spiccicare parola: so cosa dire, ma non so il come dirlo.
" Mi ascolti..." interrompe lei il silenzio, togliendosi con fare professionale i suoi occhiali da vista " ... è la prima volta che qualcuno viene a ritirare la propria figlia e questa non lo riconosce! Io sapevo dell'esistenza di un padre di Hope, che lei stessa mi ha presentato, ricorda?" domanda, attendendo il mio consenso.
Annuisco senza aprire bocca, lasciandola proseguire. " Perfetto! Ed è proprio questo padre a lasciare e predere la bambina, ogni mattina, da un po' di tempo a questa parte...giusto?" richiede il mio consenso ancora una volta, che prontamente arriva.
" Tuttavia, stamattina si presenta un uomo che dice di essere il PADRE, quello VERO di Hope! Il che mi fa insospettire e far portare la bambina nel mio ufficio per verificare se effettivamente lei lo conoscesse!".
Ad ogni rivelazione un battito del mio cuore viene meno e la voglia di sparire da questa stanza aumenta sempre di più. " Ed indovini?... Lei lo chiama per nome, dicendo che era un suo amico! Le sembra una cosa normale?".
" No, assolutamente, ma io non..."
" Da quando Hope viene qui all'asilo, succedono delle cose molto strane."
Proprio quando stavo per aprire bocca mi interrompe per proseguire il suo discorso, che si fa sempre più sospettoso. " Si sono presentati tre uomini diversi a ritirarla! La prima volta sono stata costretta a telefonarle, quando è venuto quel tipo con la faccia da delinquente, ricorda?".
Credo si stia riferendo a Boris.
Ma dove vuole andare a parare questa donna? Ha detto tre uomini diversi, alludendo chissa a cosa! Ma cosa si è messa in testa? Io non posso crederci.
" Sì, ma lui era un amico, a cui avevo cortesemente chiesto di prendere Hope perchè ero impegnata a fare una cosa molto importante!" spiego cercando di dare chiarimenti il più possibile convincenti, ma a cui lei sembra storcere il naso.
" Un amico che si è presentato Molto Scortesemente qui, pretendendo che gli affidassimo la bambina senza sapere chi fosse e da dove venisse!" afferma con un leggero tono alterato. 
" Mi dispiace, ma mi sono trovata costretta a chiedere aiuto..." ripeto ancora una volta, in preda all'agitazione.
" Le avevo spiegato come funzionano le cose qui! Questo è un asilo di bambini molto piccoli, tra i due e cinque anni e sottolineo il fatto che sono Bambini innocenti e indifesi, chiunque potrebbe presentarsi e dire di essere il padre o la madre, lo zio o il cugino! Per questo io pretendo di conoscere sin dal primo giorno entrambi i genitori di ogni singolo bambino che viene iscritto qui!".
" Ha perfettamente ragione!".
Su questo non posso assolutamente darle torto, anzi mi fa capire che qui i bambini sono al sicuro.
" Ho ragione, sì! Eppure lei continua a mandare qui gente dal volto sconosciuto a portare via Hope! Aspetto una spiegazione..." dice autoritaria.
Non mi resta che dire ogni cosa e mettere in chiaro la situazione.
" Vede... Rai, il padre che le ho presentato, non è il vero padre di Hope..." inizio con voce tremolante.
Raccontare queste cose mi mette sempre in agitazione: quante volte e a quante persone dovrò ancora spiegarle!? Ogni volta è una tortura per i miei nervi. " Invece, il ragazzo che si è presentato oggi, beh... lui è il vero padre, ma questo la bambina non lo sa... per questo motivo non l'ha riconosciuto come tale!".
Finito il mio discorso, lei assume un'espressione stupita, come quella di chi fatica a credere a quanto appena detto.
Sposta gli occhi da un punto all'altro del tavolino, come se stesse cercando le parole giuste da dire.
" Fin dall'inizio, quando si è presentata qui, ho notato la sua giovane età. E questo mi aveva fatto capire che lei ha avuto una figlia molto presto, diciamo quando era a scuola, dico bene?".
Perchè mi ripetono tutti le stesse cose: giovane madre con una figlia, equivale a dire ragazza madre, rimasta incinta al liceo per uno stupido errore.
Sono cose che ancora oggi, a distanza di anni, fanno male e mi feriscono, nonostante questa sia la verità.
" E' vero...".
" Una giovane madre che ha dovuto affrontare non pochi problemi immagino, per via del padre, della famiglia, della scuola... so come funzionano queste cose! Prima di dirigere questo asilo ero a capo di un liceo e capitavano molto spesso episodi come questi: ragazze rimaste incinta, in seguito a rapporti con i compagni o fidanzati che poi, al momento della rivelazione della gravidanza, le hanno abbandonate senza scrupoli...".
Questa donna sembra già avere tutte le risposte, infatti è come se stesse raccontando la mia vita, cercando di fare un discorso generale.
Continuo a osservarla perdendomi in molti spiacevoli ricordi e sento le tempie stringersi e un nodo alla gola. " E alla fine, a pagare le conseguenze sono proprio i bambini...".
Anche questo è vero...
" Visto che le cose stanno così, per questa volta chiuderò un occhio! Io non so cosa lei faccia nella sua vita privata, ma Hope sta vivendo una situazione familiare un po' particolare, le cui conseguenze potrebbero rivelarsi in seguito! E' ancora piccola, quindi il mio consiglio è cercare di renderle le cose più facili...".
" Lei ha perfettamente ragione, ma io sto iniziando per gradi e le posso assicurare che non succederà mai più una cosa simile!" cerco di assicurare convincente.
" Va bene,tuttavia da domani in poi. la bambina dovrà essere portata e ritirata esclusivamente da lei, perchè chiunque si presenterà, riceverà una porta chiusa in faccia, la avverto!" esclama con tono leggermente minaccioso.
Grandioso... proprio in questo periodo in cui non ho un attimo di pace!
Tuttavia, mi vedo costretta ad accettare per non creare ulteriori problemi.
" D'accordo!" rispondo alzandomi "Mi dispiace per quello che è successo! Passo più tardi a ritirare mia figlia!".
" Sia più responsabile, una madre ha sempre da imparare, ricordi! Arrivederla!" mi raccomanda saggiamente per poi condurmi alla porta.

Da non credere!
E' riuscito a mettermi in imbarazzo davanti alla preside e ALle maestre di mia figlia, incredibile e imperdonabile!
Io non lo capisco: prima si tira indietro, poi si fa avanti, per poi, alla prima difficoltà lasciare perdere e infine si rifà avanti, facendo di testa sua?
Non ragiona, crede di poter avere tutto e fare come cavolo gli pare!?
Questa storia deve finire, una volta per tutte!
Infatti sto raggiungendo a grandi passi l'azienda in cui lavora: perchè avvisarlo? lui non l'ha fatto, dopotutto.
Ecco l'edificio.
Spero solo che sia qui...


Ricordi Anya? 
Regola numero 1:
 Non incontrare Kai da sola,
 in assenza di Hope!








**************************









Sono appena uscito dall'ascensore, ma vengo fermato da un collega che sembra voler dirmi qualcosa.
" Kai, hai ricevuto quei documenti che ho consegnato alla tua segretaria?".
" Documenti?" chiedo stranito.
" Sì, glieli ho consegnati ieri pomeriggio, e mi aveva assicur...".
Mentre lui continua a parlare i miei occhi vengono catturati dall'arrivo di una giovane figura femminile appena entrata nell'edificio e che si appresta a raggiungere l'ascensore, prima che si chiudano le sue porte.
" Allora, li leggerai?".
Che cosa ci fa lei qui?
" Kai mi stai ascoltando?".
Cazzo, sarà venuta sicuramente per insultarmi per via di quello che è successo.
" Non t'interessa?". 
Questo che continua a parlare sta per ricevere un pugno in faccia.
" Cosa?" chiedo infastidito,
" I documenti!"
" Ok ok, li leggerò, ora ho fretta, devo andare!" mi congedo evasivo.
" Ma non stavi per uscire?" domanda stranito, vedendomi raggiungere di nuovo l'ascensore.
" Ho dimenticato una cosa..." spiego frettolosamente.
E così, aperte le porte, rientro in ascensore per salire di nuovo nel mio ufficio.
Sono proprio curioso di sentire cosa ha da dirmi: adoro quando s'incazza.




Sei appena entrata in territorio nemico, Sarizawa.



 


***************************









" Cosa vuol dire che è appena uscito?".
" Hiwatari è uscito proprio un attimo fa, tra qualche minuto ha un'importante riunione" spiega la segretaria.
Mi osservo intorno, non sapendo cosa fare.
" E quando tornerà?" chiedo sperando in una risposta positiva.
" Beh in genere non... aspetti! E' appena tornato, guardi!" mi dice invitandomi a guardare nelle direzione dove il suo dito punta.
Sbarro gli occhi prima di voltarmi, sentendo un rumore di passi provenire da dietro le mie spalle.
" Sarizawa..." mi richiama con un tono che mi fa pentire di essere venuta.
Stringo denti e pugni prima di voltarmi e osservare la sua faccia che tanto detesto.
Ed ancora più detestabile è il sorrisetto beffardo che vedo dipinto sul suo volto in questo istante.
" Mi cercavi?".
" Sì..." rispondo stringendo i pugni.
Sentirsi dire queste cose lo soddisfa: come non avrei voluto dirlo.
" La signorina chiedeva con insistenza di vederla, ma ho spiegato che è già impegnato quindi..." interviene la segretaria, che già odio per il fatto di avere usato quel "con insistenza": ma chi ha chiesto il suo intervento?
" Addirittura con insistenza..." sussurra tra sè e sè.
" Hiwatari, sai benissimo di cosa voglio parlarti, quindi non perdiamo tempo!" affermo con tono alterato.
" Seguimi...". Con un cenno di capo mi invita a seguirlo nel suo ufficio.
" Ma Signor Hiwatari, la riunione..."
" Dì che non posso!" le ordina con fare schivo,per poi chiudere la porta, dopo essere entrati.
Faccio qualche passo avanti e mi ritrovo al centro dell'ufficio guardandomi intorno, ma uno strano rumore mi coglie di sorpresa.
Posso giurare di avere sentito una porta chiudersi a chiave.
Mi volto verso di lui che sembra tranquillo e sereno, con la sua solita espressione altezzosa.
Forse è stata la mia immaginazione... Anya, calmati e respira: devi affrontarlo.
" Accomodati..." mi invita dopo essersi seduto.
Sotto il suo sguardo compiaciuto mi avvio alla poltrona posta di fronte a lui e sedutami, lo fisso severamente.
" Come diamine ti è venuto in mente di fare una cosa simile?" sibilo a denti stretti.
" Volevo solo andare a prendere mia figlia..." spiega evasivo e portando gli occhi al cielo " ...ma quella preside ha fatto un sacco di storie per nulla!".
" Un sacco di storie per nulla?? Una persona sconosciuta va a prendere mia figlia e credevi veramente che te l'avrebbero affidata??" esclamo incrementando sempre di più il tono di voce.
" Sconosciuta... io non sono una persona sconosciuta, Sarizawa! Sono il padre... non ricordi?" chiede pungente.
Allora non capisce!
" Ma questo le persone non possono saperlo..." spiego calcando ogni signola parola.
" Forse perchè tu vai presentando il cinese in qualità di padre, non ti pare?" dice lui, imitando il mio modo di parlare.
" Forse perchè tu non esistevi fino a qualche mese fa, ricordi??" continuo spostandomi sempre più avanti col viso.
" E quindi hai pensato di rimpiazzarmi col cinese..." conclude soddisfatto appoggiando la schiena alla poltrona.
" Sei proprio un idiota, non si riesce a parlare seriamente con te!  Ma se tu stesso hai detto, al parcheggio, la sera della recita, che non ti sarebbe importato più niente!" asserisco stringendo un pugno sul tavolo.
" Oh certo, chissà perchè?? Non facevi altro che trovare un difetto sempre in tutto quello che facevo!" ribatte lui.
" Forse perchè non ne hai fatta una, una signola cosa, giusta! Ti presenti dopo un'ora!".
" Che ti costa apprezzare uno sforzo!".
" Sforzo? Dedicare del tempo alla figlia lo reputi uno sforzo, un sacrificio, povero! Dove sei stato in questi anni?? Io mi sono sempre occupata di MIA figlia, e non mi sono MAI lamentata!!".
La situazione sta degenerando. Le nostre voci sembrano quasi fare eco per tutta la stanza, i nostri sguardi sono terribili e l'aria che si respira qui dentro è decisamente carica di tensione.
" Ci credo, ma pensa se non ci fosse stato il cinese accanto a te!".
" Ce l'avrei fatta ugualmente!" rispondo alzandomi di scatto fisandolo ostile negli occhi.
Seguono alcuni secondi di silenzio.
" Beh adesso ci sono anch'io e mia figlia deve saperlo" afferma serio.
" Tu non sei una persona normale! Meglio andare via prima che la situazione degeneri ancora di più" concludo amareggiata voltando i tacchi e dirigendomi verso la porta che...non posso crederci: è chiusa veramente a chiave, dunque non era stata la mia immaginazione.
Lui ha veramente chiuso la porta a chiave.
Dove cazzo è la chiave.
Emetto un sospiro e mi volto minacciosa verso di lui, che mi osserva da lontano, seduto lì, oltre la scrivania, con un sorriso soddisfatto.
" Hai chiuso la porta a chiave?".
" Io? No, deve essersi incastrata" si giustifica con finta innocenza.
" Kai, non è divertente..." gli faccio intendere senza giri di parole.
" Ti assicuro che da questa prospettiva è molto divertente!" risponde divertito.
Le mani cominciano a tremarmi e lentamente mi avvicino a lui.
" Kai, questi tuoi stupidi scherzi sono infantili, non credi?".
" Ma funzionano sempre...".
" Funzionano un corno! Kai, dammi la chiave!" gli ordino portando una mano avanti.
Lui cosa fa?
Inizia a dondolarsi sulla sua poltrona con fare divertito.
" Kai, dammi la chiave, dove l'hai messa??" ripeto ancora una volta e sempre con più rabbia.
" Vuoi... proprio saperlo?" domanda malizioso.
Non posso crederci, è semplicemente assurdo. 
Questo dovrebbe chiamarsi sequestro di persona, rapimento: Dio che nervi!
" Basta, lo scherzo è finito!" affermo alterata puntandogli un dito minaccioso.
Lui, sempre con un espressione superficiale, osserva la mia mano in modo strano.
" Quindi ... vi sposate..." inizia a dire, come a voler svariare il discorso.
A questa domanda ritiro la mia mano, quella in cui tengo l'anello di fidanzamento, con fare intimorito.
" Sì, e allora??" domando acida.
" E allora... " si alza in piedi lentamente "... quando?".
Cosa potrebbe mai fregargliene?
" Il più presto possibile!" rispondo in modo secco.
Si allontana dalla scrivania, percorrendo metà del suo perimentro con un dito fino ad arrivare vicino a me.
Mi sento così strana.
Il cuore mi batte all'impazzata.
La verità è che ho paura, paura di lui.
Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, quando mi sono ritrovata bloccata dentro la sua auto e mi sono fatta sedurre come una stupida.
Adesso sono nel suo ufficio, chiusa dentro e lui si sta compartando esattamente allo stesso modo di allora.
Faccio un passo indietro, intimorita.
" Kai, dammi la chiave, ho fretta, devo andare via... a lavoro,,," lo supplico con voce tremolante.
" Questo vuol dire che ritornerete in Cina, giusto?" domanda investigativo.
" Si, certo... non resteremo qui!"
" E mia figlia? Dove starà?" chiede, facendo un passo avanti verso di me, che, a mia volta, indietreggio.
Che cosa significa?
" Con me, naturalmente!".
" Con te e... con lui!" aggiunge infastidito.
" Mi sembra ovvio!".
" E come farò per vederla? Eh,Sarizawa? Non hai pensato a questo?".
Perchè avrei dovuto, non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello.
" Beh..."
" Stai fuggendo, ammettilo" dice avanzando ancora.
" Io devo vivere la mia vita, non ho intenzione di fuggire..." spiego, indietreggiando e trovandomi con le spalle al muro.
Mi sento in trappola.
E il cuore mi sobbalza non appena lui poggia la sua mano al muro, dicendomi...
" So cosa vuoi fare, non vuoi dirle che sono io il vero padre!"
" Io ci sto provando, ma cosa dovrei fare?eh?".
La mia paura aumenta non appena entrambe le sue mani si poggiano sul muro, come a volermi intrappolare.
Deglutisco, mentre il suo viso si ferma a pochi centrimetri dal mio.
Che cosa ha intenzione di fare?
" Non partire..." rivela in un sussurro.
Questa frase riesce a pietrificarmi.
Ma che cosa sta dicendo?
" Co-cosa?" dico con un filo di voce tremolante.
" Resta qui... con la bambina..." ripete con tono basso, guardandomi intensamente negli occhi.
Non può dire sul serio...
" Io ... io... perchè mai?" domando alterata cercando di indietreggiare con la testa, anche se è impossibile.
" Perchè in questo modo non avremo problemi..."
" Ascolta, io partirò e dei tuoi problemi non mi importa proprio niente!".
" Ok, vuoi partire? Fallo, ma..." lascia in sospeso il discorso.
Ma cosa? 
" Ma...?" chiedo perplessa.
" Ma la bambina resta con me...".
Al pronunciare di questa frase il cuore e il respiro mi si bloccano e gli occhi si spalancano increduli.
" Tu... tu... che cosa stai dicendo??" domando alterata.
" Mi costringi a fare una cosa che non vorrei!" 
Non sta per dire quello che sto pensando vero?? Sarebbe semplicemente...assurdo.
" Cioè...?" dico intimorita.
" Cioè... mi costringi a chiedere l'affidamento di Hope...".
Affidamento...
...di Hope!
Hope dovrebbe essere affidata a lui?
Ma secondo quale principio??
" Tu ... tu non hai proprio nessun diritto su di lei!!" esclamo in preda alla rabbia.
" A no? E Rai che diritto avrebbe? Sappiamo benissimo come stanno le cose!" dice sorridendo beffardamente.
" Tu non puoi farmi questo!" dico quasi in lacrime e spingendolo più lontano per liberarmi.
" E tu non puoi portarmela via..." conclude afferrando il mio polso con decisione.
" Sei tu che non l'hai voluta fin dall'inizio, non ti fai schifo per questo??" grido a pochi centimentri dal suo volto.
" Questo non cambia le cose! Se tu parti io non la rivedrò più, di chi sarà la colpa?? Quindi se parti, lei resterà con me... a meno che..."
A meno che cosa??
Rimango in silenzio, col fiato sospeso ad attendere le sue parole.
" A meno che... tu non riesca a provare che lei non è mia figlia..."
Bastardo!
Stringo i denti fissando con disprezzo il suo volto impassibile.
" Avrei tanto voluto che non lo fosse!" mi limito a dire, tenendo ben stretti i denti e cercando di non far sgorgare quelle lacrime che lottano per uscire.
La sua espressione cambia, diventa contorta, come se queste parole lo avessero turbato.
Ci fissiamo con odio per altri secondi, dopodichè abbandona poco delicatamente il mio polso ed estrae dalla sua tasca dei jeans una chiave porgendomela con fare scocciato.
La afferro senza esitare e mi avvio verso la porta, cercando di regolarizzare il respiro che per un attimo è venuto a mancarmi.
" Sarizawa..." mi richiama facendomi voltare di scatto.
Mi osserva freddo e serio, rimanendo immobile nella sua posizione, come me, che attendo una sua risposta.
" Resta qui, non è una minaccia ma un consiglio! In caso contrario... Beh, comincia a cercarti una avvocato..." conclude con tono acido, per poi tornare alla sua scrivania.
Un avvocato?
Non può dire sul serio.
Il sangue mi si ribolle nel cervello e la rabbia cresce a dismisura, ma l'unica cosa che riesco a fare è uscire e chiudere violentemente la porta del suo ufficio, facendo anche spaventare la segretaria che mi osserva perplessa mentre di furia mi avvio all'ascensore.


Dovrei cercarmi un avvocato?
Vorrebbe l'affidamento della bambina?
Quale giudice affidarebbe una bambina ad Hiwatari?
Solo un matto potrebbe fare una cosa simile!
Lui non può avere nessun diritto su di lei.
Non siamo sposati, non siamo mai stati insieme, noi ... lui non è nessuno!!
L'ha abbandonata ancora prima di nascere, non l'ha mai considerata e adesso vorrebbe addirittura fare il padre??
Io non posso crederci!
Lui non può farlo... non deve!!
Minaccia di togliermi la bambina se decido di partire e se non parto dovrò costringere Rai a rimanere qui!
Vuole incastrarmi, ancora una volta.
Non so come andrà a finire, ma di una cosa sono sicura:
Lui non avrà mia figlia.
Io non mi separerò mai da lei!




















Ciao popolo di EFP ^_^
Rieccomi.
Come mi ha detto Silmeria, ultimamente sono troppo veloce nell'aggiornare o.o boh 
Comunque questa volta mi sono presa un pochino di tempo per riflettere u-u
Come vi avevo detto nel precedente episodio, i casini cominciano più o meno adesso.
Kai ne combina un altra delle sue.
Dopo avere scoperto che Anya partirà per la Cina, non appena si sposerà con Rai, in lui cresce la paura(?) di perdere la figlia ( quando mai l'ha avuta?? <-<) e così...
decide di riallacciare i rapporti con la figlia , senza però avvisare Anya, e si presenta all'asilo in qualità di padre.
La preside s'incacchia, perchè si vede spuntare uomini diversi ( eccheuomini) a prendere questa dolce fanciulla.
Anya s'infuria ( come sempre) e decide di andare a trovare papino Hiwatari.
Come sempre questi due hanno un'accesa discussione che finisce male.
Kai vorrebbe tenersi Hope, nel caso Anya dovesse decidere di partire.
Dunque, io mi sono informata per la questione dell'affidamento e mi hanno detto che Rai non ha nessun diritto, ovviamente, e Kai purtroppo ne ha.
Quindi sto cercando di attenermi alla legge ( poi non so come funziona in Giappone... ma dettagli v-v)
Che cosa ne pensate?
Come è stato scritto? (sinceramente non mi convince tanto, ma ditemi voi).
Fatemi sapere mi raccomando ç_ç

Ringrazio e saluto come sempre tutti i lettori e recensori, e anche una lettrice che ha deciso di seguire questa storia ( ciao Elisa , saluta con la manina*).







Qui ho provato a disegnare Anya XD
In realtà non ho mai avuto una immagine di lei e non l'ho mai descritta, quindi ho provato a disegnarla.
So che qui è felice, ma per ora non lo è affatto e lo sapete benissimo XD


Grazie a chi a letto ^O^ bye bye 






   
 
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