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Autore: Kaiyoko Hyorin    26/08/2014    3 recensioni
[Estratto dal primo capitolo]
Non fece in tempo a realizzare quell'unico fugace pensiero che ella si accorse di avere i suoi occhi scuri puntati addosso, cosa che ne aumentò drasticamente la soggezione che provava nei suoi confronti ed a stento riuscì a impedirsi di sussultare nuovamente, preda di un imbarazzo senza pari.
“P-perché mi fissa in quel modo?!”
[Fine Estratto]
Era iniziato come un lavoretto di revisione e invece mi sono ritrovata a stravolgere completamente la trama, creando qualcosa di nuovo ed inaspettato! Ad oggi è l'opera più lunga che abbia scritto e spero che il risultato sia valso lo sforzo, augurandomi che risulti comunque una lettura gradevole, a prescindere! Vi auguro una buona lettura!
Attenzione: aggiunto OOC per il cambiamento caratteriale a cui i personaggi vanno incontro nel corso dell'intera storia, in accordo con la trama, senza comunque arrivare ad uno "stravolgimento" nel vero senso della parola; quindi non spaventatevi!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unione d'affari'
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7. Forza d'animo


Yukiko rientrò nella propria stanza.
Era riuscita finalmente a sistemare tutte le proprie cose e aveva riposto le valigie vuote sugli scaffali alti del guardaroba, quindi finalmente la stanza poteva considerarsi un minimo ordinata. Certo, questo se escludessimo la presenza di vari CD sparsi sul pavimento accanto al suo stereo e la scrivania ingombra dei moduli lasciati da sua madre e dal notebook, lo schermo nero e il sistema in standby.
Da quando il signor Hiwatari era partito, raramente lei e Kei riuscivano a incrociarsi per la cena. Questa volta non era stata una di quelle, ma la cosa se non altro le aveva permesso di riflettere sugli ultimi avvenimenti. Faticava ancora a dare un senso al tutto e meccanicamente estrasse dalla tasca dei pantaloni il proprio bey, osservandone il bit con apprensione.
Cos'erano quelle improvvise emozioni che l'avevano travolta?
Aveva provato un senso di sicurezza, quasi di appartenenza, quando lui l'aveva portata via da quel caffé e condotta alla macchina. Inoltre, non riusciva a non guardarlo con una certa curiosità, chiedendosi quando le avrebbe mostrato un'altra sfaccettatura del suo carattere, ben più complesso e profondo di quanto ella stessa aveva creduto inizialmente.
Riconobbe con sé stessa l'intimo desiderio di conoscerlo un po' di più, di dargli una possibilità, e se ne stupì. Davvero poteva permettersi di pensare una cosa del genere, sapendo cosa i loro genitori si aspettassero da loro?
Sto di nuovo abbassando la guardia, dannazione!
Scosse il capo, cercando di scacciare i pensieri che l'avevano assalita e fatta dubitare di sé stessa. Non poteva cedere alle circostanze, avrebbe mantenuto la propria posizione e si sarebbe opposta fino all'ultimo. Ne andava del suo futuro.
A quel punto tuttavia, nella penombra del crepuscolo, le sembrò di scorgere con la coda dell'occhio un riflesso accanto al letto, ad altezza del pavimento. Inarcando un sopracciglio si spostò, avvicinandosi di qualche passo per poi ritrovarsi a fissare la porticina che, mimetizzata alla parete, dava sulla stanza del dranzerblader. Interrogativa si chinò, accostando il viso al pavimento e chiudendo un occhio rimase in attesa, finché non rivide di nuovo quell'impulso luminoso filtrare da sotto il battente.
E adesso che succede?” si chiese tirandosi nuovamente in piedi.
Si accostò pertanto alla porta segreta, aprendo le orecchie in attesa di qualche suono proveniente dall'interno. Dopo una manciata di secondi ancora, provò a bussare.
– Ehilà? Posso?
Nessuna risposta, ma il bagliore si ripeté, questa volta abbastanza forte da permetterle di distinguerlo senza problemi sul pavimento accanto alla propria scarpa destra. Perplessa e spinta da un groviglio di emozioni quali la curiosità e l'inquietudine, strinse Night nella mano sinistra prima di prendere la sua decisione. Aprì la piccola porta, sospingendola verso l'interno della camera del blader, immersa di nuovo nella penombra. Il silenzio era praticamente assoluto.
– Kei??
Niente. La stanza era deserta.
Raddrizzando la schiena e richiudendosi la porticina alle spalle, la giovane si guardò in giro alla ricerca della fonte della luce che aveva intravisto poco prima. Luce che ben presto si ripeté, scaturendo da un piccolo oggetto rimasto incustodito sul tavolo della scrivania.
Avvicinandosi alla stessa con un nuovo senso di aspettativa, Yukiko riconobbe ben presto come fonte di quel bagliore lo stesso Dranzer, il beyblade del ragazzo che la stava soltanto confondendo ultimamente.
– Ma come...? – non finì nemmeno di formulare quella domanda a voce che percepì un impulso di energia scuotere il suo stesso bey, che ancora stringeva in mano.
Sollevandolo, vide il bit al centro dello stesso rilucere allo stesso modo e sollevò un sopracciglio, non tanto sorpresa quanto confusa.
– Ehi Night, cosa..? – di nuovo non riuscì a completare quella domanda che i due beyblade presero a brillare contemporaneamente, come risuonassero fra loro, e una voce calda e gentile si fece strada fra i pensieri di Yukiko.
Trovalo
– Eh?
Trovalo, prima che faccia qualcosa d'irreparabile!” l'urgenza di quelle parole le si diffuse sottopelle, facendola percorrere da un brivido.
Prese d'impulso Dranzer con la mano libera e il beyblade blu e rosso parve tornare alla normalità. Fu a quel punto che la ragazza notò, nel punto in cui era sgorgata quella luce, l'emblema che fieramente era impresso sul bit. Sbatté un paio di volte le palpebre, sicura di non sbagliarsi.
Quello era l'emblema di un bitpower.
E raffigurava un rapace che pareva un'aquila dal piumaggio scarlatto.
Sollevò gli occhi verdi sulla porta-finestra leggermente schiusa, mentre la voce del maggiordomo si faceva sentire fino a lì.
– Signorino, dove sta andando?
– Sto uscendo. Farò tardi – la raggiunse la voce di Kei, prima di venir seguita dal suono di una portiera che si chiudeva senza indugi.
Doveva sbrigarsi.
Si cacciò entrambi i bey in tasca e voltandosi di scatto si precipitò fuori dalla porta, memore dell'urgenza dell'avvertimento ricevuto. Non aveva idea di cosa avesse in mente il blader in questione, ma era intenzionata a stargli alle costole, assolutamente!
– Signorina, anche lei..?
– Sì – esordì di getto lei, prima di atterrare sul selciato di fronte agli scalini che davano accesso alla villa con un unico salto.
Poteva ancora vedere la Cabrio del ragazzo allontanarsi a passo moderato lungo il viale alberato, poteva seguirlo.
– Presto, un'auto! – esclamò in preda allo slancio del momento, rivolta al cameriere che l'aveva intercettata. Questi sobbalzò appena prima di correre dentro, chiamando a gran voce. Pochi secondi dopo uscì trafelato l'autista della famiglia Hiwatari al quale la mora strappò le chiavi di mano senza troppe cerimonie.
Quindi corse alla macchina in questione, seguita dall'uomo che stava cercando di protestare.
– Su, non possiamo perderlo!
In meno di dieci secondi erano entrambi a bordo di un'Audi A4 nera che percorrevano il viale a una velocità tale da sollevare nubi di polvere, la moretta alla guida e il povero autista che si teneva aggrappato alla maniglia di sicurezza, bianco come un cadavere.
– Se dovesse accadere qualcosa.. – stava mormorando questo, in preda al panico.
– Non farò niente all'auto! – sbottò esasperata la giovane Natsuki, premendo sull'acceleratore – Tu pensa a non perdere di vista quel disgraziato del “signorino” Hiwatari mentre io penso a guidare!


Kei procedette a media velocità, senza spingere al massimo l'auto sportiva, nonostante gli sarebbe piaciuto. Il luogo dell'incontro non era troppo lontano e poi da lì si sarebbe unito a quelli che si dilettavano a definirsi suoi 'amici', per dirigersi tutti quanti al locale suggerito da Jan.
Erano tutti figli di famiglie benestanti, più o meno della sua stessa età, e il motivo che li aveva spinti a far gruppo ed uscire alla ricerca di un po' d'eccitazione era lo stesso: la noia. In tutta franchezza aveva ben poco da spartire con quei quattro figli di papà, ma erano la miglior compagnia se eri alla ricerca di qualche emozione degna di questo nome. L'Aquila solo sapeva quante sbronze si era trovato a smaltire il giorno dopo, riverso come morto sul letto. Oppure quante volte si era soffermato a godere della comodità del letto di qualche sconosciuta, prima di rincasare all'ora di colazione.
Imboccò l'ingresso allo spiazzo che era il parcheggio concordato e li trovò già tutti lì ad attenderlo.
– Ehi, allora è venuto sul serio!
– Come butta, Kei?!
– Chi non muore..
Lui neanche scese dall'auto, limitandosi ad un cenno del capo – Andiamo?
Questi annuirono e in men che non si dica erano di nuovo tutti in strada, uno dietro all'altro, su tre auto sportive differenti, guidando verso nord.
Quando giunsero al locale in questione Kei scoprì che si trattava di un nuovo discopub all'aperto, con tavolini e divanetti disposti elegantemente sotto i gazebo e non troppo distante dalla pista da ballo. C'era anche un bancone con una serie di sgabelli, centro del locale stesso in quanto interessato da un continuo via-vai di persone che ordinavano da bere.
Varcando l'ingresso il dranzerblader seguì i suoi compagni fino al tavolino prescelto, un mobile piuttosto basso contornato da quattro diversi divanetti di varia larghezza in vimini.
– Jan, porta da bere! – esclamò Lou, il ragazzo che gli aveva scritto quel pomeriggio.
A quell'incitamento ben presto il diretto interessato si allontanò con le ordinazioni e i quattro ragazzi rimanenti iniziarono a guardarsi intorno alla ricerca della stessa cosa: ragazze.
– Ehi Kei, come stai messo in fatto di gusti?
– Già, non è che ci hai perso l'occhio??
Lui non reagì subito a quelle prese in giro, distratto da una tipa dai folti capelli rossi e con indosso un abitino striminzito, accoppiato ad un paio di calze a rete e stivali alti, in pelle. La rossa intercettò il suo sguardo e lui distinse il suo sorriso malizioso persino da quei dieci metri di distanza.
– Mh? Non saprei.. credo che lo scopriremo fra poco – rispose finalmente ai suoi cosiddetti amici, allargando ambo le braccia per stravaccarsi sul suo divano con la sua solita e costruita indifferenza.
In quel momento Jan tornò con gli alcolici e Kei prese in consegna il proprio, bevendone un buon sorso iniziale. Avvertendo il liquido fresco scivolargli giù per la gola, assaporò la sensazione di improvviso calore che gli si diffuse dal centro dello stomaco e si concesse un debole sorriso.
Sì, quella sera proprio era in vena di lasciarsi prendere fuoco, metaforicamente parlando.
E chissà che quella rossa dall'altra parte del cortile non gli avrebbe fatto dimenticare quella Natsuki Yukiko per il resto della nottata.


– È sicura, signorina? – gli chiese di nuovo l'autista, al posto di guida.
– Sì, sì.. vai pure, non dovrei aver bisogno. Tornerò con Kei.
– La prego, prenda il mio numero, nel caso dovesse servirle basterà chiamarmi e sarò subito da lei.
Yukiko non poté che accettare il compromesso e attese di vedere l'auto che l'aveva portata sin lì imboccare la strada del ritorno, prima di muoversi.
Ruotando su sé stessa tornò a fissare il luogo in cui era entrato il blader coi suoi amici e si aggiustò meglio il giacchetto di jeans sulle spalle. Era uscita senza sapere dove sarebbe finita ed aveva ancora indosso i vestiti del giorno appena trascorso: i suoi jeans preferiti, un semplice top bianco e le sue immancabili scarpe da ginnastica. Non le era passato neanche per l'anticamera del cervello che la meta del ragazzo potesse essere uno di quei locali all'aperto che andavano tanto di moda ultimamente.
La musica era forte, ma il solo fatto che potesse espandersi senza la costrizione di quattro mura in cemento la rendeva abbastanza sopportabile e permetteva anche ai clienti di riuscire a parlare fra loro senza sgolarsi troppo.
Lo spazio era delimitato da siepi e cespugli, ma non c'era una vera e propria recinzione, pertanto non fu difficile per Yukiko intrufolarsi all'interno senza passare dall'ingresso principale. Fermandosi il tempo necessario a individuare il suo obiettivo dai capelli d'argento, si spostò in modo da procedere fuori dal suo campo visivo, cercando un angoletto tranquillo dal quale poterlo tenere d'occhio. Alla fine, inquadrando un buon punto di osservazione, passò dal bancone: per passare inosservati è necessario mimetizzarsi. Ordinò una coca e dopo aver pagato raggiunse il posto che si era scelta, un po' in ombra ma posto in modo che potesse vedere il dranzerblader in viso senza impedimenti.
Se fosse stato da solo l'avrebbe avvicinato senza pensarci due volte, ma caso volle che era in compagnia di altri quattro ragazzi, tutti tirati a lucido. Persino Kei si era dato la briga di vestirsi bene: si era messo una maglia a maniche corte nera, con lo scollo a V e il marchio stampato in argento sul davanti, mentre al di sotto calzava un paio di jeans scuri, logorati in alcuni punti lungo il lato esterno delle gambe. All'orecchio sinistro poteva vedere il riverbero del suo orecchino circolare, mentre al collo si era messo una catenina che terminava con un pendente a forma di croce sul petto.
Doveva ammetterlo, nemmeno alla luce delle torce piazzate per dare un tocco scenico all'ambiente perdeva il suo fascino. Con le braccia allargate sulla sommità dello schienale del divanetto era tremendamente sexy.
Non so se sia il caso che tu rimanga qui a mangiartelo con gli occhi
Il sorso di coca che stava tirando su con la cannuccia le finì di traverso e dovette darsi qualche colpetto con una mano sul petto per evitare di strozzarsi del tutto. Quando si riprese abbastanza, respirando un'ampia boccata d'aria, col volto in fiamme si guardò intorno. Nessuno.
– Ma che...?
Sono qui” si fece udire di nuovo quella voce maschile, con una nota di impazienza, sovrastando il rumore di sottofondo dell'ambiente circostante.
Yukiko sollevò di scatto lo sguardo, sgranando gli occhi verdi alla vista del ragazzo che le stava sospeso sopra la testa bicolore. Proprio sospeso, non semplicemente chinato. In posa distesa sul nulla, questi se ne stava con il capo appoggiato con aria annoiata ad un braccio, il gomito anch'esso posizionato come se appoggiasse su un livello orizzontale di cui poteva usufruire lui soltanto. Il sorriso che le rivolse era caldo e amichevole, in netto contrasto con il colore dei candidi capelli e di quegli occhi di ghiaccio.
Per riflesso la moretta si appiattì un po' di più sul divano, soffocando un urletto di sorpresa per puro miracolo.
Ciao Yukiko” la salutò lui schiudendo le labbra.
Eppure questa volta la ragazza distinse chiaramente quel tono di voce come soltanto nella propria mente, troppo limpido per provenire da una fonte esterna. Sbatté più volte le palpebre, cosa che diede tempo al suo interlocutore di raddrizzarsi, andando finalmente a posare i piedi per terra accanto a lei.
Era contornato da un alone bluastro, una strana quanto lieve luminescenza che ne definiva i contorni della figura. La stessa luminescenza che la mora, con la coda dell'occhio, notò provenirle dalla tasca sinistra. Con un gesto nervoso si tolse la giacca per appallottolarla dietro la propria schiena e bloccarla lì, in modo che quella luce non potesse essere notata da nessun altro.
– Night, che stai...? Come hai fatto?!? – esclamò in preda all'agitazione ed allo stupore.
Quello era il suo bitpower, non poteva avere dubbi, ma questa era la prima volta che le si palesava in quella forma, per di più senza essere stato richiamato. Sino ad allora ella l'aveva sempre visto soltanto nelle sembianze di un grosso rapace dal piumaggio candido come la neve. Aveva fatto un paio di ricerche molto tempo addietro ed aveva scoperto trattarsi di un Anka, una creatura che faceva riferimento alla mitologia nordica occidentale. La cosa interessante che aveva scoperto era che aveva molti punti in comune con la classica Fenice, a parte ovviamente l'aspetto di un rapace artico.
Ho deciso di assistere con i miei occhi agli eventi di stasera... si preannuncia piuttosto interessante” le disse lui, volgendo lo sguardo verso il dranzerblader.
– Ma.. non c'è rischio che ti vedano?? – gli chiese ancora allarmata lei, faticando a digerire la novità.
No, non credo. Solo chi vanta un legame con uno di noi potrebbe...
– E questo vuol dire che Kei finirà per notarti di sicuro! Stai luccicando come una lampadina!
Ops” se ne uscì il bitpower di lei, ridacchiando “Scusa, è vero.. ecco, risolvo subito” detto fatto, quella luminescenza che lo contornava come una creatura ultraterrena si spense, dando modo alla ragazza di tirare un sospiro di sollievo. Ora sembrava un essere umano per lo meno.
– Siediti – lo invitò, riprendendo a sorseggiare la propria bevanda e tornando a scoccare un'occhiata verso il tavolo del dranzerblader. La situazione sembrava pressoché invariata e il suo obiettivo non sembrava essersi accorto di nulla.
Tirò un sospiro di sollievo.
Come mai te ne stai a spiarlo da qui?
– Perché non so bene cosa intendesse dire il bitpower di Dranzer, quindi...
L'Aquila Rossa
– Sì, lei. Quindi resterò qui a tenere d'occhio la situazione.
“Somigli proprio ad una fidanzatina gelosa
Yukiko rischiò di strozzarsi di nuovo.
– Non scherzare – sibilò, scoccandogli un'occhiataccia e cercando di sminuire l'improvviso imbarazzo causatole da quell'affermazione.
È solo quello che penso
– Be', ci sei lontano mille miglia – ribatté lei seccamente, tornando a distogliere lo sguardo dal compagno di battaglie – Dì un po', com'è che questa è la prima volta che ti presenti senza essere chiamato in quella forma?
Sei stata tu a permettermelo, prestandomi la forza della tua anima così come io durante gli incontri ti presto la mia
– Mh?
Senti, ma avevi già pensato a quando farti avanti oppure..?
– Quando sarà il momento – gli rispose, cercando di non spazientirsi.
Mh. Perché credo che il tuo momento sia molto vicino
A quelle parole la ragazza inarcò un sopracciglio prima di far saettare nuovamente lo sguardo sul dranzerblader, ritrovandosi l'istante successivo a strabuzzarlo. Accanto al ragazzo ora se ne stava una rossa, la quale si stava giust'appunto mettendo comoda sullo stesso divanetto. La sconosciuta aveva un buon decolté che lasciava davvero molto poco all'immaginazione, così come non ve n'era neanche lontanamente bisogno per quanto riguardava le gambe di lei, accavallate sensualmente mentre sbucavano dal bordo di un vestito che poteva definirsi 'inguinale'.
Adesso non farti andare il sangue alla testa” la esortò Night con il suo tono leggero.
Troppo tardi. In quel momento vide la sciacquetta esordire in una risata civettuola in reazione a qualcosa detto da Kei e la mora si irrigidì di colpo. Per riflesso strinse la mano destra a pugno, dimentica della presenza del bicchiere di plastica nella medesima, finendo per accartocciarlo e versarne il contenuto in parte sulla propria mano e in parte sul tavolino e per terra.
Sussultando l'istante successivo lasciò la presa, scuotendo la mano per togliersi la bibita appiccicosa sulla pelle, imprecando a denti stretti per l'inconveniente.
Te l'avevo detto” si fece sentire nuovamente il bianco, divertito.
– Seh seh, ridi pure.. tutti disgraziati gli uomini – borbottò lei, accigliata.
Si stanno muovendo” la avvertì lui senza badarle “..e stanno venendo da questa parte
– Cosa? – Yukiko sollevò di nuovo lo sguardo sulla coppia e, vedendone la direzione intrapresa, si sporse dall'altro lato, come se stesse cercando qualcosa in una borsetta che in realtà non aveva.
A posto, sono andati
La mora tirò un sospiro, prima di tornar seduta composta e adocchiare i due poco prima che questi si confondessero fra le varie persone sulla pista da ballo. Di nuovo accigliata, arricciò il naso in una smorfia, incrociando ambo le braccia sul petto, come se così potesse contenere l'improvviso fastidio che stava provando.
E così Kei era un tipo da 'una-botta-e-via'...


– Tsk. Kei si è già trovato una tipa niente male – sbottò Jan, seguendo il ragazzo con lo sguardo.
– Se la serata va avanti così, si concluderà in bellezza e la nostra piccola sfida l'avrà vinta lui – osservò Lou, guardandosi intorno.
Jan bevve un sorso del suo drink, prima di soffermare lo sguardo su una ragazza, seduta un po' in disparte rispetto a loro. Aveva capelli lunghi, sfumati di rosso, mentre indossava un semplice top bianco a bratelline sottili e un paio di jeans blu.
Sorrise.
– Non è ancora detto – intervenne, già sollevandosi in piedi.
I suoi amici voltarono lo sguardo nella stessa direzione in cui lo stava puntando lui e dopo un momento annuirono o gli ammiccarono con cameratismo.
– Torno fra poco – disse loro, piuttosto baldanzoso, avviandosi verso la moretta.
La serata era ancora giovane, poteva tranquillamente giocare le sue carte.



...continua


Curiosità!
ANKA o ANQA: compare nella mitologia araba. così come la fenice, anche questo uccello vive molto a lungo, 1500 – 1700 anni circa, e poi si immola per poi risorgere. la differenza con la fenice però sta nel fatto che si tratterebbe di un uccello artico gigantesco; inoltre la leggenda vuole che gli esemplari di ANKA erano così numerosi da non avere abbastanza prede di cui cibarsi, e cominciarono a divorare i bambini. Dio, vedendo ciò, fece in modo che gli ANKA non potessero più riprodursi (si dice che le uova degli ANKA impiegassero 25 anni per schiudersi, e che un esemplare non potesse figliare prima dei 300 anni).
Un’altra leggenda vuole che fu invece un profeta a maledire l’intera razza, facendola sparire, dopo che un esemplare rapì la sposa di un nobile arabo.


[ANGOLO AUTRICE]
Buongiorno a tutti! Oh, ora mi sento meglio.. dopo aver aggiustato lo scorso capitolo mi sentivo in animo di aggiornare con quello dopo e allora, eccomi di nuovo qui a tenervi con il fiato sospeso!
Che risvolti avrà la serata per la ragazza? E Kei? Riuscirà a concludere??
Cosa diavolo è questa novità dei bitpower?? XD Della serie, come mi sarà venuta in mente?! Mi spiace deludervi, ma non lo so nemmeno io. Mi piaceva l'idea e l'ho tenuta, anche se con qualche variazione, dalla prima stesura. Il prossimo capitolo sarà cruciale e dovrete dirmi sinceramente cosa ne pensate, se per come è venuto merita di far cambiare il tipo di Rating in Rosso oppure può restare arancione, come da programma.
Intanto vi allego un paio di immagini a cui mi sono ispirata per il locale:

Attendendo i vostri pareri più disparati, ne approfitto e ringrazio pubblicamente due nuove ragazze che si sono unite alla combriccola che mi segue (povere folli): hiwatari_k e Melian! Ora, insieme a Silmeria e Keyra, siete in quattro *_* sono commossa!
Va bene, finisco qui che altrimenti non vi lascio più!
Al prossimo capitolo ragazzi!
Kaiyoko
   
 
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