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Autore: Sebs    22/08/2014    2 recensioni
Orphan Black AU!High School
Delphine e Alison, migliori amiche, incontrano delle persone molto singolari: Delphine si imbatte in una ragazza con gli occhiali che la fa sentire rinata; Alison ritrova il suo vecchio amico, Felix, che ora ha due sorellastre. La cosa strana? Sia la ragazza con gli occhiali, Cosima, che le sorellastre di Felix, Sarah ed Helena, sono del tutto identiche ad Alison. Che mistero si nasconde dietro quei quattro visi così simili?
[Cosima/Delphine; Sarah/Cal; Alison/Donnie; Alison/Beth]
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alison Hendrix, Cosima Niehaus, Delphine Cormier, Helena, Sarah Manning
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Se Helena non riusciva a trovare un suo posto nella mensa, Sarah lo  trovò subito.
Sentì una voce in particolare che si distingueva mentre era in fila con Alison, Donnie, Delphine e Felix. Helena era andata a prendere qualcosa alle macchinette, e questa voce chiamava Vicious.
Sarah iniziò a scrutare la folla, ed ecco chi stava gridando: Cresta Jerm agitava le braccia come un ossesso, e le andò incontro.
-Vieni a pranzare con noi?
-Noi, tu e Capellone Cal?
Alison scoppiò a ridere. -Cal Morrison? Lo hai rinominato Capellone Cal! Sarah, sei un genio.
Sarah guardò male anche Alison, e spostò lo sguardo su Fee. Lui fece gesto con il vassoio di andare.
-Ci vediamo, okay?
Seguì Cresta Jerm al tavolo e ci trovò anche un altro paio di ragazzi e ragazze.
-Gente, lei è Sarah Manning, bassista del trio Vicious-Cresta-Capellone.
-Spero lo cambieremo, prima o poi -aggiunse Sarah.
Gli altri ridacchiarono. Cal era a capotavola e fissava il tavolo.
-Che gli è successo?
-Non gli esce... non mi ricordo neanche che canzone.
-Questi sono i suoi problemi?
Jerm scosse le spalle. -Così mi ha detto.
-Che ne dici se saltiamo la prossima ora e suoniamo un po'?
Jerm alzò le sopracciglia, sorpreso dall'idea. -Ehi, Cal! Saltiamo le ultime due ore e andiamo alla classe di musica?
-Dovremmo controllare che sia libera...
-Sarah ha ragione. Vado e vengo subito. Cercate di non scannarvi, nel frattempo.
Jerm si alzò e Sarah iniziò a spiluccare nel piatto. Non era granché come carne. Il giorno dopo avrebbe seguito Helena alle macchinette.
-Che canzone non ti esce?
-Non mi dire che gli credi.
-Perché gli hai mentito, allora?
-Perché, non so se lo hai notato, ma è un mezzo idiota.
-Beh, non merita certo le tue bugie. Sei proprio uno str...
-Un cosa? Andatevene voi due a provare, visto che andate d'amore e d'accordo.
Si alzò e si allontanò dal tavolo.
All'entrata della mensa trovò Jerm, che, tutto contento, quasi non si accorse di aver incrociato il suo amico.
-La sala è libera... Ma Cal?
-Non ne ho idea. Ha iniziato a biascicare ed è andato via.
Jerm alzò le spalle. -Ci raggiungerà dopo, tranquilla.
 
Delphine controllò il cellulare, seppellito sotto strati di fogli che avevano distribuito nelle varie lezioni.
-Allora, Fee... -aveva iniziato Alison. -Sta arrivando Halloween, e papà mi ha dato l'ok per una festa in maschera. Vero che aiuterai me e Delphine?
Delphine sorrise, e abbassò gli occhi sullo schermo luminoso.
Una chiamata persa, da Cosima.
Sentì un colpo allo stomaco, e poi si precipitò tra i messaggi ricevuti.
"Salut, Delphine! Volevo chiamarti, ma poi mi sono ricordata che forse era un po' presto (noi mangiamo all'una e trenta, e faccio pausa a quell'ora). Posso telefonarti stasera?"
Erano le due. Magari stava ancora in pausa. Tentar non nuoce, si disse Delphine, e corse fuori dicendo che doveva fare una cosa importante.
Schiacciò lo schermo per avviare la chiamata e Cosima rispose.
-Wow, è stato veloce!
-La nostra pausa inizia alle due p.m., quindi...
-Che fortuna! Comunque... Volevo chiederti se ti andava di uscire. Con me. Una sera di queste. Se non hai da fare...
-Certo! Ne sarei davvero felice. Andiamo a cena, o al cinema...
-Cinema. E poi una pizza, magari...
-Perché no! Quando ti è comodo?
Sentì parlare dall'altro capo, voci sommesse. -Devo andare. Ti richiamo, okay?
Click.
Delphine si sentì confusa.
Era una semplice uscita da amiche. Ma avrebbero fatto cose che Alison aveva fatto con Donnie, come lei le aveva raccontato in ogni dettaglio.
Tornò in mensa, e Alison la tirò vicina a sé.
-Era un ragazzo, vero?  Sei tutta rossa!
Nel caso fosse stato un appuntamento vero, si sarebbe dovuta vestire a modo. E Ali era l'unica a cui potesse chiedere.
-Ehm... Sì.
-Oh! Un appuntamento?
Annuì.
-Quando? Dobbiamo prepararci!
Ali iniziò a stendere una lista di cose da fare, quando arrivò un messaggio di Cosima.
"Dopodomani?"
"Perfetto", pensò Delphine, rispondendole.
 
Cresta Jerm era una di quelle persone che non facevano altro che parlare e parlare e parlare, ed era capace di spaziare in molti argomenti diversi nello spazio di una stessa frase.
-Hai la chiave?
Jerm si diede un colpo sulla fronte. -Torno subito!
Iniziò a correre prima che Sarah potesse dirgli che sapeva scassinare una porta.
Prese due forcine (totalmente inutili nei suoi capelli leggermente mossi) e si inginocchiò. Quando infilò le forcine non sentì niente, così provò ad aprire la porta.
Si aprì, e sentì cantare.
 
"But you saw no fault, no cracks in my heart
And you knelt beside my hope torn apart

But the ghosts that we knew will flicker from view
We'll live a long life

So give me hope in the darkness that I will see the light
'Cause oh that gave me such a fright
But I will hold as long as you like
Just promise me we'll be alright" *
 
Cal alzò la testa, e voltandosi, trovò Sarah con la bocca aperta.
-Ehm, scusa. Credevo fosse vuota.
-E si sarebbe aperta così facilmente?
Sarah alzò la mano dove teneva le forcine.
-Sono preparata ad ogni evenienza.
Si avvicinò, e lui iniziò a pizzicare qualche corda.
-Non ascolti solo Nirvana, allora.
-A quanto pare.
-Era aperta, vero? Che idiota!
-Jerm, vieni. Suoniamo qualcosa.
Quando finirono di suonare, Jerm incrociò le braccia e chiese a Sarah di raccontare qualcosa di sé.
-Sei carina, e punk, e misteriosa. Non credi che dovremmo sapere qualcosa di te, se suoniamo insieme?
-Neanche io so niente di voi.
-Una domanda ciascuno, allora.
-Bene... Inizia pure.
-Vieni dall'Inghilterra, vero?
-Già. Ma, dimmi, se non volessi rispondere?
-Già che ci siete fate obbligo o verità. Se dovete comportarvi come delle tredicenni.
-Bene! Se non volessi rispondere, sarà obbligo.
-Ok, Jerm. Vai avanti.
-Sei figlia unica? Perché somigli un casino ad Alison Turner.
-No, ho una gemella, ma Ali è mia cugina.
-Figo, vero, Cal?
-Mmmh...
-Tua sorella è anche punk? Perché se lo è ci darebbe una mano...
-No, non lo è. Quando arriva il mio turno di domande?
-Con Jerm? Mai.
-Lo hai fatto anche a lui?
-Non ce n'è bisogno. Siamo cresciuti insieme.
Sarah annuì. -Ora capisco.
-Capisci cosa? -dissero, quasi in coro.
-Questo. O come fate a sopportarvi, visto che siete tanto diversi.
Scrollarono le spalle e distolsero gli occhi.
-Uhm, senti qui. Hai il ragazzo?
-Mi sono appena trasferita!
-Non è una risposta.
-No, non ce l'ho.
-E in Inghilterra?
-No, non te lo dirò.
-Ma non vale.
-Tu ce l'hai la ragazza?
Jerm fece il gesto di sigillare le labbra.
-Allora obbligo. La prossima tinta della cresta sarà... Arancione. Ma l'arancione che ti farò io.
Cal sorrise.
-Bene, neanche il mio uomo mi difende -disse Jerm, incrociando le braccia in modo palesemente offeso e finto. -Un obbligo per entrambi, allora.
-Io non sono il tuo uomo, Jerm.
-Bene, se ti senti tradito nella tua mascolinità, e visto che tu non vuoi dirmi come si chiama il tuo bel ragazzo inglese, dovrete baciarvi. Qui, adesso.
-Jerm, non credi di esagerare?
Jerm si alzò in piedi. -Codardo! Cal, sei un codardo!
-No, tu sei un cretino.
-E voi siete due piccioncini. Se non c'è niente, non c'è niente. Ma odio quelle occhiatine che vi lanciate. Tra un po' sarà una settimana che Sarah è qui, e tu non fai altro che fare lo stronzo come quando...
Cal si lanciò a tappare la bocca di Jerm. -Stare un po' zitto, ogni tanto? Lo farò se a Sarah non dispiace.
-Oh, no. Ormai dovete.
Guardarono Sarah, che rideva, seduta sul pavimento a gambe incrociate.
-Tradirò il mio ragazzo, ma non posso essere una codarda, no?
-Avanti, che mi ringrazierete!
Cal si inginocchiò davanti a Sarah, che non fece in tempo ad alzarsi.
Cal si inumidì un po' le labbra, e Sarah prese il suo viso, cogliendolo di sorpresa.
Cal la attirò a sé, riprendendosi dalla sorpresa.
Jerm iniziò a contare i secondi, pensando al fatto che era il terzo incomodo, fatto che non aveva considerato prima.
Sarah aveva spostato le mani sul collo di Cal, mentre le sue tenevano i capelli di lei e il suo viso. Sarah pensò che non aveva fatto caso a quanto erano grandi quelle mani.
Quando Jerm si schiarì la gola per la seconda volta, si staccarono.
Sarah si morse il labro inferiore, e Cal trovò carino quel gesto, timido. Strano, per una come Sarah.
-Abbiamo pagato il nostro debito -disse lei, alzandosi e uscendo dalla stanza, un attimo prima che suonasse la campana.
-Non ringraziarmi, amico -ridacchiò Jerm, mettendo al loro posto le chitarre.
Cal si passò una mano tra i capelli, tirandoli indietro, e, appena fu lasciato solo, sorrise.




* "Ghosts We Knew", by Mumford & Sons
  
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