Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Perceptions    18/08/2014    0 recensioni
Chiodo schiaccia chiodo. Hai un problema, tenti di eliminarlo occultandolo. Con una persona è finita male, sei ancora preso, cerchi dunque qualcun altro con cui distrarti e cercare di dimenticare la prima.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi ha fatto del male.”

Voglio dimenticarlo.”

Devo dimenticarla.”

Non lo voglio più nella mia vita.”

La detesto.”

 

Vorrei solo poter star di nuovo bene.”

 

La gente pecca di presunzione nel pensare di poter dimenticare una persona in un istante, quasi possedesse una bacchetta magica e bastasse agitarla per eliminare una persona e tutti i ricordi a questa collegati. Dimenticare una persona è difficile, e ammetterlo è il primo passo: dimenticare significa procedere per un iter lungo e deleterio, doloroso, durante il quale si pensa “Mi manca, forse non dovrei dimenticarlo/a”, e si ritorna sui propri passi, e si fanno errori, e poi si ritorna e si sta di nuovo male. Dimenticare significare sradicare una persona importante da sé stessi, quasi come un intervento chirurgico, un dolore propedeutico ad un bene futuro; non immediato, ma garantito.

Dimenticare è necessario per star bene, ed è necessario mettere in discussione tutta la propria vita per farlo, il cadere in una questione in sospeso è un rischio sempre lì, in agguato, e nulla logora le persone più di una questione in sospeso: un legame invisibile, omesso, occultato, eppure presente come il filo di una ragnatela, dotato di una resistenza tale da poterci strozzare e toglierci il fiato e lasciarci in quello stato di agonia in cui manca l'ossigeno, lo cerchi incessantemente, ma gli occhi riescono ad osservare quella merda di vita e realtà in cui sei costretto a vivere.

Pecchiamo di presunzione nel pensare che basti semplicemente non pronunciare un nome, cancellarne il numero di cellulare, i messaggi, buttare i regali, le lettere, dimenticare i baci, le carezze. Vivremo in un'illusione di serenità, con una falce che pende sul collo.

 

 

Chiodo schiaccia chiodo. Hai un problema, tenti di eliminarlo occultandolo. Con una persona è finita male, sei ancora preso, cerchi dunque qualcun altro con cui distrarti e cercare di dimenticare la prima. È questo che ho fatto, sopravvalutandomi e reputandomi una persona con una maturità emotiva tale da poter gestire una situazione al di sopra delle mie capacità, evidentemente.

Ero ancora con la mente a quel bacio rubato, quel bacio ricambiato ma con quell'incertezza che ti lascia il dubbio, uno di quei baci da “Non ci rivedremo mai più”, solo che in quel momento non l'ho capito, e l'epifania è giunta l'ultimo giorno. E difatti fu così, non lo rividi mai più, e ancora ora se ci penso ripenso solo alla sua risata, mista ad una fusione tra rassegnazione e odio.

Ci si rialza eh, ci si rialza, ma quando la vita ti prende a pugni, e i pugni son sempre più frequenti, e più forti, e tu ad ogni pugno cadi e ti rialzi, più debole ma ti rialzi, e diventa dura, e alla fine non hai più voglia di rialzarti. Comunque ce l'ho fatta, incerto, indeciso, stanco, ma mi sono rialzato, con l'intento di reagire e non ricevere il pugno successivo.

 

A reagire ho reagito, ma è stato darsi un pugno nello stomaco da solo. Quella sera, e per le sere dopo, ho baciato e ho scopato e sono stato bene, perchè in fondo eravamo due persone sole, e stare soli insieme ci fa stare meglio. E in quei abbracci, in quei baci, in quel dormire insieme, pelle contro pelle, a sentir il ritmo serafico del suo respiro, io stavo bene, e avrei voluto restarci per sempre. Ed è lì che è scattato il pugno, perchè una scopata rimane una scopata, specialmente se “C'è l'estate, non voglio nulla”. E quindi mi son colpito, come un coglione, perchè in fondo la vita è bastarda e meschina e non ha bisogno di intervenire quando per la disperazione ci si rovina l'esistenza da soli.

Lui partì, ricordo quell'ultimo bacio, e quello sguardo da “Forse ci rivedremo”, e in me quel forse cominciò a crescere e a mettere radici nel mio cuore.

 

Perchè in fondo essere soli è trovare un appiglio, debole o forte che sia, con il vuoto sotto di te, ed una sfida contro il destino nello scoprire se cadrai o no.

Penso di essere caduto.

 

Con i suoi giochetti mi ha ucciso. Con quelle frasi che lasciano intendere, con quelle parole dette e non dette per cui ti ripeti “Non ci credere” ma in fondo ci credi, e finisci per crederci. “Solo poco più di un mese”, mi ripetevo, non si doveva aspettare tanto. E poi, eccolo, il pugno, ancora.

 

“Non sono più sicuro di volerti rivedere.”

 

E a primo impatto non senti il dolore, rimasi in piedi, lì, fiero, pensando di riuscire a resistere. Poi caddi, assieme al mio mondo di certezze ed illusioni. E tutto fu più rado, le sue parole, fino al nulla.

E nient'altro che il nulla.

 

Sono le 3:00 del 10 Agosto, sento la sabbia sotto di me e guardando quella luna, che occulta le stelle con la sua luce, ripenso a tutto questo. E uno dopo l'altro riemergono i fallimenti, uno dopo l'altro, e il bilancio è “Il problema sono io”.

Ogni frase con del significato, ogni gesto, ogni persona mi scorre in mente e pesa come il rimpianto di un bacio non dato.

E nel silenzio di quella spiaggia, con gli altri a dormire, continuavo a pensare, e avrei voluto piangere con la luna, sfogarmi con lei, gridare, ma Leopardi insegna che non serve a nulla. Continuai a fissare la luna, e il fumo di quella sigaretta che svolazzava in aria con un ordine ed un'eleganza criptici e segreti.

Passarono 5 minuti, mi spogliai, e corsi in acqua, e mi abbandonai, continuando a fissar la luna, e non pensano a nulla più. Solo io, l'acqua e la luna, dimenticando i miei fallimenti che sarebbero tornati a tormentarmi non molto dopo, ma in quel momento dovevo riprendere fiato e prepararmi al pugno successivo, e la vita sa essere sadicamente clemente, e mi permise di riprendere fiato.
Aspetto l'ennesimo pugno.

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Perceptions