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Autore: EiryCrows    23/08/2014    5 recensioni
"La folla era ammassata davanti al palco e lui non riusciva a vedere chi stesse cantando.
Perchè mai il palco doveva essere così basso?
Quella voce era davvero bella, misteriosa e travolgente allo stesso tempo.
Cercò un varco, qualsiasi cosa che gli facesse vedere l'altro lato del palco, ma la calca era troppo stretta e neanche in punta di piedi riusciva a vedere qualcosa.
La sua voce si ridusse ad un sussurro nel microfono.
Doveva vederlo. Assolutamente. Così fece l'unica cosa che gli venne in mente di fare. Salì sul bancone.
Due occhi rossi come il fuoco. Le unghie smaltate di nero che correvano veloci sulla chitarra elettrica. La pelle estremamente pallida, disegnata su entrambe le braccia. I capelli corvini rasati da un lato."

[In coppia con Thunderstorm]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fionna, Gommorosa/Gumball, Marshall Lee, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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elect

~ Electricity ~


-Ti prego, ti preeeego!- Fionna sbattè più volte le palpebre, facendo una dolcissima faccia da cucciolo.
- No!- rispose Gumball, rimanendo fermo sulle sue convinzioni.
Non sarebbe andato a fare il cameriere nel locale della strega pazza solo per farla contenta!

La bionda però non desistette – E daaaaai! Lo sai che sei l'unico che lei tollera! Ti adorrrrra! -
Gumball trovò inquietante quel modo strano di arrotolare la r con la lingua. -Daiiiiiiii- tornò lei alla carica – Ha licenziato quasi tutti e oggi suona al locale una band molto conosciuta! Io e Cake non possiamo farcela da sole! - esclamò.

I validi propositi del ragazzo vacillarono un po'. Non riusciva a sopportare la faccia da cucciolo della sua migliore amica, soprattutto quando metteva il broncio come in questo caso. Ma non riusciva neanche a tollerare le avance della proprietaria dell' Ice Kingdom, un locale molto alla moda, che però lui aveva smesso di frequentare proprio perchè la proprietaria, soprannominata da tutti Ice Queen per la sua freddezza e il suo caratteraccio, l'aveva preso fastidiosamente in simpatia.

Scrollò le spalle sconfitto e la bocca di Fionna si aprì in un larghissimo sorriso, sapeva benissimo di aver vinto.

- Siii!!- esclamò prendendogli le mani e facendo un buffo balletto.
- Ehi! Calma, calma! Non ho detto si!- ma sorrise anche lui perchè in un modo o nell'altro lei riusciva sempre a convincerlo.
Sospirò.

- Chi suonerà stasera?- chiese tanto per chiedere, era sicuro infatti che loro due avessero due visioni completamente differenti di quello che si poteva definire "musica".
- I °Draugar and the King!- rispose con gli occhi che le brillavano.

Come volevasi dimostrare lui non aveva la più pallida idea di chi fossero.

- Oh Andiamo! Sarà divertente!- Fionna lo spinse per gioco e lui sorrise di rimando
- Odio rovinarti la festa, ma saremo li per lavorare! - Lei roteò gli occhi e sbuffò.
- Sarà divertente lo stesso! - Sottolineò accuratamente le parole per rimarcare il concetto, come se stesse spiegando ad un bambino dell'asilo come tenere in mano un pennarello.

Gumball cercò di ribattere ma fu interrotto dalla campanella che segnava la fine della ricreazione e che li aveva salvati da un inutile battibecco che sarebbe durato ore.

-Devo scappare in classe! A dopooo!- Fionna si allontanò ed entrò di corsa nell'edificio e lui si diresse malinconico verso la palestra. Sarebbe stato meglio se fossero stati in classe insieme, ma lei era  più piccola, quindi a meno che lui non si facesse bocciare (orrore!) essere nella stessa classe era impossibile.


Entrò e vide una serie di palloni arancioni in fila, schierati come tanti soldatini di piombo, di fronte ad un muro bianco poco lontano. Un suo compagno lo spinse – Si gioca a palla avvelenata! Preparati Prince!- e lo superò correndo.
Fantastico! Sarebbe stato preso a pallonate un'altra volta! Quanto odiava le ore di educazione fisica!

- - - - -



-Tranquillo, non si vede niente! - disse Fionna per l'ennesima volta, trascinandolo per la strada – Sei perfetto! -

Il ragazzo sospirò e s'incamminò dietro di lei, stufo di farsi trascinare. Si stavano dirigendo verso l'Ice Kingdom, dove avrebbero lavorato quella sera.
L'entrata del locale era già gremita di gente che attendeva l'orario di apertura, una moltidudine di colori e persone che non aspettavano altro che assicurarsi uno dei posti migliori.

-Wow- Gumball guardò la folla con stupore, erano tutti lì per gli Draugar?
-Te l'avevo detto che ci sarebbe stata gente! - Fionna ammiccò e lo trascino oltre la porta di servizio.

Entrarono nella sala principale, piena zeppa di tavoli sui quali poggiavano ancora le sedie, con i piedi rivolti all' insù come tante manine scheletriche.
Dall'altra parte della stanza, era stato approntato per l'occasione un palchetto.
Sul palco un biondo dai capelli corti e gli occhi azzurri stava discutendo animamente con un altro ragazzo, un po' più alto di lui, i cui capelli rossi sfidavano la gravità con l'aiuto di molto gel. Seduta su una delle grandi casse una ragazza dai  capelli corvini, incredibilmente lunghi seguiva annoiata la discussione, sbadigliando di tanto in tanto.

-Gunter! GUNTER! DOVE TI SEI CACCIATO INUTILE PINGUINO!-  la voce squillante della padrona ferì le orecchie di tutti e in un secondo tutti i presenti furono ridotti al silenzio. Era risaputo che quella donna dai capelli bianchi e il naso aquilino fosse straordinariamente strana. -GUNTER!!- urlò di nuovo, entrando nella stanzacome una furia. Si fermò davanti ai due ragazzi e rivolse loro la parola.
-Ma guarda un po' chi è tornato!- esclamò con gioia, scoccando un occhiata deliziata al giovane Gumball – Quindi oggi sarai anche uno dei miei pinguini!- battè le mani soddisfatta e guardò l'ora
-Forza! Andatevi a cambiare che aspettate! Veloci!- disse spingendoli di lato, poi avanzò nella sala. -GUNTER! SE TI PRENDO!- disse e sparì in un lampo.
Gumball guardò Fionna ed entrambi scoppiarono a ridere. I due ragazzi sul palco avevano smesso di discutere e adesso stavano assemblando gli strumenti.

Fionna fu la prima a riprendersi – Meglio darsi una mossa – suggerì – Non vorrei che ci rincorresse in questo modo! -
Gumball annuì e insieme di diressero nel retro del locale dove c'erano due stanze usate come spogliatoio.
Il ragazzo si affrettò ad indossare la sua divisa, un paio di pantaloni neri e una camicia bianca. Quando mise pure il gilet e si guardò allo specchio, non fece fatica a capire perchè quella svitata chiamava i suoi camerieri, pinguini.
Tolse il gilet sospirando. Si era dimenticato il cravattino.

 Alzò il colletto facendo passare il lungo nastrino nero. Tese l'orecchio, mentre intrecciava la stoffa del farfallino, il suono era smorzato e l'acustica davvero pessima, ma riuscì lo stesso a sentire una voce maschile che provava l'impianto audio. E non seppe perchè, rabbrividì.

Lanciò un ultima occhiata allo specchio per assicurarsi di non aver tralasciato niente. Camicia, gilet, cravattino. Adesso si che assomigliava in tutto e per tutto ad un pinguino.

Uscì dallo stanzino, trovando Fionna che lo aspettava. La divisa di lei era uguale alla sua, con la semplice differenza che lei portava una gonna al posto dei pantaloni ( le gambe erano ugualmente fasciate dalle calze bianche ) e non aveva il cravattino.
-Allora?- disse.
-Sembriamo proprio due pinguini! Però tu sei il pinguino più carino tra i due! - rispose e incassò ridendo il pugno che si abbattè sul suo braccio.

Ma le risate durarono poco, bisognava mettersi a lavorare e in fretta.
Ritornarono nella sala centrale, il palco era vuoto e Gumball si dispiacque di non essere riuscito a vedere a chi appartenesse quella splendida voce che aveva appena udito nel camerino.

In men che non si dica fu così assorto dalla marasma di compiti che quella strega gli aveva dato che non pensò più alla voce.
Mezz'ora dopo tutti i tavoli erano stati sistemati a dovere.

Le sue mansioni erano relativamente semplici, portare e prendere le ordinazioni e sparecchiare il tavolo più velocemente possibile. Già. Semplice, se non fosse per la marea di persone che si era riversata all'interno: per quattro persone sedute ce n'erano almeno dieci alzate. Era incredibile che tutta questa gente fosse venuta solo per ascoltare una band che lui non aveva mai sentito nominare.

- Un Bubblegum, un Lumpy Space Queen con limone e due Candy Kingdom, uno con molto ghiaccio – urlò alla barista per farsi sentire sopra i brusio della folla, lei annuì e velocemente iniziò a preparare i cocktails. Mise le ordinazioni sul banco e si allontanò per servire altri clienti.
-Grazie!- provò a urlarle, poi prese il vassoio e facendosi coraggio, attraversò la sala. Incrociò Fionna che sorrise e alzò il pollice, poi non riuscì più a vederla. Consegnò i drink e inizio a prendere delle nuove ordinazioni da un altro tavolo.
Era presissimo dal lavoro, riuscì però lo stesso a individuare Cake in mezzo alla folla che sgattaiolò nella sala (come sempre in ritardo! ) e prese servizio come se nulla fosse. Finamente! Forse adesso che anche lei era arrivata avrebbe avuto un po' di tregua!

- - - -
Assorto com'era dai suoi viaggi continui, dai tavoli al bar e viceversa, non si era accorto che il palco si era riempito. Se ne rese conto solo quando il brusio della folla divenne un urlo quasi isterico che non gli permeteva di sentire le ordinazioni dei clienti.

 Sbirciò verso il palchetto e notò che il ragazzo con i capelli rossi si era comodamente sistemato dietro la sua batteria e guardava la folla con un gran sorriso, la ragazza era alla sua destra, molto più avanti rispetto a lui. Si era legata i capelli con una coda alta , lasciando il collo, decorato da un collare nero con delle borchie, in bella vista. Aveva un basso rosso che teneva con una mano sola, dato che l'altra era impegnata a fare le corna. Guardava la folla, regalando al pubblico delle linguacce.
Non c'erano tracce del biondino, perciò dedusse che si trovasse nella parte centrale del palco o nella parte più a sinistra. Così come non riusciva a vedere il ragazzo biondo non riusciva neanche a vedere il cantante.
Un ragazzo ad un tavolo lo chiamò, smise di cercare di vedere il gruppo e tornò al lavoro.

Qualcuno presentò la band e la gente esplose in mille applausi e urla strepitanti. Poi di colpo udì gli strumenti emettere le prime note e il pubblico zittirsi di colpo.
Guardò l'orologio, erano già le dieci!

Si udì una chitarra stridere, seguita a ruota dal basso della ragazza e dalla batteria del rosso e un'altra chitarra, iniziare a suonare.
Il  motivo era molto allegro e faceva davvero venir voglia di scuotere la testa e ballare.

" *Well, I know a thing about contrition, becouse I got enought to spare..."

Poi la sua voce lo colpì come un uragano. Il suo cuore perse un battito e per poco non rovesciò addosso ad un cliente il suo Lady Raincorn.

" "Well I think I'm gonna burn in Hell, everybody burn in the house right now. And say, ha! What I wanna say. Tell me I am an angel. Take this to my grave.....

La folla era ammassata davanti al palco e lui non riusciva a vedere chi stesse cantando.
Perchè mai il palco doveva essere così basso?
Quella voce era davvero bella, misteriosa e travolgente allo stesso tempo.

Cercò un varco, qualsiasi cosa che gli facesse vedere l'altro lato del palco, ma la calca era troppo stretta e neanche in punta di piedi riusciva a vedere qualcosa.

La sua voce si ridusse ad un sussurro nel microfono.

Una ragazza accanto a quella che aveva appena servito gli fece cenno. Si avvicinò sospirando, per un attimo di era dimenticato di essere ancora in servizio. Solo che sembrava un sacrilegio fare una qualsiasi altra cosa che non fosse ascoltare quella voce che leggera si librava in aria espandendosi.

-Mi porti un Cinnamon Bun?- chiese la ragazza, ma lui si era distratto nuovamente.

"...And I said, ashes to ashes, we all fall down, I wanna hear you sing the praise, I said, ashes to ashes, we all fall down, we got innocence for days!"


-Ehi, dico a te!- gli sventolò una mano davanti al viso rompendo l'incanto. Si riscosse.

-Ma... certo. Un Cinnamon Bun in arrivo!-
Stavolta non fece molta fatica ad arrivare al bancone.
Appena in tempo per ascoltare la voce graffiante del cantante che riprendeva dopo un pezzo strumentale.

"...And as the blood runs down the walls, You see me creepin' up these halls., I've been a bad motherfucker, Tell your sister I'm another! Go! Go!.."

Doveva vederlo. Assolutamente. Così fece l'unica cosa che gli venne in mente di fare. Salì sul bancone.

"..Go!! And I said, say, What I wanna say. Tell me I am an angel, take this to my grave!"

Il ragazzo sollevò lo sguardo incrociando quello del giovane sul bancone, che arrossì.

"...Tell me I am a bad man, kick me like a stray. Tell me I am an angel. Take this to my grave! "

Due occhi rossi come il fuoco. Le unghie smaltate di nero che correvano veloci sulla chitarra elettrica.
La pelle estremamente pallida, disegnata su entrambe le braccia. I capelli corvini rasati da un lato.

"...Tell me I am a bad, bad, bad, man ...Tell me I am a bad, bad, bad, man....Tell me I am a bad, bad, bad, man....Tell me I am a bad, bad, bad, MAN!!! "

Sembrò sorridergli, poi riportò gli occhi sulla folla.

"So get up!
So get out!
S.I.N – I - S.I.N
!! "

Concluse.

La canzone era finita, il pubblico era in delirio.
Gumball guardò il palco ancora un istante, incredulo.
Cosa era appena successo?

-Scendi immeditamente da lì!-
- - - -

Se l'era cavata solo con una ramanzina e poi era tornato ai tavoli, non è che il suo responsabile potesse fargli molto visto che lui lavorava lì solo per quella sera.
Si sentì trafitto dagli occhi ghiaccio della proprietaria. Era quasi certo che si stesse divertendo un mondo a guardargli il sedere.

Nel frattempo, la band nella sala stava continuando ad eseguire nuovi pezzi.
E lui si rammaricò di averne perso uno per colpa della predica che si era dovuto sorbire. Ascoltò attentamente cercando di riconoscere alcune parole della canzone nel casino.
La musica era cambiata, era così diversa dalla canzone precedente, il ritmo si era fatto molto più serrato, confuso, intricato. Il ragazzo-dagli-occhi-rossi stava urlando. Poi la sua voce si spense all'improvviso, infrangendosi nel giro delle chitarre.

" **...Wait until it fades to black, ride in to the sunset, would I lie to you? Well I've got something to say..."

Ancora urla, tantissime.

"...The angels just cut out her tongue, call her black Mariah! Would I lie to you? That girl is not right in the brain! "


L'esaltazione del pubblico esplose. Gumball vide la folla agitarsi impazzita, smaniare come se fosse indemoniata!
La voce del ragazzo riprese a correre, scontrandosi con lo stridore delle chitarre. Scemò, morendo in rochi sigulti e rinacque l' attimo dopo, innalzandosi chiara tra le pareti del locale.

"..But don't stop if i fall, and don't look back. Oh baby, don't stop. Bury me and fade to black.."

Sussultò.

Quel "oh baby" era stato straordinario.  Aveva la pelle d'oca.
Non era solo per l'effetto della musica che stava sconvolgendo il suo mondo con i suoi suoni allucinati e caotici. Le urla, i sussurri. Tutto contribuiva a spezzargli il fiato.

La sua voce si spense definitivamente e le ultime note delle chitarre risuonarono limpide prima di estinguersi, portandosi via quella scarica di elettricità che l'aveva lasciato piuttosto scosso.
 
La band suonò altri pezzi ma la musica si mantenne normale. Nessun' altra follia per il resto della serata.

- - - 

Finalmente la serata era finita.
Fece un sospiro di sollievo mentre si massaggiava la schiena dolorante. Accanto a lui Fionna si stava sciogliendo i capelli, non sembrava stanca. Anzi, tutt'altro. Sembrava raggiante.
-E dunque?- si sedette sul tavolo con un salto, sventolantosi una mano a mo' di ventaglio per farsi aria.
Gumball non avrebbe mai ammesso che nonostante il lavoro iperstressante si fosse divertito. Aveva seguito con attenzione l'intero concerto e si era ritrovato a canticchiare tra sè e sè qualche parola. Non era il suo genere ma... qualla voce l'aveva veramente stregato.
-Passabile!- esclamò e rise quando Fionna gli diede il solito pugno di scherno.

Il locale ormai era quasi vuoto. Si era svuotato rapidamente dopo il concerto e adesso quasi tutti i tavoli erano sgombri, sia di stoviglie che di persone. Fatta eccezione per pochi avventori e per i componenti del gruppo che si erano trovati un posto per riposarsi e adesso stavano scherzando ad alta voce.
-Vado io!- dichiarò Fionna, alzandosi di scatto, quando la ragazza cercò qualcuno dei camerieri. In men che non si dica li raggiunse.
Gumball scosse la testa chiedendosi come facesse quella pazza a trovare l'energia necessaria.
Poi ridacchiò osservando il batterista flirtare apertamente con la sua amica, che di certo ricambiava a giudicare dal continuo sbattere delle sue lunghe ciglia.
Guardò meglio il tavolo. Il ragazzo-dagli-occhi-rossi non era seduto con loro. Al suo posto c'era una sedia libera così insignificante.
Ma dopo tutto non erano affari suoi.
Sospirò e iniziò a sparecchiare l'ennesimo tavolo, impilò i bicchieri e li portò al bancone.

-Posso avere un posacenere?-

Sobbalzò riconoscendo al volo in quella voce la stessa del cantante, anche se aveva solo parlato, quel timbro rauco era perfettamente riconoscibile . Si girò di scatto, trovandosi il ragazzo-dagli-occhi-rossi davanti, con una sigaretta stretta tra le labbra. Delle labbra davvero belle.

Peccato che avesse indossato una camicia. Voleva vedere i tatuaggi sulle sue braccia. 
Forse anche i muscoli.

Gli allungò il posacenere e lui ci buttò dentro la cicca.
Poi si rivolse alla barista -Un Vampire King – ordinò.

-Tu non bevi?- chiese al giovane che aveva di fianco. Gumball scosse la testa e l'altro sorrise.

Ci si poteva perdere in quel sorriso. E i due caninni leggermente allungati non sembravano stonare affatto, anzi rendevano ancora più particolare quel sorriso splendido.
Il ragazzo prese il drink e appoggiò la schiena al bancone mostrando il profilo al cameriere.
Aveva  l'orecchio ricoperto di piercing. Gumball ne contò sette. Si morse le labbra, indeciso se chiedere o meno.

Il ragazzo notò la sua curiosità e ridacchiò.
- Questi due sono Dilatatori  – iniziò a spiegare, indicando due piccoli dischetti neri decorati con un teschio bianco, che aveva sul lobo. - Questo è un Trago – indicò il cerchietto nero nella sporgenza rettangolare, poi indicò l'altro cerchietto nero, dall'altra parte rispetto al gemello – Questo si chiama Helix – poi scese sulla pallina color argento, collegata attraverso un asta ad un altra pallina trasversalmente opposta. -E infine questo è un Industrial- poi fece un vago gesto con la mano  – Li altri due sono solo dei buchi sulla cartilagine.-

- Wow – disse Gumball sinceramente colpito – Non fanno male?- l'altro scosse la testa poi mostrò la lingua. Aveva un piercing anche lì. - Conto di farmene almeno altri due! - esclamò e si lasciò andare ad una breve risata, che ebbe l'effetto di far rabbrividire ancora una volta Gumball.


Il moro si scolò con un solo sorso metà del contenuto del bicchiere, osservando il locale ormai silenzioso.
- Allora che te n'è parso del concerto?- disse incollando gli occhi sui suoi.Gumball distolse lo sguardo, consapevole di essere arrossito sotto il fuoco di quegl' occhi. Cercò qualcosa da dire che non fosse " Ehi eri da sballo!" o "La tua voce era veramente sexy".
- Bellissimo spettacolo.- riuscì a sbiascicare alla fine. L'altro gli scoccò un' occhiata furtiva e si portò il bicchiere alle labbra.
- Suoni da molto?- gli chiese non appena l'altro posò il bicchiere ormai vuoto sul banco. Avrebbe chiesto qualsiasi cosa pur di rompere il silenzio e riascoltare la sua voce.
- Da quando ero in fasce. - scherzò – E tu, da quanto lavori qui?-
- Io non lavoro qui – il ragazzo smise di guardare la sala e si soffermò su di lui.
- Si, insomma...è solo per fare un favore ad una amica.- dichiarò abbassando gli occhi al pavimento.

Qualcosa passò negli occhi del giovane, che si voltò rapido ad osservare il tavolo dove si trovavano i suoi amici. Al posto della sedia libera, tra la bassista e il batterista, c'era una ragazza dai lunghi capelli color grano.

- È la tua ragazza?- chiese con una punta nella voce di qualcosa che l'altro non riconobbe.
- Nooo!- si affrettò a rispondere l'altro arrossendo immediatamente -Io..cioè..io non...- balbettò
Al suo fiaco il ragazzo rise – Bene, perchè penso che Flame ci abbia messo gli occhi sopra- gli indicò il giovane dai capelli rossi che in quel preciso istante circondò Fionna con un braccio.
Gumball distolse gli occhi. Non gli sembrava lecito sbirciare la vita privata della sua amica..

- I tuoi occhi sono davvero rosa?- gli chiese l'altro a bruciapelo.
Se l'aspettava dopotutto. Come aveva visto gli occhi di lui, era logico che lui avesse visto i suoi. Tutti erano curiosi al riguardo ma quasi nessuno gli faceva mai questa domanda.
- Non lo sono- si limitò a rispondere – Soffro di una rara malattia che li rende tali. - Sospirò -Immagino che i tuoi non siano veramente rossi.- gli sorrise per la prima volta.
- Affatto. Sono lentine, fanno molta più scena!- ricominciò a ridacchiare. La ragazza dai folti capelli scuri lo fissò. I due si squadrarono per un po' , poi lei ghignò e si rivolse al biondino.

- E lei? Tu e lei state...?- chiese con noncuranza, aspettando con una fitta la risposta.
- Con Marceline?!? Fossi matto!-   Il ragazzo chiese un altro drink, che bevve in un solo fiato. -Lei è la mia gemella rompiballe -specificò.
In effetti c'era una certa somiglianza tra i due.

-Mi spiace – prese un'altra sigaretta ed inspirò avido – ma è già impegnata con Finn, il ragazzo biondo – disse con una certa malizia.
- Comunque -Osservò il fumo salire verso l'alto. - Mi chiamo Marshall Lee. E tu sei?-
- Gumball- si sentì rispondere.
-
Gumball. - il suo nome pronunciato da quella voce bassa, suonava perfetto.
Marshall scrollò le spalle  - Credo ti si addica.-

Prima che l'altro potesse anche solo replicare, poggiò la sigaretta sul posacenere e gli prese il volto tra le mani, esponendolo alla diretta luce dei faretti. Senza che potesse reagire, con le guance in fiamme (per l'imbarazzo o per il fuoco prodotto dal tocco delle sue mani gelide?) e il cuore che gli batteva a mille, Gumball non potè fare a meno di fissarlo.

-Sembrano proprio rosa!- esclamò Marshall.
Lui non sentiva quell'insopportabile calore?
-Dovresti fare qualcosa anche per i capelli- lo lasciò andare e Gumball trattenne il fiato per l'improvviso calo di temperatura. La scia di tepore che l'altro gli aveva lasciato sulla pelle l'aveva stordito. Marshall lo guardò divertito – Ci si vede!- lo salutò prima di raggiungere il tavolo dei suoi amici.
Gumball lo osservò prendere una sedia e sedercisi su a cavalcioni, appoggiando le braccia sullo schienale.

No che non si sarebbere rivisti.

Si diresse verso il camerino.

Assolutamente e
definitivamente no.
Aveva riconoscuto i segni. Si era preso proprio una bella cotta da manuale.











Delucidazione su questa pazzia.

° Draugar: questo termine nella mitologia norrena indica tutti gli esseri non-morti, coloro-che -camminano-di-nuovo. In questo caso Draugar (termine Islandese) è il plurale di Draugr. In pratica volevo scrivere -Zomb!es And the King- poi ho scoperto che esisteva già una band che si chiamava -The Zombies – e cercavo un nome un nome alternativo che comunque richiamasse gli zombie, gli esseri morti o cadaveri, mi sono imbattuta in questo e mi è piaciuto xD

*House Of Wolves- My Chemical Romance.
Ho sempre pensato che a Marshall si adatti la voce di Gerard *^* (forse perchè amo entrambi n.n' ) e mi è sembrato naturale il passaggio di Marshall dal "Bad Little Boy" al "Bad Man" [c'è da dire che comunque Marshall con la voce di Ashe (un ragazzo che su youtube ha ripreso alcune canzoni, a questo proposito ascoltatevi la sua versione di I'm just your problem) è perfetto]
Comunque vi consiglio di ascoltarla, leggere il testo e la traduzione ( in caso chiedete pure) per capire meglio il perchè di questa canzone.

** Hang 'Em High- My Chemical Romance.
Vale supergiù lo stesso discorso, solo che stavolta volevo un pezzo caotico e straordinariamente disordinato con un po' di urla, perchè mi piace immaginare Marshall che urla nel microfono. Però dato che non ascolto screamo o growl (non mi fanno impazzire molto, fatta eccezione per alcuni rari pezzi ) ho scelto Hang 'Em High.
Boh. L'ascolto ve lo consiglio comunque, ma se è la prima volta assicuratevi di non avere il volume troppo alto ^^'' (se amate il genere invece state tranquilli credo sia più soft xD) 

Dopotutto un concerto non si può fare con una canzone sola. Avrei voluto inserirne altre ma mi rendo conto che sarebbe stato noioso. All'inizio avevo pensato di non inserire Finn e volevo che Gumball avesse Bubblegum per sorella poi però ho pensato che sarebbe stato meglio per Gumball che fosse figlio unico.

- I piercing di Marshall. Perchè?
La risposta è....perchè no? Marshall ci sta troooppo bene con piercing e tatuaggi *^* 
Solo che non sapevo come descriverli senza inserire i loro nomi, così ho fatto incuriosire Gumball ^^'' Ero indecisa se Marshall dovesse avere il piercing alla lingua o il la lingua biforcuta ( si può realmente tagliare) così ho cercato come si presentavano. La lingua biforcuta è molto figa ma se la guardi fa un po' senso, così ho optato per il piercing (avrei voluto averne uno anche io *^* ma ho paura che modifichi troppo la parlata )

Addesso passiamo alle note:

Era da moltissimo tempo che volevo pubblicare una AU su questa coppia e ho pensato almeno ad una decine di storie diverse ( una ha parzialmente visto la luce, di altre tre ci sono solo le trame) solo che non mi sembrava bello nei confronti di chi mi segue, pubblicare qualcosa di nuovo mentre c'è un'altra storia in sospeso ( faccio un po' fatica ma vi prometto che anche quella vedrà la luce! ).
Ho pensato che c'è di male a pubblicare una one-shot? Solo che man mano che scrivevo si riversava sulla pagina un quantitativo di parole inaudite. Quindi facciamo così, per adesso diciamo che è una one-shot, che un giorno potrebbe diventare una long.
In questo momento mi sento troppo insicura per fare "promesse" .



EDIT: È nata Thunderstorm! La sorella gemella di questa piccola OS! Se siete curiosi di leggere questa ff descritta dal punto di vista del nostro vampiro preferito, non perdetevela ;)



   
 
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