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Autore: Sathys    19/08/2014    2 recensioni
Quante ribellioni ne contiene una sola?
Quante persone dovranno soffrire o morire pur di salvarne altre? Chi, invece, vivrà?
Quanto può essere forte l'amore, l'amicizia o la famiglia, difronte alla distruzione?
Se leggere della ribellione della Ragazza di Fuoco non vi ha stancato, dovreste voler sapere anche cosa accadeva dietro le quinte, sia nei distretti, sia in capitale, sia nel Tredici. Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ok allora... se non si era capito nel capitolo precedente, Niamh fa la prostituta insieme a Finnick (la felicità). Comunque... ecco i nuovi volti.
Mirum (23 anni)
Violet (20 anni e immaginatela con i capelli viola e gli occhi dorati)
Lucas (23 anni e immaginatelo con i capelli lunghi e gli occhi sempre dorati)
Jack (18 anni)
Light Steiner (23 anni)

Axel (20 anni)
 

Violet Gorge - Capitol City
Non mi volto nemmeno a guardare chi sia il ragazzo al mio fianco perché so che vedrei solo uno scheletro intento a fumare sigarette alla liquirizia. Non è più diventato nient'altro da quando Jack è morto nell'arena. Non è più nemmeno il mio capo visto che adesso prestiamo entrambi servizio in Capitale. Il treno è stato l'unico viaggio di sola andata per tutti e tre. 
L'odore del fumo mi secca la gola e quando mi alzo l'unica cosa che sento coprirmi la schiena sono i miei capelli viola. 
I miei piedi mi portano automaticamente verso il bagno dove le mie mani si allungano per prendere un elastico e fare una crocchia ben tirata. Sospiro quando vedo la mia ricrescita rossa che tenta di riprendere il suo posto tra i capelli che ho cercato di nascondere. Da quando Lucas, mio fratello, si è dimostrato una persona orribile e meschina, quei capelli sono diventati un marchio, un marchio che non voglio sulla mia testa. 
Rido, non curandomi del fatto che Mirum possa sentirmi, ripensando ai miei genitori. Mia madre vincitrice dei giochi, mio padre pacificatore, sposatosi dopo che gli avevano dovuto amputare una gamba e non avrebbe più potuto collaborare a nulla. 
Una bella coppia, senza dubbio. La classica coppia fatta a posta per il Distretto Due. Infondo è lì che dovrei essere adesso, con la mia adorata sorellina vincitrice anche lei, Ryen Gorge, e con mio fratello. 
Invece dopo aver accompagnato il ragazzo del mio amico a morire, sono dovuta andare a lavorare sotto il comando di Light Steiner. Non che mi stesse antipatico, ma avrei voluto collaborare di più con Mirum, come nel Sette, invece di allenare anche i ragazzi della Water Zone
Così, mentre Mirum andava in giro per la Capitale a cercare di stanare qualche ribelle e a deprimersi sempre di più, io dovevo allenare dei ragazzini zombie per prepararli ad un attacco da parte del Distretto 13. Erano tutti ex tributi, risultati morti, ma graziati per le loro abilità, e quindi salvati dall'arena. 
Avevo pregato Light per far si che Jack si salvasse, per mandarlo , in quel posto disumano ma dove almeno avrebbe potuto vivere se non si fosse rifiutato di combattere. 
Quando alla cornucopia c'è stato il bagno di sangue, io e Mirum eravamo in servizio in una piazza, a osservare i maxi schermi che avevano montato per quegli spocchiosi abitanti di Capitol City. C'erano anche Light e suo fratello Lawrence, che osservavano attenti ogni singola mossa, probabilmente per vedere chi avrebbero potuto graziare. Ma quando la spada di Cato aveva colpito Jack su un fianco, lui era caduto a terra, immobile
Non avevo avuto il coraggio di voltarmi verso Mirum, così girai la testa verso il mio capo, che a sua volta, l'aveva scossa. 
Mi ero sentita un'idiota. Avevo insistito tanto per dare una seconda possibilità a quel ragazzino e non era riuscito a durare un secondo di più dopo il bagno di sangue. Ucciso, tra l'altro, dal tributo a cui mia sorella faceva da mentore. 
Avevo stretto i pugni regolarizzando il respiro ma quando mi ero voltata verso il mio collega, lui era scomparso. 
Più volte avrei voluto usare la mia pistola sugli abitanti rimprofumati della capitale quando incitavano con foga i favoriti del mio distretto, o dell'Uno o del Quattro, mentre il resto dei tributi cadeva inerme a terra uno ad uno.
Esco dal bagno dopo almeno un'ora, dopo essermi lavata e vestita con abiti da palestra per andare al mio secondo lavoro.
Mirum è in piedi, in cucina, davanti alla finestra intento a fumarsi l'ennesima sigaretta. Quando si volta mi squadra, come ogni giorno e pronuncia le stesse parole che ripete ogni mattina, pomeriggio, sera, da quando viviamo insieme nella Capitale, fingendo di essere una coppia normale solo per non farci vendere da Snow, perchè sappiamo entrambi di essere piuttosto appetibili, proprio come i miei fratelli, dal momento che non si lascia sfuggire nessuno che possa tornargli utile, nemmeno un pacificatore -Torna a casa.
Sorrido scuotendo la testa -A dopo Black.- lo saluto pronunciando il suo nome da pacificatore. Io non ne ho uno, nessun mio famigliare ne aveva mai scelto uno a dirla tutta. Io ero Violet, ovunque andassi e qualsiasi cosa facessi. E per fortuna, perché non oso nemmeno immaginarmi come possano chiamare il mio caro fratellino pacificatore mentre si fa letteralmente scopare da altre persone. 
Quando salgo in auto mi viene da pensare che Snow mi risparmia solo perché alleno i suoi amati tributi per diventare macchine da guerra, mentre Mirum, bé, lui è orfano, non avrebbe niente a cui appigliarsi come scusante. Anche perché l'unica cosa che avrebbe potuto usare per ricattarlo, adesso era morta, e di questo purtroppo, ne avevo la certezza. 
Mi lascio sfuggire un sospiro mentre tiro il freno a mano, dopo aver parcheggiato l'auto ben lontana da dove si trova l'ingresso principale. 
Rimango lì dentro a osservare il via vai di persone, chi bizzarre chi meno, sul lungomare della Capitale perché sì, la Water Zone, si trova sott'acqua. Mi chiedo se tutte queste persone sappiano cosa accade sotto di loro. Si saranno chiesti mai cosa provano le famiglie dei tributi che loro tanto acclamano quando sono costretti a vedere il loro figlio, o fratello, uccidere o venire ucciso? 
Sicuramente no, ma sono certa che se sapessero che alcuni sono vivi e ce l'hanno con loro, perché sono sicura anche del fatto che molti ex-tributi che alleno facciano solo finta di dare ragione agli ideali che gli impongono, inzierebbero ad odiare anche loro i giochi. 
"Che gli imponete" mi ricorda una vocina fastidiosa nella mia testa e al momento non ho nemmeno la forza di scacciarla perché so che ha ragione. Anche io ho puntato la pistola contro la tempia di molti ragazzi, alcuni che facevano persino parte del mio vecchio distretto, per costringerli ad allenarsi fino allo sfinimento, per poi ricominciare il giorno dopo. 
Solo un ragazzo sembrava non fregarsene realmente di come lo trattavamo, o di come io lo trattavo. Si chiamava Axel, aveva la mia stessa età e veniva dal mio stesso distretto. Non nego che ci aveva provato con me più volte quando eravamo, praticamente, vivi entrambi e adesso le sue avace non si fermavano. 
Era morto due edizioni fa, per mano di una rossa, dopo che gli aveva reciso i capelli. Quando lo avevo visto, ero ancora all'accademia, non potevo sapere che lui non era morto in realtà, e un po' avevo anche quasi goduto nell'immaginarmi in quella ragazzina del Tre, mentre rifiutavo per l'ennesima volta la sua richiesta di un appuntamento.
Sarebbe uscito da quell'inferno tra qualche settimana, per diventare un pacificatore speciale, così li chiamiamo. Ogni volta che li vedevi, anche se era meglio sperare di non notarli visto che se c'erano potevi considerare la tua vita finita, indossavano una tuta nera a differenza della mia che era tutta bianca, e non toglievano mai il casco, per non farsi riconoscere dalle persone.
Vivevano tutti in un palazzo ultra tecnologico dove avevano ogni genere di lusso, per compensare quello che gli era mancato nella Water Zone, ma non potevano uscire mai se non per prestare servizio. Cosa che ultimamente era accaduta spesso per le rivolte che iniziavano ad esserci nei distretti.
Mi chiedo se Axel avrebbe voluto vivere con me tra qualche settimana, o almeno avermi per una notte intera invece che per qualche ora in uno stanzino mentre entrambi eravamo attenti a non farci beccare dal momento che avrebbero ucciso anche me. Però lui è bravo e, mi dispiace dirlo, da quando Jack è morto è l'alternativa migliore che ho a Mirum. Non mi piace fare sesso occasionale e Axel ci mette molto più sentimento, se così si può dire. Forse lui mi desidera davvero.
Un tonfo contro l'auto mi risveglia dal mio stato di trance e scaccia via il sorriso ebete che si era formato sul mio volto mentre lasciavo fluire il corso dei miei pensieri. 
Apro lo sportello e scendo dalla macchina mentre vado sul retro a vedere cosa sia successo.
Un ragazzo biondo, sicuramente tinto considerando che sembra un mio coetaneo, è steso a terra mentre si tiene la testa dolorante. I suoi abiti sono quelli di un capitolino anche se da come sono abbinati, non sembra sia proprio un esperto di moda. Qualsiasi stilista avrebbe gridato -Quelle scarpe verdi con i pantaloni rossi fanno veramente schifo!- rido porgendogli la mano dopo aver constatato che non posso fare la stronza sempre e comunque contro qualsiasi capitolino mi si pari davanti -Notte brava?- domando sarcasticamente mentre lui fa leva sulla mia mano per rialzarsi. Non è proprio un peso piuma considerando tutti gli addominali che si intravedono da sotto la maglia gialla, ma per fortuna i miei muscoli non cedono.
-Grazie...- borbotta passandosi una mano tra i capelli. Il suo sguardo è rivolto sulla mia auto e sbuffo nell'osservare la targa a terra. 
-Grandioso.- alzo gli occhi al cielo -Di un po' quanto stai di fuori per andare a sbattere contro un'auto immobile, eh?- domando innervosita mentre mi abbasso a recuperare la targa.
Quando rialzo la testa i miei occhi vengono attratti dai suoi. Sono troppo blu per essere naturali ma chiunque sia stato il suo estestita deve aver fatto davvero un buon lavoro. 
Lui sembra impallidire leggermente quando guarda i miei e mi chiedo il perché. Il color oro va di moda in capitale, anche se i miei occhi erano del tutto naturali, un altro vanto della mia famiglia.  
Scuote la testa prima di parlare e si volta a osservare qualcosa alle sue spalle. Quando mi affaccio vedo una chioma rossa su un corpo completamente bianco svanire dietro un angolo e non ci metto molto a capire chi sia.
-M-mi spiace.- balbetta lui mordendosi il labbro -M-mi hanno spinto e...-
Gli faccio cenno con la mano di non dire altro. Sembra piuttosto mal messo in effetti quindi non mi rimane difficile credergli -Sì... mio fratello è piuttosto violento. Peccato che sia una pacificatrice anche io ed è meglio se sparisci dalla mia vista adesso.- sentenzio incrociando le braccia al petto. Non voglio chiedergli perché mio fratello se la sia presa così tanto con lui per farmi un dispetto che sembra appartenere ad un bambino di tre anni piuttosto che a un ragazzo di ventitrè. Lucas sa che tengo parecchio alla mia auto.
Il biondo rimane fermo e immobile per qualche istante e mi basta inarcare un sopracciglio e pronunciare un -Allora?- per farlo correre via.
Sbuffo mettendendo la targa dentro l'auto per poi chiuderla e dirigermi a passo svelto verso la Water Zone, sperando di arrivare in orario.
---
 
Ok anche il secondo capitolo è andato. Sì, ci sono due Zone, La Water e la Earth. 
La Water Zone appartiene a Light Steiner, il capo pacificatore, ed è disumana a livelli inenarrabili, 
dove non si risparmiano minacce, frustate e colpi di pistola contro gli ex tributi che si ribellano.
La Earth Zone invecce appartiene al fratello maggiore Lawrence ed è quella dove i ragazzi sono allenati più mentalmente che fisicamente, anche se il combattimento non viene comunque sottovalutato. E' più umana, se così si può dire, e la grande differenza consiste nel far uscire gli ex tributi, ovviamente rendendoli irriconoscibili, e dargli i permesso di girare liberi in Capitale una volta che hanno raggiunto una mentalità, e non un'età, idonea, e cioè, quando avranno capito che non conviene ribellarsi. Quando dovranno però prestare servizio per difendere Capitol City da una futura ribellione (che sappiamo tutti accadrà tra poco) dovranno essere pronti a lasciare ogni cosa e rimettersi a fare i soldati. Se si rifiuteranno verrano ovviamente uccisi.
Chi lavora per la Water, non sa dell'esistenza della Earth e viceversa (tranne i due fratelli e poche altre persone), poiché si creerebbe troppo caos.
Spero di essere stata chiara.
Ci vediamo al prossimo capitolo!
P.S.
Quando ho detto che le Zone appartengono ai due fratelli Steiner, bé... non è proprio così, soprattutto nel caso di Light. Non vi dico altro sennò spoilero troppo.
P.P.S
Se mi lasciate una recensioncina non è che mi dispiacca...

 
  
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