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Autore: Riholu    25/08/2014    1 recensioni
[Storia ambientata prima degli eventi di B2 e N2]
Ad Unima non c'è più tempo di divertirsi, perché i Pokémon stanno soffrendo per mano di un team sconosciuto.
Non c'è più tempo di giocare al novello allenatore, e Touko dovrà impararlo presto, se vorrà aiutare la sua regione a curarsi dalle Ombre.
Tratto dal testo:
I due ragazzi si guardarono per un attimo, per capire chi è che dovesse parlare.
Alla fine prese parola il primo.
«Ciò che stiamo per dirti probabilmente ti scioccherà un po', ma non è il caso di addolcirti la pillola. Hai comunque l'età per capire, quindi cerca di affrontare la verità con diplomazia. Qualunque sia. E di crederci, soprattutto»
[REVISIONE IN CORSO --> Capitolo 13]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Touko
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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(Papiro a fine capitolo!)

Capitolo 90



Sulfuria si presentò loro alle sei e mezza del pomeriggio, e il sole era ancora abbastanza alto da poter distinguere la città dalle pietre rossastre delle pareti rocciose tra cui era stata costruita.

Il viaggio era durato un'ora e mezza, sfiancando la povera Touko, che aveva deciso di schiacciare un pisolino durante la piccola traversata del vasto deserto a sud della regione.
Abbracciato per bene il busto del suo compagno di viaggio, aveva poggiato la guancia sulla schiena e chiuso gli occhi, già sonnecchiante: oltre alla lunghezza del viaggio e alla scarsa attrattiva del panorama, anche il caldo la sfiancava abbastanza da stancarla più volte.

Wes ovviamente aveva continuato a guidare, girandosi appena solo quando lei aveva sussurrato tra le labbra un lieve “buonanotte” e aveva sospirato.
All'ingresso ufficiale nel deserto, si era calato gli spessi occhiali sul naso: a nord non c'era il rischio, ma a sud potevano fare capolino piccole tempeste di sabbia. Del tutto innocue, ma era peggio che viaggiare nella nebbia più fitta.
Sempre meglio ripararsi la vista - soprattutto con la brunetta sulla moto.

All'arrivo alle “porte” della città, aveva fermato la moto di fianco, quasi derapando, e aveva poggiato il piede a terra tenendola, perché non cadesse.
Si rialzò gli occhiali sulla fronte e si volse verso la ragazza, ancora nel mondo dei sogni.
-Touko? Svegliati, siamo arrivati- le disse, scuotendola piano.

-Mmh... avanti, Wes, sto comoda... lasciami dormire- mugugnò lei, strusciando la guancia contro la sua schiena e stringendolo di più.

-Quanto sei cocciuta. Avrai modo di stringermi quando andremo a dormire, ma per ora è ancora giorno. Capisco che sei stanca, ma non puoi sonnecchiare per sempre – e io non ti porto in spalla per tutta la città, quindi non propormelo nemmeno- ridacchiò lui, accarezzandole una delle mani piano.

-Uff... okay...- sbuffò Touko, aprendo appena gli occhi e lasciandolo, emettendo subito dopo un sonoro sbadiglio.

-Ecco, bene. Dai, ti do cinque secondi per svegliarti. Devo parlare con Rodrigo, e vorrei anche far un salto in carcere prima delle otto- le disse, scendendo dalla moto.
Aspettò che lo facesse anche lei per prenderla dai manici e guidarla dentro, la ragazza al suo seguito.

-Carcere? Per quel tipo, là... Disco-coso?- gli domandò lei, guardandolo preoccupata.

-Discoball- la corresse lui, annuendo in seguito.

-Sì, giusto. Che nome assurdo...-.

-Non dirlo a me! Il suo aspetto è anche peggio- rise di gusto il ragazzo, oltrepassando poi l'ultimo spigolo roccioso che li separava dalla città di Sulfuria.
Che poi, non poteva poi tanto esser definita tale.

Quando svoltarono l'angolo, Touko rimase un po'... perplessa.
Si ritrovarono davanti un conglomerato di case cadenti, cassonetti aperti e maleodoranti sacchi della spazzatura sparsi attorno a questi ultimi, che sotto il sole emettevano anche più tanfo del solito a causa del calore.
Ogni abitazione sembrava stare in piedi per miracolo, costruita con materiali di scarto e/o rugginosi, dai colori sgargianti di varie tonalità - di ruggine. Muffa e scarsa manutenzione facevano bella mostra di sé in quasi tutto ciò che rientrava tra le “mura” di Sulfuria, che altro non erano che le pareti rocciose della stessa montagna; come se fosse stata costruita in un canyon o in un passo.
L'asfalto grigio era disseminato di qualche lampione qua e là, per dare alla piccola città-discarica una qualche illuminazione durante la sera. E ovunque c'erano cassonetti.

-Madonna- esalò la ragazza, sventolandosi un attimo l'odoraccio via dal viso.

-Accogliente, vero?-.

-Certo che... è un posto iconico- disse, dopo una veloce osservazione.
E sniffata.

-Sebbene Diamatopoli sia la capitale, Sulfuria è l'icona di questa regione. Per la sua malavitosa popolazione- specificò il ragazzo, continuando ad avanzare.
Notò subito gli abitanti girarsi verso di loro, perciò abbassò il tono.
-Non fidarti di nessuno, in questa città, se non di coloro di cui io mi fido- sussurrò, guardando negli occhi tutti loro.

Sorpresa dalle sue ultime parole, la ragazza annuì e guardò anche lei la gente cui stavano andando incontro: chi più chi meno, avevano tutti l'aria di loschi individui dalla mano lesta.
Non ne fu decisamente fiduciosa, per cui si portò un po' meglio dietro al ragazzo.

Man mano che si avvicinavano all'inizio dell'asfalto, sempre più gente andò accalcandosi davanti a loro, chiamandone altra ancora e richiamando l'attenzione di tutti invocando il nome del Campione.
“E' tornato il Campione!” veniva esclamato, chi con timore chi con felicità -perché non erano tutti malviventi, in quella città-. C'era chi si lamentava del fatto che "ora non avrebbe più potuto fare man bassa per un bel po' di tempo".

Già innervosito dal loro modo di fare, Wes prese per mano Touko e oltrepassò le “porte” della città, trovandosi faccia a faccia con buona parte della piccola malavita della sua regione.
Che continuava a osservarli.
Già... decisamente accogliente.

-Permesso... Permesso!! Fate passare, branco di lupi assatanati puzzolenti d'alcool e fumo!- strillò una voce in mezzo alla folla, al cui suono diverse persone si spinsero tra di loro.

Poco a poco, una figura esile e minuta si fece largo tra omoni e omini, sgomitando come una pazza e lanciando manate alle flaccide braccia di un pover'uomo duro d'orecchi che non l'aveva sentita.
Aveva corti e ordinati capelli biondo ramato, molto sul rosa, e sottili occhiali senza montatura accuratamente poggiati sul setto nasale, che coprivano occhi glaciali – letteralmente. Indossava una camicetta rosata perfettamente stirata e una gonna nero pece lunga fino al ginocchio, sotto il quale portava dei fini collant scuri e decollete nere lucide.
Sottobraccio teneva una cartelletta.

-Oh, finalmente! Quanto ci vuole per far passare una signorina?! Uff... Ad ogni modo, le auguro un buongiorno, Campione. Bentornato nella sua regione! E anche a lei, signorina- esclamò infine, quando riuscì a giungere innanzi a loro e a cacciar via la gente.

-Buongiorno a lei, ma... posso chiederle chi è? Immaginavo venisse Aiutante, come al solito- domandò il biondo, confuso.

-Oh, certo, permettete che mi presenti. Io sono Mittens, detta Miss, e sono la sorella di quello che voi chiamate Aiutante. Mio fratello, a causa di un pessimo risultato nel suo lavoro, è stato spedito giù a Ipogea. Ci siamo scambiati i ruoli, per dirla in parole povere- si presentò la donna, porgendogli la mano.
Mano che il Campione strinse.

-Io sono Wes Mokura, lieto di conoscerla. Lei è la mia compagna di viaggio attuale, Touko Moto. Mi sta aiutando nel mio lavoro a Unima- rispose l'altro, portando accanto a sé Touko.

-Piacere...- sussurrò la brunetta, a disagio, facendo un piccolo inchino.
L'atmosfera di quella città non le piaceva per niente... non si sentiva molto al sicuro.
Ora comprendeva perché il suo migliore amico non voleva che lei venisse -almeno da sola- in quel posto...

-Lieta di conoscere anche lei- rispose Mittens, ricambiando l'inchino.
Dopodiché si volse verso il suo superiore.
-Dato che la signorina è con lei, accetterò che girovaghi per Sulfuria senza lasciapassare. Rinnovo il benvenuto e vi consiglio, come sempre, di tenere d'occhio il vostro portafogli e le vostre tasche. Non si sa mai-.

-Non si preoccupi, non oseranno provarci. Sanno bene chi sono. Andrò subito da Rodrigo per dei ragguagli, poi verrò a visitare Discoball. Avverta Della Pena della mia visita, per piacere- le chiese lui, tranquillo.

La donnetta annuì con fare professionale e salutò entrambi, dirigendosi successivamente verso un lontano edificio verde prato dalla struttura edile alquanto curiosa.

-Che donna strana...- borbottò Touko, guardando ancora nella direzione in cui quest'ultima era scomparsa.

-Di certo ha un pugno di ferro più capace del fratello. Povero Brom... non ce lo vedo a Ipogea, quanto prima devo andare ad accertarmi che se la cavi. Quel posto è anche peggio di Sulfuria-.

-... Tu mi trasporterai sulla schiena, sì?-.

-Non mi dirai che hai paura! Non ti ho ancora vista combattere a mani nude, ma non penso che ora tu sia così indifesa da non poter tenere testa ad un aggressore solitario, no? E comunque, da me non ti scolli: se vado in bagno tu vieni con me, tanto per farti un esempio- la tranquillizzò lui, accarezzandole il capo.
Successivamente, la riprese per mano e si mise a camminare per le vie della città-discarica.

Più andavano avanti, meno Touko si sentiva a suo agio.
La fissavano; tutti, sempre e comunque. Al loro passaggio ogni uomo o donna si girava a guardarli, sia lui che lei. E più la guardavano, più lei si stringeva al braccio del ragazzo.
Non poteva farci nulla... era troppo sotto pressione.

“Decisamente, Wes dovrà allenarmi in questi giorni... Saggiare su pelle queste sensazioni è tremendo” pensò, mentre rispondeva timidamente allo sguardo di un tizio smilzo e alto che la scrutava insistentemente.

Wes si accorgeva di quelle occhiate e le ricambiava tutte, fulminando chiunque osasse avvicinarsi troppo a loro. Nemmeno quando era voltato da un'altra parte qualcuno osava muovere un veloce passo verso di loro, tanto erano quasi sicuri che ci vedesse anche da dietro la testa.
Non osavano sfidare il re di Sulfuria.

Alla fine giunsero alla casa di Rodrigo, il gestore della città.
Con pareti giallo canarino stinto e tetto fatto con materiali di scarto, non differiva poi troppo dalle altre abitazioni che popolavano quell'agglomerato urbano. Era solo poco più curata, ma per il resto si differenziava dalle altre grazie al vasto numero di graffiti sulle mura e al simbolo di una pokéball dipinto accanto alla porta d'ingresso.
Sull'entrata stava un uomo sui venti con corti capelli argentei, occhi scuri e pelle chiara. Sembrava posto lì a sorveglianza della casa.

Wes indicò il giovane alla sua compagna, poi s'incamminò fino a lui.
-Silverio- lo salutò chiamandolo, facendogli un cenno con la mano.

Il tipo alzò lo sguardo, sorpreso di venire chiamato, e li guardò.
Non ci volle molto perché strabuzzasse gli occhi e scattasse sull'attenti, portando goffamente una mano alla tempia a mo' di saluto militare.
-Wes!- esclamò, a voce alta.

-Sì, sono io. Come stai? E' tanto che non vengo qua- ridacchiò il Campione, divertito da quel modo di fare.
E dire che un tempo non l'avrebbe mai fatto.

-Oh, io sto bene. Tu? Come sei cresciuto... Sembri un'altra persona, quasi. Ah, ma... chi ti porti dietro stavolta?- chiese, grattandosi la nuca e ridacchiando imbarazzato, per poi voltarsi verso Touko.
Si abbassò un po' alla sua altezza, cercando di vederla da dietro il mulatto -dato che di nuovo si era nascosta-.
-Tu non sei Rui... o sì?-.

-Io sono Touko... la sua compagna di viaggio- rispose lei, guardandolo di rimando.

-Touko, eh? Timidina, la ragazza. Comunque, piacere! Io sono Silverio- la salutò l'argenteo, porgendogli la mano.

Per un attimo la brunetta rimase perplessa, non sapendo bene che fare, ma alla fine fece un inchino come di solito e poi gli strinse la mano.
Che confusione rispondere ai saluti altrui con la stessa tipologia!

Ovviamente l'inchino confuse l'altro, che cercò spiegazioni.
-A Unima ci si saluta così come metodo formale. Non è abituata a stringere la mano, se non a fine incontro Pokémon- rispose il biondo, intermediando.

L'uomo rimase affascinato da ciò e la guardò curiosa.
-Oh, che cosa simpatica! Immagino ci sia anche poco sole, a Unima, visto quant'è pallida. Sembra una bambolina di porcellana, che carina-.

Touko gonfiò le guance indispettita.
-Io non sono una bambolina di porcellina, quindi attento a quello che dici. O ti pianto un pugno in faccia- sbottò, stufa di essere trattata come una bambina.

Il gocciolone che comparve sulla tempia dell'altro la lasciò soddisfatta.
-Oh, ehm... okay... Scusami- farfugliò questi, sconvolto.

Wes ridacchiò, stringendo a sé con un braccio la brunetta e facendola arrossire.
-Sì, non sei una bambolina. Sei solo la mia piccola tigre- le disse, dandole un bacio leggero sui capelli.
Poi si volse verso Silverio, che a vedere quella scena era rimasto semplicemente a occhi e bocca spalancati.
-Chiudi la bocca, che ti entrano le mosche!- rise, divertito.

-Capiscimi. Da che sei un distributore di cattiveria mista a gentilezza, a che sei... così. Comprendimi, sono un po' confuso. Peraltro, ridi! E hai la ragazza!-.

-Scusa, ma dove sarebbe il problema? Sono un essere umano anch'io, mica posso tenere il broncio per sempre! E come si può non amare una ragazza così?- rise ancora il biondo.

-Finisce che t'affoghi se continui a ridere, Wes. Ti prego, entriamo da qualche parte? Odio tutti questi occhi puntati addosso... non mi piacciono per nulla- borbottò la ragazza, girandosi di nuovo a ricambiare un'occhiata di troppo con una omicida.

Il ragazzo, a quelle parole, seguì il suo sguardo e si accorse dell'ennesimo tipo che si allontanava con le mani in tasca continuando a guardarli.
Gli ringhiò contro, perforandogli la fronte con gli occhi e facendolo defilare via all'istante.

-Il prossimo finisce dritto dritto con la testa nel muro- sbuffò, riportando Touko dietro di sé.

-Ora ti riconosco. Anche se sai che è impossibile, vero?- ridacchiò Silverio.

-Fidati. Non è impossibile. Dai, entriamo... dovevo parlare con Rodrigo, ma visto che tu sei il suo braccio destro puoi dirmi tu com'è messa questa città, adesso- rispose l'altro, per poi entrare nella casa giallo canarino.
All'interno aveva il solito aspetto di un ufficio: scrivania di legno, sedia girevole, piantine varie e una libreria nel lato sinistro del muro a nord. Libreria particolare, ma occhio! E' un segreto.

L'argenteo li seguì, chiudendo la porta e appoggiandosi alla scrivania a braccia conserte.
-Cosa vuoi sapere?-.

-Innanzitutto, Discoball è ancora tenuto sotto chiave qui? Ho necessità di parlare con lui-.

-Mmh... Sì, non è stato spostato da qui. L'Agente Jenny di Hoenn viene pagata come di regola e non si allontana dalla cella se non per andare in bagno, ma si fa sempre dare il cambio dal collega che ha portato con sé. Viene costantemente sorvegliato- annuì il ragazzone.

-Bene... Ci sono stati tentativi da parte dei Cripto o qualcun altro -come i suoi sgherri- di liberarlo?- chiese di nuovo.

-Affatto. E' là tranquillo e malandato che si lamenta dell'assenza di musica. Quando ci andrai non ti sembrerà nemmeno lui...-.

Wes sospirò.
-Cercherò di ridargli un po' di vita, almeno, visto che mi odia. Altro? Lamentele, furti... l'Arena di Sulfuria è stata presa di nuovo di mira come un tempo? Spero adesso non ci siano più truffe e simili!- domandò.

-Figurati, l'arena è apposto. Anzi, abbiamo trovato il budget per poterla fare ristrutturare. Comunque sì... Ti consiglierei di stare attento, e magari pensarci se puoi e hai tempo, ma... sembra che giù al Canyon dell'Eco ci siano stati di nuovo dei movimenti... E di notte qua sono stati avvistati degli ex membri dei Clepto. Non ti nascondo che siamo un po' preoccupati...- tentennò Silverio, storcendo la bocca.

-... Quante volte devo buttarli giù dal piedistallo perché la smettano? Ci manca solo che Helgonza li guidi ancora una volta e siamo apposto- sbottò il mulatto, contrariato.

-No, di Helgonza non si hanno notizie da quando ha abbandonato la Torre Colossale. Forse c'è qualcun altro che li manovra, ma non abbiamo idea di chi sia...-.

-Bene. Non intendo più vedere quell'uomo, ma farò senz'altro qualcosa per i quattro galletti di turno che approfittano della mia assenza. Non sono qui certo per “villeggiare”, e questa storia deve finire-.

-Basta che non li uccidi e a me va bene qualunque cosa- rise l'altro, facendo ridacchiare il Campione.

-Figuriamoci, non sono più tipo da puntare l'arma contro qualcuno per sparare- rispose questo, scuotendo il capo.
Poi sospirò.
-Bene, ora devo andare a parlare con quella palla rossa e bianca- disse, sbuffando.

-D'accordo. E' stato un piacere rivederti... così cambiato. Prima non ti si poteva nemmeno avvicinare, adesso parlare con te è decisamente più piacevole. Devo forse ringraziare questa ragazza per l'enorme cambiamento?- chiese l'argenteo, sorridendo a Touko, che fino ad allora era rimasta ad ascoltare.

-Sì, anche... non so chi sarei, senza lei- rispose il ragazzo, guardandola dolce.

-Di sicuro qualcuno che non è frenato dalla conquista delle medaglie, e anche qualcuno che si è perso in mezzo agli alberi e le montagne di Unima- rispose bonaria la ragazza, ammiccandogli.

-Al di là di questo, sarei perso nei meandri della mia testa- ribatté lui.
Notando lo sguardo confuso del suo vecchio conoscente, ridacchiò e scosse il capo.
-Sarà una storia per un'altra volta-.

-D'accordo. Allora... buon colloquio con la palla, Wes- sorrise l'altro, battendo il pugno contro la sua spalla.
Il biondo si guardò la spalla colpita, perplesso, poi lo guardò strano, facendolo ridere di gusto.
-Ciao, Wes. In gamba, eh! E tu, ragazzina, tienimelo d'occhio- li salutò.

Wes ridacchiò, dandogli un bello scappellotto dietro la testa.
-Tu tieni a bada quella mano, invece: ti porterà a una rissa, sai? Ciao- rispose, scuotendo il capo e uscendo dall'edificio.

Touko rise.
-Lo terrò al sicuro, promesso. Ciao, è stato un piacere conoscerti!- disse, poi gli diede un bacio sulla guancia e andò dietro al suo compagno di viaggio.

Il ragazzo dentro la casa rise di cuore, felice di aver rivisto un amico, e andò verso la libreria. Pigiò il tasto nascosto sul fianco del mobile e questo si spostò, permettendogli l'accesso a una piccola grotta nascosta.
L'interno era illuminato da alcune piccole lampadine appese alle pareti e una falda acquifera sfociava lì dentro, creando un cascata di infime dimensioni e un laghetto.

La grotta era “abitata” da tre ragazzini sui dodici anni, che stavano seduti attorno a una scrivania riciclata che ospitava un computer e una serie di altre apparecchiature incomprensibili.

-Silverio! Con chi parlavi là fuori?- chiese uno dei due maschietti, che stava smanettando sulla tastiera.

-Era Wes, è tornato per un po'- rispose l'altro.

A quell'affermazione, i tre bambini si illuminarono.
-Wes è tornato?! Devo subito dirlo agli altri!- esclamò il primo di tre, Lan, ritornando a battere sulla tastiera qualcosa.

-Giusto, dillo a Net. Maria ne sarà molto felice- gli fece eco la bambina, avvicinandosi anche lei allo schermo.

-E Bit si lamenterà di nuovo- ridacchiò il terzo, mettendosi dall'altra parte.

A vederli così vivaci il ragazzone ridacchiò, poi uscì di nuovo nell'ufficio di Rodrigo e si sedette sulla poltrona.
Certamente le cose sarebbero di nuovo cambiate, con uno dei Campioni nella regione. Tutta quella malavita cominciava a diventare pesante... Era proprio una fortuna che fosse tornato in quel momento.

-E poi... lui ha una ragazza e io no? Che invidia...-.



L'accoglienza di Della Pena alla visita del Campione fu impeccabile.
Ovviamente era già stato avvisato da Mittens, che in quel momento era andata a ispezionare la città in caso di momenti di “ordinaria follia”, ma certo fu sorpreso di vederlo comparire così all'improvviso.

L'ufficio, sui toni del verde -che stonavano con la sua divisa blu-, era ordinato come sempre.
Le foto dei vari criminali ricercati erano attaccati alla bacheca dietro alla scrivania, e tra queste ancora spiccava il “wanted” per Helgonza. Gli altri volti il ragazzo non li riconosceva, a parte due a lui abbastanza familiari.

-La signorina Mittens mi ha detto che desiderate conferire con Discoball- disse l'anziano uomo, storcendo appena i baffoni pallidi quando un moscerino lo infastidì.

-Esatto- annuì Wes.

-Beh, voi avete accesso a ogni luogo... Prego, si accomodi pure, le celle sono sempre a destra. L'Agente Jenny la porterà da lui- decise il vecchio, facendogli un cenno con la mano come di congedo.

Il mulatto annuì e aspettò che la porta a scorrimento, ora di vetro e a chiusura a distanza, venisse aperta dal commissario.
Oltrepassata la porta, sia lui che Touko vennero intercettati dalla donna in servizio di sorveglianza mandata da Hoenn che, dopo aver avuto la prova della sua identità e la garanzia su quella della brunetta, li lasciò passare portandoli davanti alla cella dell'ex Criptenente.

Il ragazzo si affacciò tra le sbarre, vedendo nell'ombra una figura alta e slanciata seduta per terra a capo chino. L'uomo in questione volse appena la testa quando delle nuove ombre entrarono nel suo campo visivo, ma non li vide bene.

-Che c'è, signorina, è già ora di cena?- chiese, con voce spenta e atona.

-Nient'affatto, hai visite-.

-Visite...? E chi verrebbe mai a trovare me?-.

-Qualcuno che non può vederti conciato in questo modo e che deve parlare con te- rispose Wes al posto dell'agente di polizia.

Al suono della sua voce l'uomo girò del tutto la testa, sconvolto.
E lo vide... il ragazzino che aveva distrutto il lavoro di una vita, che aveva mandato all'aria tutto in pochi mesi.
-Tu... moccioso...- esalò, infiammandosi subito.

Sì, era lì.
Ma non era più un moccioso.

Il Campione ricambiò lo sguardo d'odio con uno calmo e pacato, che trafiggeva più di una spina.
-Discoball...-.

                                                                                        *
Ritardo stra madornale.
Motivazione? Benvenute settimane pre-scuola! :D
... Fuck you.
Eh sì, la qui presente necessita di rimettersi a studiare. Quest'anno ho ben poco da scherzare e devo darmi una regolata, giacché sono di quinto anno di liceo e NON ho intenzione di macchiare la mia vita scolastica con una bocciatura perché "non posso fare gli esami di stato". Chi c'è già passato tra voi sa bene quel che intendo. (Al di là del fatto che ho una rimandatura in una materia che odio, ma tralasciamo... Io e i miei casini)

L'aggiornamento d'ora in avanti vien posticipato di una settimana, quindi passeranno come minimo due settimane tra un capitolo e l'altro. Sono spiacente, ma il programma che dovrò fare sarà vastissimo in molte materie e la stanchezza sarà tale che nemmeno potrò mettermi a livellare sul mio ultracentenario gioco di sempre: Elsword.
(Per chi mi conosceva già da prima sa da quanto ci gioco e che droga sia per me)
Non ho alcuna intenzione di abbandonare di nuovo questa storia per mesi, ma dovrò comunque richiedere la vostra pazienza nel sopportare i miei ritmi che saranno non poco frenetici, avendo anche il conservatorio -anche questo quinto anno (?)- con annesso possibile compimento inferiore. Un mini-diploma, per chi non se ne intende.
Altro peso a causa del quale dovrò ridurmi al mal di schiena -come se non ce l'avessi mai-.

Sono terribilmente spiacente, e prometto di mettere d'ora in avanti sempre un avviso in cui avvertirò in caso di ritardi e/o disguidi da parte mia. Come sempre risponderò a qualunque messaggio mi verrà mandato su EFP nello stesso giorno, salvo casi in cui potrei dimenticarmene (?).


Detto ciò, torniamo in tema della storia! (E anche a riutilizzare il font! Times New Roman sa molto di "serietà")
I Clepto scassano le balls, di nuovo -e quando mai la pace?-, ma l'incontro con il loro capo sarà un po'... particolare. Nel prossimo capitolo inoltre, oltre a parlare con Discoball, ritorna in scena una persona di cui fin ora si era solo accennata la presenza.
E il ritorno anche del gruppo di Mic! Per la gioia delle sue fan.

Ringrazio per le recensioni:
Noel Le Blanc, con cui mi trovo sempre d'accordo e che adoro <3;
Frago_chan, che stimo perché seguiamo lo stesso youtuber (?)
Grazie mille ad entrambe!! :D

Novanta capitoli, mamma mia... Seriamente, è un traguardo che mai avrei pensato di raggiungere; mai avrei pensato di veder realizzato un successo simile per una storia che pensavo sarebbe passata inosservata.
E questo lo devo a voi, vecchi e nuovi lettori/recensori, che ancora mi seguite nonostante la vastità dell'impresa. Che, se avessi saputo sarebbe diventata così longeva, mi sarei messa già da prima le mani ai capelli xD Quindi, ancora grazie <3
Il prossimo traguardo saranno le trecento recensioni... cielo, se c'arrivo giuro che pregherò per voi affinché abbiate la qualunque cosa voi desideriate.

Detto questo, ora vi saluto.
Perdonate il papiro, ma le scuse e le motivazioni dovevano esserci.
Ringrazio anche chi è arrivato fino alla fine senza ritrovarsi qualche avvoltoio attorno e le mosche a ronzarvi attorno - più annessa barba in caso di ragazzi.
Ciaoo!! :D
   
 
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