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Autore: Amber    18/09/2008    9 recensioni
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con la terza e ultima parte! No, non è un miraggio, sono proprio io... lo so che è da secoli che non posto e mi dispiace moltissimo, ma questa parte è stata davvero dura da scrivere. Comunque eccomi tornata con altri 29 capitoli pronti per essere pubblicati!! Abbiamo lasciato una situazione abbastanza critica nella seconda parte ricordate? Ebbene, sono passati tre anni, Kagome si è chiusa dentro un guscio di protezione, è diventata fredda e menefreghista continuando però ad andare a scuola e lavorando al pub affiancata da Mikado. Sango e Miroku, in questa parte avrenno un sacco di grattacapi ed enormi problemi... Inuyasha? Beh, lui è di ritorno dall'America... Sposato? Fidanzato? Con una frotta di figli? Tutto da scoprire in quest'ultima parte! Buona lettura a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
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Salve a tutti! Ben ritrovati e a tutti voi buon inizio scuola! La prima settimana è volata ma devo ammettere che non è stato così terribile come credevo (anche se ho già dei compiti e il profe nuovo di Religione già rompe..).

Purtroppo non ho il tempo materiale per rispondere alle vostre recensioni, ma la prossima settimana vedrò di rispondervi ^^ promesso!

Prendo la palla al balzo per dedicare il capitolo a Ilaria che ha compiuto gli anni il 9..ok, lo ammetto, avevo avuto un minimassimo vuoto di memoria..mi perdoni vero?? xD

Beh, a tutti voi buona lettura e alla prossima settimana!!

 

Capitolo 13

      Confessioni

 

Giovedì. Ore 18.10

Il primo pensiero di Kagome fu quello di tornare a casa, poi però si rese conto che mancavano poco meno di due ore alla cena e che là, non sarebbe riuscita a pensare tranquillamente come avrebbe potuto invece fare passeggiando un po’. Quindi, con passo deciso, prese la direzione opposta casa sua dirigendosi in centro.

Un arietta leggera le scompigliò i capelli facendole venire la pelle d’oca così, di malavoglia, si infilò la giacca. Non riusciva a capire perché quell’anno il tempo atmosferico fosse così variabile: sole, nuvole, pioggia e poi quell’arietta fastidiosa… insomma, deciditi! Anche se era la Cina la causa di tutto, i loro amati… vicini di casa! I loro venti arrivavano fino a lì influenzando le loro temperature già relativamente basse, colpa dell’oceano che gli circondava! Dopotutto, è lo standart di tutte le isole…

Sospirando ripensò a quel signore così gentile e alle parole che si erano rivolti. Lì, nella penombra di quella sala, guardando quel pianoforte ormai privo di vita, si era sentita in pace con se stessa, riuscendo a parlare, anche se superficialmente, di cose che erano state celate dentro di se per 3 lunghi anni e riuscendo ad ammettere cose che… non avrebbe mai pensato di dire! Eppure… quell’uomo le aveva detto delle cose che, non sapeva bene come, le erano rimaste impresse e avevano cominciato a farla ragionare su se stessa.

Si fermò davanti ad una vetrina e guardò il proprio riflesso.

No, fisicamente stava bene, lo sapevano tutti. Beh, aveva perso qualche chilo ma non si era mai soffermata più di tanto a ciò che sentiva dentro, veramente. Ogni volta si scontrava contro l’odio e l’esperienza provata con Inuyasha, ma non avrebbe mai pensato che l’avrebbe cambiata più profondamente di quanto in realtà volesse… Possibile che fosse arrivato davvero a influenzare la sua musica ovvero lei stessa??

Si. Non c’erano dubbi.

Forse era anche per questo che non voleva suonare? Forse. Dopotutto, era sempre Inuyasha il problema. Sempre. Non voleva tornare a suonare per non ricordare cose dolorose, ma era davvero così? Sicuri che non lo volesse fare solo per non ricordare quel sentimento nascosto dentro di lei?

Assolutamente no!

 

“Però non ti sei ribellata molto tra le sue braccia quella notte…”

 

Eccola lì, la vocina maledetta! La sua dannatissima e troppo intelligente coscienza!!

Ricominciò a camminare ancora più furiosa di prima.

Oh! Forse non si era dimenata così tanto, ma se lui non fosse venuto non sarebbe mai successo nulla!

 

“Però sei andata a casa sua… ricordi? Ma poi sei fuggita a gambe levate”

 

Ecco, appunto! Sarò anche fuggita, fatto sta che ci ero andata solo per… prenderlo in giro, ecco!

 

“Continuatelo a ripetere… dolcezza”

 

Fanculo!

-Kagome?- La giovane presa in causa si fermò girandosi e si trovò davanti Miroku e Inuyasha che la guardava palesemente stupito.

Ecco, quando si parla del diavolo…

-Kazana, Kujimawa- Li salutò

-Che cosa fai qua?- domandò Miroku avvicinandosi a lei di un passo

Come se lei non potesse neppure girare per il centro!

-È un paese libero questo, o no?- domandò invece, acida

-Si, certo…- rispose imbarazzato –Ma comunque tutto bene? Mi hanno detto che hai ricominciato a suonare, sono davvero felice per te!-

-Ti hanno informato male Kazana- Lo freddò –E ora devo andare- Imperscrutabile voltò loro la schiena e senza nemmeno un cenno si incamminò.

Se avesse guardato ancora Inuyasha avrebbe risentito quel vago piacere dentro di se che non voleva rammentare. Era così bello vestito da lavoro che le veniva una fitta al cuore il solo pensarci!

Purtroppo ormai si sa che niente va come si vorrebbe (avrebbero dovuto dare un premio Oscar anche a chi aveva inventato quel detto!) e, chissà perché, a lei niente andava come avrebbe voluto da qualche tempo a quella parte…

-Kagome?- Si irrigidì bloccandosi e ispirò a pieni polmoni l’aria cercando di calmarsi. Voltò appena lo sguardo guardandolo con la coda dell’occhio. Ehi, l’educazione prima di tutto!

-Che vuoi Kujimawa?- mormorò. Non era affatto sicura del suo tono di voce in quel momento. Lui cercò di addolcire lo sguardo il più possibile, non avrebbe mai saputo se ce l’avesse fatta o meno.

-Posso parlarti?-

-Ti ascolto-

-Guardami Kagome…-

-Ti sto ascoltando!- ripeté

-Ti prego…- Lui fece un passo verso di lei per costringerla a girarsi ma, nemmeno lei sapeva perché, si ritrovò a fissare i suoi bellissimi e un po’ incerti occhi grigi. Kagome sprofondò dentro gli occhi di Inuyasha perdendosi e a malapena sentì quello che lui le stava dicendo, incapace di distogliere gli occhi da quelli di lui, senza, forse, volendolo realmente.

-Te l’ho già detto, sei stata bravissima… la tua musica è incantevole e struggente come è sempre stato ma… Kagome, nella tua musica si poteva chiaramente avvertire qualche cosa di diverso… chiamala come vuoi, una nota stonata, bassa, fuori luogo… non lo so, ma non era più esattamente come prima. Perché Kagome?- La giovane a quella domanda sbatté le palpebre più volte rompendo l’incanto e ridendo scosse il capo

-Lascia perdere Kujimawa, lascia stare! Non capiresti, non riusciresti a capire- disse gelida. Lui scosse il capo

-Mettimi alla prova Kagome, fallo- La giovane incrociò le braccia divaricando appena le lunghe gambe

-Lo vuoi davvero sapere?- Lo vide annuire senza distogliere gli occhi da lei che prese tutto il coraggio che aveva in corpo –Sei tu, è colpa tua- disse, semplicemente. Lui trattenne il respiro e deglutì

-Kagome… non puoi pensarlo davvero- Lei annuì

-Fidati, lo penso e lo ammetto!!!!  njsjssjkkkkkklijioijojmio- Le parole iniziarono ad uscire dalle sua labbra come fiumi in piena mentre il sangue le ribolliva dentro. Come osava, come!? –La colpa di tutto è tua! Sei tu che mi hai rovinato, lo hai fatto per sempre! Non guarirò mai completamente, la mia musica di conseguenza non sarà mai più la stessa e la colpa Kujimawa è tua! Ti odio per questo, ti detesto- Scosse il capo calmandosi e parlò con tono normale, ma deluso –Ma cosa vuoi saperne tu di ciò che provo? Cosa ne sai? Nulla. Lo hai fatto decine e decine di volte e io ero solamente una delle tante. Hai usato, poi mi hai gettata via… dopotutto se non c’era una, c’era l’altra, no? Chi non avrebbe accettato le tue avance e… ma si, anche di passare una notte con te? Nessuna. Tanto noi donne cosa siamo per voi? Niente. Non avete mai pensato a noi, a cosa proviamo e provavamo, a come ci sentivamo… Ma poi Kujimawa, siamo noi quelle che non dimentichiamo le vostre facce e l’affronto subito, siamo noi che dobbiamo vivere con questa ferita questa umiliazione. Lo hai visto anche con Sakura no? Non ricordavi neppure la sua faccia, eppure l’avevi messa incinta… vedi invece lei come si ricordava bene di te? Quante cose sapeva sul tuo conto?- Kagome strinse i pugni al ricordo. Che stupida era stata!! La sera di quell’incontro a tre avvenuto di pomeriggio l’aveva pure chiamata e Sakura, la sua migliore amica, l’aveva messa pure in guardia! Glielo aveva detto! E lei, così cieca, così stupida, così innamorata, aveva fatto tacere quella voce dentro di lei che le urlava che MAI Inuyasha le aveva detto quelle parole magiche così agognate da lei, mai! –Si Kujimawa, è tutta colpa tua, lo è sempre stata e io non supererò mai questo trauma, quello che tu mi hai inferto a vita- Lo fissò con odio, la voce vibrante di rabbia repressa per lui e per la testardaggine che aveva dimostrato lei per la loro storia.

Si voltò di scatto sorpresa quando udì il claxon di un’auto che si era fermata al ciglio della strada proprio accanto a loro. La Clio a quattro posti era metallizzata mentre il finestrino veniva abbassato rivelando il guidatore: un sorridente Mikado.

Alla vista la giovane si sentì quasi sollevata: forse non era proprio vero che le andava sempre tutto storto.

-Mikado!- esclamò raggiungendolo mentre il sole si rifletteva nella carrozzeria, quasi volesse accecarla.

Inuyasha incenerì il nuovo arrivato con lo sguardo ma il giovane non lo vide, oppure fece finta di non notarlo evitando di dargli peso

-Ciao Kagome! Ho interrotto qualche cosa?- domandò Mikado sorridendo alla giovane lanciando una occhiata ai due ragazzi dietro di lei. Inuyasha fece per rispondergli a tono intimandogli poi di andarsene per lasciarli soli ma la giovane lo precedette

-No, non hai interrotto nulla di importante! Avevamo giusto finito!- commentò

-Mikado, andiamo?- Una voce sconosciuta arrivò alle orecchie di Kagome che guardò Mikado alzare gli occhi al cielo senza essere visto, poi diede una occhiata nel sedile del passeggero. Era carina, minuta, con i lunghi capelli neri, gli occhi del medesimo colore a mandorla e la pelle mortalmente pallida. Kagome intuì immediatamente cosa la giovane ci facesse nella macchina del suo collega/amante e avvertì una spiacevole sensazione in bocca

-Aaaah, ma allora ti dai da fare! Sei… in dolce compagnia!- Lo prese in giro abbozzando ad un sorriso all’indirizzo del giovane che decise di stare al gioco guardando lo sguardo complice della giovane davanti a se. Senza badare minimamente alla ragazza che aveva appena parlato il giovane si appoggiò allo schienale ghignando

-Sei gelosa, amore?-

Miroku prese prontamente il braccio di Inuyasha prevenendo uno scatto d’ira che ci sarebbe sicuramente stato di lì a poco

-E se ti dicessi di si?- mormorò seducente Kagome sbattendo le lunghe ciglia. Mikado appoggiò il mento alla mano sporgendosi dal finestrino

-Beh… diciamo che potrei provare ad esaudire un tuo desiderio… sempre che mi arrivi qualche cosa in cambio- La provocò e si accigliò quando la vide sorridere.

Dio quanto amava quella ragazza! Sempre così piena di sorprese!!

La guardò abbassarsi su di lui mentre si scostava le ciocche di capelli dal viso e gli soffiò sulle labbra

-Se mi dici cosa vuoi cercherò anche io di esaudire qualche tuo desiderio. Sono piuttosto esperta nel campo…- Lui ghignò

-Lo so bene amore… sei la benvenuta nella mia piccola proprietà metallizzata allora- La giovane vittoriosa raddrizzò la schiena

-Kagome!- La voce dietro di lei la riportò bruscamente alla realtà.

Maledizione!

Si girò verso di lui e si mise le mani sui fianchi seccata

-Che vuoi ancora Kujimawa!?-

-Non abbiamo finito di parlare!- esclamò. Gli occhi colmi di rabbia

-Invece io credo proprio di si! Ho chiuso da 3 anni questo discorso, ora mi sono rifatta una vita e sto iniziando a stare meglio, non credere che ti permetterò di rovinarmi di nuovo!- ringhiò lei, fregandosene altamente di quello che vedeva negli occhi di Inuyasha, non si sarebbe fatta intimidire dai suoi occhi accusatori e colmi di rabbia poiché per una volta la più delusa e la più arrabbiata era lei!

Aggirò l’auto e aprì la portiera prendendo malamente il braccio della giovane che la fissò confusa

-Ehi ma…-

-Scusami, ma sei di troppo. Scendi!- esclamò

-Ma assolutamente no! Mikado, fa qualche cosa!!- Il giovane per tutta risposta continuò a guardare il marciapiede fuori dal finestrino completamente disinteressato

-E datti una mossa mocciosa!- sibilò Kagome spingendola fuori dall’auto… e al diavolo l’educazione!! Si sedette chiudendo la portiera e allacciando la cintura di sicurezza. Aprì tutto il finestrino guardando compiaciuta la giovane inveire contro di lei

-Ti interessa più quella sgualdrina che la tua ragazza!?- strillò istericamente, il viso totalmente chiazzato di rosso. Mikado sorrise mettendo in moto e la giovane al suo fianco ghignò scuotendo il capo senza parole

-Solo un’idiota mollerebbe Kagome per un’altra… tu compresa!- rispose Mikado e se ne andò sgommando.

L’ultima cosa che Kagome vide prima di sorpassare il gruppo definitivamente, furono i profondi occhi neri di Inuyasha.

Occhi tanto profondi quanto colmi di rabbia.

 

Quegli occhi la accompagnarono per tutto il viaggio, un viaggio stranamente silenzioso. L’aria intorno a lei era pesante e Mikado fissava la strada senza né guardarla né rivolgendole la parola. Eppure non gli aveva fatto nulla!

Kagome, l’aria che le sferzava il viso e i capelli liberi dallo chignon che si muovevano vorticosi al vento, guardò si sottecchi il ragazzo che non diede segno di averla vista. I capelli neri e corti erano lunghi fin sotto il colletto ribelli e aiutati con un po’ di gel, la frangetta gli ricadeva scompostamente sugli occhi verdi, freddi, duri, che fissavano la strada quasi a volerla incenerire. La maglietta bianca a mezze maniche era un po’ lunga e si intravedeva appena la cintura nera che teneva fermi i jeans che gli fasciavano le gambe. Il fisico tonico era rigido e immobile.

Ma perché?? Prima si era comportato in modo così naturale con lei… che lo avesse fatto solo per liberarsi della piattola-urlo-isterico che era con lui prima?

Si scostò una ciocca di capelli neri dalla fronte e guardò la campagna che si estendeva intorno a lei. Stavano percorrendo una stradina ghiaiata che lei non aveva mai percorso, probabilmente era fuori Tokyo… Si guardò intorno freneticamente. Niente, nessuno, non c’era anima viva maledizione! Non conosceva quel posto e la cosa iniziava ad agitarla, eppure con lei c’era Mikado! Lui non le avrebbe mai fatto nulla! Allora perché aveva quello sguardo, quell’espressione, quegli occhi….?

Occhi…

Lo sguardo di Inuyasha le balenò nella mente e sbuffando cominciò a rigirarsi i pollici con foga. Accidenti! Era lei quella che doveva essere incazzata nera, non lui! Che diavolo aveva da essere arrabbiato?? Solo perché non faceva quello che voleva lui? Beh, allora sarebbe stato arrabbiato per molto, moltissimo tempo! Lui, il principino stupido, borioso e pieno di se, ma come osava!? Adesso ci si metteva pure Mikado che la stava portando chissà dove e aveva tutta l’aria di essere arrabbiato con lei!

Perfetto, ottimo, 10+!

Era stanca, era arrabbiata e voleva andarsene a casa, subito!

-Mikado, dove stiamo andando?- incominciò Kagome passando con gli occhi dalla strada a lui soffermandosi

-Dove potremo parlare da soli senza interferenze di nessun genere- rispose distaccato. Come se quello spiegasse tutto!

-Parlare? E di cosa di grazia?- domandò ironica Kagome incrociando le braccia al petto stringendo i pugni. Lui la fulminò stringendo con le mani il volante finché le nocche sbiancarono –Insomma Mikado! Vuoi dirmi che cos’hai?? Voglio tornare a casa, voglio tornarci subito!-

-Ti ci porterò quando avremo parlato!-

-No! Non voglio stare in macchina con una persona arrabbiata mentre guida e mi porta in un posto dove non so!- Mikado sterzò di colpo e Kagome chiuse gli occhi riparandosi con le mani gridando spaventata

-Guarda che non sono così imbecille da buttarmi con la macchina giù da chissà cosa- commentò ironico spegnendo il motore e lasciando le chiavi a penzolare. Kagome con gli occhi sgranati lo fissò ancora impaurita

-Tu… tu sei pazzo… ma chi… chi ti ha dato la patente brutto stupido!? Lo sai che tra poco mi veniva un infarto?? Ora si che abbiamo qualche cosa di cui parlare: sulla tua morte!! Lo sai che non si dovrebbe mai sterzare così? Pensa le macchine dietro, avresti potuto ammazzare qualcuno!- esclamò lei infuriandosi

-Dietro non c’era nessuno e l’ho fatto proprio per questo, altrimenti sarei stato più docile…-

-Al diavolo Mikado! Sei una testa di cazzo!- ringhiò slacciandosi la cintura e cercando di aprire la portiera che Mikado chiuse con un tonfo. Kagome lo fulminò e lui scosse il capo

-Ora noi parliamo e non ti lascio andare finché non avremo finito, quindi evita le tue menate e vedi di… collaborare!-

-Collaborare? Collaborare! Ma vattene dove so io! Io non collaboro a niente! Si può sapere di cosa dovremmo parlare di così importante da indurti a… rapirmi?-

-Non ti ho affatto rapita! Sei stata tu a salire su questa macchina e di tua spontanea volontà!- esclamò lui calmo. Era vero, un dato di fatto

-Volevi solo liberarti della piattola!- lo accusò

-Vero, ma voleva anche parlare con te-

-Ma di che cosa!?- urlò esasperata

-Iniziamo dal fatto che avevi detto che mi avresti chiamato ma… oh! È da tre giorni che non ti sento!- esclamò lui arrabbiato a sua volta accusandola. Lei sgranò gli occhi senza parole. È vero, glielo aveva promesso, se ne era dimenticata totalmente ma… cavolo! Lui sapeva benissimo cosa ne pensava della loro storia e vedendola con quella ragazza credeva l’avesse capita pure lui!

-Sei arrabbiato solo per un motivo così marginale?- chiese lei

-Solo? Futile!? No, fermi tutti. Kagome, almeno ti prego, dimmi che hai fatto di così importante da dimenticarti del sottoscritto che a quanto pare è un personaggio totalmente futile!-

-Non ho detto questo!-

-Oh Kagome, ti prego!- esclamò ironico –Almeno non inventare balle…-

L’immagine di lei e Inuyasha su quel letto la schiacciò dolorosamente facendole trattenere il respiro. Da quel fatto era passato tutto in secondo piano e lei… lei era stata una cretina. Era vero, con Mikado aveva messo le cose in chiaro fin da subito, ma tra loro non era mai mancato né il rispetto né la fiducia reciproca.

-Non ho mai pensato che tu sia una persona futile Mikado… Ho avuto delle cose da fare e… e mi è passato per la mente! Capita a tutti no?- chiese senza guardarlo negli occhi e trovando piuttosto interessanti le proprie mani. Lui sbuffò massaggiandosi la tempia

-Passato di mente…- mormorò. Lei lo fulminò e strinse i pugni

-Ho anche la mia vita privata sai? I miei problemi! Non commettere l’errore di crederti il centro dell’universo! Non devo giustificarmi con te, non ti devo niente!-

-Mi devi solo il fatto che mi usi e che mi getti sempre, tanto alla fine sono il pazzo, demente e innamorato da cui puoi andare sempre no? “Andiamo pure da Mikado, tanto lui è innamorato di me, è perso… gli dico qualche cosa e lui ci crede, gli chiedo qualche cosa e lui obbedisce con un cane, lo chiamo e lui viene subito da me!” non è forse così Kagome?-

-No! Ma che cosa dici? Sei impazzito forse?- mormorò allibita lei spalancando gli occhi –Mikado io non…-

-Tu non cosa? Ammettilo Kagome, prima non hai fatto tutta quella scenata per stare sola con me ma solo per fuggire di nuovo dalla realtà, da quei due!-

-Tu non sai niente!-

-Negalo allora!- la provocò lui

-Si, lo nego!-

Ma la sua stessa esclamazione risuonava falsa e patetica alle orecchie della stessa Kagome.

Mikado scosse il capo

-Ne sei certa Kagome?- Si guardarono negli occhi.

Grigio nel verde, verde nel grigio.

In quello sguardo così sincero la giovane non riuscì a sprofondarci, come accadeva invece ogni volta che incrociava gli occhi di Inuyasha, non riuscendo così a capire cosa si celasse in quelle iridi.

Abbassò il capo sconfitta e lo sentì sospirare

-Io…non scappavo Mikado, ma…-

-Non c’è nessun “ma” Kagome- La interruppe lui bruscamente e distogliendo gli occhi da quelli di lei facendole trattenere il respiro.

Lo stava deludendo, lo aveva deluso…

-Il fatto è che mi nascondi così tante cose di te…- riprese -… che improvvisamente mi sono accorto che non riesco più a capirti. Non posso sopportare una cosa del genere proprio da te, dalla donna che amo… Mi stai sfuggendo dalle mani Kagome, sento che ti stai allontanando sempre più da me e questo non riesco ad accettarlo- Appoggiò il capo allo schienale sospirando. Il viso teso e contratto.

Kagome a quella vista le si strinse il cuore. Era così bello, così premuroso… allora perché non riusciva a farsi coinvolgere in quella storia? Se lo avesse conosciuto prima, prima di tutta quella storia forse lei…

Allungò la mano verso il viso di lui per sfiorargli la guancia ma con uno scatto lui le prese il polso a pochi centimetri da lui. La guardò in viso e lei sostenne il suo sguardo.

Il polso era stato preso con estrema delicatezza e non le stava facendo male, non stava stringendo più del dovuto. Eppure sapeva che se si fosse mossa lui avrebbe fatto di tutto per non rompere quel lieve contatto.

Con la mano sospesa a mezz’aria lui si avvicinò a lei in modo che i capelli della giovane gli sfiorassero la guancia e che fosse all’altezza del suo orecchio.

Kagome sentiva l’alito del ragazzo sulla sua guancia, caldo e confortevole, la mano destra appoggiata allo schienale di lei e la sinistra che gli teneva il polso. I capelli di lui profumavano di miele, cosa che lei aveva sempre adorato… era un vero peccato che il ragazzo avesse preso a fumare sigarette alla menta, l’odore si mischiava un po’ con quello al miele, rovinandolo.

Lo sentì aspirare il suo profumo e lei chiuse gli occhi senza muoversi. Quel momento le sembrava così magico con il proprio uomo vicino, il sole che tramontava riempiendo la vettura con i raggi caldi e tinti di rosso e oro

-Mikado…-

-No… sta zitta Kagome- Lui la fissò negli occhi e la giovane si lasciò trasportare da quelle iridi verdi. Erano così incerti, sembrava che con quel legame visivo lui la volesse mettere al corrente di quanto lo stesse facendo soffrire. Eppure per lei non era mai stato un problema… doveva ammettere però che quando lo aveva visto con quella donna, quella ragazzina, la piattola insomma, si era sentita infastidita… come se le stesse rubando un giocattolo con cui stava ancora giocando e non voleva dare a nessuno. Gelosia? No. Possessività? Probabile. Anzi, si.

Kami! Questa storia stava assumendo una piega che non le piaceva per niente!!

Però c’era Inuyasha. Già… e i suoi occhi, i suoi profondi, magnetici e bellissimi occhi neri pieni di rabbia. Oh, al diavolo lui e la sua fottuta rabbia! Era lei quella incazzata a morte! Aveva mille e più motivi per esserlo! Me ora il problema non era quello…

Focalizzò gli occhi di Mikado e sospirò ritraendo un po’ la testa per guardarlo meglio in viso

-Insomma Mikado… dimmi tu che cosa vorresti fare-

-Vorrei che mi parlassi un po’ di più di te, non che tu mi dica vita, morte e miracoli ma vorrei conoscerti solo meglio- Lei sospirò

-Va bene, ok. No problem- concesse. Parlare di lei… ma che gran bella cosa!

-Chi erano quei due tipi a cui stavi fuggendo prima?-

-Io non fuggivo- Lui si allontanò e incrociò le braccia ironicamente

-Come no… allora?-

-Due miei vecchi conoscenti- tagliò corto Kagome scrollando le spalle

-E con tutti i tuoi vecchi conoscenti urli e spargi veleno?- Lei lo fulminò

-Solo con chi mi fa incazzare- sibilò –E loro lo fanno parecchio-

-E quel Kujimawa?- Kagome a quel nome trasalì e lui alzò il sopracciglio –Chi è quel tipo per avergli detto “non credere che ti permetterò di rovinarmi di nuovo” Che vuol dire quel “di nuovo”?-

-Non lo intuisci da te?- sbottò seccata. Quel discorso non aveva più nessun senso…

-Kagome perché sei cambiata così tanto?- domandò di punto in bianco lui

-Come prego?- chiese allibita lei guardandolo

-Tre anni fa, quando ci siamo conosciuti, eri dolce, piena di vita, allegra, disponibile con tutti… poi per una settimana sei sparita letteralmente non venendo più al lavoro e quando sei tornata eri fredda, scontrosa, insensibile e ferita… come sei tutt’ora oggi… perché? Cos’è successo? Chi ti ha ridotto così?-

-Non sono affari tuoi Mikado- disse rigida

-È stato quel Kujimawa? Chi era per te?- domandò

-Nessuno!-

-Era il tuo ex?-

-No!-

-Invece si-

-Insomma Mikado piantala! Non voglio parlare di lui con te! Non voglio farlo con nessuno capito!? Sta zitto, non fiatare! Tu non sai nulla di me o di lui! È vero era il mio ex ok? È stato il mio primo, unico, grandissimo amore! Lo amavo con tutta me stessa e credevo che lui amasse me, andava tutto a meraviglia finché non ho scoperto che sapeva da due anni che doveva sposarsi, che doveva andarsene a studiare in America per raggiungere la sua promessa!! Per mesi è stato zitto nel mio letto, ero una delle tante e io ci sono cascata come un’asina anche se mi avevano tutti detto che tipo era! Un uomo che prendeva e mollava! Lo sapevo, lo sapevo! Ma egoisticamente ho pensato che io lo avessi cambiato, che mi amasse! Invece lui se né andato via e ora è tornato! Coloro che credevo miei amici mi hanno tradito perché tutti sapevano che lui sarebbe partito, tutti! In questi anni mi sono creata un muro ma ora che è tornato, ora che tutti si fanno più insistenti non capisco più cosa devo fare e quando sto con te mi sembra di dimenticare tutti i miei problemi! Ma ora tu vuoi conoscermi, ora vuoi capirmi e io non voglio che adesso, quando ti guarderò, vedrò nei tuoi occhi apprensione e pietà perché tu eri l’unico con cui mi sentivo a mio agio! Ti odio Mikado! Perché tu vuoi farmi ricordare cose che vorrei cancellare! Vorrei cancellare la mia stupidità e quei ricordi che vorrei sparissero per sempre! Ecco che cos’ho! Sei soddisfatto adesso!? Ti senti… di conoscermi?? Buon per te! Ti odio Mikado! Ti odio! Non volevo tu scoprissi queste cose e non voglio che tu mi conosca, non voglio!!- urlò colpendolo al braccio e al torace con gli occhi chiusi per non doverlo guardare mentre le lacrime scendevano dai suoi occhi grigi, singhiozzando forte mentre i colpi diminuivano di forza ad ogni parola. Strinse la maglia con i pugni abbassando il capo singhiozzando senza riuscire più a parlare.

Stupida… stupida… stupida… stupida… stupida…

Mikado la prese e la mise a cavalcioni su di se, facendole posare il capo su una spalla, mentre con la punta delle dita faceva cerchi immaginari sulla schiena della giovane che aveva fatto passare le braccia intorno al collo di lui continuando a piangere, sfogandosi. Il giovane le baciò la tempia e la guancia bagnata sfregando le labbra sulla pelle arrossata

-Kagome… io voglio conoscere tutto di te perché ti amo… non potrei mai guardarti con pietà o apprensione ma semmai con felicità, perché avermi detto queste cose mi ha avvicinato un po’ a te… ti amo Kagome, se possibile, ti amo più di prima- mormorò.

A quelle parole Kagome sentì gli occhi riempirsi di nuove lacrime e, stringendolo ancora più forte a se, tornò a piangere bagnando la maglietta del ragazzo che andò a posarle lievi baci sul collo della giovane, aspirandone il profumo di zucchero filato.

  
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