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Autore: Just Izzy    17/08/2014    6 recensioni
"Bene... Vi starete chiedendo perché queste cassette siano arrivate proprio a voi. Semplicissimo, siete una delle tredici ragioni del mio suicidio. Non allarmatevi, nulla di grave. Ogni volta che vi vedrete vi guarderete in cagnesco e poi vi imbarazzerete perché siete colpevoli anche voi e chissà cosa avrà sentito l’altra persona su di voi. Nulla di personale."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Traccia quarta.

Al primo bicchiere mi chiedo cosa diamine stia facendo.

Al secondo bicchiere mi chiedo se io stia davvero diventando come Harry.

Al terzo bicchiere mi chiedo come tutto quest' alcool e questo star male possano piacere alla gente.

Al quarto bicchiere mi precipito in bagno e vomito tutto.

Odio l'alcool.

Odio la sbronza.

Odio lo "sballo" che sembra farti sentire prima, apparentemente, ingannevole.

Odio il vomito che viene dopo.

Ma questo odio credo sia nato perché io non riesco a reggere l'alcool e non perché l'alcool faccia tanto schifo.

E perché ha completamente rovinato mia sorella Harry. E poi odio le persone che si sbronzano per dimenticare i problemi. Come se questi non si ripresentassero la mattina dopo, a braccetto con una bella emicrania.

Certo, anche io ho bevuto qualche volta. Il giorno prima di partire per l'Afghanistan, per esempio. Anche se, a essere onesti, non ho proprio bevuto io, ma ho visto alcuni miei compagni bere.

Io dovevo restare sobrio, lucido o nessuno avrebbe potuto riaccompagnarli a casa.

Certo, ho bevuto qualcosa.

Un bicchierino o meno, nulla di più, giusto per provare.

Penso che fosse per la paura, paura di morire. Visto che la vita è una sola, avevo deciso di provare il suddetto alcool, forse perché pensavo che l'alcool si dovesse provare almeno una volta nella vita.

Oh mio Dio se ero sfigato.

In ogni caso le mie ginocchia sono ancora appoggiate a questo maledetto pavimento duro, freddo, di marmo e le mie braccia continuano ad abbracciare la ceramica del water.

Continuo a rimettere.

Non ho idea del perché io stia rimettendo, adesso.

Ho smaltito tutto l'alcool che avevo in corpo... Perché il mio corpo continua ad espellere sostanze?

Dio è tutto così strano. Un tempo pensavo di conoscere tutto sulla medicina.

Come mi sbagliavo.

Dopo quasi trenta minuti passati a vomitare, riesco a rialzarmi. Sono senza forze, ma devo continuare. Ne ho bisogno.

Rimetto le cuffie e premo PLAY.

PLAY.

Oh, Irene. Probabilmente sto per metterti in grave pericolo dichiarando la tua sopravvivenza. Ma non ricordi? Ti ho salvata! Hai anche detto che saresti sempre stata in debito con me.

Mmh ... Non è del tutto vero. Dovete sapere che io e John avevamo un caso importante tra le mani, prima del caso del Mastino. Avevamo raggiunto una pista piuttosto promettente. Sono partito per 3 giorni. Ho raggiunto la signorina Adler e le ho chiesto se la "pista Moriarty" fosse una giusta pista, le ho chiesto se lei fosse coinvolta nel piano di Moriarty.

"Signor Holmes ... Davvero crede che io le direi tutto ciò che so su Jim Moriarty? La facevo più ... brillante." mi rispose rischiando di far morire una persona innocente.

Insomma, il suo debito non è stato rispettato. Arrivato a casa sua voleva persino ... Abusare di me, credo si dica così. Sono riuscito ad evitarlo per mia fortuna. Quindi non fidatevi di Irene, è solo una viscida, schifosa vipera che vuole sfruttarvi per i suoi scopi.

PAUSE.

No.

Non posso credere che Irene, sì, proprio Irene Adler volesse ... abusare di Sherlock. In verità non immaginavo nemmeno fosse viva. È ... Disgustoso.

Giuro su Dio che gliela farò pagare. Fece già soffrire Sherlock, non succederà di nuovo. Non rimanendo impunita.

Mi viene da piangere se penso che quando partì pensai fosse per rimanere da solo. Nemmeno sono andato a cercarlo. Non l'ho nemmeno aiutato.

PLAY.

 

Probabilmente se la dolce Irene mi avesse detto fin da subito gli scopi, i piani, di Moriarty io non sarei qui a registrare questo mio ... "Testamento".

Cara Irene, non ti saresti dovuta sforzare tanto, avresti dovuto solo annuire o scuotere la testa. A me sarebbe bastato quello, il resto lo avrei dedotto da solo.

In ogni caso ho detto a qualcuno la tua posizione attuale, verrà a cercarti sicuramente.

Ora, dov'eravamo rimasti? Molly, per piacere, smettila di piangere.

PAUSE.

Mi stropiccio gli occhi. Sono fermo davanti la porta del bagno. Ritorno indietro con la traccia per curiosità. Voglio sentire se c'era davvero Molly con lui.

Se lo ha aiutato a registrare questa cosa, se ha pianto veramente, se lei è stata l'unica persona capace di aiutarlo.

PLAY.

Ora dov'eravamo rimasti?

 

Mi concentro su quel poco di silenzio che c'è e riesco a distinguere qualche singhiozzo. Sgrano gli occhi.

 

 Molly, per piacere, smettila di piangere. Continui a ricordarmi il mio triste destino, davvero, smettila. Sei anche un po’ ... Snervante. No, adesso non piangere ancora di più. Per favore. Ho bisogno di una Molly forte, non di una Molly in lacrime. Tieni qua, asciugati gli occhi.

PAUSE.

 

Spalanco la porta, pronto a scoprire, pronto ad andare da Molly.

So dove abita, quindi se non la troverò al Bart's, benché notte fonda, andrò a casa sua.

Quando guardo il locale, la scena che mi si presenta è raccapricciante.

Le sedie, se prima erano posizionate in un ordine quasi maniacale, adesso sono rivoltate e sparse per il salone. Il bancone è sporco di birra e alcolici.

Mi sporgo e vedo che il barista è stato stordito, credo con una bottiglia rotta.

Non c'è nessuno degli uomini che prima erano dentro il salone.

Se prima la luce illuminava le pareti rosse, adesso va ad intermittenza. Se volessi, potrei giocare alle ombre cinesi.

Mi dirigo fuori, in silenzio.

Mi stringo nel giubbotto, le mani in tasca e mi incammino. Ha smesso anche di piovere. Non mi ci vuole molto per arrivare al Bart's.

Con sorpresa, la luce dell'obitorio è accesa. Entro nell'ospedale e salgo velocemente le scale. Quando entro, la scena che mi si presenta davanti agli occhi è terribile.

Molly ha un fazzoletto, credo stia per uscire dato che è avvolta nella sciarpa e non ha il camice bianco, singhiozza ad intermittenza.

Sta osservando qualcosa ma non vedo bene cosa sia. Mi avvicino e lei appena sente i passi subito si volta.

-John?- mi dice mentre riprende compostezza e si asciuga le lacrime. -Cosa ci fai, qui?- chiede. Ma poi vede l' iPod e io non ho bisogno di spiegare. -Oh... È già arrivato a te?- mi domanda, sempre gentilmente.

Guardo a terra e annuisco.

-Perché stavi piangendo?- le chiedo avvicinandomi.

-Ho dovuto riconoscere due corpi ...- mi dice girandosi a guardarli.

Il primo è il corpo di Jim Moriarty. Poi vedo il secondo ...

-Oh mio Dio, She...- non riesco a terminare il nome che mi porto una mano alla bocca e comincio ad indietreggiare.

-John ... So come ci si sente ...- comincia ma io scuoto la testa e comincio a singhiozzare.

-Quando avete registrato questa ... Questa cosa?- le chiedo con astio.

Lei mi guarda, ha lo sguardo dolce.

-Il giorno prima della Caduta. Lui era triste quando pensava non lo vedessi. Io lo avevo capito subito ... Mi spiace- mi risponde giocando con le estremità della sciarpa, piange.

Molly mi mette una mano sulla spalla e mi abbraccia.

 -Mi spiace John ... Lui aveva detto di non parlarne a nessuno. Aveva detto "Molly, credo di star per morire ..." e da lì mi ha chiesto di aiutarlo a registrare questa ... Cosa. Non si sentiva a suo agio con il registratore- ride appena.

Sorrido pensando a Sherlock.

-Immagino ...- sussurro.

-Mi ha chiesto di prendermi cura di te, John. Sapeva che non saresti riuscito ad andare avanti da solo- mi dice poggiando una mano sulla spalla, solidale.

-Sempre il solito ...- ridacchio - Mi manca, Molly- gli dico affondando le mani nei ricci di Sherlock. Dannazione, mi sento una specie di profanatore di tombe.

Ma Molly non muove un dito quindi credo si possa fare.

-Lo so ... Mi ha detto che ti amava- mi dice, il tono si fa un po’ più freddo.

-Lo amavo anche io- rispondo, guardandola amareggiata.

Non vedo quasi nulla, le lacrime mi annebbiano la visuale.

Sposto lo sguardo su Jim. I capelli sono perfettamente tirati all'indietro, gli occhi sono già chiusi, sul volto ha ancora una specie di sorrisetto, ma è bianco come un cencio.

-Sembrava un bravo ragazzo quando l'ho conosciuto- esordisce Molly, avvicinandosi a Jim. -Era anche bellissimo ... Peccato ...-

La guardo, sorridendo appena. Molly lancia un'occhiata all'orologio e batte le mani producendo un suono ovattato attutito dai guanti.

Guanti e sciarpa sono abbinati, hanno la stessa fantasia di colori e forme ricamati sopra.

-Bè ... Si è fatto tardi. Molti sospetterebbero se vedessero l'obitorio ancora accesso. Sarà meglio andare- chiude Jim e mi guarda

 -Vuoi salutarlo, di nuovo?- mi dice guardandomi negli occhi. Annuisco e mi avvicino a Sherlock. O meglio, al suo corpo, rigido, bianco, freddo.

-Una volta ... Una volta mi hai detto che non eri un eroe ... Alcune volte non sembravi nemmeno un umano ma ... Lascia che ti dica una cosa: tu eri l'uomo migliore che io abbia mai conosciuto e nessuno riuscirà a convincermi che mi hai detto una bugia, ecco. Ero molto solo e ho avuto bisogno di te molto più di quanto tu creda. C'è solo un'ultima cosa ... Un ultimo miracolo Sherlock. Non essere morto. Per me. Smettila, smettila con questa farsa. Io credo ancora in te. Ti amo Sherlock- comincio a singhiozzare, passando freneticamente la mano tra i suoi capelli e Molly con un gesto secco richiude tutto.

Ci precipitiamo fuori e c'è un freddo pungente.

-John ... Credo sia meglio che tu ... ritorni a casa. Smettila, davvero. Salta tutte le tracce, arriva alla tua, torna a casa e non pensarci mai più- mi dice Molly mettendosi i guanti di lana.

-Non posso ... È ... È un mio compito. Io devo onorare la memoria di Sherlock. Devo sapere. Cerca di capire- la guardo supplichevole mentre lei mi getta le braccia al collo in un abbraccio caloroso e mi batte le mani sulla schiena in maniera solidale.

-Ti ammiro davvero tanto, John- mi dice mentre si ricompone e mi lascia andare. Io vado da un lato e lei da un altro.

Riprendo l' iPod e premo di nuovo PLAY.

PLAY.

Victor Trevor ... Ben tornato Vic. Non sarà per nulla allegro, ci tengo a precisarlo.

Non che ci sia stato qualcosa di allegro.

 

A differenza di tutti gli altri, di questo 'Victor Trevor' ne ho sentito parlare una volta sola. Era uno dei suoi amici più intimi dell' Università. Ma non capisco, a distanza di anni, come lui abbia ancora contribuito al suo suicidio.

Bè, non sarà allegro per voi, ma per me lo sarà parecchio.

 

Batte le mani e le strofina, poi ci soffia sopra. Faceva freddo anche quel giorno, a quanto pare.

PAUSE.

 

Note dell’ Autrice.

Hola, mi spiace per il ritardo ma non sapevo come andare avanti e la mia beta si è presa le sue meritate vacanze, quindi mi sono presa una pausa.

Anyway, se riesco, Mercoledì arriverà un altro capitolo. E nulla, spero il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio voi che seguite e vi premunite a recensire, siete veramente delle cutie

With so much love,

BAZINGAA!

  
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