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Autore: Kaiyoko Hyorin    23/08/2014    2 recensioni
[Estratto dal primo capitolo]
Non fece in tempo a realizzare quell'unico fugace pensiero che ella si accorse di avere i suoi occhi scuri puntati addosso, cosa che ne aumentò drasticamente la soggezione che provava nei suoi confronti ed a stento riuscì a impedirsi di sussultare nuovamente, preda di un imbarazzo senza pari.
“P-perché mi fissa in quel modo?!”
[Fine Estratto]
Era iniziato come un lavoretto di revisione e invece mi sono ritrovata a stravolgere completamente la trama, creando qualcosa di nuovo ed inaspettato! Ad oggi è l'opera più lunga che abbia scritto e spero che il risultato sia valso lo sforzo, augurandomi che risulti comunque una lettura gradevole, a prescindere! Vi auguro una buona lettura!
Attenzione: aggiunto OOC per il cambiamento caratteriale a cui i personaggi vanno incontro nel corso dell'intera storia, in accordo con la trama, senza comunque arrivare ad uno "stravolgimento" nel vero senso della parola; quindi non spaventatevi!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unione d'affari'
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4. Una preghiera nella notte


Erano di nuovo tutti a tavola per consumare il pranzo, cosa non da poco visti gli impegni di lavoro del presidente. Tuttavia quel giorno doveva essere capitato qualcosa di particolare che aveva indotto il signor Hiwatari a far accomodare lei e il figlio l'uno accanto all'altra.
Yukiko aveva fatto appena in tempo a risistemare l'anello di attacco di Night prima che Shu la andasse a chiamare, e così aveva fatto il suo ingresso nella sala da pranzo con gli stessi abiti che aveva indossato quel mattino. Personalmente avrebbe preferito cambiarsi, non del tutto convinta di poter ignorare l'impressione avrebbe fatto al padrone di casa.
Tempo prima si era arrischiata a far spazio a quel suo lato di sé, ma i risultati erano stati tutto meno che positivi. Era questo che l'aveva convinta a non comportarsi più con così tanta leggerezza. Non che in effetti il parere del presidente dell'Organizzazione Hiwatari le importasse. In effetti, forse la cosa questa volta avrebbe potuto andare a suo favore, mandando a monte l'affare.
Non fu così, per l'appunto.
Nonostante l'espressione interrogativa e un po' indispettita del padrone di casa, l'aveva invitata ad accomodarsi accanto a Kei e aveva intrapreso una sorta di monologo che era durato sino a metà pasto. Gli era anche scappato detto qualcosa riguardo a quanto si somigliassero, ma l'argomento era stato interrotto da un deciso colpo di tosse del dranzerblader, palesemente seccato.
La cosa fu fonte di un certo divertimento da parte della mora, la quale faticò a non esternarlo e dovette abbassare lo sguardo sul piatto per riuscirci.
– Bene, è giunto il momento che vi informi sulla vostra situazione... – quelle poche parole furono sufficienti per calamitare l'attenzione di entrambi i blader sul capofamiglia degli Hiwatari, il quale con la massima educazione aveva appena posato la forchetta accanto al piatto vuoto – Purtroppo fra pochi giorni dovrò assentarmi per un viaggio d’affari molto importante e starò via per diverso tempo. Con me verranno anche la maggior parte dei nostri domestici.
A quell'affermazione, la ragazza alzò di scatto la testa, spalancando gli occhi verdi.
Significa che saremo praticamente da soli…” A quel pensiero, non riuscì ad evitarsi di arrossire.
– Per quanto tempo? – si informò, esitante.
– Non lo so ancora… probabilmente qualche mese – Rispose lui, senza fare una piega, prima di zittirsi e soffermarsi a squadrare i due ragazzi.
Yukiko aveva sgranato gli occhi e poi era avvampata, mentre il figlio, Kei, non aveva avuto alcuna reazione: aveva semplicemente smesso di mangiare in favore di un'immobilità assoluta che perdurò per diversi secondi.
– Bene… fai un buon viaggio – disse quest’ultimo freddamente, prima di sollevarsi di nuovo in piedi e, senza un'altra parola, uscire dalla stanza.
– Mi scusi, ma mi è passato l’appetito… – Fece a quel punto la ragazza, non riuscendo a sopportare quel silenzio. La situazione si stava facendo a dir poco critica.
S'alzò a sua volta, impacciata e rigida, guadagnando in fretta la porta.


– Sembrano proprio fatti l’uno per l’altra – si azzardò a commentare una delle cameriere a basso tono, piuttosto divertita.
Un divertimento che colse anche il padrone di casa a quel pensiero, mentre in silenzio si gustava il suo dolce alla vaniglia.


Roba da matti!” stava pensando fra sé e sé la ragazza mentre saliva le scale “Scommetto che è tutto architettato.. e probabilmente c'è pure lo zampino di quella disgraziata!” si disse, riferendosi a sua madre. Ce la vedeva fin troppo bene a complottare con il padre di Kei purtroppo, un altro soggetto non proprio rassicurante. Doveva trattarsi di una caratteristica peculiare delle persone d'affari.
Raggiunta la propria stanza aprì la porta senza degnar di uno sguardo all'ambiente circostante, prima di varcarla. Doveva restare calma. In fin dei conti quella casa era enorme, potevano tranquillamente ridurre i contatti al minimo indispensabile.
Sì, avrebbe fatto così.
Si era appena mossa verso il letto quando si accorse che in effetti quello era tutto meno che il suo letto. Inarcando un sopracciglio si guardò meglio intorno, constatando di non essere affatto nella propria stanza. Questa era arredata meno sontuosamente, con un ampio letto matrimoniale con la testiera in ferro battuto e due comodini ai lati. L'armadio dall'altro capo della parete la ricopriva quasi del tutto, ma era stato lasciato uno spazio per il televisore, più grande di quello nella sua stanza.
Quel piccolo particolare le fece inarcare un sopracciglio e arricciare le labbra con una certa contrarietà. Cavolo, avrebbero anche potuto assegnarle quella di stanza!
Con un sospiro si lasciò ricadere sull'ampio letto. L'ambiente era stato arieggiato da poco e la porta-finestra era ancora socchiusa a lasciar entrare una lieve brezza. Non le sarebbe dispiaciuto restare lì per un po', decise. Aveva bisogno di un po' di semplicità, ma soprattutto di quiete, e non le dispiaceva l'idea che quella cameriera non la disturbasse.
Abbozzò un sorrisetto sornione alla prospettiva di far un po' impazzire la servitù, la quale per un motivo o per l'altro non le era mai troppo distante. Un po' di solitudine era proprio quel che ci voleva.
Erano questi i suoi pensieri mentre si crogiolava su quel materasso, rilassandosi.
Sul punto di addormentarsi, preda di un sonno dovuto alla notte non perfettamente tranquilla che aveva trascorso, fece appena in tempo a constatare che il cuscino aveva proprio un buon odore.


Kei aveva avvertito il bisogno di confrontarsi con un'amica.
Non rammentava nessuna occasione che avesse spinto suo padre a portarsi dietro la servitù se non quando partivano per una vacanza. Probabilmente era tutta opera di un piano ben strutturato di quel vecchio bastardo.
Di ritorno dal luogo dell'incontro si premurò di non farsi vedere nel rientrare da una delle finestre sul retro, salendo in fretta le scale che l'avrebbero condotto al piano superiore. Soltanto una volta raggiunto il corridoio si rilassò abbastanza da procedere a passo più tranquillo, ficcandosi le mani in tasca mentre ancora era intento a rimuginare sulla situazione.
Passando davanti alla camera di Yukiko lanciò alla porta un'occhiata fuggevole. In fin dei conti quella ragazza era meno noiosa di quanto lui stesso avrebbe creduto. Nella mente si formarono nuovamente le parole che gli erano state dette pochi minuti prima.
Ti sei chiesto come si senta lei?
No, non se l'era chiesto, perché avrebbe dovuto?
Se provassi a conoscerla, lo capiresti
Che sciocchezze.
Sbuffando a labbra serrate poggiò una mano sulla maniglia della propria porta, facendola ruotare sui cardini ben oliati. Tuttavia, sollevando lo sguardo dal pavimento si bloccò al centro del passaggio, sgranando gli occhi scuri in un moto di sorpresa assoluta.
Lieve il vento che filtrava dalla finestra socchiusa gonfiava le tende grigio chiaro, scivolando poi a carezzare i capelli della ragazza che giaceva sul suo letto. Yukiko. Nel suo letto.
Il suo primo impulso tuttavia non fu quello di cacciarla di peso fuori dalla sua camera e la cosa che lo confuse maggiormente fu proprio quella. Impiegò una buona manciata di secondi a distogliere lo sguardo dalla ragazza e muoversi, entrando finalmente all'interno della propria stanza e richiudendo con delicatezza la porta dietro di sé.
Soltanto poi si avvicinò in silenzio al letto, fermandovisi accanto, in piedi, a fissare la mora priva di conoscenza. Era distesa a pancia in su con le lunghe gambe in parte divaricate, una mano poggiata sul ventre e l'altro braccio sollevato sopra la testa. I lunghi capelli scuri erano sparpagliati sul cuscino, ad incorniciarle quell'espressione assolutamente rilassata che le delineava il volto. Nel sonno la felpa le era scesa da una spalla, aperta sul davanti, quasi del tutto bloccata sotto la schiena di lei e lasciando così modo al dranzerblader di avere una netta visione della linea del seno e dei suoi fianchi. Quella canottiera lasciava giusto lo stretto indispensabile all'immaginazione, tanto più a causa del fatto che le si fosse sollevata sin sopra l'ombelico, lasciandole scoperta la pelle chiara.
Per la prima volta si degnò di guardarla bene, prendendosi il proprio tempo, indisturbato. Con sorpresa tuttavia non si soffermò tanto sul suo corpo, decisamente invitante, quanto sul suo viso. Aveva le labbra leggermente schiuse, rosee e apparentemente fin troppo morbide. Il suo nasino era delicato e dritto, vagamente a punta e contribuiva a donarle un'aria un po' più infantile di quella che in realtà doveva avere. La bandana che era prima sulla fronte ora giaceva aggrovigliata fra quelle ciocche bicrome, le punte cremisi che donavano un tocco di colore a quel quadretto.
Come assorto, salì sul letto a propria volta, appoggiandosi con ambo le mani sul materasso ai lati del corpo di lei. Issandosi maggiormente, incurante di aver ancora le scarpe ma spinto più da quella sua contemplazione che da altro, posò un ginocchio fra le gambe di lei prima di scavalcarla con lo stesso. Si ritrovò infine carponi sopra la ragazza, ascoltandone il respiro regolare.
Forse la sua amica aveva ragione. Forse, se l'avesse conosciuta meglio...
Non terminò di formulare quella frase che il capo della ragazza in questione si mosse. Fu solo un vago accenno di movimento, ma questo bastò per far tendere ogni muscolo al blader, facendogli trattenere il respiro per una nuova manciata di istanti. Questo finché non si accorse del rivoletto di bava che bagnava il lato destro del mento d'ella, accostato ad un sorriso quasi ebete che le era comparso in viso.
Quella visione fu talmente inattesa e in contrasto con l'impressione che aveva avuto di lei fino al momento precedente, che lo costrinsero a smorzare sul nascere uno scoppio d'ilarità, il quale gli sgorgò come uno sbuffo divertito senza che potesse frenarsi del tutto.
Era un'espressione troppo divertente.
Evidentemente dovette farsi sfuggire qualche suono di troppo, o probabilmente furono i sussulti trasmessi al materasso attraverso le braccia tese del ragazzo a causare il risveglio della mora, perché dopo un nuovo movimento del capo iniziò a schiudere le palpebre, rivelando quei suoi incredibili occhi di smeraldo.


La ragazza schiuse appena gli occhi verdi prima di riabbassare le palpebre e prendersi la briga di stiracchiarsi i muscoli. Quando tuttavia, dopo aver deglutito i rimasugli di saliva del sonno, tornò con più presenza di spirito a sollevare le palpebre, si ritrovò ad incrociare due sorprendenti occhi dai riflessi porpora. Sbatté più volte le palpebre, irrigidendo ogni muscolo per il senso di allarme che la colse in risposta ai messaggi dei suoi sensi.
Non era un sogno.
Quegli occhi erano di Kei, fermo lì sopra di lei, e la stava fissando con un malcelato sorrisetto che gli si accentuò in volto di pari passo al rossore che percepiva farsi strada sul proprio viso.
– Ben svegliata.
– K-Kei! Che..che ci fai qui?
– Sei nella mia stanza – ribatté lui fessurizzando il proprio sguardo – Mi sembra che tu abbia trovato il mio letto piuttosto comodo... – aggiunse, con una nota di malizia.
– Non l’ho fatto apposta, mi dispiace… è che non ci ho fatto caso e… – si scusò meccanicamente Yukiko, ancora più imbarazzata ed impacciata di prima. Era così vicino che poteva distinguere ogni singolo capello argenteo che gli contornava quegli occhi sfumati di porpora. Il cuore le batteva talmente forte che era sicurissima potesse sentirlo.
– Ah sì? – fece il dranzerblader in risposta, per nulla convinto. Anche nel suo imbarazzo totale la mora poteva cogliere il profondo divertimento che si celava dietro quello sguardo carico di malizia – Io non credo che si sia trattato d'una svista... – si abbassò tanto verso di lei da arrivarle a sfiorare la punta del naso con la propria, sempre occhi negli occhi – ...certo che non credevo potessi essere una tipa tanto spudorata. Neanche il tempo al vecchio di levar le tende...
– C..c..c..co..
Yukiko era entrata nel pallone. La percezione del suo respiro sulla pelle, il suo odore, la sua voce ora più bassa e sensuale, quasi roca. Pervasa da una scarica di brividi caldi chiuse strettamente gli occhi, deglutendo nervosamente. Soltanto così riuscì a spiccicare parola.
– Ti..ti stai sbagliando – lo disse in tono talmente flebile che finì per chiedersi se lui l'avesse sentita.
Lo percepì muoversi e avvertendo di nuovo l'aria fresca sulla pelle si arrischiò a schiudere un occhio, vedendo così il dranzerblader scendere dal letto.
– Per questa volta lascerò correre – affermò con indifferenza, un tono a cui ella era decisamente più abituata, dandole la schiena. Tuttavia, subito dopo, le scoccò un'occhiata da sopra la spalla accostata ad un mezzo sorrisetto che non lasciava presagire nulla di buono. Impressione avvalorata dalle parole che seguirono, di nuovo velate di una malizia senza pari – ..ma la prossima volta non sarai tanto fortunata.
Sussultando appena Yukiko riuscì finalmente a muoversi, l'improvviso blocco dei muscoli venutole meno in uno scatto che la portò in piedi in mezzo secondo.
– S-sì! – esclamò al culmine dell'imbarazzo.
Allora la ragazza cercò di raggiungere in tutta fretta la porta che dava sul corridoio, incespicando dall'agitazione che non riusciva a scrollarsi di dosso. Percepì una leggera risata provenire dalle sue spalle ed aveva già schiuso l'anta, quando gli rivolse un'ultima occhiata, il volto ancora in fiamme.
– Ovviamente stanotte preferirei dormire da solo, se non ti dispiace..
Quell'ultima frecciatina la convinse a chiudersi la porta alle spalle, dopo aver guadagnato il corridoio con la velocità di un fulmine. Il tonfo del battente fece seguire un silenzio pervaso soltanto dal suono del suo stesso cuore, che con insistenza ancora le batteva nelle orecchie.
Tremò, preda di emozioni di una tale intensità che le erano del tutto nuove, usando quella stessa maniglia per reggersi in quella manciata di secondi di silenzio quasi assoluto.
Che cazzo era?!
Rivide davanti agli occhi ancora spalancati l'immagine della schiena del blader, in un flash che ebbe come obiettivo quello di focalizzare la scritta sulla sua maglietta.
E percepì il proprio cuore sussultare.


Nella sua camera Kei rimase in ascolto, godendosi la melodia che, appena iniziata, proveniva dalla stanza accanto piuttosto chiaramente attraverso la finestra socchiusa. Probabilmente anche la ragazza dall'altra parte della parete aveva aperto la sua porta-finestra.

How can you see into my eyes
like open doors
Leading you down into my core
where I've become so numb

Si ritrovò a distinguere una tonalità diversa in sottofondo rispetto a quella della cantante e spalancò gli occhi sul soffitto nel rendersi così conto che era Yukiko che stava cantando, talmente forte da arrivare a farsi sentire persino da lui. Si alzò dal letto sul quale s'era sdraiato con nuovo slancio e con pochi rapidi passi si avvicinò alla parete accanto al letto, spegnendo la luce.

Without a soul
my spirit's sleeping somewhere cold
until you find it there and lead it back home

Quindi si accostò alla porta-finestra, schiudendola maggiormente. La voce della ragazza era più distinguibile di poc'anzi ora, tanto che già intuì dovesse essere accanto alla finestra. Gli bastò sporgersi appena per vederla, lì in piedi su quel balcone, con il profilo rivolto alla falce di luna luminosa e le mani appoggiate sul parapetto.

Wake me up
Wake me up inside
I can't wake up
Wake me up inside
Save me
Call my name and save me from the dark

Aveva una voce limpida, eppure a metà strofa ne percepì il tremito, come se si fosse incrinata improvvisamente. Quella variazione appena accennata gli sfiorò direttamente il cuore e con un sussulto sommesso si sporse nelle tenebre quel poco chi gli bastò per distinguere un riverbero su quel viso. Sgranò gli occhi scuri il blader, avvertendo il proprio respiro venir meno.
Stava piangendo.

Wake me up
Bid my blood to run
I can't wake up
Before I come undone
Save me
Save me from the nothing I've become.

Tornò a farsi indietro, appoggiandosi con una spalla allo stipite della finestra. Non riuscì a smettere di ascoltarla esprimere il suo dolore in quel modo del tutto simile ad una preghiera, sentendosi al tempo stesso alla stregua di un ladro. Eppure non riuscì a fare altrimenti, rimanendo immobile in quella posizione sino allo scandire dell'ultima nota, lo sguardo basso, celato nell'ombra che avvolgeva gran parte di quella casa.



...continua

[ANGOLO AUTRICE]
Ve lo giuro, non è una Songfic >.<
fa tutto parte della trama, quindi non allarmatevi. Per ora non ne ho inserite altre di strofe e non so se ricapiterà mooolto più avanti, ma per ora (ho scritto parecchio fra ieri e oggi) non è così quindi tranquilli! Volevo ringraziare chi mi ha seguito così fedelmente fin'ora e mi ha recensito puntualmente nonostante siamo ancora praticamente all'inizio. Ah! Ne vedrete delle belle, ve lo posso assicurare!!!
Nel frattempo, augurandomi che anche questo capitolo non vi abbia deluso, attendo con pazienza di sapere il vostro parere!
Al prossimo aggiornamento! Muhahahahahah!!
Kaiy-chan

P.S. Allego qui in fondo il link alla canzone, approfittandone avendo trovato un video che è proprio attinente all'ambientazione! *CLICK!*
   
 
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