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Autore: Inikos DS    25/08/2014    0 recensioni
Si avvicinò al viso dell’altro, come ipnotizzato dalle labbra schiuse che ispiravano ed espiravano, il petto che si alzava e abbassava.
- Ogni essere è così incolume nell'atto del sonno. Pensò il biondo.
Passò lievemente un dito sulla fronte del moro, delineandone il contorno e scese fino al naso dritto. Solleticò la barba che spuntava dalle guance, inspirò il suo odore.
Brad sorrise.
Il biondo timoroso si bloccò, ma le labbra di quello si richiusero, dormiva ancora; forse avvertiva la sua presenza.
Accarezzò poi le labbra, le baciò con delicatezza, l’altro non parve accorgersi di nulla.
Com'era in pace.
Un bacio ne portò un altro ed un altro ancora… era come drogato da quel ragazzo dormiente…
Improvvisamente però il braccio che lo cingeva strinse la presa, Brad aprì gli occhi.
"Ei…" sussurrò guardandolo. "Sei una visione o cosa?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pov Brad

Ciao a tutti cari lettori, eccomi tornato con un nuovo capitolo 
Come sempre vi invito a rileggere i capitoli passati e a lasciare una recensione al fine di farmi sapere se il mio lavoro sta proseguendo per il verso giusto. 
Che altro dire? L’estate sta per finire… Lacrimuccia*
Buona lettura.

Ps: perdonate gli errori ma non ho tempo di rileggere, ho rubato illegalmente il pc a mia madre e se mi scopre sono morto. 








Una settimana.
Una settimana era passata da quando Brad aveva sbattuto la porta in faccia ad Alison.
Una settimana da quando aveva consumato una notte di passione con Vito.
Una settimana da quando aveva sognato Daniel.
Una settimana da quando Krystal aveva lasciato l’ospedale.
Una settimana d’inferno che andava sempre più peggiorando… 




<< Ei Brad che ne pensi di questa? >> Chiese Krystal al compagno guardandolo con aria interrogativa.
Brad so voltò verso la castana che teneva in mano una bomboniera stradecorata da pizzi e merletti.
<< E’ carina… >> Disse in tono incerto.
<< Brad !! >> Lo riguardi lei.
<< E va bene, e solo che sembra appena uscita da Capitol City. >> Confessò.
<< Capitol cosa? >> Gracchiò la castana.
<< Niente lascia perdere. >> Sussurrò il moro abbassando appena il capo.
<< Ecco bravo, anche perché a me piace ed intendo comprarla. >> Concluse risoluta dirigendosi verso la cassa.




Da quando era uscita dall’ospedale Krystal aveva continuato a tiranneggiare su tutto e tutti, specialmente su Brad.
Prossima ormai al matrimonio e con la certezza di averlo tutto per se, non si faceva scrupoli a maltrattarlo,
E lui niente,,,
La lasciava fare, ormai deciso che quella fosse l’unica soluzione, la strada giusta da prendere,


<< Oh si è una scelta ottima direi. >> Stava gracchiando la commessa, felice dell’affare concluso.

- Anche lei pareva esser uscita dal libro di Suzanne Collins. Pensò Brad.

I capelli melanzana cotonati, tre chili di trucco e un abito alla pari della bomboniera scelta da Krystal.
Stava giusto pensando a quanto la sua vita assomigliasse agli Hunger Games, quanso dalla vetrina notò una ragazza incappucciata che lo guardava da sotto enormi occhiali da sole che le coprivano quasi tutto il volto.

- Forse sta solo dando un’occhiata alla vetrina. Si disse.
<< Brad! >> Urlò Krystal.
Il ragazzo sobbalzò dallo spavento.
<< Che c’è? >> Chiese voltandosi con i nervi a mille.
Krystal sorrise.
<< Vieni qui, voglio presentarti a Venezuela. >>

- Venezuela? Che what di nome è? 

<< Piacere fortunato. >> disse la donna.
<< Il mio nome è Brad, non fortunato. >> Ribatté lui.
Venezuela scoppiò in una risatina stridula.
<< Ma certo, so che ti chiami Brad ! Fortunato nel senso che lo sei, stai per sposare questa stupenda ragazza. >>
<< Ahah si. >> Confermò ricambiando il sorriso.

- Pare veramente la sorella di Effie Trinket.
 


Dopo esser usciti dal negozio di bomboniere i due si recarono al fioraio, per la scelta del bouquet e dei fiori decorativi.
<< Allora Brad ti dico da subito che voglio dei fiori eleganti e raffinati, in sintonia con l’elemento inverno. Classici, sobri e che siano capaci di rispecchiare la mia anima, far risaltare la mia bellezza e… >>

- Qualcosa mi dice che impiegheremo un’eternità.

Non a caso dopo quasi due interminabili ore, durante le quali anche la dolce fioraia era sul colmo di una crisi di nervi, Krystal, accreditò come vincitori l’orchidea bianca, il bucaneve e la calla.
Mentre Krystal lasciava indirizzo e recapito alla fioraia, Brad si accorse che la ragazza col cappuccio incontrata nel negozio precedente era lì che lo guardava da dietro una pianta rampicante,

- Questa volta non mi sfuggirai. Pensò.

<< Ei tu. >> La chiamò avvicinandosi.
Mossa sbagliata.
La ragazza si voltò e corse via, sgusciando dalla porta.
Nessuno si era accorto di niente.
Eppure la sua andatura gli era familiare.

La prossima tappa consisteva nello scegliere l’abito nuziale di Brad.
<< Ottimo abbiamo ancora due ore prima della mia prova abito. >> Annunciò Krystal, trascinando il compagno nell’atelier di Armani.
Entrati vennero accolti da un uomo sulla quarantina.
<< Buongiorno sono César come posso esservi utile? >> Chiese stringendo la mano ad entrambi.
Brad fece per parlare ma Krystal lo anticipò.
<< Il mio ragazzo deve acquistare un completo per il nostro matrimonio. >> Gracchiò piena di se.
Il fatto che Krystal avesse deciso di fare da per se tutti gli acquisti e i preparativi per il matrimonio nonostante avesse potuto contattare i migliori wedding planner del paese la diceva lunga.
Chi aveva più gusto della grande Krystal? Si era chiesta. 
E la risposta era stata solo una, nessuno.
Questo era bastato quindi a spingerla a fare tutto da sola.

<< Certo Madame seguitemi pure. >> Rispose l’uomo accennando un piccolo inchino.

Passarono minuti che parvero anni, e ore che parvero secoli, Brad non ne poteva più; Krystal continuava a scartare tutti i completi, scuotendo la testa tra un commento e l’altro.
<< No questo è troppo semplice. >>
<< Per carità, odio il bordeaux ! Toglitelo subito. >>

E così ancora per altri 15 completi provati.
Tra un cambio e l’altro Brad era rimasto colpito da un completo argento griffato che gli fasciava alla perfezione le spalle possenti e le braccia muscolose, frutto del duro lavoro alla Musical Notes, ma come previsto, Krystal bocciò anche quello.
Alla fine con l’assiduo aiuto di César, Krystal decise per un completo blu notte con i bottoni onice e camicia ricamata.
Mentre si festeggiava l’acquisto con una bottiglia di champagne (quello si che era un negozio di alta classe), per l’ennesima volta di quella mattinata, Brad scorse la misteriosa ragazza dal cappuccio nero, che lo spiava dalla vetrina e per l’ennesima volta il ragazzo fu preso in contropiede da Krystal che gli piazzò un bicchiere di champagne in mano.
Finalmente quell’odiosa mattinata giunse al termine e Brad dopo esser stato congedato dalla smorfiosa decise di tornare nel suo stantio appartamento per riposare un po’, tuttavia una volta arrivato in prossimità del palazzo una strana sensazione si impossessò di lui:
E se quella ragazza misteriosa ragazza che aveva continuato a pedinarlo lo stava facendo anche adesso?

- No Brad, smetti di farti paranoie! E anche se fosse è solo una ragazzina non c’è motivo di preoccuparsi.
Si disse mentre entrava nell’atrio del palazzo semi buio nonostante la luce che filtrava dal vetro.
L’ascensore era occupato così si affrettò a salire le scale, (le ragazzine nei film horror lo avevano sempre inquietato).
Successe tutto mentre girava la chiave per aprire la porta difettosa,
una presenza dietro di lui,
una lama gelida premuta dietro la schiena,
l’adrenalina nel corpo,
i muscoli tesi… e poi…
Una voce,
quella voce sarcastica.
Quella voce pungente che poteva appartenere soltanto ad una persona: Alison!

<< Sai Brad in caso te ne fossi dimenticato sto aspettando ancora le tue scuse. >> Esordì la ragazza allontanando la lama dal ragazzo che prese a scongelare,
<< Tu! >> Sibilò inviperito verso Alison che sorrideva compiaciuta.
<< Si Brad io. Avevo giurato a me stessa che avrei fatto qualcosa e Alison mantiene sempre le promesse, >> Ribatte risoluta mentre si sfilava gli occhiali da sole e metteva da parte il coltello.
Brad ripreso il controllo della situazione, aperta la porta fece cenno alla bruna di entrare.
Una volta dentro, seduto sul balcone con una sigaretta in bocca, il moro fece cenno ad Alison di poter iniziare il discorso.

<< Allora tralasciando le scuse, capisco che tu ti senta ferito ma… >>
<< Perché mi hai seguito? >> La interruppe Brad gelido,
<< Io dovevo fare qualcosa per… >> Attaccò lei, ma fu nuovamente interrotta dal moro.
<< Perché cazzo Alison? Ti sembra normale mettersi a seguire una persona? >> Ruggì sgretolando la sigaretta tra le dita.
La ragazza parve quasi intimorita da quel Brad ma non si lasciò impressionare.
<< Non c’è bisogno che mi urli in faccia. >> Ribatte risoluta.
Brad ne accese un’altra.
<< Si hai ragione, e solo che tutta questa pressione mi sta facendo impazzire, prima Krystal poi tu. >>
Alison inspirò profondamente.
<< Ok è troppo complicato da spiegare a voce, quindi è meglio se mi segui. >> Concluse risoluta.
<< Senza fare domande. >> Aggiunse subito dopo.
Brad sospirò.












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Ed eccoli di nuovo insieme, di nuovo in ospedale, una storia che si ripeteva, un complicato dejavù…

<< Ti ho già detto che non ho nessuna voglia di vedere Daniel, ci siamo già detti abbastanza la scorsa volta. >> Stava dicendo Brad ad Alison mentre percorrevano il lungo corridoio.

In realtà dentro di lui, la piccola fiamma della speranza era tornata a bruciare, rinata dalle ceneri della delusione.

<< Brad ma tu devi… Capirai quando vedrai. >> rispose l’altra bussando delicatamente alla porta.
Dall’interno non giunse risposta.
Alison spinse delicatamente la porta e a Brad si fermò il cuore in gola: 
Daniel giaceva nel letto immobile, le braccia fasciate, il volto cereo.

<< Ma cosa… ? >> 

Non avrebbe mai immaginato che nel rivederlo si sarebbe sentito così. Dopo che era stato illuso ed offeso da quel ragazzino, ora che c’è l’aveva davanti  il suo cuore aveva ripreso a battere ed una strana sensazione di sinistro benessere si era impossessata della sua anima, al contempo straziata dal dolore che quello spettacolo gli procurava.

- Come ho potuto pensare anche solo per un attimo di poter fare a meno di lui? 
Si chiese mentre di avvicinava al biondo che teneva gli occhi saldamente chiusi.
<< Non so bene perché è successo. >> Dichiarò Alison. << Posso solo dirti che è accaduto dopo che ha parlato con te quella sera; l’infermiera l’ha trovato in fin di vita in bagno, ed è solo grazie a Dio che sono riusciti a salvarlo, avevo perso parecchio sangue. >>
Brad non poteva credere alle proprie orecchie, rimase basito da quella rivelazione scioccante.
E senza nemmeno accorgersene iniziò a piangere…
Silenziosamente Alison uscì dalla stanza, se la sarebbero risolta da soli lei aveva già fatto abbastanza ed inoltre aveva un’altra faccenda da sbrigare; sistemò lo zainetto in spalla e prese a scendere le scale…



<< Daniel svegliati sono io Brad. >>  Disse dolcemente il moro scuotendo il ragazzo.
Daniel non si mosse, i suoi occhi rimasero serrati.
Brad sorrise, un sorriso colmo di amarezza e pentimento.
<< E va bene dormi pure, ma sappi che resterò qui fin quando non ti sveglierai. >> Gli sussurrò ad un orecchio.
Poi prese una sedia e si appostò accanto al letto.
<< Dobbiamo parlare io e te. >> Disse guardando il volto dell’addormentato.
Delicatamente scostò i ciuffi platino dalla fronte, poi fece scorrere le dita verso il basso percorrendo la linea del viso fermandosi in prossimità della guancia sulla quale iniziò a disegnare piccoli cerchi concentrici.

- Mi dispiace non aver capito prima, mi dispiace piccolo.
 
Con leggiadria si alzò e spinto dal cuore in fiamme depose un bacio colmo di tenerezza sulle labbra del biondo.
Erano dolci e calde come il nettare di un fiore riscaldato dal sole.

- Veramente mi dispiace cucciolo.

Dall’anta dell’armadietto semi aperto pendevano delle cuffie, si avvicinò e ne tiro fuori un lettore mp3 bianco, senza pensarci due volte infilò le cuffie nelle orecchie del ragazzo, e poi dopo aver premuto “PLAY” prese la sua mano apparentemente morta e si accovacciò sulla sedia,

- Mi dispiace…



  
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